venerdì 30 dicembre 2016

AUGURI DI BUON ANNO 2017

MEGLIO BERLUSCONI DI RENZI: DAL GOVERNO (E DAL PD) LA PUGNALATA A MATTEO



"Per il quadro che si è venuto a determinare con il tripolarismo continuo a pensare che l'ipotesi migliore sia un sistema proporzionale con un premio di maggioranza a chi arriva primo". A parlare è il ministro della Giustizia Andrea Orlando, intervistato dal Messaggero, e la traduzione dal politichese è clamorosa: meglio il proporzionale del Mattarellum. Tradotto per la seconda volta: Silvio Berlusconi ha ragione, Matteo Renzi ha torto. E se a dirlo è non solo un ministro influente di un governo che potrebbe dare una mano al Cavaliere sul caso Mediaset-Vivendi, ma anche il possibile candidato segretario se la minoranza dem spinge per togliere il Pd allo stesso Renzi, allora sono parole che pesano il doppio.
Sulla legge elettorale Orlando parla di "un premio tale da non determinare in modo automatico una maggioranza assoluta. Un sistema con un impianto proporzionale e con collegi uninominali. Un sistema che non obblighi a fare coalizioni finalizzate solo a ottenere il premio di maggioranza, presentando scollature magari subito dopo le elezioni. Ma ci tengo a chiarire che questa è solo la mia opinione". Precisazione ovvia, ma non da poco. Una posizione come questa potrebbe essere usata come pretesto da chi, dentro il Pd, sta cercando di indebolire ulteriormente la posizione di Renzi per costringere l'ex premier al Vietnam parlamentare fatto di trattative, dibattiti, tavoli e confronti con il nemico Silvio. Una palude che avrebbe un risultato molto chiaro: allungare i tempi, allontanare il voto anticipato.

OFFRE IL PRANZO DI NATALE A 23 POVERI, MA SOLO ITALIANI

Un ristoratore di Ravenna ha invitato a pranzo 23 persone indigenti, ma scelte accuratamente solo fra gli italiani. Respingendo le accuse di razzismo
Un ristoratore di Punta Marina invita a pranzo 23 indigenti il giorno di Natale. Scritta così, in due righe fredde e distaccate, la notizia potrebbe quasi finire tra i gesti di bontà che il Natale ancora regala. Invece non è così, perché ciò che ha fatto la famiglia Moriconi (ramo ristorazione, mentre i cugini hanno uno dei più noti frutta e verdura in zona) offre uno spaccato della crisi e dei segni sulla pelle di chi la vive. Una crisi che avvicina a strutture di accoglienza protagonisti inaspettati. Non più solo extracomunitari o barboni, ma anche tanti anziani ravennati che con i loro pochi soldi aiutano un figlio disoccupato a mantenere la famiglia, operai e impiegati senza lavoro e col mutuo da pagare, un imprenditore che aveva a busta paga oltre dieci dipendenti e ora non sa come fare a mettere insieme il pranzo con la cena per la famiglia e deve affrontare una serie di beghe finanziarie. Storie ordinarie di un’Italia in crisi nera: Marco Moriconi, con i figli Eleonora ed Ennio, ha voluto regalare ai protagonisti di queste vicende alcune ore di serenità invitandoli il giorno di Natale a pranzo nella sua osteria di Punta Marina. «Ne ho parlato una sera con alcuni amici che erano a cena nel mio locale. Abbiamo pensato di rivolgerci a un’associazione caritatevole ed ecco che è partita l’organizzazione» racconta Moriconi. «Ho chiesto, però, che mi mandassero famiglie italiane – aggiunge – ben sapendo che qualcuno avrebbe anche potuto darmi del razzista. Non lo sono per niente e so benissimo cosa significa aiutare il prossimo. C’è un dato: la crisi sta producendo effetti devastanti sugli italiani delle classi più basse e della ex classe media, che non hanno strumenti a cui appellarsi per un aiuto. Non saranno mai primi nelle graduatorie delle case popolari, non hanno diarie giornaliere...». Le famiglie invitate all’osteria Moriconi sono anziani, padri e madri con bambini, persone sole. Hanno mangiato spaghetti al ragù, grigliata mista di carne, cotechino, patate, dolce. «Tutte queste persone non hanno diritto a un aiuto? Io ho trascorso l’infanzia in collegio – aggiunge Moriconi –, ho conosciuto la solitudine, la sofferenza e la povertà. Oggi, che vivo certamente meglio di allora, voglio aiutare gli italiani che conoscono ora la stessa disperazione. Il razzismo è un’altra cosa: ci sono tanti italiani che soffrono e non sanno come fare. E’ un fenomeno sociale». Spazio alla commozione. «I miei camerieri, oltre agli ospiti, sono quelli che più si sono commossi. Di solito non vedono persone che si emozionano perché gli servono un primo o un dolce. I miei ragazzi sapevano di aver fatto una grande cosa. Questi italiani, oggi indigenti, hanno pagato le tasse, contratto mutui e fatto girare l’economia di questo Paese, il loro Paese. Chi se ne prende cura oggi? Parlare di razzismo significa nascondere una drammatica realtà»

