Invece di gratitudine
minacce per Marco Mancini che ci ha sempre difeso dai terroristi. L’8 luglio
2006 con un comunicato stampa esprimevamo: Solidarietà a Marco Mancini che ci
ha sempre difeso dai terroristi rossi ed islamici . “…L’arresto a Lugo di Marco
Mancini, numero due del Sismi, dirigente con un passato nei carabinieri che si
è occupato per molti anni di lotta al terrorismo interno protagonista delle
indagini che portarono all’arresto di Curcio, Franceschini ed altri brigatisti
rossi, nell’ambito dell’inchiesta Abu Omar, ci pone molti interrogativi e
comunque ci porta ad esprimere a Marco Mancini la nostra gratitudine per averci
protetto dal terrorismo islamico. È possibile anzi probabile che Mancini sia in
debito con “la giustizia rossa” ma per noi rimane un servitore dello Stato che
ha sempre svolto il suo dovere in modo corretto e nel rispetto della legge.
Combattere i terroristi non può essere una colpa; è una colpa essere
giustificazionisti e accomodanti con i terroristi considerati combattenti per
la libertà…” E il 16 dicembre 2010 esprimevamo soddisfazione per il
proscioglimento, che confermava la sentenza di primo grado, da parte della
Corte di Appello di Milano nei confronti di Marco Mancini. Romano Prodi nel
2007 e Silvio Berlusconi a partire dal 2008 si sono battuti in favore dei
ricorsi che la Corte ha poi accolto nel 2009, per evidenziare la presunta
violazione di questo segreto da parte della Magistratura. Il processo terminò
con il "non luogo a procedere" nei confronti di Nicolò Pollari e
Marco Mancini. Sentenza poi annullata nel settembre 2012 dalla Corte di
Cassazione che dispose un nuovo procedimento, terminato nel febbraio 2013 con
una condanna: 9 anni di reclusione a Mancini e 10 a Pollari. Ma la Corte
Costituzionale ha accolto il ricorso della Presidenza del Consiglio contro la
Corte di Cassazione e la Corte d'Appello, con conseguente annullamento degli
atti nel gennaio di quest’anno rimandando il dibattimento processuale in sede
penale di fronte alla stessa Corte Suprema che si terrà il prossimo 24
febbraio. In questo lungo calvario Marco Mancini e la sua famiglia sono oggetto
di inqualificabili e terroristiche minacce e noi sentiamo il dovere di
esprimere a lui e a tutti i suoi famigliari incondizionata e piena vicinanza e
solidarietà notando con amarezza l’assurdità di quanto capita ad un eroico
servitore dello Stato. Rodolfo Ridolfi
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