martedì 30 settembre 2014
LA MORTE APPARENTE DELLE PROVINCE E LA MANINA INVISIBILE DI MATTEO CONTRACCOLPI TERRIFICANTI SU TUTTE LE PROVINCE DOPO CHE LE HA DERUBATE, COME I COMUNI, DEGLI ULTIMI SPICCIOLI PER FINANZIARE GLI 80EURO
Il 12 ottobre, si sa, è data che richiama grandi
scoperte e anche nell’anno del Signore 2014 gli italiani si attendono che la
rotta delle caravelle renziane, partite mesi or sono dal porto delle riforme
istituzionali, consenta l’approdo ad un nuovo mondo privo di province e, per
ciò stesso, più equo e più funzionale. Ci duole comunicare che, con buona pace di tutti, la scoperta per gli
italiani sarà esattamente contraria a quella annunciata da capitan Matteo. Non solo le province
continueranno ad esistere ma l’esercizio delle funzioni fondamentali che
dovranno continuare a svolgere (si pensi a strade provinciali e edilizia
scolastica superiore) subirà dei contraccolpi terrificanti. Andiamo
per ordine. Negli ultimi anni il sistema delle province è stato sottoposto ad
una cura dimagrante di proporzioni impressionanti. Se infatti agli 8.000 comuni
italiani, nell’ultimo lustro, la crisi ha imposto sacrifici per non meno di 16
miliardi di euro, per le province non è andata certamente meglio Dal
2011 ad oggi, dati alla mano, la scure centrale si è abbattuta sui vituperati
enti intermedi per 9,5 miliardi. Nel solo 2014 il conto (tra patto e spending
review) ammonta a più di 3,6 miliardi. Ci sarebbe molto da
dire sulla congruità di manovre che colpiscono duro i comuni (7,6 % della spesa
pubblica italiana) e le province (1,3% della spesa pubblica italiana) ma
lasciano sostanzialmente indenne i centri di costo (ministeri e regioni) che
producono il restante 90% della spesa. In
questa sede mi limito tuttavia a ricordare come le province si apprestino ad
affrontare il “giro di boa” del 12 ottobre in condizione di grave debilitazione
economica e finanziaria Per farsi un’idea della situazione basti
pensare che, su poco più di un centinaio di enti: 2
Province (Vibo Valentia e Biella) sono in dissesto;
3 si sono viste costrette ad attivare piani
di riequilibrio, (Potenza per 4,5 milioni, Chieti per 10,3 milioni, Ascoli
Piceno per 14 milioni); 2 (Imperia, con 6,6 milioni e Verbano-Cusio-Ossola, con
2,1 milioni) sono in attesa di accedere
al piano di riequilibrio; 11 hanno sforato
il patto di stabilità; 15 province (per completare il “martirologio”),
hanno dovuto ricorrere ad anticipazioni
della Cassa Depositi e Prestiti a causa di gravi carenze di liquidità, per
quasi 60 milioni.
SIGNOR RENZI, ECCO UNA RIFORMA DA IMITARE, SE LEI FOSSE UNO STATISTA E NON UN SERVO CODARDO DELLA UE
Le banche che operano in Ungheria (inclusa l’italiana Unicredit) dovranno pagare qualcosa come 3,2 miliardi di euro ai debitori colpiti da aumenti dei tassi d’interesse sui mutui, in base alla nuova legge presentata oggi nel parlamento magiaro. “Il settore bancario ungherese dovra’ restituire 1.000 miliardi di fiorini (3,2 miliardi di euro) alle famiglie”, ha detto Antal Rogan, capo del gruppo parlamentare di Fidesz, la formazione di destra il cui leader e’ il primo ministro Viktor Orban. Fidesz ha stravinto le elezioni di aprile, anche grazie alle politiche economiche non ortodosse che compongono il programma di Orban. E tra le decisioni, anzi le “riforme”, parola che piace tanto agli oligarchi della Ue e ai loro padrini banchieri, decise da Orban c’è quella del taglio degli esosissimi interessi pretesi dalle banche straniere sui mutui per l’acquisto di immobili. La nuova legge, voluta da Orban, li stronca e questo non piace affatto a Bruxelles e alle feroci oligarchie finanziarie che là comandano.
Infatti, sono arrivate critiche a Orban da chi sostiene che tali politiche hanno minato l’immagine dell’Ungheria tra gli investitori stranieri. Tra i principali “critici”, i consorzi bancari tedeschi, olandesi e svizzeri. La nuova proposta di legge del governo Orban, che dovrebbe essere convertita in due settimane, vieta inoltre alle banche commerciali di aumentare i tassi d’interesse, le commissioni e i costi per i mutui fino al 30 aprile 2016, ha spiegato ancora il portavoce di Orban, Rogan.
IL PD COMINCIA A TREMARE…
Sono state un vero e proprio flop le primarie organizzate dal centrosinistra in vista delle elezioni regionali di novembre: si sono recati ai seggi appena 58.000 elettori. Confrontando i dati delle precedenti consultazioni in Emilia-Romagna, il risultato è davvero poca cosa, alle precedenti primarie risposero all’appello più di 400.000 persone.
La militanza PD, non andando a votare, ha inteso mandare un segnale chiaro alla dirigenza del partito, solo l’establishment non ha disertato le urne, optando per il classico candidato d’apparto, l’ex braccio destro del presidente dimissionario Errani, Stefano Bonaccini.
Il PD dovrà tenere conto di questo trend negativo. Lo zoccolo duro del partito si sta ammorbidendo, il centrosinistra comincia a tremare. Sta per chiudersi una delle pagine più negative della sinistra emiliano-romagnola, cominciata con le dimissioni di Errani dopo la sua condanna sul caso Terremerse, alle quali ho contribuito in prima persona, proseguita col passo indietro di Richetti alle primarie, e poi la guerra tra correnti e le ipotesi di candidati calati dall’alto.
Forza Italia e tutto il centrodestra sono pronti a raccogliere la sfida, stravolgeremo l’architettura della Regione Emilia-Romagna, partendo dal sostegno all’occupazione, un impegno serio per rilanciare il sistema economico, diremo finalmente basta alla pioggia di fondi regionali riservati alle grandi cooperative rosse improduttive e a quei tanti istituti di “amici” mascherati da centri di ricerca o associazioni culturali. Fabio Filippi, Consigliere Regionale Forza Italia
FAZIO: CHE TRISTEZZA BATTUTA RAZZISTA SU BRUNETTA
“Caro Fazio, con la tua infelice battuta su Renato Brunetta, francamente razzista, e con l’aggravante che eri consapevole di esserlo, hai commesso un duplice errore. Il primo è di stile. E lo stile non è scorza, ma profilo interiore. Sbugiarda l’immagine che, in tutti questi anni, hai cercato di costruire. Quella del bravo ragazzo, timorato, che si scandalizza, per finta, delle performance sboccate di Luciana Littizzetto, su cui spande il borotalco avanzato dalle tue aspersioni della delicata polvere sull’intervistato. Sotto il borotalco, fuffa”. Così ‘Il Mattinale’ (www.ilmattinale.it), la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati.
“Era Enrico Berlinguer a soler ripetere: gratta, gratta nella coscienza di un comunista e viene fuori la sua ipocrisia. Lì ti è venuto fuori il risentimento ammuffito per il fatto di essere stato sfidato da Brunetta sul tema della trasparenza dei tuoi emolumenti. Colpito e affondato in duello leale, ora pratichi la piccola vendetta a tradimento”.
