L’intervento del
capogruppo di Forza Italia: «Un parte della Resistenza voleva un regime
peggiore di quello fascista» Iader Miserocchi lascia l’aula indignato, assieme
a diversi consiglieri comunali
Ravenna, 4 dicembre 2014
- «Una parte troppo rilevante» dei partigiani voleva «sostituire una dittatura tremenda
e diabolica, quella
nazi-fascista, con un altro regime, apparentemente democratico,
ma ancor più turpe di quello nazi-fascista, ovvero quello comunista, al cui
approdo partigiani più volte ricordati in questa sede erano disposti ad arrivare
con ogni mezzo». Ha il sapore della provocazione
l’intervento di Alberto Ancarani (Forza Italia) nella seduta
straordinaria del consiglio
comunale, convocata per commemorare il 70° anniversario della liberazione di
Ravenna. Diverse persone hanno lasciato l’aula indignate: fra
queste il partigiano comunista Iader Miserocchi, seguito poi da alcuni
consiglieri comunali di centrosinistra. Aprendo il suo discorso, Ancarani ha
definito «un onore», per il centrodestra, poter dare «per la prima volta» il proprio contributo
alle celebrazioni. «Se ci sono voluti 70 anni per consentire
che un simile accadimento potesse svolgersi nel nostro comune – ha aggiunto –
evidentemente i tanto sbandierati valori di cui si parla annualmente in questa
sede sono stati molto più enunciati nelle parole che praticati nei fatti». Il
capogruppo di Forza Italia ha sottolineato poi che «fra i valori del ritorno
alla democrazia, evento verificatosi con versamento di sangue e con immani
sofferenze, vi è il perseguimento e la piena consapevolezza della verità
storica e politica».
Di qui l’attacco a una parte della Resistenza:
«La guerra civile strisciante che seguì la liberazione, e non solo quella di
Ravenna che oggi ricordiamo», vide «veri e propri tentativi di pulizia etnica».
Ancarani ha citato le parole scritte, pochi giorni prima di essere assassinato,
dal repubblicano Marino Pascoli: « I partigiani veri sono quelli che hanno
corso sul serio dei rischi, che hanno combattuto con fede per la liberazione
dell’Italia e questi, a dire il vero, sono pochi. I partigiani falsi, che
purtroppo sono la maggioranza, sono coloro che hanno fatto i teppisti
mascherati, i collezionisti di omicidi e che andarono in giro con il mitra
quando non vi era più pericolo a fare gli eroi».
Il consigliere di opposizione
ha poi proseguito con critiche
all’Anpi: «È divenuta un vero e proprio partito politico,
pronto a gridare al lupo al lupo contro ipotetiche dittature quando
l’avversario politico del momento di una certa sinistra sembrava difficilmente
battibile. "Noi auguriamo lunghissima vita ai partigiani veri tuttora
viventi. Ma lasciateci dire che la stessa ANPI, con la morte dell’ultimo
partigiano realmente partecipante alla guerra di Liberazione, non avrebbe più
ragione di esistere e come minimo dovrebbe cambiare nome. Purtroppo è
divenuta di fatto, in un cortocircuito tipico di un paese che non
ha rimarginato tutte le ferite, un vero e proprio partito politico, pronto
a gridare al lupo al lupo contro ipotetiche dittature quando l’avversario
politico del momento di una certa sinistra sembrava difficilmente battibile.
Non riteniamo di essere
fuori tema. Una giornata come questa dovrebbe essere l’occasione per liberarci
da vizi e da cattive abitudini che fino ad oggi si sono perpetrate, in
particolare a queste latitudini del nostro paese. Eccellentissime
autorità, è stato per noi un onore poter esprimere il nostro punto di vista
sulla liberazione e sugli eventi ad essa immediatamente successivi, sicuri
che il nostro contributo nulla abbia tolto a questa giornata, ma viceversa
l’abbia resa ancora più carica di valori e di consapevolezza dei nostri
mezzi per un futuro prospero e scevro da fascismi di destra e di sinistra
per l’ulteriore riscatto del la nostra città e del nostro
paese. Evviva la Liberazione, Evviva Ravenna, Evviva la libertà da ogni
totalitarismo».
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