11 punti la direttiva predisposta dalla Presidenza
del Consiglio dei ministri per la definizione della spending review: dalla
riduzione in termini monetari della spesa per l'acquisto di beni e servizi, al
ridimensionamento delle strutture dirigenziali ed il compattamento di uffici e
amministrazioni. Il documento delinea i fronti su cui la Pubblica
Amministrazione dovrà intervenire per contribuire a bloccare l’esubero di
spesa.
In sintesi
- l’attività di revisione della spesa di ogni
amministrazione dovrà concentrarsi sulla revisione dei programmi di spesa
e dei trasferimenti, «verificandone l'attualità e l'efficacia ed
eliminando le spese non indispensabili e comunque non strettamente
correlate alla missioni istituzionali»
- razionalizzazione delle attività e dei
servizi offerti sul territorio e all'estero, «finalizzata alla riduzione
dei costi e alla razionalizzazione della distribuzione del personale,
anche attraverso concentrazioni dell'offerta e dei relativi uffici»
- la riduzione, «anche mediante accorpamento,
degli enti strumentali e vigilanti e delle società pubbliche»
- la riduzione in termini monetari per la spesa
per l'acquisto di beni e servizi» anche attraverso l'individuazione di
responsabili unici della programmazione di spesa
- una «più adeguata utilizzazione delle
procedure espletate dalle centrali di acquisto e una più efficiente
gestione delle scorte»
- la ricognizione degli immobili in uso e la
riduzione della spesa per locazioni, «assicurando il controllo di gestione
dei contratti»
- l'ottimizzazione dell'utilizzo degli immobili
di proprietà pubblica anche «attraverso compattamenti di uffici e
amministrazioni»
- la «restituzione all'agenzia del demanio
degli immobili di proprietà pubblica eccedenti i fabbisogni
- l'estensione alle società in house dei
vincoli vigenti in materia di consulenza
- l'eliminazione di spese per rappresentanza e
spese per convegni, salvo casi eccezionali come i rapporti con le autorità
estere
- la proposizione di impugnazione avverso
sentenze di primo grado che riconoscano «miglioramenti economici
progressivi di carriere per dipendenti pubblici, onde evitare che le
stesse passino in giudicato».
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