“L’errore maggiore però è stato quello di ricondurre la riflessione critica sulle politiche governative ad un fatto esclusivamente personale. Non è così. “Il Mattinale”, di certo guidato da Brunetta, e non è un mistero, si caratterizza per l’impegno collettivo di un gruppo di ricercatori che non sono accecati dal pregiudizio, ma sanno leggere i dati della realtà economica e sociale del Paese e con questi si misurano.
lunedì 29 settembre 2014
“VISIBILITA’ OTTIMA”
Su impresa e
lavoro Renzi viene sulle posizioni di Forza Italia, non viceversa. Se saprà
stare unito, prevedo visibilità ottima, per il centrodestra. Alessandro
Sallusti - Era il
1994 quando il Corriere della Sera salottiero e la Cgil barricadiera lanciarono
tenendosi a braccetto l'assalto al neopremier e astro nascente della politica
Silvio Berlusconi, da pochi mesi insediato a Palazzo Chigi. Il famoso avviso di
garanzia recapitato via stampa al G8 di Napoli e lo sciopero generale contro le
riforme di lavoro e pensioni furono un uno-due micidiale che costrinse il
centrodestra a mollare il governo in mano a un tecnico, Dini, e alla sinistra
più retriva. Sono passati vent'anni e la storia si ripete. In settimana è
partito l'affondo del Corriere contro il neopremier, ieri la Camusso ha chiuso
il cerchio minacciando, sulla riforma del lavoro targata Renzi, lo sciopero
generale. Anche il tintinnio di manette c'è, più ovattato rispetto al '94, ma
c'è. E pure i vescovi non stanno alla finestra. Del resto quando mai lo sono
stati? Basti ricordare che il governo Monti nacque in un convento e il suo
partito in una sacrestia. Tutto lecito, per carità. Sacra è la libertà di
opinione e di informazione, legittima è la protesta sindacale, liberi i giudici
di indagare e i preti di pregare che le cose vadano secondo i piani del loro
personalissimo Dio. Ma vogliamo mettere almeno sullo stesso piano la libertà
dei governi di governare e delle maggioranze di legiferare? Già i politici ci
costano un occhio della testa, se poi li costringiamo a non far niente perché a
decidere devono essere altri, be' almeno non lamentiamoci poi dell'inutilità
della casta. Sulla riforma del lavoro
si sono formate maggioranze strane. Berlusconi
la appoggia, coerente con se stesso e i principi liberali del suo partito.
Alleati con la Cgil ci sono mezzo Pd parlamentare (quello della Bindi e di
Bersani), Vendola e l'immancabile Grillo, quello che doveva cambiare tutto e
che è invece diventato il più feroce dei conservatori. Dentro Forza Italia c'è
qualche maldipancia a dare un aiuto a Renzi anche su questo tema. Raffaele Fitto, per esempio, invoca una
«opposizione visibile». Dico io, quale occasione migliore per essere visibili
che votare questa legge e vendicarsi del '94, dimostrando a Corriere, Cgil,
magistrati e vescovi quanto miopi furono. È
la sinistra che con Renzi, sui temi impresa e lavoro, viene sulle posizioni di
Forza Italia, non viceversa. Se saprà stare unito, prevedo visibilità ottima,
per il centrodestra.
DOV’E’ IL RISANAMENTO DELLA POLITICA?
Tutti noi
ora dobbiamo tirare la cinghia e nel frattempo si viene a sapere, che quattro
deputati di NCD hanno tentato di estendere il
privilegio del vitalizio anche nel caso di scioglimento anticipato della legislatura. E' una vergogna; altro che
contenimento dei costi della politica! I
vitalizi vanno eliminati, perché .credo che i ns. benemeriti politici, possano
tranquillamente pagarsi una pensione integrativa, sema far la fame. Non ci era
stata promessa una riforma vera che mettesse fine ai privilegi della casta? Se
questo è quanto passa il convento, siamo messi davvero male! Bisogna arginare
questo malcostume, che vede promettere e non mantenere e si deve finalmente
far 'sopportare il peso della crisi,
inprimis a chi in tutti questi anni ha
sperperato grandi risorse e ha goduto di vantaggi inenarrabili. Come se non
bastasse i ns. amici hanno utilizzato anche i rimborsi spese in maniera
impropria e truffaldina. Si vada quindi a limitare al massimo il numeri degli
onorevoli, visto che di onorevole hanno assai poco! Mi sembra che si abbia poca
voglia di tagliare veramente ; ma di colpire solo i cittadini comuni.
TERMINATI I LAVORI A QUARTOLO
Sono terminati i lavori
per riparare la frana avvenuta sulla provinciale 302 co la ricostruzione di un
basamento in terra con inclinazione a 45 gradi e rivestita con teli e massi.
L’alluvione del 20 settembre la grande piena del Lamone ha raggiunto i nuovi
lavori eseguiti dalla provincia (vedi il bagnatoo pari al palo di sostegno). In
molti auspicano che i lavori di
riparazione in terra invece di un muro in cemento possano resistere nel tempo
in quanto a monte della frana non sono stati fatti lavori di regimazione delle acque e il fiume
l’ha aggredito ai piendi da vicino. Speriamo di sbagliarci.
PRIMARIE PD FLOP, RISULTATI PROVINCIA RAVENNA
I votanti sono stati
7.941(di cui 7.847 voti validi): Balzani 3.300 (42,05%); Bonaccini
4.547 (57,95%).
In allegato la tabella con i risultati si alcuni comuni.
In allegato la tabella con i risultati si alcuni comuni.
seggio
voti BALZANI % BONACCINI % bianche nulle contestate voti validi Provincia
Ravenna
TOTALI 3.300 42,05 4.547 57,95 61 32 1
7.941
BAGNACAVALLO 166 33,47 330
66,53 4 2 0 502
BAGNARA 28 44,44 35 55,56 1 0
0 63
13 BRISIGHELLA 1 - Centro 1 21
25,30 62 74,70 0 0 0 83
14 BRISIGHELLA 2 - Fognano 2 13 59,09 9 40,91 0 0
0 22
15 BRISIGHELLA 3 - Marzeno 3 8
50,00 8 50,00 0
0 0 16
BRISIGHELLA totale 42 34,71 79 65,61 0 0 0 121
CASOLA VALSENIO 1 15 16,67 75 83,33 2 0 0
92
CASTEL BOLOGNESE 1 54 36,73 93 63,27 0 1 0
148
FAENZA 326 46,11 381 53,89 9 2 0 718 RIOLO TERME 1 29 39,19 45 60,81 0 0 0 74
Guarda altri
Comuni: http://www.pdravenna.it/index.html?idpg=7&id=892
sabato 27 settembre 2014
“OBIETTIVO 12 OTTOBRE”: FORZA ITALIA DENUNCIA IL PASTICCIO DELLA LEGGE SULLE PROVINCE
Forza Italia in vista
delle elezioni che coinvolgeranno dal 28 settembre al 12 ottobre 64 province e
8 città metropolitane, ha denunciato il “pasticcio” della legge Delrio, che non
serve di fatto nemmeno a far risparmiare lo Stato, mette in guardia dal rischio
che, senza fondi, correranno le scuole e i trasporti locali, quindi, a supporto
dei propri amministratori, lanciando il portale “Obiettivo 12 ottobre”
per districarsi dal “ginepraio” di difficoltà di questa “difficilissima
stagione”. Il 28 settembre e il 12
ottobre si terrà “una specie di elezione che non c’é. Perché senza abolire le
Province é stato abolito il voto dei cittadini”, un’elezione di secondo grado
cui potranno partecipare solo gli amministratori, dicono gli azzurri che
parlano di “pasticcio motivato dal fatto che si possano risparmiare 3,5
miliardi” mentre i dati indicano che la spesa potrebbe essere ridotta “solo di
32 milioni” pari al costo delle indennità eliminate. Sull’intera vicenda
Province poi, ha affermato Paolo Russo, pesano i ricorsi di Lombardia, Veneto,
Campania e Puglia alla Corte costituzionale che si pronuncerà il prossimo 24
febbraio con la possibilità di una dichiarazione di incostituzionalità della
norma. Di “particolare schizofrenia in materia elettorale del governo” ha
parlato Ignazio Abrignani. Salta il concetto di “election day, ci saranno
elezioni a ritmo continuo”, facendo l’esempio della Calabria: a Reggio Calabria
si voterà per il comune il 26 ottobre e, secondo le previsioni nessuno vincerà
al primo turno. Dunque si tornerà a votare il 9 novembre e poi ancora il 23 per
la Regione. Il che “oltre significare un costo incomprensibile per lo
Stato porterà disaffezione”. Le Province, ha sottolineato Castelli, sono
“private di risorse significative ma mantengono le loro funzioni”. Con la
riforma c’é “il rischio che metà delle province residue vadano in dissesto e si
passerà dalle ’scuole sicure’ alle ’scuole fredde’ perché mancheranno le
risorse per i riscaldamenti. E i problemi " enormi sulle scuole
superiori" si uniscono a quelli che riguarderanno le strade provinciali.
