Come
può ridursi la provincia di Ravenna che per quattordici anni getta i soldi. di
tutti- in un pozzo senza fondo? Il capitale iniziale di STEPRA versato di
2.260.000 (99,95%) di proprietà interamente pubblica (Camera di Commercio,
Provincia di Ravenna, quindici Comuni) ha portato a una “voragine” di quasi
30.000.000 di euro, da pagare! A mio parere
si annida un “mostro finanziario”, così lo definirebbero gli investigatori nel
caso fossero incaricati di controllare ma che si guardano bene gli
amministratori di portare i “libri contabili” in Tribunale come richiesto da
Forza Italia in consiglio provinciale a Ravenna. La stessa cosa è capitata
nella vicina Forli con Sapro,
(stesso tipo di società, stessi investimenti) il debito è il triplo e l’indagine
giudiziaria per ora sfiora soltanto la politica (tre assessori nei guai) ma
sono altre le responsabilità. Il sistema Sapro a Forlì (forse un metodo della sinistra) viene ancora oggi difeso a spada tratta dagli amministratori
dell’epoca e oggi, Forlì come a Ravenna.
Faceva forse comodo, persino alle banche, che speravano di riscuotere a tasso maggiorato
e oggi si trovano a vantare un credito sproporzionato e forse ora non ha per
finanziare le aziende. Certo, i terreni sono in vendita: ma i loro prezzi erano
gonfiati prima della crisi, figuratevi oggi. Quello che entreranno in cassa non
serve a lenire una beffa terribile. Soldi bruciati (Camera Commercio, enti
locali, Regione, Europa) purtroppo i nostri, probabilmente per sempre, da una Provincia,
dalla Camera di Commercio dai comuni che li hanno sprecati quando ancora
l’economia girava. E’ questa la responsabilità di ex DS ed ex DC che
ancora oggi riempiono le caselle del potere provinciali con lacci e laccioli
così evidenti. Come farebbe comodo adesso, in tempi così gravi, non c’è un soldo, quel tesoro di trenta milioni (40 miliardi delle vecchie lire) persi per un pazzo monopolio. Ne
basterebbero cinque di quei milioni per accomodare le scuole (le più
necessarie) o qualcuna delle tante strada dissestate. Intanto le imprese
chiudono, emigrano, non riescono a ottenere credito, e tanti giovani si devono
scordare di accendere un mutuo.
La sinistra ravennate, è
sempre stata chiusa nel suo essere di superiorità non mai accolto, dico una volta, le nostre proposte di
nessun genere anzi hanno sembra preferito una politica di massima spesa,
intervenendo in tutti settori anche di non sua competenza (come la lottizzazione di terreni industriali e altro), ma
rilevatasi di corto respiro e in crisi maggiore rispetto ad altre zone, non
hanno accolto la politica infrastrutturale (vedi E55) e la politica urbanistica
da noi proposta.
Rivolgo
nuovamente ancora un appello, oltre all’
interpellanze e ordine del giorno presentato ma intorno vedo un grande silenzio, mettiamoci attorno ad un
tavolo, lasciamo a parte i grandi progetti (infiniti piani di studio voluti
dagli enti locali, associazioni, categorie, imprenditori, che ci sono costati
anche questi un pozzo di euro) per una visione “celestiale” che non esisterà più per i prossimi trent’anni e rivediamo, insieme, visto
che si tenta di governare a livello nazionale, con quel poco che possono ancora indicare le Province. Stiamo con “i piedi per terra” proviamo ad indicare le poche opere
necessarie per il rilancio della Provincia di Ravenna, abbandonando i
tanti “mega progetti“ del passato per volere
il bene “comune” e prospettive per tutti e quando ci saranno le risorse
ripartire immediatamente, bloccando le nuovo lottizzazioni, le mega strutture,
ancora proposte dagli enti locali.
Auspico che ha forza di insistere l’appello possa essere
accolto!
Ravenna ha già pagato abbastanza,
ora tocca ai veri responsabili e, su questa battaglia continuerò ad ogni
livello possibile, statene certi!. Forza Italia Consiglio Provinciale Ravenna
Vincenzo Galassini
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