sabato 23 luglio 2011

SUCCEDE ANCHE A BOLOGNA: ASSENTI IN ORARIO DI LAVORO, 33 INDAGATI


– Uscivano dall’ufficio in orario di lavoro, senza permesso, per sbrigare faccende personali, fare acquisti o addirittura andare in palestra, e qualcuno timbrava il cartellino al loro posto. Per questo 33 dipendenti del Dipartimento comunicazioni ispettorato territoriale dell’Emilia Romagna, un ufficio che fa riferimento al Ministero dello sviluppo economico e si trova in via Nazario Sauro a Bologna, hanno ricevuto un avviso di fine indagini (che di solito prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio). “Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio” è stato il commento l’ingegnere Marco Cevenini, direttore del Dipartimento che ha promesso di analizzare caso per caso. “Chi ha sbagliato pagherà” ha assicurato promettendo procedimenti disciplinari a carico dei colpevoli. L’indagine, condotta dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e coordinata dalla pm Antonella Scandellari, è partita nel maggio 2009 su denuncia di un dipendente dell’ufficio. L’uomo, stanco delle scene a cui assisteva, ha presentato una denuncia querela nei confronti di 7 suoi colleghi. Dalle indagini delle fiamme gialle, che si sono servite di una telecamera posta proprio sopra il portone del palazzo, è emerso che solo 6 dei denunciati erano assenteisti ed infatti è probabile che la posizione del settimo denunciato sia stralciata. Nel corso delle indagini, però, la Guardia di Finanza ha rilevato molte altre irregolarità, tanto da estendere il campo degli indagati fino a 33 persone, su di un totale di una quarantina di dipendenti dell’ufficio. Gli indagati, tra cui ci sono tutti e quattro i capi settore, sono accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato. Le posizioni più gravi riguardano però i sei denunciati dal collega; fra di loro spicca poi il caso di una 46enne che durante l’orario di lavoro frequentava un centro di estetica e fitness.

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