"Probabilmente l’obiettivo è già raggiunto: i cittadini potranno scoprire
nei prossimi 3 weekend che le Province esistono ancora, dopo che si é fatto
passare il messaggio che erano state abolite. E’ stato fatto un grande
pasticcio. Forza Italia chiede che in un contesto così difficile almeno ci sia
la legittimazione popolare del Presidente di Provincia che ha un ruolo di
riferimento. Forza Italia rivendica il rapporto diretto con il cittadino come
elemento cardine della democrazia e vuole esserci fortemente negli Enti
locali. Non sfugge che questa é un’operazione politica per un ricambio
degli amministratori. FI e il centrodestra, con una maggioranza di presidenti
di provincia, rischia di andare in minoranza. C’é un meccanismo di voto per
premiare di più una parte che l’altra: chi pensa che non diremo la nostra e non
saremo parte attiva nel dettare la linea si sbaglia di grosso”.
IPOTESI: “PARTITO DEL FARE” E’ IL NOME IN POLE PER RENZI-BERLUSCONI
E se, a furia di tirare la
corda da una parte e dall'altra, Silvio
Berlusconi e Matteo
Renzi finissero per romperla. Il fastidio del Cavaliere per i
tanti che nel partito gli remano contro per il Patto del Nazareno è cosa nota da mesi.
Dall'altra parte, anche il premier sta riconoscendo resistenze sempre più
crescenti ora che le riforme stanno toccando il tema del lavoro. I due, Matteo
e Silvio, si somigliano in tante cose. C'è chi nell'entourage del leader di Forza Italia non nasconde
che il Cav veda proprio in Renzi un se stesso giovane. E da tempo si parla di
un partito trasversale, che raccolga i fedelissimi del Cavaliere da una parte e
quelli del premier dall'altra, liberandoli così dalla "zavorra" di
quanti vedono il "Nazareno" come il fumo negli occhi.
Il toto-nome - Un grande centro
riformista e liberale, sul modello della vecchia Democrazia Cristiana, ma non
di ispirazione strettamente cattolica. Un raggruppamento che raccolga la voglia
di rinnovamento dell'ex sindaco di Firenze e lo spirito rivoluzionario del
primo Berlusconi, quello del 1994. Secondo quanto rivela il sito affariitaliani.it, nelle
discussioni tra gli sherpa dei due leader ci sarebbero già delle ipotesi sul
nome del nuovo partito. E in pole position, secondo quanto risulta ad
Affaritaliani.it, ci sarebbe la dicitura "Il
Partito del Fare", un nome volutamente post-ideologico che
non si rifaccia né alla sinistra né alla destra ma che indichi pragmatismo e
concretezza.
Un'ipotesi di cui si parla negli ultimi giorni. Una
suggestione improbabile, e che forse non piacerebbe
“GIUSEPPE UGONIA”:A 70 ANNI DALLA MORTE 1881-1944 Domenica 5 ottobre 2014
G.Ugonia
“La Memoria Storica di Brisighella- I Naldi-Gli Spada”
Ore 10.30 S. Messa - Collegiata
S. Michele Arcangelo di Brisighella
celebra
Mons. Giuseppe Piancastelli con la partecipazione del coro comunale
Ore 16.00 Sede della Memoria storica “Loggetta Miro Fabbri”
conferenza tenuta dalla sig. Velda Raccagni
“Aspetti
dell'arte litografica del maestro legata al paesaggio brisighellese”.
A ricordo della giornata sarà consegnata, in
chiesa, una stampa dell’ insigne maestro.
ALLUVIONE: LAMONE, MARZENO, SENIO
Fino a quando la Regione Emilia-Romagna continuerà ad essere
amministrata con la cieca ideologica filo ambientalista (dove se tocchi un
alberello nel fiume ti becchi una denuncia) questi sono i risultati. Perché non
dare la possibilità ai bisognosi o ai frontisti di fare legna nel fiume come
facevano una volta. Avremmo fiumi con l’alveo pulito e meno alluvioni come
quelli recenti di Brisighella; Modigliana, Castrocaro; Tredozio; Riolo Terme.
venerdì 26 settembre 2014
I NOSTRI SI E I NOSTRI NO A RENZI
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Bene il Jobs Act purché non resti neanche un moncherino del totem n. 18. E subito si faccia la riforma fiscale altrimenti non serve. Inaccettabile la norma sul depistaggio: una pistola in mano ai cattivi pm. E qualcuno spieghi a Matteo che non si fa così a essere garantisti.
Depistaggio – Non solo Forza Italia ma anche un partito di governo come quello di Alfano, l’Ncd, non condivide la proposta di legge per l’introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e inquinamento processuale. Ieri si è spaccata la maggioranza su un provvedimento liberticida, un abominio per il nostro stato di diritto. Ha vinto ancora il partito delle procure. Questo è inaccettabile. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo con voce forte.
Uniti si vince – Il centrodestra unito può dire la sua già adesso. Le nostre posizioni su Jobs Act e art. 18 trovano rispondenza in quanto sta portando avanti Maurizio Sacconi. Se passerà così com’è sarà una vittoria per l’Italia. Su questi contenuti non c’è alcuna distanza con Lega e Fratelli d’Italia. Noi difendiamo gli ideali di libertà e di intrapresa senza lacci e laccioli. Allo stesso modo con Ncd ci siamo opposti all’assurdo reato di depistaggio. Uniti si vince.
De Magistris – “Non siamo garantisti a giorni alterni. De Magistris per me sarà colpevole dei reati a lui ascritti solo quando i tre gradi di giudizio avranno decretato l’eventuale condanna. Altra cosa è la condanna politica già definitiva che gli hanno dato i cittadini. Io penso però che il già debole sindaco, con questa vicenda, sia arrivato al capolinea. De Magistris nelle prossime ore si troverà di fronte ad una scelta di responsabilità, a mio avviso senza alternative”. Lo ha detto Paolo Russo in un intervista a “Il Mattino”, sulla condanna ad un anno e tre mesi di reclusione inferta al sindaco di Napoli, a conclusione del processo Why Not. “Il sindaco dovrebbe prendere atto e coscienza della sua incapacità amministrativa che si tiene in equilibro su mezzo voto. Non c’è bisogno di aspettare il giudizio del tribunale per sapere che come primo cittadino de Magistris ha fallito”.
