mercoledì 30 dicembre 2015

UNIONE ROMAGNA FAENTINA CONFERITE ALTRE CINQUE FUNZIONI: SMANTELLAMENTO DEI COMUNI. CHI HA VERIFICATO I COSTI. SI SPENDERA’ VERAMENTE MENO, CI CREDONO SOLO I POLITICI DI SINISTRA DELLE MAGGIORANZE DEI SEI COMUNI


Si tratta di Servizi Sociali, Ragioneria-Economato-Controllo di Gestione,Urbanistica ed Edilizia, Promozione Economica e Turismo, Salute e della Sicurezza nei luoghi di lavoro

Ieri sera il Consiglio dell'Unione ha approvato il conferimento all'Unione dei Comuni della Romagna Faentina dei Servizi Sociali, della Ragioneria, Economato, Controllo di Gestione, servizi di Urbanistica ed Edilizia, Promozione Economica e Turismo, insieme alle funzioni di tutela della Salute e della Sicurezza nei luoghi di lavoro. Si tratta di un altro tassello molto importante sulla strada della piena integrazione tra i Comuni di Faenza, Castelbolognese, Solarolo, Riolo Terme, Brisighella e Casola Valsenio, il cui completamento atteso per la fine del 2018. Esprime soddisfazione il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi, che è anche Presidente dell'Unione. «Il progetto politico dell'Unione sta prendendo sempre più forma e sostanza. È un'occasione di cambiamento per tutti gli organismi locali, per tutti i dipendenti delle amministrazioni comunali e per tutti i cittadini, (NUOVA SEDE NUOVI COSTI n.d.r). Non stiamo intraprendendo solamente una fase di riorganizzazione amministrativa e di razionalizzazione della spesa, ma vogliamo realizzare una visione strategica comune e di finalità condivise, per preparare il nostro territorio alle sfide del futuro». «Come amministratori - prosegue il sindaco - vogliamo creare un territorio più coeso e moderno. Non possiamo più ragionare su ambiti come quelli della sicurezza, del lavoro e della promozione turistica ciascuno nel proprio piccolo. Lo stesso vale per le emergenze sociali, ormai troppo diffuse e trasversali a tutti i territori». «Il territorio dell'Unione conta circa 88.000 abitanti».

PARERE CONTRARIO ALLA FUSIONE DI TIZIANO CERICOLA (RINNOVARE FAENZA – FORZA ITALIA)


