Nel silenzio di
tutti, la Camera ha ratificato il “Fiscal compact”. Il trattato che impegna
l’Italia con l’Europa per il rientro del debito. La notizia passa sotto
silenzio. Divisioni all’interno di tutti i gruppi in quanto è un impegno che
solo per il prossimo anno vale 50 miliardi di euro di tagli di spesa.
Abbiamo uno
Stato (1861) con leggi ancora di due secoli
adeguate in alcune parti ma con la stessa struttura di quando si
scriveva a mano e non è mai stato
completamente aggiornato alle realtà
completamente sconvolta in tutti i sensi.
Abbiamo caserme dei carabinieri ancora in tanti piccoli Comuni e nelle
sue frazioni, con costi notevolissimi e
superati nella realtà che non si vogliono cambiare per puro “campanilismo” degli amministratori e
cittadini quando le esigenze sono completamente cambiate. Paghiamo una multa
giornaliera alla Ue di 30mila euro, presto lieviterà a 90mila, piuttosto che
costringere gli apparati a piegarsi alle esigenze del contribuente, unificando
il numero d’emergenza. Abbiamo un agente di polizia ogni 175 italiani, 50 e 20
per cento in più rispetto a Gran Bretagna e Germania. Non sappiamo quante sono le polizie e quanto
si spende e la sicurezza è garantita da polizie numerose, piuttosto che ben
addestrate, ridotte all’osso e non ben pagate Le polizie sono apparentemente sette:
polizia di Stato, arma dei carabinieri, guardia di finanza, corpo forestale
dello stato, polizia penitenziaria, capitaneria di porto, corpo nazionale dei
vigili del fuoco. Solo sommando carabinieri,
polizia e fiamme gialle superiamo ogni record europeo. Sommate le altre
quattro, abbiamo mezzo milione di uomini. Sin dal fascismo la «funzione di
polizia» è connessa anche alle licenze e alle autorizzazioni, cioè al
sottopotere o quanto meno alle contravvenzioni, alla paletta che spalanca la
corsia d’emergenza, ai biglietti gratuiti. Ogni ministro ha la sua polizia,
propri aerei, motoscafi, navi, elicotteri, scorte, foresterie, privilegi, più o
meno legittimi, tutti dispendiosi. Alle
duplicazioni delle funzioni delle polizie ad ordinamento statale fanno da
controcanto le duplicazioni locali. Sulle strade, infatti, incontrate anche
polizia locale, provinciale e gli ausiliari del traffico. Sui cibi vegliano carabinieri, forestali dello
stato e delle regioni, come pure polizia sanitaria promanante dalle Usl. Sui
morti, sul lavoro e sui morti del lavoro, sulle opere d’arte e sulle monete contraffatte
e persino sulle frontiere, ovunque una quantità di polizie, statali e non,
veglia sulla vostra perpetua insicurezza quotidiana. Nessuno sa il totale, neppure lo stato che
paga. Solo il contribuente se ne accorge. chiediamo
Alla Provincia
nell’ambito della nuova organizzazione amministrativa delle province di
promuovere l’unificazione delle polizie provinciali con altre già esistenti.
Al Governo,
al Parlamento, alla Regione, nell’
ambito del “fiscal compact” una nuova
organizzazione dello Stato, delle Regioni e dei Comuni e solo
tre corpi di polizia come avviene
in tutta Europa
Una
organizzazione completamente diversa articolata
in dimensioni di area più vasta
ma dotata di mezzi e collegamenti con il territorio anche con minori strutture
e fabbricati e personale amministrativo, ma con più uomini sul territorio che
fanno capo ad una sede più centralizzata .
Uomini ancor
meglio preparati, e utilizzando una parte dei risparmi che si otterranno con la
riorganizzazione e diminuzione di comandanti e sedei di adeguare
gli stipendi di chi opera in un settore così vitale per la sicurezza dei
cittadini.
Al governo di
unificare immediatamente i numeri dell’emergenza 113 o 112, 118, 1717 o 1515
per non continuare a pagare le multe europee. Il consigliere provinciale Vincenzo
Galassini (Pdl)
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