AUGURI DI BUON ANNO 2017

PILLOLE di Vincenzo Galassini

BRISIGHELLA: RIFLESSIONE DI FINE ANNO 2016
Arrivati alla fine dell’anno bisestile 2016, una riflessione sull’amata Brisighella. I problemi sono gli stessi da anni, non affrontati con coraggio e volontà dai rossi amministratori brisighellesi, che hanno tutti gli appoggi dalla provincia di Ravenna alla Regione fino al governo a Roma, l’unica risposta del Sindaco Missiroli è “non ci sono soldi”.
Analizzando la situazione emerge lo sperpero dei nostri euro,  lavori iniziati, dei quali non ho condiviso le scelte, rimasti incompleti come: 1- la presa in comodato del Convento Osservanza con una spesa iniziale di oltre 2milioni non utilizzato se non parziale in modo estraneo allo scopo illegittimo e con danno economico; 2- il parcheggio mancante nell’asilo Cicognani (in comodato) con entrata irregolare e grave pericolo pubblico; 3- il mancante  parcheggio e la nuova strada di collegamento alla Casa protetta ASP Via Cicognani (hanno demolito il fabbricato archeologico del gesso senza fare realizzare le obbligatorie opere di urbanizzazione primarie); 4- i ruderi del parco ex Diletti e la mancata acquisizione del verde pubblico in Via Roma, lavori eseguiti senza il rispetto delle precise norme urbanistiche; 5- la spesa di oltre 2.6 milioni nell’ex Ospedale San Bernardo con lavori inutili per avere la ‘casa della salute’ ma apprendiamo che mancano altri 100mila euro, stanziati ora per completare l’opera!
                Ora l’ennesima trovata una nuova cattedrale nel deserto, trasformare il Teatro Pedrini in un ennesimo ristorante, non conoscendo chi lo potrà utilizzare, ma con una spesa di oltre 1milione di euro, non era meglio offrirlo ad un privato per realizzare la ’magnifica operazione’ dandolo in comodato invece di seguire le idee di radical chic. Tanti anche i dubbi per la nuova scuola a Marzeno, con finanziamenti che bloccano tante opere, quando i bimbi non sono in crescita, basteranno i 900milioni previsti……
                Il terremoto si fa sentire, le nostre scuole sono state verificate, come richiesto da anni, ricordiamo il cedimento parziale e recuperato nella scuola media Ugonia sopra l’ex sala Cornacchia, mentre continuano a mettere pannelli solari, recupero energetico o lavori di tinteggiatura per la scuola bella di Renzi affidati in modo incredibile. Hanno cambiato tre volte l’utilizzo del Museo nella Rocca, della Grafica Ugonia, spendendo oltre 600mila euro ottenendo il dimezzo dei visitatori. Nella pavimentazione di Piazza Carducci e tutte le vie adiacente la pietra si sgretola e spendiamo fondi per ripararla, non era da realizzare con quel tipo di pietra come denunciato a suo tempo.
Il consiglio comunale “unanimemente” approva tutto.
Un privato ha ristrutturato un albergo nella la piazza del Monte, ma la stessa è indecorosa e lavori di riparazione della rete Hera eseguiti in tante volte. Non hanno accolto la disponibilità di collaborazione di Vittorio Sgarbi.
L’immagine di Brisighella, per chi l’ama e vive da sempre, è peggiorata. Con gli auguri di fine anno il Sindaco invita i brisighellesi a dare contributi per i comuni terremotati facente parte dei Borghi più belli d’Italia e dimentica di invitare i brisighellesi di erogare fondi per la Chiesa Collegiata di San Michele dove occorrono oltre 600mila euro, in quanto la parrocchia non ha fondi dopo l’operazione ex scuola Materna Cicognani voluta dal Comune. Duomo ed ex Gigiolé  e tutte le strade dissestate una vergogna per l’immagine di Brisighella.
Ma nessuno paga e ne risponde per i gravi errori.
                In compenso distruggono il Comune di Brisighella dando quasi tutti i servizi comunali alla Romagna Faentina, capofila Faenza, contro la nostra storia, la nostra economia una fusione a freddo sopra la testa di tutti. Nascondono la polvere sotto il tappetto (Caso Ghiarona, Ex Poste, ecc.) ma prima o poi salterà fuori, dai poteri superiori, dai controllori, a qualsiasi titolo, “nessuno vede, nessuno sente” come le tre scimiette.
Qualcosa di buono esiste come il Parco della Vena del Gesso, super finanziato dalla Regione, il ritorno del Presepe vivente, i volontari della protezione civile, l’aggregazione dei giovani per aiutare il Comune nelle manifestazioni turistiche, i tantissimi volontari della Pro Loco di Marzeno, gli organizzatori delle trentennali sagre da Fognano, San Cassiano; San Martino; Zattaglia; Villa Vezzano, Marzeno, ma purtroppo manca un piano di rilancio di Brisighella.
Vincenzo Galassini ex Consigliere Forza Italia Provincia di Ravenna, ex Sindaco Brisighella anni ottanta, pensiero libero.

giovedì 29 dicembre 2016

NELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA SECONDO BONACINI -PRESIDENTE- TUTTO VA BENE………………





Approvata legge di bilancio della Regione Emilia-Romagna: per il 2017 più investimenti per la crescita e l'occupazione (infrastrutture, mobilità, scuole, dissesto idrogeologico), più fondi al sistema sanitario regionale, conferma del fondo per la non autosufficienza più alto tra le regioni italiane, introduzione del reddito di solidarietà per i poveri, aumento impegno per il turismo, la cultura e lo sport, zero tasse in più (per il terzo anno consecutivo), dimezzamento delle partecipate e riduzione della burocrazia. Obiettivi prioritari: 1) continuare a diminuire la disoccupazione, scesa di ben due punti in soli due anni (dal 9% al 7%) con 50mila posti di lavoro in più che vedono la nostra Regione ad essere seconda sola al Trentino A.A. per tasso di occupazione (ma prima per tasso di occupazione femminile), confermando e attuando le indicazioni contenute nel Patto per il Lavoro sottoscritto con tutte le parti sociali.
2) garantire che l'ultimo della fila possa sempre tagliare il traguardo, con sistema di welfare e sanitario tra i primi in Europa per qualità e quantità di servizi erogati (dall'infanzia, agli adulti, alle famiglie, agli anziani, ai disabili)

