L’IMU HA IL FIATO GROSSO ED E’ EVIDENTE IMPOSTATA- QUESTA TASSA NON REGGE
Attorno all'IMU c'è un malessere che non riguarda solo la complessità del nuovo tributo ma è legato anche al venir meno del "patto" per un Fisco più equo, più leggero, più semplice. La crisi è autentica e non consente distrazioni purtuttavia non basta a giustificare manovre timidissime sul fronte di tagli e risparmi, ma spavalde nell'aumento del prelievo.
CHE-COSI’COM’E’
In quattro punti il nostro dissenso:
Primo
L'Imu è figlia di un'emergenza globale che non accenna ad arretrare e che, al contrario, sembra aggravarsi giorno dopo giorno: sarebbe ingiusto ignorare il contesto che ha portato alla sua introduzione. L'imposta municipale doveva debuttare solo nel 2014, confermando peraltro l'esenzione della prima casa. L'emergenza ha però imposto scelte diverse e urgenti. Mario Monti annunciò fin dal suo discorso programmatico in Senato (era il 17 novembre scorso) che si doveva rimediare alla peculiarità tutta italiana di «un'imposizione sulla proprietà immobiliare particolarmente bassa», aggravata dall'«esenzione Ici per le abitazioni principali».
L'equazione era semplice: più tasse sul patrimonio (la casa, ma non solo) e sui consumi (l’Iva), contro una riduzione del peso di imposte e contributi sul lavoro e sulle attività produttive. Quel che è accaduto lo sappiamo: è arrivata l’Imu, anche sulla prima casa, insieme all'aumento dell'Iva (senza pensare a quelli ulteriori sempre in agguato). Per il resto nulla, non c'erano e non ci sono risorse da destinare al Fisco. Solo il rigore dettato dalla crisi del debito.
Secondo
L'Imu si è rivelata più complessa dell'Ici. Anzi, molto più complessa, oltre che generalmente più pesante: il gettito crescerà di n miliardi rispetto al ton, di cui solo 3,4 derivanti dall'abitazione principale, prima esente. Non c'è dubbio che qualcosa, sotto il profilo tecnico-normativo, non abbia funzionato come avrebbe dovuto…
Terzo
L'Imu continua a soffrire in modo evidente il suo "peccato originale". Quello di un'imposta comunale il cui gettito finisce per poco meno della metà allo Stato (9 miliardi sul totale atteso di 21,4). È un paradosso che disorienta tutti I cittadini («a chi vanno i miei soldi?») e anche gli amministratori locali. I quali possono "manovrare" - pur con molti limiti - l'imposta, ma se lo fanno al ribasso, riducendo le aliquote, devono accollarsi per intero la quota dello Stato, che ai suoi 9 miliardi non è proprio disposto a rinunciare. È evidente che il sistema così non va…
Quarto
L'Imu è probabilmente l'unica imposta al mondo di cui nessuno conosce il peso effettivo. Non è un dettaglio: perché impedisce ai contribuenti (i cittadini, gli imprenditori, le aziende) una corretta e legittima pianificazione e previsione dei costi. Un esempio per capire: l'aliquota del comparto non abitativo può passare dallo 0,76% base all'1,06% (livello massimo su scelta del comune)… Forse davvero troppo anche per un'imposta nata per tamponare un'emergenza.
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