In Consiglio Comunale a Faenza sono state votate le delibere per il conferimento di varie funzioni all'Unione. Secondo l'idea di Malpezzi entro quattro anni tutte le funzioni ed il personale del Comune di Faenza dovranno passare in Unione. Questo processo totale, così impostato, comporta vari inconvenienti, politici e amministrativi.  In primo luogo si allontana il controllo democratico, in quanto l'Unione ha un Consiglio non eletto dai cittadini, ma composto da alcuni membri dei singoli Consigli Comunali dei 6 Comuni. Tra pochi anni i singoli Comuni saranno dei gusci vuoti, con consiglio, giunta, segretario, revisori dei conti e portinai che non avranno praticamente più nulla da gestire, se non il travaso dei fondi all'Unione così impostata. Sotto il profilo amministrativo l'Unione non comporta un risparmio di spesa complessiva per i prossimi 4/5 anni, come testimoniato dalle relazioni allegate alle singole delibere di conferimento dei servizi. Inoltre l'eccessiva velocità di conferimento ha creato un notevole impaccio all'attività ordinaria degli uffici, che va a scapito dei cittadini che spesso non trovano i referenti per le loro richieste, specie per i Comuni piccoli. Resta inoltre confermato dai dirigenti e recentemente anche dal Sindaco che il Comune più grande, cioè Faenza, avrà per 4/5 anni un aggravio dei costi e/o una dispersione delle proprie risorse umane e materiali in quanto dovrà sopperire alle carenze degli altri Comuni. A mio parere sarebbe stato più corretto impostare un percorso di 3/4 anni in cui rendere omogenei i vari regolamenti comunali e soprattutto le prassi operative degli uffici dei 6 Comuni e poi andare verso una Unione "leggera", con poche funzioni conferite e altre invece solo associate, avviando al tempo stesso un processo di FUSIONE dei Comuni più piccoli. Ho avanzato queste idee nel Consiglio Comune di lunedì, dicendo chiaramente che fare l'Unione "totalizzante" e basta è un errore politico e amministrativo: Malpezzi ha risposto che lui farà l'Unione e altri (chi ?) dovranno farsi carico della fusione, se la vorranno fare. Insomma ha confermato che lui vuole chiudere il suo mandato con la medaglia politica di avere fatto l'Unione e poi lascerà al prossimo Sindaco il compito di farla funzionare per bene; nel frattempo chi se ne frega se questo percorso sottrae risorse umane, materiali e finanziarie alla nostra città. Tutto questo, probabilmente, è funzionale alla sua futura carriera politica in Regione o addirittura in Parlamento. Questa medaglia politica (io ho fatto l'Unione !) sarà spendibile dal 2017 in avanti quando inizieranno le campagne elettorali nazionali (se ci saranno le elezioni anticipate) o regionali. D'altra parte vi invito a guardare alle mosse di Malpezzi considerando che il nuovo collegio elettorale nazionale di Faenza (voluto dal PD renziano) comprende un territorio che ci unisce a Imola, Castel S.Pietro e S.Lazzaro. Perché ha trovato un nuovo dirigente dei lavori pubblici dalla ex provincia di Bologna, rottamando il vecchio dirigente in carica da almeno 15 anni (sembra di sentire l'eco del renziano "stai sereno") ? Perché adesso fondiamo la nostra società d'area con quella di Imola e non con quella di Forlì ? Perché il nuovo presidente del MIC viene dalla Sacmi di Imola, quando Rivola ha fatto i miracoli nella sua gestione ? La tanto sbandierata "area vasta" romagnola viene presto dimenticata se si hanno in testa altri obiettivi.  Spero di essere smentito dai fatti e che la nostra città possa avere dei benefici concreti dalle mosse di Malpezzi: fatemi sapere se ne vedete alcuni.
CERICOLA IL SINDACO MALPEZZI: A FUTURA MEMORIA
Oggi sul Carlino il sindaco Malpezzi, rispondendo in modo indiretto al mio ultimo post su FB, ha detto che "ambisco solo a fare il sindaco" e che rimarrà a Faenza fino al 2020, senza partecipare a elezioni politiche nazionali (2017 o 2018). Invito tutti i faentini a prendere le forbici e a ritagliare l'articolo a futura memoria. Malpezzi ha un'ambizione smisurata e Faenza gli sta stretta, ma per le elezioni se la dovrà vedere con rivali imolesi e faentini di tutto rispetto, per cui ci divertiremo un sacco a vedere le loro manovre. E poi sono onorato dalla citazione diretta "Cericola stia sereno", di chiara derivazione renziana: io non sono Letta (peccato: una persone di grande valore professionale e politico), ma abbiamo visto cosa ha fatto Renzi dopo quel tweet ..Cari faentini "state sereni" anche voi.

A BRISIGHELLA: GIUNCHIGLIE FIORITE A NATALE E CAPODANNO 2015

Foto Galassini Vincenzo

E IO PAGO: GUERRA APERTA AI CINGHIALI E LUPI. L’UNICA SOLUZIONE E’ L’ABBATTIMENTO. LA REGIONE PAGA I DANNI 3MILIONI DI EURO