LEGA-5 STELLE: E’ NATO IL NAZARENO POPULISTA


C’è un aspetto politicamente assai rilevante nella vicenda della sfiducia individuale al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che nelle analisi e nei commenti ancora non ha trovato adeguata attenzione. Eppure si trattasi un elemento che squaderna scorci significativi per il prosieguo della legislatura e soprattutto per gli schieramenti che si confronteranno nella campagna elettorale delle elezioni politiche. Per comprenderne la portata occorre guardare ai sottoscrittori della mozione e a chi vi si oppone. Da un lato, infatti, ci sono Cinquestelle, Lega e Sinistra Italiana; dall’altra il Pd e gli alleati di governo ( ma ormai senza Verdini) con la necessaria sottolineatura che, almeno finora, né Gentiloni né Matteo Renzi si sono espressi sulla questione, sia per difendere il ministro che per prenderne le distanze. Al contrario, c’è stato un documento dei giovani piddini di censura di Poletti e, per ultimo, la minaccia di Roberto Speranza della sinistra dem con richiesta di modificare i voucher e il Jobs act pena il voto favorevole sulla sfiducia. Forza Italia non ha preso posizione, pur se le aperture di credito di Berlusconi al nuovo presidente del Consiglio non sono certo passate inosservate e sono spia di un atteggiamento benevolo che sarà interessante vedere come si tradurrà nel voto d’aula dove non ci sono scappatoie: neppure quelle garantite dall’astensione visto che a palazzo Madama l’astensione equivale ad un voto contrario. Questa è la fotografia delle forze in campo. L’errore più grande sarebbe considerarla una foto statica: al contrario è il panning, un’istantanea in movimento, il time lapse di una evoluzione. Il dato vero, infatti, è che quando si arriverà al voto, nel catino del Senato si sfideranno le due possibili alleanze che, almeno in nuce, saranno in grado di governare l’Italia. Da un lato, l’intesa, ancora tutta da costruire e tuttavia assai meno inverosimile che in passato, tra i grillini e la Lega. Un’intesa anti- sistema, che trova punti di contatto

LA VENDETTA E’ UN PIATTO CHE VA MANGIATO FREDDO. SOPRATTUTTO IN POLITICA - E "L’OPPOSIZIONE RESPONSABILE" DEL CAV A GENTILONI E’ LA VENDETTA NEI CONFRONTI DI RENZI PER IL NAZARENO - IL VOTO ANTICIPATO S’ALLONTANA, COME VUOLE MATTARELLA - MATTEO HA CAPITO L’ANTIFONA E DICE PESTE E CORNA DI BERLUSCONI.


Molto più delle parole valgono i fatti, soprattutto in politica. E il voto di Forza Italia prima alla Camera e poi al Senato a sostegno della mozione di maggioranza che autorizza il governo a intervenire a favore di Mps e delle banche è il segnale di un' evidente discontinuità rispetto al passato.  Un gesto di responsabilità, lo definisce Silvio Berlusconi, che già nei giorni scorsi si era detto disponibile a sostenere eventuali provvedimenti che possano essere positivi per il Paese. Un' apertura concreta, messa nero su bianco da un voto parlamentare che di fatto - visti anche i numeri risicati che ha l' esecutivo a Palazzo Madama - pone il leader di Forza Italia nella condizione di essere un interlocutore del nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni. Ma il voto di ieri potrebbe avere anche un' altra conseguenza, soprattutto se non dovesse rivelarsi un caso isolato. Anche se su provvedimenti specifici, infatti, una sponda di Forza Italia all' esecutivo non farebbe che rafforzarlo. E di fatto allontanerebbe l' ipotesi di elezioni anticipate a giugno come invece vorrebbe Matteo Renzi. Non è un caso che proprio in queste ore l' entourage dell' ex premier lo racconti piuttosto nervoso e, per usare un eufemismo, alquanto critico verso Berlusconi.
 D' altra parte, non è un mistero che senza l' appoggio di Forza Italia le possibilità di andare alle urne prima dell' estate si riducano drasticamente. Una strada già di per sé in salita, viste le forti perplessità manifestate da Sergio Mattarella che vuole un governo nel pieno delle sue funzioni quando il 26 e 27 maggio l' Italia ospiterà a Taormina il G7 e che chiede una legge elettorale omogenea per Camera e Senato. Difficile, insomma, che dal Quirinale arrivino accelerazioni improvvise verso le urne, anzi.
 Ed è evidente che in questo quadro un Berlusconi che privilegia quelle che lui stesso definisce scelte di responsabilità non fa che allontanare un eventuale show down. Basti pensare che il voto di ieri in qualche modo depotenzia Denis Verdini che al Senato potrebbe non essere più determinante, non solo per sostenere il governo ma soprattutto per staccargli la spina. Senza contare che non ha alcuna fretta di tornare alle urne anche mezzo Pd, certamente quello che fa capo a Dario Franceschini e Andrea Orlando.

SALVA UN CINGHIALE FERITO VITTIMA DEL BRACCONAGGIO



Francesco Donati L’ANIMALE CON PROLE TROVATO MORIBONDO. LA PANCIA SQARTATA DAI PROIETTILI CURATA CON ANTIBIOTICI E VITAMINE ORA TORNA DA LEI PARTITA UNA DENUNCIA PER COLPI DI FUCILE NOTTURNI UDITI A RIPETIZIONE
FAENZA. Lucrezia, l’esemplare femmina di cinghiale, ferita e con prole, l’ha trovata una signora che vive isolata in mezzo alle colline di San Mamante, Maria Rossini. Ebbene: in un panorama di notizie in cui questi ungulati selvatici sono dipinti come feroci predatori di coltivazioni e perfino pericolosi all’incolumità umana, questo è un episodio in controtendenza, in cui emerge una “dignità animale” e un’indole proiettata alla sopravvivenza che meritano rispetto. Lucrezia adesso è in via di guarigione, è libera con i suoi cuccioli, ma è stata vittima del bracconaggio. Un crudele e illecito colpo di fucile l’ha ridotta in condizioni pietose proprio durante l’allattamento. Sul caso sta ora indagando il Corpo Forestale dello Stato (stazione di Brisighella), perché pare siano numerosi gli episodi di caccia non autorizzata ai cinghiali, considerate le testimonianze di colpi notturni uditi in varie zone della collina. Molti agricoltori subiscono danni alle coltivazioni causati dalla fauna selvatica e sono ingenti i risarcimenti elargiti dalla Regione. Un recente progetto detta le misure adottate per far fronte ad un simile flagello che compromette l’economia agricola. Ma questa è un’altra storia. “Lucrezia è rimasta ferita da proiettili al ventre – racconta la sua salvatrice – proprio all’altezza delle mammelle, tant’è che non poteva più allattare. Non si muoveva, mi guardava con occhi lucidi come ad implorare aiuto. Credo che nei primi giorni sia stata aiutata dai suoi piccoli a sopravvivere. Quando l’ho trovata in un campo si è lasciata avvicinare: ho visto che era gonfia e aveva un grosso buco nella pancia. Poco distante scorrazzavano cinque o sei cinghialotti. Le ho portato da mangiare e l’ho curata con antibiotici e vitamine, su consiglio di un veterinario. Per proteggerla durante l’inverno e consentirle di crescere i suoi piccoli in tranquillità, vorrei costruire un recinto in un boschetto. Ho chiesto aiuto all’associazione Angeli di Romagna di cui faccio parte, ma non so se riusciremo perché pochi giorni fa ha ripreso a muoversi. Però non è scappata, infatti torna ogni giorno e io continuo a procurarle un po’ di cibo e ad avere con lei e i suoi piccoli un rapporto di vera amicizia.