ITALIA PAESE DOVE I LECCACULI FANNO CARRIERA EI “MERITEVOLI” VENGONO ESILIATI. IL CAPITANO DE FALCO “NON PROMOSSO” MA RIMOSSO
“Sono amareggiato e sto riflettendo su molte
cose, comprese le stellette che porto addosso”. Il capitano Gregorio De Falco, l’eroe
della notte della Concordia,
quello che ordinò a Francesco
Schettino il celebre e rabbioso “torni a bordo cazzo”. Lo
stesso che dalla sala operativa della capitaneria di Livorno sospettò prima di
tutti gli altri, assieme al collega Alberto
Tosi, che il black out a bordo della grande nave da crociera fuori
rotta, fosse una colossale
bugia.
Il capitano di fregata è stato
informato ieri che dovrà lasciare il settore operativo della Capitaneria di
Livorno. Pensa che ci sia un collegamento fra il suo spostamento di incarico e
quello che accadde la notte di Concordia? “Penso di sì, mi sono fatto questa idea: che ci possa essere
un collegamento col lavoro che ho fatto per il soccorso e forse nelle
indagini”.
MALTEMPO, IN ARRIVO PIOGGIE INTENSE FINO A VENERDI, DICHIARATO LO STATO DI CRISI PER LE PIOGGE DEL 20 SETTEMBRE
Bologna, 24 settembre 2014
- Il servizio di protezione civile dell'Emilia-Romagna ha diffuso un'allerta meteo
valida fino a venerdì 26
settembre e ha attivato la "fase di attenzione" per
intense precipitazioni in Romagna. L'allerta riguarda, in particolare, le zone di alto Lamone-Savio, le pianure
di Ravenna e Forlì e l'area del fiume Reno, dove si potrebbero
verificare infatti intense precipitazioni tali da provocare danni alle aree
coinvolte.
Il territorio romagnolo è
già stato interessato nei giorni scorsi da criticità idrauliche, per questo
saranno possibili ulteriori allagamenti nelle aree limitrofe ai corsi d'acqua. Attesi anche smottamenti e piccole frane.
Dichiarato stato di crisi
per Bologna, Forlì e Ravenna
E' stato dichiarato lo
stato di crisi regionale per le province di Bologna, Forli'- Cesena e Ravenna,
colpite sabato scorso, 20
settembre, da piogge eccezionali e allagamenti. Il Decreto e'
stato firmato oggi dal presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani.
"Si tratta di un primo
passo importante- afferma in una nota l'assessore alla
Protezione civile Paola Gazzolo- per dare una risposta immediata alla
popolazione e autorizzare misure a sostegno delle amministrazioni comunali, che
hanno subito danni consistenti ai servizi pubblici essenziali, viabilita',
abitazioni private e attivita' produttive". L'Agenzia regionale di
protezione civile ha gia' avviato la ricognizione dei danni, in attesa di
completare in tempi rapidi le procedure per la richiesta al Consiglio dei
ministri dello stato di emergenza nazionale. Il provvedimento avra' durata di
90 giorni. I Comuni interessati sono, per la provincia di Bologna: Borgo
Tossignano, Casalfiumanese, Fontanelice, Imola; per la provincia di Forli'-
Cesena: Civitella di Romagna, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Cusercoli,
Forli', Galeata, Meldola, Modigliana, Portico e San Benedetto, Predappio, Rocca
San Casciano, Tredozio; per la provincia di Ravenna: Brisighella, Faenza e Riolo
Terme.
LE PROVINCIE NON SONO STATE ELIMINATE: IL GATTOPARDO
Il consigliere di Forza Italia
Galassini Vincenzo insieme all’UDC e la Lega Nord hanno chiesto alla giunta
Provinciale di Ravenna di dimettersi con tutti i consiglieri per favorire la
nuova Provincia. Proposta respinta dal
consiglio Provinciale. Ma anche con la nuova proposta della legge Delrio-Renzi
le province sono rimaste, sono solo stati eliminati i consiglieri eletti
direttamente ma rappresentanti da consiglieri comunali. Gattopardo.
giovedì 25 settembre 2014
INTERROGAZIONE SULLA POSIZIONE DEL PRIMARIO DI MEDICINA NUCLEARE DI FAENZA
Raffaella Ridolfi
consigliere di Forza Italia a Faenza ha presentato un'interrogazione in cui si
legge che "pur
non essendo ancora stato depositato e presentato l’atto aziendale della nuova
ASL della Romagna si stanno prendendo da parte della dirigenza delle decisioni
fondamentali per il nostro Ospedale; nello specifico risulta di evidente
interesse la posizione del primario di Medicina nucleare dell’Ospedale di
Faenza."
La Ridolfi interroga il Sindaco e la Giunta
nello specifico "per conoscere: se corrisponde al vero
che l’incarico di primario di Medicina Nucleare dell’Ospedale di Faenza (oltre
che di Ravenna e Lugo) sarebbe stato affidato al Primario dell’ospedale di
Cesena che così cumulerebbe due incarichi evidentemente molto onerosi; quali
attività in tale situazione verrebbero svolte nel futuro da tale Servizio,
rispetto a quelle attuali; da chi vengano assunte tali decisioni, sulla base di
quali intese istituzionali, se in particolare il Sindaco di Faenza ha condiviso
una tale decisione, e qual è il suo pensiero al riguardo; se non ritenga: che
se così fosse, tenuto conto degli intuibili impegni di una tale figura, la
scelta apparirebbe fin d’ora come una formalità, priva di contenuti concreti e
positivi per la nostra città; che decisioni come questa, che sembrano
propedeutiche più a future riduzioni che a sviluppi del nostro Ospedale; che
non può comunque essere questo, nel futuro, il grado di informazione e di
partecipazione dei consiglieri comunali alle decisioni riguardante il nostro
Ospedale."
ELEZIONI REGIONALI: “UNITA’ DEL CENTRO DESTRA” E RINNOVAMENTO DELLE LISTE
Azzurri del ’94 con Silvio Berlusconi
Il coordinamento di Azzurri ’94 ha unanimemente proposto
il documento che di seguito sintetizziamo:
Le Donne e gli uomini di Azzurri’94 con Silvio Berlusconi
sono già al lavoro per Forza Italia. A livello della Regione Emilia Romagna
Azzurri ’94 hanno dimostrato lungimiranza politica e determinazione nel
condividere lo spirito, i principi e le idee che hanno caratterizzato la
politica di Silvio Berlusconi e di Forza Italia e si sono caratterizzati come
un punto di riferimento per chi sa coniugare il rinnovamento con l’antico cuore
(che non significa affatto nostalgia) di proposte e programmi politici concreti
e capaci di generare ripresa e sviluppo. Tutti coloro che anche nella nostra
regione nell’autunno del 2012, sottoscrissero Il manifesto appello Azzurri ’94
con Silvio Berlusconi confermano oggi il loro impegno per realizzare, dopo
quarantaquattro anni, l’alternativa al regime delle giunte rosse. l’alternativa
di governo democratico credibile.
