Alla nostra classe politica del benessere degli italiani è sempre fregato poco o nulla. Si è sempre adattata agli ordini che le sono stati impartiti dalle potenze straniere, anche quando questi ordini erano in evidente contrasto con gli interessi italiani. E quando qualche politico nostrano ha cercato di alzare la testa (vedi Craxi e vedi Berlusconi), ecco che stranamente è caduto o è stato politicamente neutralizzato, aspirato in un vortice di scandali e incriminazioni più o meno discutibili. Oggi la novità politica. Il fatto è questo: Berlusconi ha deciso di fondare un nuovo partito politico, in cui sono presenti due termini: libertà e Italia. Ha dato il preavviso di sfratto a Monti e ha chiesto agli italiani il 51% dei consensi per portare il nostro paese fuori dalla crisi (e forse dall’euro). Una proposta forte che ha scioccato soprattutto il PDL, tanto da chiedersi: comiche finali o l’ennesima dimostrazione che il Cavaliere è un politico di razza capace di innovare il panorama italiano anche quando lo si è creduto politicamente morto? Ai tempi del Predellino, qualcuno pensò proprio alle comiche finali. Peccato che sbagliò alla grande. Il PDL di lì a un anno avrebbe vinto le elezioni. Un patrimonio politico elettorale poi buttato nel cesso, grazie ai tradimenti, a certe discutibili presenze nel governo, a misure legislative giuridicamente deboli, all’atteggiamento ostile di una certa frangia giudiziaria e a una stampa faziosa che in tutti i modi ha ridicolizzato la precedente compagine governativa, anche quando faceva e operava nell’interesse di tutti. Rispetto al 2007, la situazione politica ed economica attuale è non solo differente ma anche peggiore. L’Italia è appiccata al nodo scorsoio dell’Europa e rischia di “morire” da un
momento all’altro. Il Governo attuale ha condotto il paese verso una recessione gravissima pur di non ammettere che l’euro è fallito e che le tasse servono per tenerlo in vita, nonostante sia clinicamente morto. Nel mentre i consensi a sinistra sono cresciuti in modo irrazionale e incosciente. La gente è cascata nella trappola mediatica e ha iniziato a credere sul serio che la parte politica che ha causato i più gravi danni al nostro paese (la sinistra) sia la parte politica in grado di salvarla. In questo clima, ritenere ilcentrodestra capace di recuperare i consensi persi e di vincere, è qualcosa che rischia di assomigliare e non poco alle comiche finali, se la proposta non sembrerà tanto forte e rivoluzionaria da convincere i moderati a riporre ancora una volta fiducia nel Cavaliere. In questo senso, è evidentemente necessario un partito forte che se ne fotta altamente del politicamente corretto e sia in grado di dare agli italiani un messaggio chiaro: siamo italiani, vogliamo che l’Italia sia degli italiani e fan..lo all’Europa e a chi ha voluto svendere il Belpaese al migliore offerente straniero. Un partito di centrodestra fortemente identitario, eticamente pulito, euroscettico e politicamente minaccioso. L’euro non è una priorità. L’Italia vi aderirà finché le conviene e non perché conviene alla Germania o alla Francia. Come invece è stato finora, grazie soprattutto alla sinistra che ha sottoscritto tutti i trattati capestro che hanno svenduto il nostro paese alla finanza speculativa e ai burocrati europei: da Maastricht, al patto di stabilità, fino altrattato di Lisbona.
Per concludere, la “resurrezione” berlusconiana potrebbe anche essere la mossa giusta. Ma per costituire lo scacco matto deve farsi ambasciatrice di una proposta forte, capace di convincere gli italiani che a sinistra ci potranno essere solo macerie, relativismo etico, immigrazione selvaggia, ipocrisia e povertà economica, morale e sociale. jester
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