Una delle ultime volte è tornata tutta infangata, evidentemente si era arrotolata in una pozza e anche questo credo sia stato un metodo per curarsi, rivelando un incredibile spirito di sopravvivenza”. Ora la signora Maria vorrebbe lanciare una appello per continuare a proteggere Lucrezia, affinchè non cada nuovamente vittima di qualche bracconiere. Vorrebbe verificare se la ferita è realmente guarita. “Tutte le notti sento sparare dei colpi, dal 13 luglio a ieri ne ho contati centinaia, non riesco neanche a riposare, perciò ho sporto una denuncia contro ignoti per disturbo della quiete, l’unica cosa che potevo fare . Ogni volta mi chiedo se domani Lucrezia tornerà”. 

sabato 24 dicembre 2016

AUGURI DI BUON NATALE 2016 A TUTTI GLI AMICI


Biglietti di auguri per le feste Natalizie del 1916, 1926, 1936 (100, 90, 80 anni fa) del grande litrografo Giuseppe Ugonia (1881-1944) – Museo della Grafica Brisighella. Il Museo raccoglie le raffinate opere dell’artista, grande maestro dell’arte litografica dei primi del ‘900. Le sue opere si trovano anche agli Uffizi a Firenze, al British Museum di Londra ed in altri celebri musei di tutto il mondo.
Nell'aprile del 1981 iniziarono i lavori di restauro dell'ottocentesco palazzo dell'ex pretura, al fine di ospitare la collezione delle opere del litografo Giuseppe Ugonia, donate al Comune dalla vedova Elena Mignini. 
Il lascito di circa quattrocento opere, si è arricchito in seguito con la donazione da parte di Silvio Morselli di altre mille incisioni a partire dal XIX al XX secolo.

venerdì 23 dicembre 2016

SE 300.000 VI SEMBRAN POCHI



300.000, Vincenzo Galassini, grazie, visite
Un “Grazie” dal profondo del mio cuore a tutti voi lettori, per l’importante traguardo che insieme abbiamo raggiunto.
Oggi, pochi minuti fa, FORZA ITALIA RAVENNA ha raggiunto le 300.000 visite uniche. Sono numeri da capogiro, che fanno girare la testa a chiunque. Ma l’attenzione di questi amici, che con costanza visitano il blog, non fa che aumentare il “peso” e la responsabilità di così tanti lettori e, nel contempo, ha la prorompente forza di spingermi a continuare ad essere puntuale ed obiettivo nella descrizione dei fatti che quotidianamente accadono nella Provincia di Ravenna e Forza Italia. La barca va….. nonostante la censura impostami dal coordinatore regionale di Forza Italia Massimo Palmizio. Vincenzo Galassini
300k Grazie a tutti voi!


PILLOLE di Vincenzo Galassini


FORZA ITALIA RIFLESSIONE DI FINE ANNO 2016
È passato un ‘altro anno, un anno a mio parere buono per Forza Italia, il presidente Berlusconi con il Referendum costituzionale ha ripreso il comando e dato le giuste direttive. Primo avere aiutato a cacciare Renzi. Tornati alla normalità ha indicato alcune strategie che condivido, modificare la legge elettorale in modo proporzionale vista la nuova realtà di tre poli politici. arrivare al voto dopo avere raggiunto alcuni obiettivi, senza alcuna urgenza arrivando forse anche alla scadenza naturale cambiando anche la costituzione, se c’è la volontà si fa in pochi mesi…
Silvio Berlusconi è sempre lui. Imprevedibile, spiazzante, in grado ancora di incidere e molto sulle sorti future dell’Italia. La difesa di Mediaset ("Non l'immagino non guidata dalla mia famiglia"), dall'assalto di francesi di Vivendi. L'altro vede in campo il suo onore personale, è la richiesta di riabilitazione al Tribunale dei diritti umani di Strasburgo, contro la sentenza che lo ha reso ineleggibile. Lui ritiene, e non a torto, che la legge Severino sia stata applicata retroattivamente, un abominio giuridico. Così che Berlusconi ridisegna tutto il quadro politico, è solo un suo desiderio. Anche con possibilità di essere realizzato, viste le tante lacerazioni interne al Pd. L'Italia è cambiata, e difficilmente sono riproponibili vecchi schemi. Berlusconi ha una visione di pacificazione della politica, come fece con il discorso di Onna (25 aprile 2009). Così loda il governo Gentiloni: "Noi responsabili, lui perbene" e con un'asse con Mattarella allontana il voto anticipato. Facendo infuriare Renzi. E siccome molto di più delle parole in politica valgono i fatti, Forza Italia, prima alla Camera e poi al Senato, ha votato a sostegno della maggioranza di governo a favore di Mps e delle banche. Un chiaro segnale di discontinuità rispetto al passato, come invece vorrebbe Renzi e, cerca di rendergli pan per pariglia. Berlusconi non vuole giustamente le “primarie” e definisce Salvini "un giovane comunista dalle uscite spesso non apprezzabili", lo spazio al centro lo occupa tutto lui e si mangia i suoi "traditori". Berlusconi oggi vale intorno al 15%, ma potrebbe salire ancora e porsi come vero e forse unico possibile interlocutore di Renzi o di cui chi per lui nel Pd, vincerà le prossime elezioni. Senza una coalizione di centrodestra il Berlusconi non può vincere. Ed i cinquestelle, in caduta dopo i fatti di Roma, sembrano tagliati fuori dai giochi. Berlusconi dialoga con tutte le anime del Pd e su tutto. FORZA SILVIO
Vincenzo Galassini ex Consigliere Forza Italia Provincia di Ravenna

