PERCHE’ NON EROGATO, ALLORA, SUSSIDI
ACHI FALUNGHE CAMMINATE IN MONTAGNA O PRATICA REGOLARMENTE ATTITVITA’ FISICA IN
PALESTRA?
La pressione fiscale in Italia è troppo elevata e
pertanto rappresenta un freno per la nostra economia. Ce lo hanno ricordato due
autorevoli ministri del governo Monti, Corrado Passera ed Elsa Fornero. È
doppiamente sorprendente, allora, che l’offensiva d’autunno del governo cominci
con l’annuncio di una nuova tassa: un mini-balzello sulle bibite gassate. Non è
ancora chiaro come il ministro Balduzzi intenda tassare le bevande ipercaloriche:
bisognerà aspettare il testo del provvedimento-omnibus sulla sanità al quale
sta lavorando. Gli obiettivi dichiarati sono due: nuove entrate per lo Stato e
lotta a comportamenti ritenuti pericolosi, sul piano della salute, con
conseguente aggravio di costi per il servizio sanitario nazionale. Una tassa
sulle bevande gassate e zuccherate centrerebbe il primo punto con facilità,
come sempre quando si vanno a colpire consumi diffusi e per nulla elitari. La
vera questione è se l’ambizione ‘salutista’ sia o meno un’obiettivo politico
legittimo, per il fisco Passera e Fornero hanno ricordato agli italiani un
fatto di cui questi ultimi sono consapevoli: quanto i loro redditi siano
falcidiati dalle tasse. Al danno però si aggiunge la beffa quando, sottrattaci
una quota così rilevante dei nostri guadagni, lo Stato pretende anche di dirci
come spendere i quattrini che ci rimangono in tasca. Il ministro della sanità
sosterrà che la diffusione di stili di vita più sani avrà effetti positivi sui
conti dell’SSN. L’aggravio di prezzo delle bibite gassate servirebbe a rendere
più morigerati coloro che le bevono. Sta bene.
Ma se accettiamo che il principio per cui la politica
fiscale è uno strumento complementare all’educazione alla salute, allora perché
non eroghiamo sussidi a chi fa lunghe camminate in montagna, o corre più di 5
km al giorno, o pratica regolarmente attività fisica in palestra? Tutte queste
cose hanno un effetto più rilevante, sulla buona salute degli italiani, del
calmierare i consumi di gazzosa. Se si ritiene sensato colpire fiscalmente un
comportamento dannoso, a rigor di logica andrebbe anche incentivato un
comportamento virtuoso. In realtà la politica fiscale non è uno strumento
appropriato per renderci più sani e più belli. Le imposte dovrebbero essere il
prezzo dei servizi che ci vengono resi dallo Stato: non un modo per spostare
risorse dai consumi ‘cattivi’ ai consumi ‘buoni’. Anche perché la lista degli
uni e degli altri potrebbe risultare talmente lunga, da lasciare davvero poco
spazio per la libertà individuale.
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