martedì 12 giugno 2012

IL FAENZA CALCIO COSTA AL COMUNE DI FAENZA 150MILA EURO L’ANNO


GRAZIE AD UN’ACCORDO SIGLATO NEL 2004 TRA GIANCATLO MINARDI E L’ALLORA SINDACO CLAUDIO CASADIO,IL CLUB VERRA’ SOVVENZIONATO FINO AL 2018. INTANTO LO SPORT E’ SEMPRE PIU’ IN CRISI.

FAENZA - Il Faenza Calcio costa ai cittadini circa 125mila euro all'anno, sia che la squadra disputi un campionato di primo livello, sia che (come accaduto in questa stagione) retroceda al termine di una annata da dimenticare toccando il punto più basso dei suoi cento anni di storia. Una notizia che correva già da tempo in città, ma che non è mai stata resa nota pubblicamente visto il momento difficile che sta attraversando lo sport faentino abbandonato dalle istituzioni, a cui si aggiunge il ben più serio problema dell'Imu che incombe sui cittadini, problema ben più importante di una squadra dilettantistica di calcio. L'accordo è stato firmato nel 2004 dall'ora sindaco di Faenza e ora presidente della Provincia di Ravenna Claudio Casadio insieme a Giancarlo Minardi in qualità di presidente del ‘Faenza 1912’ e di gestore dello stadio Bruno Neri. La convenzione, valida fino al 2018, è molto chiara come si legge nell'articolo 11: “L’Amministrazione si obbliga ad erogare a ‘Faenza 1912’ un corrispettivo annuo di 75.000 euro più Iva quale concorso nelle spese ordinarie di gestione e 40.000 euro annue più Iva quale concorso nelle spese di ripristino del terreno di gioco dopo la disputa del Niballo”. Una storia, questa, vecchia come il Palio: ogni anno il terreno viene distrutto dai cavalli che corrono la giostra, che col



tempo è raddoppiata (c’è anche la Bigorda) come i danni. Tanto che nella prima parte di questo accordo tra Casadio (rappresentato dalla dott.ssa Diamanti) e Minardi si parla del progetto del nuovo stadio alla Graziola, evidentemente e a sua volta rimodernata, proprio per uscire tra l’altro dall’eterno inghippo calcio-palio.  Il punto della questione è legato però all'accordo, nato per ovviare ai debiti lasciati sul campo dal Faenza ai tempi dei sogni di grandeur, quando si acquistava il 33enne Osio pagandogli uno stipendio da 100mila euro, ma allo stadio nonostante la C2 continuavano a presentarsi poche centinaia di spettatori. All’alba degli anni Duemila sul campo restarono solo debiti. Le banche i soldi li avevano tirati fuori e li volevano indietro; Minardi anche in Formula 1 non stava facendo mirabilie. E’ in questo contesto che nasce la ‘convenzione’ di cui si parla.  Ogni anno dunque ecco arrivare dal comune un'iniezione di euro per il calcio, gentile eredità lasciata da Casadio: il Comune paga Minardi che, appena incassa, gira il malloppo alle banche creditrici del Faenza. Con buona pace del cittadino e di chi si sta ponendo domande sui motivi che stanno portando alla deriva lo sport manfredo. In un momento storico in cui il Club Atletico è stato cacciato da Faenza trovando casa a Castel Bolognese e dove la squadra di punta sono i Raggisolaris, è stata appena promossa dal campionato di Promozione di basket (penultimo torneo a livello regionale), c'è davvero bisogno di continuare ad onorare questo accordo fino al 2018?


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