BERLUSCONI: I NOSTRI GOVERNI, IN POCO PIU’ DI 9 ANNI, HANNO FATTO PIU’ DEI PRECEDENTI 50 ANNI


E' sbagliato spingere la Russia verso oriente. Putin è l'unico leader attuale e si deve collaborare con lui contro il terrorismo islamico. I posti di lavoro non li può aumentare il governo, li crea solo un'economia che cresce più del 2%. Il Jobs Act è stato un costoso fallimento. Da quando non governiamo noi, il numero di cittadini in povertà assoluta è aumentato di oltre un milione, esattamente di 1.183.000 unità. Vogliamo vincere le prossime elezioni per far uscire gli italiani dalla povertà e dall'oppressione burocratica, fiscale e giudiziaria". Noi siamo un'opposizione responsabile, per questo su Mps abbiamo votato a favore. Non possiamo rischiare una crisi di fiducia nel sistema bancario. La parola 'banca' ormai non evoca più sicurezza ma rischio. Per questo in molti non depositano più i propri risparmi."


RENZIANI. I MIGLIORI……


SVILUPPO AZIENDA GIORGIO GIRALDI CON IL FARRO….PRODOTTI A CHILOMETRO ZERO.


Il deposito del farro in immensi silos bag e prodotti con farro  da Strada Casale a S. Eufemia dell’Azienda Giraldi Giorgio Brisighella

Nel 2011 furono sei le aziende vincitrici di Oscar Green affermate su una selezione di cinquanta aziende altamente competitive aggiudicandosi il primo posto nelle 6 sezioni del concorso: “Stile e Cultura d’impresa”, “Sostieni lo sviluppo”, “Esportare il territorio”, “Oltre la filiera”, “Campagna Amica” èIn Generation”. Vincitore della sezione 'Sostieni lo Sviluppo' fu l'azienda agricola Giorgio Giraldi di Ravenna (Brisighella) che ha recuperato terreni abbandonati dove coltivare il farro tra i calanchi dell’Appennino ravennate. L'azienda Giraldi copre tutta la filiera trasformando il farro in pasta che viene commercializzata nel punto vendita aziendale a Km zero. È un esempio di come si possa superare l’abbandono di importanti aree del territorio montano. L’azienda nata nel 2001 ha una vasta attività per la produzione di farro e orzo che produce per altre aziende con pulizia, decurtazione. produce inoltre pasta di farro. Un’attività che dà lavoro a otto dipendenti. Per gli acquisti della pasta, del farro andare a S. Eufemia 6 km posta a sinistra provenendo da Brisighella nella strada 302, prima del passaggio a livello di S. Eufemia e omonima trattoria. Tel o fax 0546667801, cell, 335 5859779, email: agricolagiraldi@libero.it. Non potendo installare silos ha provveduto con la posa stagionale dei silos bag in plastica che contengono ognuno 1.500 quintali di prodotto, con un controllo contro gli animali selvatici, cinghiali e anche lupi. Rallegramenti e auguri a Giraldi Giorgio e Libera per l’enorme impegno profuso per la valorizzazione dei prodotti agricoli locali e Brisighella



giovedì 22 dicembre 2016

AUGURI DI NATALE, BERLUSCONI: “NON HO SALUTATO NAPOLITANO, E’ REGISTA DI TROPPE COSE” GRANDE….

Silvio Berlusconi è l'ultimo a lasciare il Colle al termine del ricevimento dello scambio di auguri natalizio e spiega ai cronisti il motivo del mancato saluto
Silvio Berlusconi è l'ultimo a lasciare il Colle al termine del ricevimento dello scambio di auguri natalizio. Nella Sala dei Corazzieri è circondato da alcuni ospiti e dai cronisti. Dall'altro lato del salone è rimasto anche Giorgio Napolitano ma i due non si sono salutati. E il Cavaliere ha spiega il perché del mancato saluto. Durante l'incontro con i cronisti il Cavaliere ha parlato anche della legge elettorale: "La riforma elettorale e' una cosa seria, dobbiamo prima sederci intorno a un tavolo". Serve una ''proposta condivisa". "Bisogna assolutamente aspettare la sentenza della Consulta". Poi il Cavaliera ha parlato dell'operato del governo e dei nodi da sciogliere nei prossimi giorni: "Noi ci siamo su tutto, a partire dal voto su Mps. È importante, una delle prime banche italiane, a cui sono legato per affetto quando iniziai la mia carriera di imprenditore". Infine torna sulla legge elettorale: "È giusto che si allontani la data del voto non siamo preparati assolutamente per arrivare a una legge elettorale condivisa. Il Mattarellum ha funzionato in un sistema che era con due poli. Adesso il sistema è tripolare e non funziona più".

