sabato 15 febbraio 2014

LA “TRUFFA” SULLE UTENZE


Inutile negare che gli aumenti esponenziali delle imposte sulla casa rappresentino una delle concause all’ormai endemica crisi del settore edilizio. Le vendite e, conseguentemente, i piani di sviluppo edilizio, negli ultimi anni, hanno subito una brusca frenata. A tutto questo dobbiamo aggiungere il ginepraio delle innumerevoli regole e imposizioni collegate alle tasse su energia elettrica, acqua e gas, rifiuti, depurazione, le cosiddette utenze. Per fare solo pochi esempi, le tasse sull’energia elettrica e dei rifiuti denominate maggiorazione sulle utenze per i non residenti e la maggiorazione sulle seconde case, rappresentano una vera e propria ingiustizia, una forma di iniquità palese. Superfluo dire che questi ulteriori balzelli non contribuiscono a ridurre le imposte per i residente e per i possessori di prime case, semplicemente diventano uno strumento, una palese scusa, per fare cassa, per caricare i portafogli di quelle tante aziende, quasi sempre a partecipazione pubblica, che gestiscono il sistema energia e le materie prime. Aziende spesso in crisi, non certo per la scarsità di entrate ma per la scelta di sponsorizzare manager super pagati, che, soventemente, occupano queste poltrone d’oro non per capacità ma per scelte politiche sbagliate. Un sistema inaccettabile che i cittadini non possono più tollerare oltre. I costi della bolletta dell’energia elettrica e delle altre utenze dovrebbero dipendere dai reali consumi e non da sovrattasse inventate dalle aziende, al limite della truffa legalizzata.
In Italia, dal 1995, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG) si occupa della regolazione tariffaria, dell’accesso alle reti e della tutela degli utenti finali nei mercati concorrenziali di energia elettrica e gas. Con la liberalizzazione oggi il consumatore dovrebbe essere libero di scegliere il suo fornitore di energia, gas e servizi, in realtà l’utente è costretto a convivere con trust più o meno manifesti, il principale artefice di questo sistema inefficiente è il pubblico, che pare non gradire la libera concorrenza. Fabio Filippi 

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