Se in questi ultimi anni in Emilia Romagna, il
centro-destra non sempre è stato percepito come l’opposizione al PD cedendo il
testimone di troppe battaglie al Movimento Cinque Stelle, oggi è tempo di
ritrovare una forte passione civile e di esprimere candidati capaci di parlare
al cuore della gente, perché, nonostante tutto, c’è una società civile pronta ad
assumersi maggiori responsabilità. Possiamo e dobbiamo rigenerare la politica,
perché abbiamo cuore e idee per riuscirci. Per questo gli Azzurri del ’94 con
Berlusconi, sono fortemente impegnati nel tesseramento a Forza Italia che si
conclude alla fine ottobre e che condurrà ai Congressi Comunali e Provinciali
previsti per la fine del 2014 e l’inizio del 2015.
Azzurri ‘94 Condivide con il Presidente Silvio Berlusconi
che Forza Italia abbia bisogno di rinnovarsi, candidando alle elezioni
regionali persone, prevalentemente donne e giovani, che sappiano tornare allo
spirito del '94. In questa ottica a differenza di chi lega la propria
sopravvivenza alla strenua difesa dell’esistente, Forza Italia ha il dovere di
guidare il cambiamento. Indicare quella rotta di libertà che conduce allo
sviluppo. Patrimonio genetico dei moderati italiani, maggioranza sociale nel
Paese che deve e può diventare, attraverso il contributo di tutti, maggioranza
politica.
Non è sufficiente, tuttavia, la presenza di candidate e
candidati berlusconiani formatisi nelle assemblee elettive locali, se non
accompagnata dalla premessa politica dell’Unità di tutte le formazioni che
compongono il centrodestra. Perché questa unità è anzitutto nella testa e nel
cuore della gente che vota i partiti che si riferiscono a questa storia che
dura da vent’anni, dal giorno cioè della discesa in campo di Silvio Berlusconi.
Uniti in Emilia Romagna perché alle elezioni regionali, la visibilità di una
ritrovata coesione darebbe cuore a tanta gente che oggi assiste sgomenta allo
strapotere inconcludente del regime catto-comunista renzista che ha trovato i
moderati scompaginati.
Azzurri 94 ritiene che in questa fase sia necessario
superare la tattica e gli egoismi, le legittime pulsioni identitarie e
privilegiare la difesa dei cittadini che sono lentamente ma inesorabilmente
depredati del loro presente e del loro futuro. L’unità del centrodestra è nelle
cose. Rifiutarla significherebbe rinunciare a vincere e le belle sconfitte ,
dopo 44 anni di regime di sinistra non servono alla gente.
Rodolfo Ridolfi (coordinatore)-Werner
Argellati (Piacenza)- Gabriella Bianchi (Rimini)- Liborio
Cataliotti (Reggio-Emilia) Vincenzo Galassini (Ravenna)- Daniele
La Bruna (Forlì)- Giancarlo Mazzoli (Bologna)Adolfo
Morandi (Modena)- Valerio Stanziani (Bologna)- Luciano
Tancini (Ferrara)
LA CASTA HA VOTATO NO ALLA RIDUZIONE DELLE PENSIONI D’ORO A POLITICI E MANGER E ALL’AUMENTO DI QUELLE MINIME. ECCO I NOMI DEI 337 RESPONSABILI
In parlamento si era presentata una opportunità “d’oro”, quella di tagliare le pensioni milionarie immeritate a manager pubblici ed ex politici in modo da aumentare le minime e pagare le migliaia di aziende per cui lo stato è in debito.
Indovinate cosa hanno
votato i nostri cari politici? Ben 337 NO (nella foto sopra è
ritratta la votazione,le luci verdi,cioè i SI, sono stati la minima parte, rappresentata
da FI, M5s e Fratelli D’Italia). E’ una occasione che non si ripresenterà più
per molti anni, un occasione persa per l’Italia..
Ecco nome per nome, in ordine alfabetico tutti i 337 che hanno votato NO, quelli che hanno fatto sì che i poveri restino sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, così magari valuterete di che pasta è fatto il vostro candidato preferito:
Ecco nome per nome, in ordine alfabetico tutti i 337 che hanno votato NO, quelli che hanno fatto sì che i poveri restino sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, così magari valuterete di che pasta è fatto il vostro candidato preferito:
1 Adornato Ferdinando UDC
2 Agostini Luciano PD
3 Agostini Roberta PD
4 Albanella Luisella PD
5 Alfreider Daniel SVP
6 Allasia Stefano LEGA NORD
7 Alli Paolo NCD
mercoledì 24 settembre 2014
ALLUVIONE E ALLAGAMENTI: SE IL SINDACO E’ ARRABIATO NOI SIAMO FURIBONDI……….
“Il Sindaco Malpezzi si dice stanco di dover
prendersi le colpe altrui, ma alla base delle colpe altrui c’è la
responsabilità sua, della sua maggioranza e delle amministrazioni precedenti tutte
targate PD. Sono state fatte delle scelte anche nella determinazione dei
gestori dei servizi e soprattutto nei confronti di questi c’è stata e c’è una
assoluta mancanza di attenzione e controllo. Volendo utilizzare un esempio
banale nessuno ha mai chiesto ad Hera i danni per aver sporcato con dell’olio
la pavimentazione della Piazza. Troppe volte la maggioranza PD si fa imbonire
da società varie, che tutto va bene, che è stato fatto moltissimo, che si è
investito moltissimo nel territorio, nelle opere. Troppe volte da parte
dell’amministrazione e da parte degli uffici vengono liquidate con
superficialità le segnalazioni dei cittadini ed anche dei consiglieri comunali:
quante volte abbiamo segnalato difficoltà alle fognatura, bocche di lupo
ostruite, griglie sporche. Per comprendere si deve arrivare sempre al danno
ingente, talvolta irreversibile. Così come è il sistema, se c’è un sistema, di
allerta meteo e di avviso delle persone che possono essere a rischio non va
assolutamente. Non c’è un piano di protezione civile adeguato. E’ necessario
implementare i mezzi di comunicazione anche esplorando ed utilizzando i nuovi
canali. Non c’è un’attività di prevenzione in tempi “buoni”, non sono previste
le prove di protezione civile. Alcuni danni a cose sono stati causati perché
non si sono avvisati per tempo i residenti di alcune zone a rischio. C’è poi il
tema della pulizia degli argini dei fiumi e dei torrenti, non vogliamo neppure
dimenticare le casse di espansione. Troppi e per troppo tempo non hanno fatto il
loro lavoro pur drenando un sacco di risorse dalle casse comunali, provinciali
e regionali ed ora il territorio, i cittadini ne pagano le conseguenze”. Raffaella Ridolfi
GIOVANNI TOTI:” COALIZIONE CON FORZA ITALIA CON LEGA, NCS E FDI. ALLE POLITICHE BERLUSCONI CANDIDATO PREMIER
