“Nonostante tutto, noi vinceremo ancora”. Il
Presidente Silvio Berlusconi ripete spesso questa frase: lo ha fatto in
occasione dei venti anni dalla nascita di Forza Italia, è tornato a
farlo anche sabato da Cagliari, dove è arrivato per sostenere di persona
la candidatura di Ugo Cappellacci alla guida della Regione Sardegna. Il
2014 sarà il nostro nuovo 1994. Ci attendono sfide importanti, non solo a
livello elettorale. La vera novità è rappresentata dai Club Forza Silvio,
punta di diamante del nostro tridente in cui il leader è una cosa
sola con il suo popolo, che trova negli eletti validi rappresentanti
all’interno delle istituzioni. Un movimento
vivo dunque, che per essere tale necessità di stabilità territoriale. Il
nostro obiettivo è quello di arrivare in breve tempo alla costituzione di 12.000
Club in tutta Italia, cifra che stiamo sfiorando tanto è l’entusiasmo e la
voglia di partecipare.
Oggi un buon 40/42% di
persone non sa chi votare: si tratta di coloro che
si sono rifugiati nell’astensionismo o, peggio ancora, nell’antipolitica di Grillo
e del Movimento 5 stelle. Costoro sono stati delusi da chi aveva promesso di
rivoluzionare l’intera impalcatura istituzionale: il vento dell’antipolitica
ha saputo produrre solo antipolitica. Ecco perché è fondamentale, per far
sì che
il
nostro movimento diventi forza maggioritaria in tutto il Paese, parlare a quel 20%
di elettorato tradito dal M5s. Non a
caso, ogni Club dovrà dotarsi di missionari della libertà: bastano
cinque o sei persone in ogni realtà locale, per raccontare i motivi per i quali
siamo ancora in campo. E ancora: a molti italiani deve essere spiegato come
votare, non perché non sappiano già farlo, ma perché la dispersione del voto,
in favore di piccoli o piccolissimi partiti è ancora alta. Se vogliamo
proseguire sulla strada delle riforme e della modernizzazione del Paese,
servono numeri che ci consentano di realizzare il nostro sogno. I Club Forza
Silvio sono in campo anche per questo.
Il nostro Presidente ci chiede un impegno
sincero e franco in favore del nostro movimento: non possiamo non rispondere
alla sua chiamata. Per noi, per il nostro
bene, per la libertà dell’Italia e per quella dei nostri figli.
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