Corriere di Ravenna Faenza-. Tre milioni di euro sono stati stanziati dalla Regione per "riparare" al danni della fauna selvatica.  Servono soprattutto per la  prevenzione, per installare  recinzioni, dissuasori acustici e luminosi, acquisto di cani pastore, strumenti di  difesa e interventi, coprendo il cento per cento dei costi ritenuti ammissibili; < E' un altro passo nella  guerra agli ungulati come il  cinghiale, ai lupi, agli storni e alle ghiandaie, che sono  i principali protagonisti  delle continue devastazioni  ad allevamenti e colture nella collina faentina. I danni  causati dal lupo (con vittime pecore, agnelli e capre)  - sono stabili: circa 150 mila euro all'anno. Proprio per prevenire l'assalto ai greggi è finalizzato l'ultimo provvedimento in ordine di tempo adottato dall'assessorato  regionale all'Agricoltura: l'assegnazione di 128.644 euro a 48 aziende agricole di  collina e montagna.  E altri finanziamenti sono  in arrivo. Con l'ultimo assestamento di bilancio in-  fatti la Regione ha previsto  200 mila euro per finanziarie altre 86 aziende che avevano partecipato al bando della scorsa estate. «Occorre intervenire pn- ma che il danno si verifichi, puntando sulla prevenzione  e su una corretta gestione  della fauna selvatica in collaborazione con le aziende  agricole, gli enti parco e gli  Ate - spiega l'assessore regionale Simona Caselli -. Vogliamo lavorare sempre  più in questa direzione, in  linea con le indicazioni della Ue, ma anche con le esigenze della finanza pubblica. La mappatura del territorio, di cui ci siamo dotati,  ci permette di sapere dove sono le maggiori concentrazioni di animali». Il finanziamento è importante perché era di 5milioni  e 400 mila euro il plafond  stanziato in sette anni, dal  2008 ad oggi, pari quasi a quanto concesso ora in un  solo anno.  Le devastazioni più impattanti sono quelle dovute ai cinghiali. Uno degli obiettivi è «la completa rimozione del cinghiale da tutte le  zone non vacate» anche attraverso forme di caccia di  selezione, prelievi straordinari, ricorrendo alle battute  (braccata e girata). In diminuzione invece risultano i danni di caprioli,  daini e cervi, grazie alla pianificazione regionale  2013-2014 che stabilisce una  densità ideale.  Ad avviso del presidente  provinciale della Coldiretti,  Massimiliano Pederzoli,  «l'unico strumento valido è  l'abbattimento: con le recinzioni si corre il rischio di  trasformare le campagne e  le colline in un enorme reticolato. Per ottenere i risarcimenti, gli agricoltori  devono dimostrare di avere  attuato le forme di prevenzione, quindi devi prima  spendere. Le misure adottate per la nostra categoria si  riversano sempre in modo  negativo sui nostri bilanci:  normative Ue, embargo Russia, quote produzioni,  tasse e quant'altro. Anche per avere i risarcimenti ora  dobbiamo prima investire.  La strenua difesa degli animali selvatici sta purtroppo  generando danni anche extra agricoli, alle persone.  alla viabilità. Cinghiali, Caprioli possono distruggere  le macchine per le strade".  mettendo in pericolo la vita  umana, come e già successo  in alcune occasioni».  

SEDI E SPRECHI: L’INQUINAMENTO E L’UNIONE EUROPEA.


 Il pm1O e polveri  conosciute e forse anche sconosciate alla scienza stanno facendo morire molte Persone per crisi respiratorie. Targhe pari o dispari a seconda dei giorni stanno facendo impazzire i con concittadini delle grandi citta ma ... l'aria, la nebbia, sono comunque sempre le  stesse anche nelle campagne e nelle periferiei. Ogni giorno mi chiedo perché  qualcuno come il nostro Sindaco non organizza una bella  manifestazione contro la gestione, davvero paradossale, della Unione Europea. Le tre sedi degli uffici della Unione Europea sono qualcosa che personal mente ritengo non sia morale continuare a pagare. Si sono riuniti in Francia per prendere provvedimenti per salvare  il pianeta dall'inquinamento: bene, cominciamo ad eliminare la vergogna di  tre sedi per la Unione Europea: Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo. Al di là  dei costi stimati (al ribasso) in un miliardo e quattrocento milioni l'anno che noi cittadini dobbiamo sborsare senza  alcun ritorno TROPPE SEDI benefico,  anzi questi signori con i loro traslochi di  persone, faldoni su tir, da Bruxelles a Strasburgo immettono nell'aria 19^mila tonnellate di C02. Il vezzo di trasferire  per quattro giorni al mese la sede comporta lo spostamento di 754 deputati con  i relativi assistenti, funzionari e tonnellate di pratiche trasportate su tir per 450 Km. Non sarebbe ora che almeno noi dicessimo basta a questa abitudine deleteria per l'ambiente di tutti e per i nostri portafogli? Vassalli, valvassori e valvassini sono ancora nello stesso ordine  della piramide di potere che ci vede sempre ultimi, senza voce in capitolo. La sovranità  del nostro Stato, che dovrebbe essere libero ed indipendente, non è che  un ricordo sbiadito dall'alterigia, dalla prepotenza di chi in Europa ci sovrasta  e ci schiaccia. Ma perché chi è al Governo permette tutto ciò?  Per l'Unione Europea noi italiani siamo sempre in  regime di infrazione per qualche motivo, ora coi migranti (eppure ci costano tanto!!!) e con il salvataggio delle banche. Ma, pensando alla nostra posizione  geografica, vien da pensare che siamo veramente bravissimi nell'accoglienza.  Altri europei come i danesi, ad esempio,  hanno pensato che se accolgono i siriani  questi devono dare loro tutti i gioielli  che posseggono. Se noi avessimo ventilato un'idea del genere saremmo finiti  alla gogna e additati da tutta l'Europa  come mostri. I tedeschi, i portoghesi  hanno salvato le loro banche come meglio credevano e nessuna infrazione è stata posta a loro carico. Ma, allora noi  siamo il bancomat dell'Unione Europea: fra multe e interessi sul debito ci spolpano e noi... sempre zittì.  Annadele Assirelli 

