Quando la fantasia supera
la realtà accade quel che è avvenuto a Fossalto,
un paesino di 1400 abitanti a una decina di chilometri da Campobasso. Aveva una
scuola agibile e anche sistemata bene e dopo 473 mila euro di lavori è divenuta inagibile. I bambini
avevano aule ampie, una palestra, la mensa. Dopo i lavori di adeguamento
sismico sono dovuti sloggiare. Quintali di cemento e di ferro, e valutazioni e
progetti e calcoli e ricalcoli e pilastri incatenati e alla fine, come il pan
degli angeli venuto male in forno, un grandiosissimo flop. Straordinario,
magico esperimento di ingegneria sismica, da intendere nel senso letterale del
termine: progettisti e maestranze avevano scosso talmente tanto e talmente bene
il manufatto, scekerandolo in un turbinio di lavorazioni, che si era piegato ai
voleri dell’uomo e da agibile era divenuto inagibile. Il palazzetto, tre piani al centro del
paesino, era riuscito a superare senza un graffio i contraccolpi, in verità
assai tenui data la distanza dall’epicentro, del sisma che toccò e uccise 27
bambini a San Giuliano di
Puglia nel 2002. Però l’amministrazione comunale, vigile sui
pargoli, chiamò due anni dopo un ingegnere a valutare se i pilastri facessero
dormire sonni tranquilli anche in futuro. E l’ingegnere incaricato vergò il suo
parere: l’edificio era vulnerabile. Aveva resistito bene in quel terribile
frangente, ma avrebbe risposto con uguale brillantezza a una scossa più grave?
Da qui la richiesta
all’ufficio del commissariato straordinario regionale e una prima tranche di
soldi assicurata: 140 mila
euro e la resistenza al sisma sarebbe notevolmente migliorata.
Ma a Fossalto vollero fare di più e a Campobasso compresero l’assillo: erano
bambini! Asilo, elementari e medie. In tutto 140, da tutelare prioritariamente
e con ogni riguardo. Così il commissario regionale scucì un altro assegno: 280 mila euro per elevare
al top il grado di invulnerabilità. La scuola sarebbe divenuta un cubo
d’acciaio, una torre inespugnabile dalla natura.
Nel 2005 l’iter si mise in
moto, nel febbraio dell’anno successivo si perfezionò e a giugno finalmente il
cantiere. La giunta comunale deliberò d’urgenza e decise, benché l’appalto
fosse di quasi mezzo milione di euro, di affidare direttamente a un’impresa
costruttrice l’esecuzione dei lavori. Perché? Spiegato in delibera:
quell’impresa era in condizione di restituire ai bambini già a settembre dello
stesso anno la scuola recuperata e
ristrutturata a regola d’arte. E così davvero fu. I bimbi ritornarono,
si festeggiò tutti e si brindò e sebbene i lavori avessero avuto bisogno di un
ultimo aiutino finanziario (53 mila euro) l’esito dello sforzo era stato tale…
Due anni dopo, mutata
l’amministrazione comunale, l’ufficio tecnico è allertato da una richiesta
delle insegnanti: vogliamo un certificato che attesti che le opere siano a
regola d’arte.
Il geometra del Comune fa
un sopralluogo e s’allarma: pilastri e travi non sono collegati, galleggiano nel vuoto. A
novembre del 2009
il nuovo sindaco, letta la relazione, ordina l’evacuazione e la sospensione
dell’attività scolastica. Viene convocato d’urgenza un perito che verga la
propria verità: “Non sussistono le condizioni di sicurezza tali da poter
modificare l’inagibilità dell’edificio”. Di più: “Le condizioni di pericolosità
si sono aggravate e sono andate peggiorando” con l’attività dell’uomo.
L’ingegneria a Fossalto
subisce un colpo di ko. La Procura indaga e rinvia a giudizio committenti,
tecnici ed esecutori. Il tribunale li giudica per tentato disastro e falso
ideologico. Tre mesi fa la sentenza in primo grado: assolti.
Perciò tutti felici e
contenti: la Regione Molise
sgancia un altro milione di euro per riparare gli errori combinati con i
precedenti 473 mila euro. La giustizia fa il suo corso e, a norma di legge,
assolve. I bambini stanno ricoverati in uno stabile di fortuna.
Gli unici che dovranno
subire un giudizio, e sono in ansia per l’esito, sono i giornalisti del
quotidiano online L’Infiltrato,
querelati dal sindaco committente per diffamazione
e rinviati a giudizio.
Tutto torna.
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