Prove tecniche per una nuova coalizione di centrodestra. A rivelarlo è Giovanni Toti in un'intervista ad Affaritaliani. Il consigliere politico del Cav svela i piani di Forza Italia per le prossime regionali: "Per questo tipo di appuntamento elettorale puntiamo a una coalizione di tutto il Centrodestra con Ncd, Udc, Fratelli d'Italia e Lega. Politiche di corsa solitaria indeboliscono la possibilità di battere la sinistra". Nelle ultime settimane però Matteo Salvini ha sempre chiuso le porte ad un'eventuale alleanza tra Lega ed Ncd. I nodi da sciogliere - E così Forza Italia è a lavoro per convincere il leader del Carroccio: "Domani ci incontriamo con la Lega, ragioneremo delle loro esigenze, faremo presenti le esigenze di avere una coalizione larga per poter essere competitivi con le sinistre. Contiamo, passo dopo passo, di arrivare a una composizione di interessi diversi. Sappiamo che non è facile ma questo è il nostro obiettivo. Ci stiamo spendendo con generosità e speriamo che gli alleati capiscano che sono i loro elettori prima di tutto a chiedere che il Centrodestra torni ad essere vincente". Le regionali potrebbero essere un banco di prova per testare la tenuta della coalizione per poi presentare lo stesso schieramento alle politiche. Silvio candidato premier - Ma quale sarebbe il candidato premier di una coalizione con Forza Italia, Ncd, Udc, Fratelli d'Italia e Lega? Toti su questo punto non ha dubbi: "Per quanto ci riguarda un leader ce l'abbiamo e si chiama Silvio Berlusconi e non abbiamo nessuna esigenza di confermarlo con strumenti tipo le primarie. Dopodiché, è stato lo stesso presidente Berlusconi a dire che quando la coalizione sarà formata discuteremo con gli alleati e non sarà esclusa la possibilità di ricorrere alle primarie ove ci sia la necessità". Infine Toti parla anche del ricorso presentato alla Corte di Giustizia europea per la condanna del Cav nel processo Mediaset: "Quando la Corte europe darà, perché ne siamo certi, ragione a Berlusconi per noi certamente resta il nostro leader e quindi è evidente che se pensiamo a un candidato premier pensiamo a Silvio Berlusconi. Speriamo che le condizioni lo consentano"
DELRIO SONFESSA RENZI: DEBITI CON LE AZIENDE PAGATI A META’
Alla fine la verità sta nel mezzo. Anche nel caso dei debiti della pubblica amministrazione che negli ultimi giorni sono stati al centro di un’autentica lotteria. Gli artigiani della Cgia di Mestre hanno sostenuto che Renzi non ha mantenuto la promessa di saldarli tutti entro il 21 settembre, il premier sceso in campo per precisare che era già tutto in pagamento. Così ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha confermato che in realtà i soldi a disposizione delle imprese sono 55-60 miliardi, ma quelli effettivamente pagati sono 31-32 a causa di ritardi prevalentemente dovuti alla comprensione da parte delle aziende del nuovo sistema per liquidare i loro crediti verso la pubblica amministrazione. «Posso garantire che il meccanismo che abbiamo messo in piedi è assolutamente certo ed esigibile» ha detto Delrio a margine di un’audizione al Parlamento Ue, sottolineando che «sul fatto che ogni imprenditore può andare a riscuotere quello che gli è dovuto non c’è alcun dubbio». Quindi Delrio ha spiegato che «il fatto che da 60 o 55 (miliardi), come presumibilmente saranno alla fine quelli reali, si sia arrivati a 31-32, dipende dai meccanismi di velocizzazione che le imprese hanno avuto nel rendersi conto del nuovo sistema». Delrio ha aggiunto al riguardo che «a volte alcuni enti locali non hanno pagato le loro partecipate», precisando che in questi casi «c’è anche qualche ritardo un po’ colpevole, tra virgolette». Dunque alla fine se i soldi ci sono ma non sono stati erogati è come se non ci fossero. Secondo questa tesi Renzi dovrebbe pagare la penitenza di andare a piedi al santuario del Monte Senario come annunciato nella puntata di Porta a Porta nel caso non avesse assolto l’impegno. A rincarare la dose è stato ieri il vicepresidente vicario dell'Europarlamento Antonio Tajani: «Mancano ancora all'appello circa 60 miliardi dallo Stato per i pagamenti dei debiti della pa». Dati alla mano, «la Banca d’Italia ha stimato i debiti della Pa al 31 dicembre 2012 a circa 90 miliardi», ha spiegato Tajani. «Da parte sua il governo ha stanziato 56,8 miliardi di questi sono stati erogati alle pubbliche amministrazioni 30, ma la Pa ne ha pagati 26,1. Dunque in totale mancano intorno ai 60 miliardi: 30 miliardi di quelli che sono stati stanziati e altri 30 circa ancora da stanziare». Infine Massimo Blasoni, presidente del centro studi "ImpresaLavoro" ha detto che «liquidare i debiti pregressi di per sé non riduce pertanto lo stock complessivo: questo può avvenire soltanto nel caso in cui i nuovi debiti creatisi nel frattempo risultano inferiori a quelli oggetto di liquidazione».
Fil. Cal.
martedì 23 settembre 2014
E IO PAGO: LA CAUSA PRINCIPALE DEGLI ALLAGAMENTI E’ STATA LA SCARSA MANUTENZIONE DELLE PARATIE DA PARTE DI HERA
http://www.youtube.com/watch?v=iT3JHpdmwjs&feature=player_detailpage
http://www.youtube.com/watch?v=iT3JHpdmwjs&feature=em-uploademail&hd=1Hera
ALLUVIONE NEL FAENTINO, E’ UN DISASTRO
FRANCESCO DONATI FAENZA. Un vasto
territorio colpito da esondazioni, allagamenti a macchia di leopardo, con ponti
pericolanti, strade chiuse e situazioni che da risanare diventano davvero
complicate. Il violento nubifragio della notte scorsa ha gonfiato fiumi e
torrenti, che nella mattinata non hanno retto all’onda d’urto delle acque e
hanno tracimato invadendo campi, strade, case, mettendo a rischio la
popolazione e scatenando il panico. Faenza, Riolo Terme, Brisighella, Casola
Valsenio i comuni più devastati. Coinvolti i bacini del Santerno
(nell’Imolese), del Senio, della Sintria, del Lamone e del Marzeno con i
rispettivi affluenti, più o meno grandi. Ha retto (a fatica) la zona a valle
della via Emilia, ma a monte è stato un disastro. A Faenza a differenza dei
comuni montani, non c’è sta alcuna tracimazione, ma si è ripresentato il
fenomeno dei rigurgiti dalle fogne. L’acqua del Lamone si è infiltrata nelle
condotte di scarico e ha fatto il percorso inverso, uscendo per le strade.
Risultato: allagamenti in via Lapi, via De Gasperi, via Silvio Pellico, via
Della Valle, via Filanda Vecchia e in pratica in tutte le zone basse della città.
Tanti faentini hanno assistito passivamente e impotenti al crescere dei flussi,
e alla devastazione delle loro cantine, dei garage, dei piani terra delle
abitazioni. Un disastro annunciato anche da un’auto della Polizia Municipale
con altoparlante che è passata ad avvisare la popolazione. Poco dopo le 9 era
il sindaco Giovanni Malpezzi a diramare un’allerta su Facebook: «Attenzione: le
incessanti piogge hanno fatto salire pericolosamente i livelli idrometrici del
fiume Lamone. I sindaci di Marradi e Brisighella segnalano l’arrivo di una
rilevante piena, superiore a quelle
BERLUSCONI: UN ESERCITO DI GIOVANI PER DIFENDERE LA LIBERTA’
Ampi stralci
dell'intervento alla scuola di formazione di Forza Italia a Sirmione
"Con Forza Italia
abbiamo percorso 20 anni di storia del Paese. Dopo 20 anni ci ritroviamo con
una stanchezza, anche logica, che è in molti di noi anche se non tutti.
Vent’anni di battaglie politiche ti stancano e ti tolgono un po’ di
quell’entusiasmo, di quella passione e di quegli ideali con i quali avevi
cominciato. Quindi Forza Italia ha bisogno di energie nuove. C’é una bandiera
che si chiama Matteo Renzi e una mezza bandiera che si chiama Berlusconi:
vediamo di utilizzare ancora questa bandiera, sarebbe bello avere un esercito
azzurro con una bandiera, un vecchietto e tanti giovani.