DOPO IL DISASTRO DELLE COOPERATIVE FRIULANE, INSABBIATO POLITICAMENTE E SUI GIORNALI DA RENZI E SERRACCHIANI, MOLTI TEMONO PER I RISPARMI INVESTITI – BANKITALIA COME AL SOLITO SI È SVEGLIATA TARDI E HA PERMESSO CHE UNICOOP TIRRENO RACCOGLIESSE 1,2 MLD TENENDO IN CASSA SOLO 200 MLN


Da un giorno all’altro, gli oltre 20mila soci prestatori delle Coop friulane hanno appreso di non poter ritirare le somme depositate nei cosiddetti “prestiti sociali”. Un deposito che molti soci considerano un “investimento”, piuttosto che un “finanziamento”. Ed è proprio questo l’equivoco di fondo che non consente ai soci di percepire i rischi…  Uno dei tonfi più recenti è stato quello di Cooperative Operaie e Coop Carnica in Friuli Venezia Giulia, travolte da un terremoto finanziario e giudiziario che ha fatto perdere a 20mila soci pensionati circa 130 milioni di euro di libretti e azioni.  In tutto nelle coop ci sono circa 15 miliardi di euro, di cui 12 solo nelle nove grandi cooperative di consumo, come riporta il Sole 24 ore

giovedì 24 dicembre 2015

FAENZA CONSIGLIO COMUNALE COSA SUCCEDE, CERICOLA ELETTO NEL CONSIGLIO DELL’UNIONE DEI COMUNI DELLA ROMAGNA FAENTINA.


