giovedì 18 dicembre 2014

ONORE AL COMPAGNO NAPOLITANO


 Il Capo dello Stato assume il ruolo ambito di segretario del Pci-Pds-Ds-Pd ed esce dai binari istituzionali travolgendo Costituzione e Parlamento. Delegittima il dissenso e consacra per l’eternità il dominio di Renzi. Stabilità, stabilità, stabilità: e la democrazia se ne va. Noi promettiamo resistenza, resistenza, resistenza. Oh bella ciao…
Ieri sera abbiamo assistito al capolavoro politico di Giorgio Napolitano. Mai nessuno nella storia del Pci aveva raggiunto il vertice di potere da lui fatto valere in azione nel suo saluto natalizio alle cariche istituzionali.
Ieri l’allievo di Togliatti, sempre un po’ secondo a tutti, talvolta terzo o quarto, ma sempre nel Comintern che non muore mai, è riuscito a conquistare il ruolo più ambito. Gli era finora sempre sfuggito, non certo per difetto d’intelligenza e di astuzia, in lui sopraffine, ma per mancanza di audacia e di cattiveria, che ha finalmente trovate alla soglia dei novant’anni. Ieri ha impartito disposizioni, moniti pesanti come ordini, non da Capo dello Stato (sarebbe uno sfregio alla Costituzione), non come suprema autorità
garante dell’unità della nazione (come tale non gli è consentito di assumere il ruolo di capo del capo del governo).
No, ieri è stato colui che nella tradizione della Antica Ditta Rossa è il dominus di tutto l’ambaradan, il Timoniere da cui promanano le rimanenti funzioni, e cioè il Segretario Politico del Partito. Il quale, secondo una filiera mai interrotta, ha attraversato la storia della Repubblica: Togliatti, Longo, Berlinguer, Natta, Occhetto, D’Alema, Fassino, Veltroni, Franceschini, Bersani, Epifani, Renzi. Se si scorre l’elenco, lui è sempre stato posizionato in posizioni forti e insieme subordinate per tutte le dinastie Song, Ming e Qing. È l’unico che le ha attraversate tutte, e adesso che con l’avvento di Qing-Renzi, tutte le cariche sono prese, che può volere se non la stabilità universale?
Questa stabilità vede tutto, ma proprio tutto in mano al Pci-Pds-Ds-Pd, perché dovrebbe rischiare di perdere tutto, lasciando libero corso al gioco democratico? Da buon Segretario di antica scuola Comintern ritiene la Costituzione una sovrastruttura al servizio della struttura che è il Partito. Ieri agendo da Segretario di fatto del medesimo non ha scalzato il segretario formale e ufficiale, semplicemente ha posato su di lui la sua ombra benevola e protettrice.

Nessun commento:

Posta un commento