Dobbiamo rifondare Forza
Italia, attraverso l’avvento di tanti giovani. I giovani, saranno quelli
appartenenti alla generazione berlusconiana, quelli che sono nati e cresciuti
con le televisioni del biscione, e che dal ’94 in poi hanno vissuto i loro
primi anni di università e di lavoro in presenza della nostra
attività politica. Dobbiamo rivolgerci a loro, da lì dobbiamo partire. Dobbiamo
piantare la bandiera di Forza Italia in ciascuno degli 8.000 comuni
italiani"
“Con il referendum della Crimea si è celebrato un atto di libertà e autodeterminazione. Ma con l’accendersi del conflitto nell’est dell’Ucraina, a causa della reazione muscolare di Kiev e alle rivendicazioni autonomiste, si sono formate brigate partigiane filorusse e la Russia non poteva abbandonare i fratelli russi"."L’avanzata dell’Isis é qualcosa che ci preoccupa, avete visto le terribili scene delle teste mozzate. Qualche leader occidentale é andato al golf dopo avere visto un suo concittadino ammazzato. Quanto sta accadendo, fa pensare che non andava fatta le guerra nel 2004. Hanno voluto fare il contrario di quello che avevo detto". "Speriamo in una riforma della giustizia che sani tutti i suoi vizi terribili, vizi che rendono ognuno non sicuro dei propri diritti, dei propri beni, della propria libertà". "Che successo quest’operazione in Libia... Nessuno può prevedere l’esito delle guerre intestine tra tutte le tribù, solo Gheddafi c’era riuscito. lo avevamo addomesticato e non arrivavano più immigrati. “"Come possiamo noi persone responsabili e coerenti con il nostro passato dire di no a riforme costituzionali che volevamo fare noi? Detto questo, noi non siamo soddisfatti dei risultati finora raggiunti” “La Corte di giustizia europea presto annullerà la sentenza Mediaset. Io, oggi non sono completamente libero. Dobbiamo perciò saper vendere meglio il nostro martire che abbiamo in casa. Me ne hanno fatte così tante che se non fossi quello che ho dimostrato di essere sarei stato distrutto dieci volte. Mi hanno colpito nella serenità, nel mio tempo, nel mio patrimonio e anche nella vita".
“Con il referendum della Crimea si è celebrato un atto di libertà e autodeterminazione. Ma con l’accendersi del conflitto nell’est dell’Ucraina, a causa della reazione muscolare di Kiev e alle rivendicazioni autonomiste, si sono formate brigate partigiane filorusse e la Russia non poteva abbandonare i fratelli russi"."L’avanzata dell’Isis é qualcosa che ci preoccupa, avete visto le terribili scene delle teste mozzate. Qualche leader occidentale é andato al golf dopo avere visto un suo concittadino ammazzato. Quanto sta accadendo, fa pensare che non andava fatta le guerra nel 2004. Hanno voluto fare il contrario di quello che avevo detto". "Speriamo in una riforma della giustizia che sani tutti i suoi vizi terribili, vizi che rendono ognuno non sicuro dei propri diritti, dei propri beni, della propria libertà". "Che successo quest’operazione in Libia... Nessuno può prevedere l’esito delle guerre intestine tra tutte le tribù, solo Gheddafi c’era riuscito. lo avevamo addomesticato e non arrivavano più immigrati. “"Come possiamo noi persone responsabili e coerenti con il nostro passato dire di no a riforme costituzionali che volevamo fare noi? Detto questo, noi non siamo soddisfatti dei risultati finora raggiunti” “La Corte di giustizia europea presto annullerà la sentenza Mediaset. Io, oggi non sono completamente libero. Dobbiamo perciò saper vendere meglio il nostro martire che abbiamo in casa. Me ne hanno fatte così tante che se non fossi quello che ho dimostrato di essere sarei stato distrutto dieci volte. Mi hanno colpito nella serenità, nel mio tempo, nel mio patrimonio e anche nella vita".
IO PAGO: SPRECO DI SOLDI PUBBLICI LA SICILIA E’ UN DISASTRO MA CROCETTA NON MOLLA
La giunta regionale
siciliana è un disastro, con soldi pubblici che finiscono nelle tasche dei suoi
membri senza che venga risalto un problema che è uno. Ma il governatore
Crocetta, presentatosi come esponente della buona politica con l'appoggio nientemeno che dei cinquestelle e di altri
partiti che si nutrono dipane, legalità ebuonipropositi, si dimostra un vecchio
rudere, rifiutando di venire a patti con la realtà e dimettersi. È vero che in
Italia nessuno lascia le poltrone nemmeno morto, ma almeno da lui, che
rappresenta la perfezione, oltre che il
buono e il giusto, un gesto del genere sarebbe il minino che ci si dovrebbe
ragionevolmente aspettare.
O l'integrità è solo quella che si pretende
dagli altri?
domenica 21 settembre 2014
FORZA ITALIA, SILVIO BERLUSCONI VUOLE AZZERARE I VERTICI E RIFONDARE IL PARTITO: FORZA SILVIO
Questa nuova Forza
Italia, Silvio Berlusconi, l'ha fortemente voluta ma sin dal principio
non l'ha mai troppo amata. Le divisioni e le battaglie interne lo hanno
amareggiato. Ed è in questo contesto che il Cavaliere starebbe meditando a un progetto
rivoluzionario, di cui dà conto Repubblica. Una "sorpresa per
la quale dovrete pazientare ancora un po'", anticipata ai coordinatori
regionali e ai vertici del partito. Vertici che ora tremano. Berlusconi avrebbe
detto ai suoi fidatissimi: "Voglio azzerare tutto, ma questa volta
per davvero". Rifondare ancora il partito, insomma, e tornare all'agognato
spirito del '94. Cancellando l'attuale classe dirigente, facendo poche
eccezioni.
Un giudice a Strasburgo - "Sto già completando
la scelta dei curriculum di giovani volti", ha raccontato il leader in
Forza Italia. Curriculum in gran parte portati dall'ex sindaco rottamatore di
Pavia Alessandro
Cattaneo. Insomma, Berlusconi si prepara a tornare in campo a
tutto tondo: "Tornerò a fare il presidente a tempo pieno di Forza Italia e
il leader del centrodestra, così come sono tornato a fare il presidente del Milan con
i risultati che sono sotto gli occhi di tutti". Il Cav è smanioso, attende
con ansia la pronuncia della Corte di Strasburgo che potrebbe cancellare l'interdizione e
riconsegnargli la piena agibilità politica. Eppure il voto non è sui radar:
"Non si andrà a breve alle elezioni. L'ho detto anche a Renzi, siamo
persone responsabili, pronte a dare una mano se occorre".
Riavvicinamenti - Berlusconi punta a
riprendersi tutto, il partito, azzerandolo, ma anche la coalizione. Non a caso, nelle ultime
ore, hanno preso a circolare delle indiscrezioni su una possibile
fuoriuscita di quasi-ex alfaniani da Ncd: nove senatori, capeggiati da Renato Schifani, sarebbero
pronti a tornare in Forza Italia. E in questo contesto si inseriscono anche le
manovre di riavvicinamento alla Lega Nord di Matteo Salvini: la prossima settimana
Berlusconi incontrerà il leader del Carrocci. L'obiettivo a breve termine è
quello di sbloccare la partita per le nomine di Consulta e Csm. Quello a medio
termine sono le alleanze per le regionali. Poi, ancora più in là, la speranza è
di ricomporre una grossa coalizione in grado di giocarsela alle urne.