Lunedì sera in Consiglio Comunale sono successe varie cose.
Partendo da quelle serie, segnalo che assieme agli altri gruppi di minoranza abbiamo presentato una mozione per chiedere di essere invitati alle riunioni dei tavoli sull'economia e il lavoro,per dare il nostro contributo di idee e di progetti per cercare di aiutare le imprese ed i lavoratori colpiti da una dura crisi. La maggioranza ha bocciato questa nostra richiesta, ribadendo che non hanno bisogno di aiuti "esterni". E’ bene che i faentini sappiano con chiarezza che il nostro Comune è guidato da un sindaco e da un partito (PD) che non hanno idee e progetti validi per aiutare le imprese ed i lavoratori ad uscire dalla crisi (come provato anche dalla scandalosa vicenda della CTF a tacer di altro) e che non vogliono nemmeno accettare idee e proposte che potrebbero provenire da altri ambienti e da altri cittadini. Questa amministrazione ribadisce ogni giorno di più che concepisce l’esercizio del potere al solo scopo di preservare gli interessi di pochi gruppi e consorterie e non come servizio disinteressato e lungimirante per il bene di tutta la nostra comunità.
Poi c'è stata la mia elezione nel Consiglio dell'Unione dei Comuni della Romagna Faentina al posto del dimissionario Monti (Lega). Purtroppo Monti non andava alle riunioni del Consiglio e la Presidenza aveva avviato la procedura di decadenza, interrotta solo dalle tempestive dimissioni di Monti, accompagnate da parole non felici sull'Unione e sulla sua rilevanza politica. Dato questo precedente non proprio elegante e corretto nei confronti degli elettori del centro destra e vista invece la concreta rilevanza che sta assumendo l'Unione, ho ritenuto opportuno offrire la mia candidatura in alternativa alla Lega, che aveva proposto Berti appena entrato in consiglio comunale e quindi ancora non ben conosciuto. Si tratta di una candidatura "di servizio" e non "di potere" che consente al centro destra faentino di avere un riferimento affidabile in Unione. Gli amici della Lega non devono sentirsi esclusi o minacciati dal sottoscritto: continuerò a parlare con Padovani e gli altri leghisti come sto facendo da mesi, operando per il bene della nostra comunità al meglio delle mie possibilità. L'appoggio del M5S e dell'Altra Faenza è stato importante e li ringrazio perchè hanno operato animati anche loro da spirito di servizio per i cittadini oltre che da stima reciproca come persone: le nostre opinioni e posizioni politiche non sempre coincidono sui grandi temi etici o sul modo di affrontare alcuni temi locali, ma possiamo e dobbiamo collaborare per dare risposte ai cittadini che ci hanno votato e che (spero) ci voteranno ancora di più se saremo corretti nel svolgere il nostro mandato. 

E IO PAGO PER I ROM, E IL TRASPORTO SCOLASTICO DEI FIGLI


BERLUSCONI AUGURA BUON NATALE E RITORNA IN CAMPO. GRAZIE PRESIDENTE!!!



L’EUROPA DELLE BANCHE


Se le banche falliscono, a risponderne – su norme imposte dalla Commissione Europea – sono chiamati i clienti, con i loro risparmi. Visto quello che è successo ai correntisti delle quattro banche sottoposte al cosiddetto bail-in, ossia l’azzeramento degli investimenti in obbligazioni emesse dalle stesse banche oggetto di salvataggio, si potrebbe pensare che l’unico modo per restare tranquilli sia di lasciare tutti i soldi sul conto corrente.  Sbagliato. Perché se convertite i vostri titoli (bancari o meno) in depositi, dal 1° gennaio potranno essere aggrediti, se superate i 100 mila euro.   Il risparmio privato è posto a garanzia del sistema bancario. Ma questo non basta. Secondo il Sole 24 Ore il risparmio privato è chiamato a fornire la garanzia che il debito pubblico sia ripagato.   In altri termini le famiglie e in minor misura le imprese pur possedendo meno dell’8% del debito pubblico (circa 168 mila miliardi) dovrebbero risponderne per 2.200 miliardi.    E chi detiene gli altri 2.032 miliardi? Ma è ovvio: il sistema bancario nazionale (più della metà) e internazionale (35%). Hanno accusato i correntisti delle quattro banche di essere degli speculatoriperché avevano acquistato i titoli a reddito fisso emessi dalla loro stessa banca e si è trovato giusto – in base alle norme europee – che fossero chiamati a ripianare le perdite, di cui non avevano alcuna responsabilità.  Ed ora, come se nulla fosse, si dice che il risparmio privato dovrebbe essere chiamato a ripagare i titoli pubblici che le banche possiedono.
Cosa di dovrebbe fare invece?
Un intervento pubblico, tanto per la risoluzione delle crisi bancarie (nazionalizzazione, nuovi vertici bancari e nuova gestione seguita da eventuale rivendita della banca risanata), quanto per il debito pubblico (per il 99% in euro). L’euro non è la moneta nazionale?  E allora qualcuno ci ha raccontato delle balle e vuole farci pagare i suoi errori. E’ l’Europa delle banche, bellezza!

VARIANTE DI VALICO; 33 ANNI DI STORIA TORMENTATA. IL PCI, PD NON SI RICORDA COSA HA FATTO E DIMENTICA LA VOLONTA’ DI BERLUSCONI E PRODI, ORA SI APPROPRIA DEI MERITI DELL’OPERA!