ULTIME PAROLE FAMOSE DI RENZI: “INVESTIRE IN MPS E’ UN

AFFARE”. E IO PAGO………
Da cacciagufi a gufo di prima categoria: c’è del divertente nella parabola discendente di Renzi, il premier prima rottamatore e poi uno di sistema, prima alfiere dell’ottimismo a tutti i costi e poi portascalogna di professione. Non bastassero i precedenti ora arriva anche Monte dei Paschi, la banca senese finita nelle secche delle sofferenze bancarie e dei richiami Bce, oltre che possibile grimaldello per lo sbarco anche in Italia della Troika. Correva il gennaio 2016, pochi mesi fa quando l’ex sindaco di Firenze esultava tronfio, definendo il sistema del credito italiano “solido e forte grazie ai risparmi straordinariamente alti delle famiglie italiane”. E grazie, con l’improvvida approvazione del bail-in è chiaro che questi risparmi sono diventati improvvisamente cruciali. Ma andiamo oltre: solido e forte? Montepaschi, fra le banche più esposte alle turbolenze, è sott’occhio da giorni, con un calo di quasi il 50% da fine giugno ad oggi, che diventa del 90% dall’agosto scorso, quando valeva poco più di due euro mentre oggi quota 27 centesimi ad azione. Valore praticamente azzerato, anche se secondo Renzi la banca era “risanata,e investire è un affare. Su Mps si è abbattuta la speculazione ma è un bell’affare, ha attraversato vicissitudini pazzesche ma oggi è risanata, è un bel brand.
BANCHE: BRUNETTA, SU MPS SCONTIAMO INADEGUATEZZA E INCAPACITA’ RENZI-PADOAN
“Su Mps scontiamo inadeguatezza ed incapacità di Renzi e Padoan. C’è stata anche una componente di strumentalità, hanno usato Monte Paschi Siena come arma di pressione per il referendum, è stato un boomerang, lo hanno pagato e lo pagheranno caro Renzi e Padoan, ma purtroppo lo pagheranno caro anche i sottoscrittori ed i risparmiatori”. “Pensiamo che si debba operare al più presto, Gentiloni ha le capacità per farlo. L’Unione europea sta molto attenta a quanto si farà in Italia, abbiamo perso più di un anno per intervenire e questa è una grandissima responsabilità di Renzi, del suo conflitto di interessi e dell’incapacità del ministro Padoan. Le conseguenze ora però le pagherà tutta l’Italia, il suo sistema bancario e i risparmiatori italiani.  Banche, Gentiloni vara il Salvarisparmio: “20 miliardi di nuovo debito per liquidità e aumenti di capitale”

ERA COSI' VICINA...COSI' CHIARA E DECISA NEI CONTENUTI ...BASTAVA ASCOLTARLA.


Inutile adesso sentire certa sinistra preoccupata....hanno spalancato le porte con il loro buonismo...ora ecco le conseguenze in Europa...attentati e terrore !! #Orianaavevaragione

BRISIGHELLA GELATA 18 DICEMBRE 2016 -7

Brisighella gelata a -7. Bellissima foto di Andrea Ceroni



martedì 20 dicembre 2016


MARA CARFAGNA: “ NON E’ FACENDOCI CHIAMARE ‘MINISTRA’ O ‘SINDACA’ CHE DIFENDIAMO I DIRITTI DELLE DONNE”


di Mara Carfagna - Siamo arrivati all’apologia della "gambetta". E per gambetta intendo quel piccolo segno grafico che trasforma una o in una a. Quel piccolo segno grafico che sta facendo accartocciare su se stesse alcune donne della politica italiana. Sono scelte, personali. Ma appunto sono scelte. La presidentessa, la ministra, la sindaca, la sottosegretaria, declinazioni al femminile che rendono cacofonicamente inascoltabili alcune parole della lingua italiana. Per una volta mi trovo concorde con il Presidente emerito Giorgio Napolitano quando dice che ministra e sindaca sono rispettivamente orribile ed abominevole. Per non parlare dell’ultima declinazione uscita dritta dritta dal cilindro di una circolare ufficiale: sottosegretaria. La nostra è una delle lingue più belle e più musicali del mondo, la lingua di Dante, quella del dolce stil novo e da chi è toscano per nascita magari ci si sarebbe aspettati un po’ più di rispetto per un idioma che in quella terra è sbocciato e cresciuto. Ma se le analisi lessicali le lasciamo volentieri a chi di questo se ne occupa per professione, quello che invece noi ci chiediamo è: ma quella gambetta, alla fine, a cosa serve? Una donna ha davvero bisogno di questo per sentirsi completamente riconosciuta nel ruolo che ricopre? Non credo. La gambetta non dimostra il valore, l’intelligenza, lo spessore, la preparazione, non aggiunge nulla e francamente trovo l’accanimento su di essa alquanto superfluo e stucchevole. E immagino lo stupore di chi ci osserva dall’esterno. Perché non è obbligando gli altri a chiamarci in un modo piuttosto che in un altro che ci faremo portavoce della battaglia per l’emancipazione e l’affermazione femminile. Non è diramando una circolare o interrompendo qualcuno che parla per rimarcare che si dice ministra e non ministro che difenderemo i diritti delle donne. Non è intestardendoci sulla declinazione di genere che ci guadagneremo il rispetto che ci è dovuto o che


lunedì 19 dicembre 2016

IL COORDINATORE REGIONALE FORZA ITALIA PALMIZIO, AZZERA IL PARTITO A RAVENNA


(ANSA) - BOLOGNA, 15 DIC - I vertici di Forza Italia di Ravenna sono stati azzerati: il coordinatore regionale Massimo Palmizio ha la reggenza a interim e i tre esponenti principali sono stati deferiti ai probiviri. Lo ha annunciato lo stesso Palmizio. Il provvedimento riguarda Bruno Fantinelli, ex coordinatore provinciale, Alberto Ancarani, consigliere comunale, e Fabrizio Dore, coordinatore del movimento giovanile. "C'e' una linea - ha detto Palmizio - che separa il diritto di critica dall'insolenza, e i tre signori l'hanno ampiamente superata e ad una critica dovrebbe seguire una proposta. Dal trio non solo non sono arrivate proposte, ma si e' dimostrata la volonta' di distruggere il partito rifiutandone la struttura e le decisioni dello stesso presidente Berlusconi. Ravenna e la sua provincia vanno ricostruite con le persone che avranno voglia di collaborare in un clima propositivo e con lo sguardo rivolto al futuro. Come coordinatore ad Interim riuniro' a inizio gennaio amici e simpatizzanti e da li' ricominceremo". (ANSA).
Alberto Ancarani