MA PENSAVATE DAVVERO CHE LA TROIKA AVREBBE PERMESSO ALLA SCOZIA DI VINCERE?
http://www.giampietrozanetti.it/wp-content/uploads/2014/09/ar_image_2853_l.jpg
Ma pensavate davvero che la Troika avrebbe permesso alla Scozia di vincere e
diventare indipendente?
Ma pensate ancora che i risultati delle elezioni non possano essere manipolati?
Se i banchieri del Fondo Monetario Internazionale, permettessero a qualcuno di staccarsi, innescherebbero l’effetto cascata, e molti altri paesi seguirebbero a ruota.
Hanno solo voluto darci l’ennesimo segnale che la casta ci può far credere di tutto.
Finchè le TV e i giornali non parleranno di Goldman Sachs , di Rothschild, di signoraggio, possiamo mettere altri ‘leccatori di gelato’ a fingere di governare, ma con che risultati?
I Parlamentari non sono diminuiti, i loro stipendi neanche, le Province non le votiamo ma aumentano i posti (per la casta), le pensioni caleranno ancora, la burocrazia romana chi la tocca muore, i magistrati chi ‘pensa di toccarli’ va in galera, le tasse aumentano, le aziende chiudono, gli italiani si suicidano, e per distrarci ci traghettano a nostre spese migliaia di immigrati infettati al giorno, così tanto per farci scordare di quanto stanno rubando e condonandosi.
Ma pensate ancora che i risultati delle elezioni non possano essere manipolati?
Se i banchieri del Fondo Monetario Internazionale, permettessero a qualcuno di staccarsi, innescherebbero l’effetto cascata, e molti altri paesi seguirebbero a ruota.
Hanno solo voluto darci l’ennesimo segnale che la casta ci può far credere di tutto.
Finchè le TV e i giornali non parleranno di Goldman Sachs , di Rothschild, di signoraggio, possiamo mettere altri ‘leccatori di gelato’ a fingere di governare, ma con che risultati?
I Parlamentari non sono diminuiti, i loro stipendi neanche, le Province non le votiamo ma aumentano i posti (per la casta), le pensioni caleranno ancora, la burocrazia romana chi la tocca muore, i magistrati chi ‘pensa di toccarli’ va in galera, le tasse aumentano, le aziende chiudono, gli italiani si suicidano, e per distrarci ci traghettano a nostre spese migliaia di immigrati infettati al giorno, così tanto per farci scordare di quanto stanno rubando e condonandosi.
TAGLI DEL 3 PER CENTO AL SERVIZIO SANITARIO. I PRESIDENTI DI REGIONI INSORGONO GRIDANDO CHE NON SARANNO IN GRADO DI FORNIRE I SERVIZI ESSENZIALI, MA CHI PUO’ CREDERCI?
Il governo annunciata tagli del3 per cento al servizio sanitario nazionale
e subito i padroni della sanità, i presidenti delle Regioni, insorgono
annunciando che così gli ospedali non saranno più in grado di fornire i servizi
essenziali ai cittadini. Ma chi può crederci?
Certo che no, Un (ventilato) taglio del 3 per cento
alla dote triennale del Servizio Sanitario - che è, per favore, di 337miliardi quale
ripercussione potrebbe mai avere sui «servizi essenziali»? Caso mai ci andrebbe
di mezzo, ma senza grossi traumi, la
voce di spesa - una novantina di miliardi - «Beni e altri servizi». E poi,
sarebbero tagli? Non c'è presidente di
Regione, non c’è direttore generale
(poltrona che non si ottiene per concorso, ma per «chiamata» politica). E poi
ci si lamenta della gestione festante
delle aziende ospedaliere, non c'è primaria, medico o infermiere che non conosca la verità: nella Sanità gli
sprechi - massime nelle forniture, ma anche nei sevizi detti «alberghieri» sono
la regola, non l'eccezione. Anche negli ospedali meglio diretti e «virtuosi»,
dove lo sperpero è caso mai ridotto, certo non assente. Un esempio al san Raffaele
morto il suo fondatore, per rimettersi amministrativamente in sella un ospedale
privato, il liquidatore, affondo il
coltello nello ”spreco” che fu valutato attorno al 15 per cento delle spese generali. E del 15 per
cento secco tagliò i costi delle forniture «alberghiere» e biomediche. Partendo
dalle siringhe monouso per finire ai peacemaker. Senza che per questo fosse minimamente
compromessa l’ eccellenza che è vanto
dell’ ospedale milanese o che i fornitori sospendessero gli approvvigionamenti.
Ora se la spending review sanraffaellina tarata al 15 per cento si è conclusa
con successo senza pregiudicare i
«servizi essenziali»e non, si dica che per che la stessa cosa, tarata alla miseria
del 3 per cento, risulti impossibile o comunque catastrofica per il Servizio
Sanitario Nazionale. Non ce la raccontano giusta, questo è.
LAMONE: COME 50 ANNI FA, GRANDE PIENA, DANNI ALLE STRUTTURE E AI CAMPI
Il
Fiume Lamone ponte delle Terme
Il
parcheggio delle Terme in fase di diminuzione della piena del Fiume Lamone.
Le
case prima del Ponte delle Terme
VIDEO CON I MAGGIORI DANNI
A BRISIGHELLA, MARZENO E RIOLO TERME DOPO LA STRAORDINARIA PIENA
20/09/2014 – Un metro
d’acqua in diverse case a Marzeno, paratie dei ponti completamente spazzate via
dalla corrente, il campo sportivo di Brisighella, la zona delle terme e del
Gufo invase dal fango come molte coltivazioni. Identica situazione a Riolo
Terme. Sono queste le zone all’interno della provincia di Ravenna maggiormente
colpite dalla piena del Lamone e del Marzeno causata dall’abbondante pioggia di
questa notte. In via Moronico, sempre a Marzeno, il corso del fiume è stato
ostruito da alberi e altri detriti, con l’acqua che ha scavalcato il ponte e si
è riversata nelle vie adiacenti. Una piena che fuori Faenza ha già raggiunto il
suo livello massimo ed è già in decrescita, mentre dall’una è arrivata al
comune manfredo sommergendo completamente tutti gli orti lungo il parco fluviale
del Lamone, con gli argini continuamente sotto osservazione da parte della
Protezione Civile, delle Forze dell’Ordine e dell’Amministrazione
Comunale. Via San Martino, via Uccellina, la Chiusa di Errano sono state
bloccate al traffico per sicurezza, mentre via Lapi e il Borgotto sono
costantemente monitorati.
Fiume
Lamone dentro albergo Valverde
Fiume
Lamone dopo il ponte della Busina verso Faenza prima del campo sportivo e
tennis
Fiume
Lamone zona Sportiva Busina
Campo
sportivo Montaguti Brisighella e zona Tennis
Fiume
Lamone Guado Moreda
MODIGLIANA
PESANTEMENTE COLPITA DAL NUBIFRAGIO
Mentre a Faenza la pioggia nella notte è stata praticamente irrilevante (pochi millimetri) anche se tuoni e fulmini hanno accompagnato la notte dei daentini, in collina è stata una notte durissima. Qui vedete un'immagine di Modigliana, una vista della Tribuna: gli aabitanti non avevano mai assistito ad una cosa del genere.
Mentre a Faenza la pioggia nella notte è stata praticamente irrilevante (pochi millimetri) anche se tuoni e fulmini hanno accompagnato la notte dei daentini, in collina è stata una notte durissima. Qui vedete un'immagine di Modigliana, una vista della Tribuna: gli aabitanti non avevano mai assistito ad una cosa del genere.
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