L’Autosole raddoppia, nel tratto Bologna-Firenze, con la Variante di valico

C’era una volta, nel 1982, un progetto che doveva modernizzare l’Italia. Un progetto utile all’economia, al turismo e all’ambiente. Ma che solo oggi, 23 dicembre 2015, arriva a compimento. Raddoppiando il tratto più difficile dell’Autostrada del sole: quello appenninico, che divide Bologna da Firenze. E’ nata la Variante di valico: un pezzo d’autostrada che impedirà all’Italia di spaccarsi in due, anche per la neve. E’ costruita a una quota più bassa e in gran parte in galleria. Farà risparmiare almeno un quarto d’ora di tempo nel percorso fra il capoluogo toscano e quello emiliano e anche,  complessivamente, 100 milioni di litri di carburante l’anno.
33 ANNI – Per ottenere questo risultato ci sono voluti 33 anni, nei quali i lavori hanno occupato solo una minima parte del tempo. Diciamo l’ultima: dal 2006 in poi. Per il resto si tratta di una storia italiana certamente finita bene, ma purtroppo piena di tutto:  polemiche politiche, ostacoli, inutili protagonismi. Soprattutto perdite di tempo. Un storia che, permettetemi la franchezza, io conosco bene perché non l’ho letta: l’ho scritta. Su “La Nazione”, dove ho lavorato, per oltre 40 anni, fino al 31 dicembre 2013. Per poi diventare direttore del vostro “Firenze Post”. L’ho scritta, questa lunga storia,  proprio dall’inizio, dal primo progetto: firmato dall’architetto Pier Luigi Spadolini, fratello di Giovanni, allora presidente del consiglio. Un progetto che ha cambiato fisionomia e progettisti. E perfino nome. All’inizio volevano chiamarla Camionale. E riservarla ai serpentoni di Tir che ogni giorno attraversano l’Italia in su e giù. Poi fu detto che quel nome era una sorta di ghettizzazione. E non valeva la pena fare una pista per autotreni.
VARIANTINA – L’ho scritta, questa storia: anche quando, aprendo l’anno giudiziario del 1986, a Firenze, un procuratore generale disse che gli incidenti stradali mortali erano troppi e che se non si provvedeva con nuove infrastrutture, anche autostradali, avrebbe proceduto per omicidio colposo anche verso governati e amministratori. E pensavo di essere arrivato alla conclusione della storia, nonostante

martedì 22 dicembre 2015

LETTERA AD UN AMICO CHE HA LASCIATO FAENZA 10 ANNI FA……


GRUPPO CONSILIARE RINNOVARE FAENZA - Riporto il testo del mio articolo pubblicato sul numero di dicembre del periodico “Faenza e mi paes”,organo dell'amministrazione comunale. Il tono è volutamente ironico, per cercare di alleviare i problemi reali che (putroppo) viviamo in questo periodo nella nostra città.
Caro Gino, faentino lontano …sono ormai 10 anni che sei andato all’estero per lavorare e se tu tornassi oggi ti si stringerebbe il cuore a vedere come è cambiata. Non ci sono più le fabbriche che hanno dato tanto lavoro alla nostra gente e non se ne vedono di nuove. Lo sapevi che hanno chiuso la Confruit e l’OMSA ? Ma anche la CISA, che ha cambiato nome un paio di volte da quando i proprietari storici l’hanno sacrificata ai loro litigi familiari, ha licenziato tanti operai e impiegati, che adesso non sanno ancora bene come finiranno e dove troveranno il pane. Ma anche in campagna si lamentano: dicono che le pesche non le vuole più nessuno, anche se poi al supermercato è pieno di pesche che vengono da chissà dove; danno la colpa ai dirigenti delle loro cooperative, ma poi li votano sempre e quelli sono lì da una vita: valli a capire come ragionano i contadini. I commercianti poi, poverini, non parlano nemmeno più, perché hanno rimasto solo gli occhi per piangere: però in compenso parlano sempre i direttori delle loro associazioni, che pare sappiano tutto loro; comunque anche i supermercati sono in crisi, per cui non ce n’è per nessuno. Ti ricordi di Arnaldo il camionista ? Lavorava duro ma era contento, aveva anche comprato casa con un mutuo; adesso la sua cooperativa è fallita: avevano capannoni e terreni da paura e dovevi vedere come se la tiravano i loro dirigenti. L’altra sera al bar mi ha detto che ha finito i soldi, perché li aveva dovuti lasciare tutti dentro la cooperativa e adesso non li rivedrà più, però intanto gli sono arrivate le cartelle di Equitalia e non sa dove sbattere la testa. Anche da noi c’è la crisi immobiliare; adesso abbiamo molti senza tetto che dormono in stazione e migliaia di alloggi vuoti e invenduti, con i geometri e i muratori che si girano i pollici e sono mesi che studiano il nuovo regolamento edilizio per capire come devono essere fatte le case, che lo sa solo l’architetto capo del Comune, che ha fatto tutto lui senza chiedere consiglio a nessuno. Certo che non ci voleva tanta intelligenza a capire che non ci servivano tutte queste case; anche Mingò (te lo ricordi ? faceva il macellaio) si era messo con un geometra a tirare su delle case e le banche gli davano soldi a palate, anche se poi le case tiravano delle crepe e adesso sono ancora in causa con gli avvocati. Si dice che il Comune avesse intascato in quegli anni di follia quasi € 40 milioni di oneri di urbanizzazione, che in piazza ancora tutti si chiedono dove poi se li siano spesi, dato che il Sindaco che è venuto dopo (quello di adesso) ha gridato per mesi che la cassa era vuota. Però ci sarebbero ancora da mettere a posto le case del

