La Memoria
Storica di Brisighella “I Naldi -Gli Spada” presidente il card. Achille Silvestrini
organizza, presso la Loggetta “Miro Fabbri”- Via Naldi 17 Brisighella, un omaggio all’Artista brisighellese Renato Cavallari. La mostra è una raffinata selezione di
acquerelli dalla fine degli anni ‘80 al ‘95 e documenta l’alta qualità
pittorica dell’artista. Esprime anche il punto di arrivo delle ricerche di
questo artista, che ha sperimentato diversi linguaggi: dal naturalismo
all’informale, dall’espressionismo alla metafisica, dall’astrattismo geometrico
al realismo magico. Occorre tenere conto di queste esperienze per cogliere
appieno il fascino delle sue opere. Gli acquerelli su Brisighella, pur
riconoscibile nel suo caratteristico profilo, sembrano riferirsi ad un paese
quasi magico e incantato; proprio queste visioni di poesia in pittura gli
valsero più volte il premio
Unicef - per la realizzazione di biglietti augurali di
Natale. Anche nelle altre opere esposte occorre riferirsi al background
dell’artista, come quelle atmosfere oniriche e metafisiche, quei luoghi immersi
nel silenzio di un’attesa senza tempo, delle illustrazioni dei libri di Dino Buzzati, (Il deserto dei
tartari, Barnabo delle montagne,….) che Cavallari sentiva in sintonia con
il suo modo di contemplare la natura.
La mostra inaugurata giovedi 8 dicembre, rimarrà aperta
fino al 26 dicembre 2016 Orario:
sabato 10-12/ 15-17 Festivi 10-12/ 15-18
e a richiesta 328 783 4660
Renato Cavallari è nato a
Brisighella (1938), dove ha frequentato il quadriennio della scuola
comunale arti e Mestieri diretta dal prof. Pino Parini; ha continuato gli studi
diplomandosi presso l’Istituto Statale d’Arte di Faenza e l’Accademia di Belle
Arti di Bologna, sotto la guida di
Giovanni Romagnoli e Pompilio Mandelli. Ha insegnato disegno dal vero ed
educazione visiva presso l’Istituto d’Arte di Faenza e figura disegnata presso
il liceo Artistico di Ravenna. Ha esposto in gallerie diverse italiane e ha
partecipato a concorsi Internazionali di pittura e illustrazione è morto a
Faenza (1995)
E’ stato
vincitore negli anni 1988, 1991, 1995 del Premio Internazionale UNICEF per
composizione artistiche di biglietti augurali natalizi
Da
una relazione del prof. Pino Panni 23-11.20d5 su fasi dell'evoluzione del pensiero
di Renato Cavallari. ....." che, nell'apparente diversità dei motivi e
delle soluzioni tecniche, trova l'unità e la sintesi nella proiezione empatica
del suo sentire negli aspetti stessi delle cose, m una identificazione poetica
e sublime, ma anche tormentata e angosciosa della realtà, tanto da poter
parlare della sua opera come di un "poema della natura". Tutto ciò lo
avverto sopratutto in quella trasposizione antropomorfica in cui l'umano si
metamorfizza nelle forme del mondo vegetale, in una alterna versibile, quale
compendio del travaglio e del mistero della stessa. Mi riferisco in particolare
alla sei ie dei pannelli a tempera e a olio dove i virgulti e i rami contorti,
che si protendono e intersecano spasmodicamente, si trasmutano nei fantasmi
dalle sembianze umane, mentre il colore stesso che allude al trascolorare delle
stagioni e alla fuga del tempo, diventa il sangue e il grido di una umanità
dolente. La tecnica dell'incisione gli consente di penetrare più a fondo nel travaglio
delle forme viventi. Il segno inciso che rende la vitalità delle piante nella
tensione delle loro fibre, è lo stesso che ritorcendosi convulsamente
ricostituisce le conturbanti anatomie. come brandelli del tessuto umano dove il
disfacimento dei corpi ed il loro ricostituirsi, ripropone il ciclo filiale
dell'esistenza... e nello sfondo inaspettata e inquietante l'eclissi di luna. Ma
la luna torna splendente di luce nella serie degli acquerelli che gli sono valsi i prestigiosi premi
dell'UNICEF. Ora ogni angoscia sembra placarsi. Certamente la visione della
"Rocca di Brisighella, come magica apparizione, distillata dal ricordo e
sottratta allo scorrere dei tempo, riesce a tradurre, nelle essenzialità
estrema dell'immagine evocata, quella struggente emozione che rende quest'opera
unica e irripetibile, da collocare fra le realizzazioni più significative e
valide di chi si è ispirato a Brisighella e ai suoi tre colli. Vi trionfa la luce nei suoi toni argentei e nelle
sue tenui
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