ALBERTO ANCARANI E STEFANO CAVEDAGNA
Alberto Ancarani raggiunto al telefono non vuole commentare perchè "queste cose fanno solo male a Forza Italia". Perciò si limita a parlare di "iniziativa scorretta" e di "notizia imprecisa" poichè "non è stato preso alcun provvedimento a livello nazionale contro i vertici locali di Forza Italia", invece sarebbe solo stato fatto "un ricorso che gli organi nazionali del partito dovranno eventualmente valutare". Intanto ha preso posizione Stefano Cavedagna Presidente Forza Italia Giovani. "Apprendiamo a mezzo stampa del recente deferimento ai probiviri dei colleghi Ancarani, Fantinelli e Dore da parte del Coordinamento Regionale di Forza Italia. Come Giovani di Forza Italia - si legge nella nota dei giovani - siamo fiduciosi che il collegio in questione prenderà le migliori decisioni all'interno del partito, considerando l'impegno che i citati militanti hanno profuso negli anni a livello locale e che ha, recentemente, portato il centro-destra ad uno storico ballottaggio nelle ultime amministrative per la Città di Ravenna. Non è competenza di Forza Italia Giovani esprimersi su queste dinamiche, teniamo soltanto a rilevare che il deferimento del responsabile dei Giovani Fabrizio Dore è a nostro avviso quantomeno strano, poiché le nomine interne al movimento giovanile sono gestite in autonomia da Forza Italia Giovani stessa e non dal Coordinamento Regionale del partito. Ribadiamo pertanto la nostra fiducia nella pronuncia del collegio dei probiviri che siamo certi potrà facilmente accertare la nostra totale estraneità ai fatti contestati e al quale è accordata tutta la nostra stima."

GALASSINI:CENSURATO DA PALM IZIO IL  MARTEDI 15 NOVEMBRE 2016

CENSURA RESPINTA AL MITTENTE:

http://pdlravenna.blogspot.it/2015/11/galassini-vincenzo-fi-consigliere.html
Dopo la pubblicazione di quest’articolo Il "capo di Bologna" ordina:
La invitiamo a " NON parlare a nome di Forza Italia Ravenna".  Grazie. La segreteria regionale Forza Italia Emilia Romagna
Se avesse letto bene lo scritto, ho firmato, come sempre, nella carica di consigliere provinciale di Forza Italia della Provincia di Ravenna.
Mi dispiace ma non rispetterò l'ordine se non mi viene direttamente dal Presidente Berlusconi.
Lo comunico ai 243mila lettori del blog Ravenna, 200mila Faenza, 50mila Bagnacavallo, 28milaseniores e al "capo" che dalla nuova carica fino ad oggi non ha consultato il consigliere della provincia di Ravenna e credo non l’abbia fatto con gli altri!     VINCENZO GALASSINI

PROVINCE, IL BUCO NELLA LEGGE DELRIO. ORA PIOVERANNO RICORSI, A RISCHIO 100MILA KM D ISTRADE E 5MILA SCUOLE


Nella norma di riordino degli enti locali c’è un comma che potrebbe creare molti problemi in futuro: “In attesa della riforma del Titolo V della Carta...”  L’accelerazione obbligata nell'approvazione della Legge di Bilancio nell'aula del Senato ha impedito che venisse deciso come ripartire tra gli enti locali i soldi confluiti nel 'Fondone'. E ora serve un intervento, altrimenti non sapranno come predisporre i propri bilanci, da approvare entro il 28 febbraio. A farne le spese 10mila chilometri di strade e 5mila istituti scolastici. Sono sopravvissute al referendum, ma non brindano. Anzi, hanno già fatto partire la potenziale conta dei danni: oltre 100mila chilometri di strade senza manutenzione e 5mila scuole a rischio. Perché senza finanziamenti urgenti in grado di sterilizzare gli ulteriori tagli già previsti, le 76 Province delle regioni a statuto ordinario rischiano il default, qualora non versino già in quello stato come Caserta, Vibo Valentia e Biella o siano vicine a un punto di non ritorno come quasi tutte quelle pugliesi e piemontesi. La riforma Delrio è rimasta a metà, sospesa nel limbo dopo la bocciatura della riforma Boschi che avrebbe dato l’ultima mano di bianchetto sull’ente intermedio già ridimensionato in strutture, personale e competenze da leggi degli scorsi anni. E’ invece riemerso, ma impaludato a tal punto che da nord a sud l’allarme dei presidenti è univoco: “Senza soldi, non siamo in grado di redigere i bilanci, mettendo a rischio i servizi fondamentali che rientrano ancora tra le nostre competenze”. Chilometri e chilometri di strade e migliaia di scuole, appunto. Nonostante la dieta imposta dal 2015, infatti, le spese restano. Nel 2013 erano 7,5 miliardi e ora si è scesi a 4,8 finanziati in maniera fantasiosa con imposte sull’Rc auto e i passaggi di proprietà. Troppo poco per tenere su la baracca, almeno stando ai calcoli dell’Unione Province Italiane che ha già lanciato l’allarme. Subito dopo il referendum, il presidente Achille Variati ha scritto a Sergio Mattarella, invocando un intervento: “A causa degli tagli insopportabili a cui siamo stati sottoposti, ci troviamo nell’impossibilità di predisporre i bilanci per il 2017. La conseguenza di questa emergenza avrà, se non risolta, ripercussioni pesantissime sui servizi ai cittadini la cui erogazione non potrebbe più essere garantita”. Tradotto: serve un decreto legge per risolvere i nodi sui bilanci delle Province, non sciolti dalla legge di Bilancio.
Non sono stati solo gli effetti del referendum a travolgerle, infatti, ma anche la caduta del governo Renzi. L’accelerazione obbligata del bilancio nell’aula del Senato ha impedito che venisse deciso come

”DA RENZI IPOCRISIA, ZERO ANALISI E RETORICA”