LA RITIRATA DEL CALIFFO

Nel 2015 l'Isis ha perso il 14% dei suoi territori. Fondamentali i bombardamenti russi e l'avanzata dei peshmerga
Matteo Carnieletto  Fondato nel 2004, lo Stato islamico è entrato nella nostra quotidianità soltanto un anno fa, nel 2014, quando Jihadi John decapitò, il 19 settembre di quell'anno, il fotoreporter americano James Foley. L'Isis è stato a lungo tempo sottovalutato, come ha ammesso lo stesso Obama. Il 2015 ha rappresentato però un punto di svolta nella lotta contro i terroristi dell'Isis, soprattutto grazie all'intervento russo in Siria. Secondo quanto emerge da uno studio condotto dagli esperti del centro britannico di studi militari Ihs Jane's, nel corso di quest’anno lo Stato Islamico ha perso il 14% dei territori che controllava in Siria e in Iraq alla fine del 2014 pari a 12.800 chilometri quadrati. Allo Stato islamico, però, rimarrebbero ancora 78mila chilometri quadrati. Le zone in cui lo Stato islamico ha subito maggiori perdite sono quelle al confine siro-turco (dove i miliziani vengono martellati dalle bombe russe) e quelle dove sono attivi i peshmerga dell'Ypg. Qui sono stati colpiti i corridoi per i rifornimenti e le esportazioni clandestine di petrolio da parte dei terroristi. Un'altra perdita molto grave per lo Stato islamico potrebbe avvenire nel corso delle prossime ore. Secondo le informazioni diffuse dai media iracheni, infatti, l'esercito di Baghdad si starebbe preparando a liberare Mosul, la roccaforte dello Stato islamico. Sulla città delle bandiere nere sarebbero stati lanciati volantini per rassicurare la popolazione e annunciare la prossima liberazione. Sui fogli si invitavano gli abitanti a collaborare con le truppe regolari e ad allontanarsi da ogni obiettivo militare, che potrebbe essere colpito in qualsiasi momento.

