Il manager
chiude la due giorni al Megawatt con un appello al centrodestra:
"Ripartire uniti". E su Renzi: "Con lui rischiamo la morte del
Paese"
"Non c'è il pericolo
di un colpo di stato - ha detto nel discorso conclusivo della sua convention -
ma della morte del paese che è molto più grave". "Sono stati due giorni densi ed essere
così tanti ad ascoltare relazioni così intense e piene di contenuto è
importante - fa il punto Parisi al termine dei lavori - ci sono state
riflessioni e non slogan. Noi siamo liberi e pensiamo che tutti possano parlare
non abbiamo paura di parlare con chi la pensa diversamente da noi, dobbiamo
arricchirci". Il messaggio che viene lanciato da Milano è
d'apertura a tutte le anime di centrodestra.
Soltanto uniti, infatti, è possibile dare il benservito a Renzi e cacciarlo da
Palazzo Chigi. La prima occasione per farlo è il referendum sulle riforme costituzionali. "Molti dei miei colleghi di
Confindustria votano 'no' perché hanno paura che dopo ci sia il caos - spiega
Mister Chili - cosa che non sarà perché ci sarà una forza politica, il
centrodestra, che sostituirà Renzi al governo. Siamo pronti se siamo
uniti". Che l'Italia sia in stallo per colpa di Renzi, lo
dicono anche i principali indicatori economici. Per Parisi, infatti, il premier
"non riesce nemmeno a fare
l'aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena perché i mercati aspettano
il referendum, perché lui ha detto che se vince il no ci
sarà il caos". In questo modo, è l'analisi del manager, "mette a rischio una delle più grandi
banche del Paese per fare campagna elettorale per se stesso".
A Bruxelles non sta certo facendo meglio. E lo
strappo al vertice di Bratislava ne è la prova. Per Parisi l'atteggiamento
dell'Italia in Europa è debole. "Fino
a ieri c'era Ventotene - tuona al Megawatt - ieri è saltato tutto perché
abbiamo sbagliato tutto. Come si costruisce il futuro dell'Europa se non
guardiamo oltre le prossime elezioni?". Quel che è certo per Mister Chili è
che, andando avanti così, "continueremo
a fallire e non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo guardare a trent'anni per
una strategia di lungo periodo".
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