MPS E’ NATA 20 ANNI PRIMA DELLA SCOPERTA DELL’AMERICA, MA DI
TUTTI I GUAI AFFRONTATI NEI SECOLI IL PEGGIORE SI RILEVA IL PD CHE L’HA
FERREAMENTE CONTROLLATA.
Quando una banca vale ormai 2,8 miliardi e lo Stato gliene dà 3,4
allora è inutile girarci intorno: è nazionalizzata. E’ quanto avviene al
MontePaschi. Rottamato dalla politica e da un partito, il Pd. Dopo 540 anni di storia. In un
quadro bancario italiano generale che non si ferma solo alla vicenda
senese.
A furia di negare che esista in Italia un problema
bancario,
i piu’ deboli degli istituti vanno nei guai uno dopo l’ altro. In un Paese che
ha 55 agenzie bancarie per 100mila abitanti rispetto alle 19 olandesi,
Bankitalia per prima doveva proporre ai governi in carica un fondo nazionale di
ristrutturazione. I 25 mila esuberi annunciati negli ultimi mesi dalle banche
sono ancora lontani dal risolvere il problema. Roe azzerato; cost/income
altissimo per troppi dipendenti, dirigenti e agenzie; rettifiche da perdite sui
crediti per non meno di 20 miliardi; ripatrimonializzazioni troppo a lungo
rinviate per tener la coda alle fondazioni; svalutazioni di goodwill e attivi
illiquidi troppo a lungo rinviati; incorporazione persistente del rischio
sovrano nei costi di provvista della liquidità, e traslazione ai clienti del
montante totale.Un bel quadro, non c’è che dire. Nel frattempo, tre paradossi
al Montepaschi.
Primo: si nazionalizza di fatto e il contribuente ci
perde. Il Tesoro, assetato com’e’ di alti rendimenti nel conto economico sui
Tremonti bonds, finisce poi per farci rimettere patrimonialmente, visto che in
assenza di interessi pagati da MPS rilevera’ più o meno il 3% della banca
quest’anno e analoga cifra l’anno prossimo se le perdite continueranno, ma a
valori di carico della banca e non a prezzi di mercato, cioe’ facendoci pagare
il titolo come contribuenti quattro volte piu’ di quanto oggi valga in Borsa.
Secondo: la speculazione ringrazia.
Aver negato per anni che a Siena si andava a sbattere prima ha distrutto valore
e titolo, oggi alimenta insider e aggiotaggio. Se Bankitalia avesse per tempo
messo la fondazione alle strette, invece di esitare di fronte alla politica, si
sarebbe potuto e dovuta organizzare una cessione dei quattro quinti della sua
quota in blocchi, identificando soci istituzionali esteri, a prezzi che per la
fondazione sarebbero stati piu’ intessanti perche’ antecedenti al precipizio
che si e’ preferito aspettare. Ora invece sono le dichiarazioni della
Fondazione stessa – vendiamo solo a quotazioni prossime al nostro valore di
carico – a strappare dell tutto innaturalmente il titolo verso l’alto: roba da
Consob. Terzo, la lezione vera e di fondo: la politica rottama le
banche. Mps e’ nata 20 anni prima della scoperta dell’ America, ma di tutti i
guai affrontati nei secoli il peggiore si rivela il Pd che l’ha ferreamente
controllata. Al festival di Venezia Mps sponsorizza un bel film d’animazione su
Pinocchio. Profumo e Viola – il management attuale per la prima volta non
espressione diretta di una banca in cui anche gli autisti hanno il contratto
dei bancari – non hanno colpe del passato, ma finanziare un film sul discolo di
legno è coerente all’idea di banche devastate dalla politica. Oscar Giannino da CHICAGO BLOG
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