L’UDIENZA SUL MILIONE ALLA COOP DEL
FRATELLO SI TERRA’ DAVANTI A UN GUP DI MAGISTRATURA DEMOCRATICA
Le minoranze (Pdl, Lega,
grillini) l'hanno costretto a presentarsi in consiglio regionale alla vigilia
di Ferragosto e lui, Vasco Errani, governatore democratico dell'Emilia Romagna,
non si è sottratto. Nella seduta si è anche parlato del
terremoto, ma il tema principale era l'inchiesta Terremerse, nell'ambito della
quale il presidente è indagato per falso ideologico. Terremerse è la coop che
ricevette ingenti finanziamenti regionali quando era presieduta da Giovanni
Errani, fratello maggiore del governatore. Quei fondi sono oggetto di indagine
perché, come rivelato dal Giornale tre anni fa, sarebbero state commesse gravi
irregolarità dalla coop e dalla stessa regione. La procura di Bologna ha
chiesto il rinvio a giudizio per i fratelli Errani (per Giovanni l'accusa è di
truffa aggravata ai danni di un ente pubblico), assieme ad alcuni funzionari
pubblici e tecnici.Martedì Errani si è mostrato sereno e sicuro. «Ho sempre
espresso rispetto e fiducia nell'operato della magistratura e continuo a farlo
- ha detto tra l'altro - non per una ragione di forma ma per intima
convinzione. So bene di non aver mai favorito o sfavorito alcuno». Parte di
questa tranquillità potrebbe derivargli dal nome del giudice davanti al quale
dovrà comparire il prossimo 7 novembre per l'udienza preliminare. Il gup
chiamato a decidere se processare o no il governatore è Bruno Giangiacomo,
presidente aggiunto della sezione Gip del tribunale di Bologna. Ma soprattutto,
il dottor Giangiacomo, è uno dei leader di Magistratura democratica, la
corrente
di sinistra delle toghe italiane. Una «toga rossa», insomma. Giangiacomo
coordina il gruppo interno di Md dedicato all'ordinamento giudiziario. È una
delle articolazioni più importanti della corrente, quella che si occupa del
governo interno della magistratura. Il gup Giangiacomo, che è stato anche
membro del Csm, è attivissimo nel partecipare a convegni di Magistratura
democratica, a rappresentarla in vari appuntamenti e a firmare appelli sempre
apertamente schierati. L'ultimo quello promosso dalla rivista Micromega in
difesa di Roberto Scarpinato su cui il Csm ha aperto una pratica: il
procuratore di Caltanissetta aveva detto di essere «imbarazzato» nel
partecipare a commemorazioni delle stragi di mafia con «autorità la cui
condotta di vita sembra essere la negazione dei valori» per i quali è morto il
giudice Borsellino.
Il magistrato bolognese ha sottoscritto anche
l'«appello contro il culto della personalità nei simboli elettorali» proposto
dai Comitati Dossetti per la Costituzione (cioè l'intellighenzia rossa
bolognese) contro la presenza del nome Berlusconi sulle schede di voto. E
figura tra i firmatari - tra gli altri, con gli scrittori Andrea Camilleri e
Marcello Fois - della recente «Lettera aperta ai parlamentari per una buona
politica a difesa della Costituzione» contraria al progetto di riforme
costituzionali in discussione al Senato.Sul caso Terremerse si è già
pronunciato un gip emiliano, Mirko Margiocco, che ha sequestrato ad alcuni
indagati una serie di beni (14 case, un'auto e quote societarie) per un milione
di euro, l'equivalente dei finanziamenti ricevuti dalla coop rossa. Il 7
novembre tocca a Giangiacomo. Errani è accusato di aver fornito una falsa memoria
difensiva per documentare il buon operato della regione e difendere il
fratello, mentre per gli altri indagati l'accusa è di truffa aggravata, falso e
abuso d'ufficio.
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