Lo strumento che utilizza per esternare le proprie critiche è Twitter, con una serie di commenti al fulmicotone. "Lunghi coltelli (nel Pd, ndr), standing ovation per Renzi. Standing ovation al fallimento? Ipocrisia, zero analisi, retorica e poco altro". E va giù duro tirando in causa, varie volte, le frasi pronunciate dall'ex premier. "Renzi: 'Abbiamo straperso al referendum". E arriva la bordata di Brunetta: "Dopo una sconfitta di questo tipo il Pd ha fatto un governo fotocopia? Coerenza". E ancora: "Renzi dice che ha perso il referendum al Sud per 'troppo notabilato'. E chi ha scelto Vincenzo DeLuca?". "Ricordiamo a Rrenzi che il Pd alle ultime politiche ha preso 25%, secondo partito dopo M5S. Il Pd non è padrone dell'Italia!". Poi citando ancora Renzi: "Festa per le mie dimissioni ferisce". La risposta dell'esponente azzurro non si fa attendere: "Chi di rottamazione ferisce... con quel che segue". Un altro affondo sul "caso Milano". Al solito cita Renzi: "Noi siamo garantisti". Ma Brunetta mette il sale sulle ferite: "Chi ha scelto Sala a Milano? Chi lo ha lanciato con Expo? No a due pesi e due misure con Sala-Raggi...". Poi il capogruppo di FI prosegue con l'economia: "2014/2016: Italia fanalino di coda in Europa. Più poveri, più debito, più deficit, invasa dai clandestini, ceti medi in crisi. Rimessa in moto?". E ancora: Renzi: "Ripartiamo da noi". Brunetta è gelido: "Ma chi gli crede...". "Legge elettorale? No accordi con Renzi il baro" "Renzi sembra non aver capito nulla dalla sconfitta del 4 dicembre- dice Brunetta ai microfoni di SkyTg24 - pensa di essere ancora lui a dare le carte, pensa di essere ancora lui il padrone della politica italiana. E questo, francamente, fa cadere le braccia". Poi osserva: "Ma non si era detto che la legge elettorale la doveva fare il parlamento? Non si era detto che il governo avrebbe accompagnato la riforma della legge elettorale? Il Pd negli ultimi anni ha cambiato diverse volte idea: dai collegi uninominali al Mattarellum, dall'Italicum ai compromessi con Cuperlo. Ma quante ne abbiamo viste di proposte del Pd? E adesso Renzi ricomincia?". "Si è detto - insiste Brunetta - che in parlamento si deve trovare la più ampia maggioranza possibile per cambiare la legge elettorale, e io credo che con un baro come Renzi non si possa trovare alcun accordo se il suo stile è sempre lo stesso, cioè di dire, come ha fatto oggi: 'il Matterellum, prendere o lasciare'". "Io la penso come Salvini, qualsiasi legge elettorale, tanto battiamo Renzi come l'abbiamo battuto il 4 dicembre. Purché Renzi non usi il potere, non usi il governo, non usi i poteri forti, i giornali, i giornaloni, purché Renzi non bari al gioco. Tanto il centrodestra vince con qualsiasi legge elettorale", conclude l'esponente azzurro.


PRANZO DI NATALE DI ORGOGLIO AZZURRO FORZA ITALIA A LUGO


Tanti auguri da Forza Italia Ravenna!

 



DUE PESI E DUE MISURE


Ricevo e pubblico: Il sindaco di Milano Sala mi ha dato un’idea, siccome mi arrivano lettere dell’agenzia delle entrate per accertamenti, siccome non so cosa vogliono, io mi AUTOSOSPENDO da contribuente finchè non ho le idee chiare.  E non avendo nessun vice…..a fèg e cazz cum per a mè.

 

I PAESAGGI MINIMI DI DANILO MELANDRI, BRISIGHELLESE, IN MOSTRA AL MUSEO UGONIA


Da sabato 17 dicembre a domenica 5 marzo 2017. Danilo Melandri è nato a Fognano nel 1948. Dopo un'infanzia trascorsa in un luogo dalla vita ancora regolata da ritmi, figure e valori dal sapore quasi atemporale in cui sono ancora di rilievo personaggi come il capostazione, l'arciprete, le suore del convento, il maresciallo dei Carabinieri e i gestori dei pochi luoghi pubblici dai soprannomi identificativi, Melandri si iscrive all’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza che frequenta dal 1962 al 1971. Quotidianamente, con un trenino di poche carrozze, percorre un tragitto di andata e ritorno che gli dà modo di inscrivere nello spazio di un finestrino immagini ben conosciute di un paesaggio umanizzato dal secolare lavoro di vignaioli e di contadini. Qua e là flash di storia: una chiesa, un convento, un cimitero, una fila di cipressi, un campanile, una strada, una villa. Emergenze, anche queste, intrinsecamente collegate a precise persone, a eventi, a momenti. Come un novello Proust mitigato dall'ironia felliniana di Amarcord, Melandri assorbe e interiorizza immagini che sano di memoria, di rimpianto e di assoluto. Dopo la scuola, apre un laboratorio ceramico a Faenza in cui si dedica alla riproduzione di ceramiche tradizionali. A poco a poco, sostituisce il repertorio artigianale con la produzione di piccoli oggetti in maiolica policroma (piattini, lastrine, microsculture di pochi centimetri) sui quali annota, con una calligrafia minutissima e immagini realizzate in punta di pennello, pensieri e ricordi di un universo tanto preciso quanto immaginifico. Con maniacale pazienza da miniaturista Melandri si dedica, tra naiveté e consapevolezza, a una singolare opera di introspezione dalla quale emergono sia i lontani tempi della fanciullezza, vissuti con un pascoliano amore per la natura e le piccole cose di tutti i giorni, sia i turbamenti provati di fronte a una modernità identificata con un macchinismo pesante, distruttivo e portatore di morte. Si interessa ai prodotti dell’industria pesante che ha fornito il materiale bellico per la Prima Guerra Mondiale e effettua viaggi a Terni per visitare la Società delle Fucine. A Ravenna acquista materiale navale in disuso. Raccoglie e accumula nel suo studio-laboratorio una vera e propria collezione di grandi reperti industriali in ferro che esorcizza nelle sue piccole e fragili opere. Il microscopico e il macroscopico si fondono nel suo immaginario quasi a simboleggiare una condizione umana in lotta perenne contro i mostri da essa stessa generati. Tanto più piccoli sono i suoi disegni tanto più colossali sono i loro contrappesi fisici che lo attorniano nello studio nei lunghi tempi di elaborazione di opere sulle quali annota date, ore, minuti di una lotta impari e ben consapevole della propria inattualità. E Melandri canta cose scomparse o in via di sparizione e, in fondo, la poesia.