BONUS 80 EURO, L’OBOLO E’ FINITO ALLE FAMIGLIE PIU’ RICCHE E POVERI SONO DIVENTATI PIU’ POVERI

Analizzando i numeri di Banca d'Italia si scopre che nel biennio 2013-2014, quello dei governi Letta e Renzi, i redditi penalizzati sono stati quelli più bassi. Con i soldi impiegati per lo sgravio Irpef si sarebbe potuta eliminare l'indigenza grave migliorando le condizioni di vita di milioni di italiani
La grave crisi economica iniziata nella seconda metà dello scorso decennio sembra ormai superata ed è possibile tracciare un primo bilancio delle perdite sui redditi delle famiglie. Il conto non è stato ripartito “alla romana”, cioè in parti uguali tra tutti, ma a sopportarlo maggiormente è stata la fascia più povera della popolazione. Le politiche adottate dal governo negli ultimi due anni hanno reso ancor più grave la situazione, con interventi come il bonus di 80 euro che non hanno favorito il riequilibrio della distribuzione dei redditi. Due conti per capire a chi è andata peggio – Secondo l’indagine della Banca d’Italia il reddito disponibile delle famiglie italiane nel 2014 è stato di 30.525 euro, in crescita dello 0,5% rispetto al 2012. Considerando che nel biennio 2013-2014 il deflatore dei consumi finali delle famiglie è aumentato dell’1,4%, il reddito reale e il relativo potere di acquisto si sono ridotti dell’1%. Mettendo in fila le famiglie italiane dalla più povera alla più ricca e dividendole in dieci parti uguali (decili), è andata peggio alle famiglie più povere, quelle che provano a sbarcare il lunario con 6.511 euro all’anno (542 euro al mese). Anziché essere maggiormente tutelate, le famiglie del primo decile hanno accumulato tra il 2006 e il 2014 una perdita del 32% del reddito disponibile reale, il doppio di quella subita dalle famiglie italiane nel loro complesso.
Se tra il 2006 e il 2008 il reddito delle famiglie povere era diminuito del 7,6%, nel 2010 del 3,8% e nel 2012 del 13,4%, quanto accaduto negli ultimi 2 anni ha dell’incredibile. I nuclei familiari del primo decile hanno avuto una contrazione del reddito da 7.268 a 6.511 euro, con una perdita del 10,4% nominale e 11,7% reale (cioè sempre tenendo conto anche dell’aumento dei prezzi). Tra il 2012 e il 2014 non tutti ci hanno rimesso, visto che i redditi dal secondo all’ottavo decile sono aumentati tra lo 0,6% e l’1,5% reali. Sul risultato incide anche la differente composizione, con una percentuale di non occupati presenti nella fascia più bassa che passa dal 28,8% del 2012 al 39,8% del 2014. È possibile anche dare un volto alle famiglie che compongono il primo decile, a partire dalle caratteristiche del capofamiglia. Si tratta di nuclei familiari in prevalenza a conduzione femminile (il 56,3% rispetto al 35,2% medio); senza lavoro (il 39,8% rispetto al 5,6%); che vivono nel meridione (il 55,2% rispetto al 32,5%); di età inferiore ai 40 anni (il 45,7 % rispetto al 27,2%); di cittadinanza straniera (il 18,6% rispetto al 6,1%);

domenica 20 dicembre 2015

ADDIO ALL’ARCHITETTO FILIPPO MONTI


CONTINUA LA CEMENTIFICAZIONE DI FAENZA ANCHE IN PERIODO DI CRISI DURA PRESA POSIZIONE INUTILE UN UFFICIO URBANISTICO DAI COSTI ELEVATI


ECCO LE DODICI DOMANDE A CUI LA BOSCHI NON HA RISPOSTO

Ci sono dei punti oscuri che il ministro per le Riforme non ha chiarito al paese e ai risparmiatori truffati
Domenico Ferrara - Il vestito era sobrio, la dialettica elegante, il discorso carismatico. I commenti nei confronti di Maria Elena Boschi si sprecano e sono per la maggior parte un profluvio di complimenti e lusinghe. Al netto di tutto questo - ché alla fine estetica, prossemica e retorica dovrebbero contare meno della sostanza - ci sono dei punti oscuri che il ministro per le Riforme non ha chiarito in Aula e al paese. Omissioni volute o no che sarà pure il caso di elencare e far presenti, non sia mai che possano trovare una risposta chiara non tanto per la stampa quanto per i poveri risparmiatori che al momento non si trovano un euro in tasca.
  1. Come mai suo padre nonostante sia stato sanzionato dalla Banca d'Italia come membro del Cda ha ottenuto la nomina di vicepresidente, tra l'altro tre mesi dopo il suo insediamento al governo?
  2. Chi ha inserito nel decreto e perché un comma che rende complicato agire nei confronti dei vertici dell'istituto di credito e quindi nei confronti anche di suo padre?
  3. Perché ha detto che suo padre è stato eletto nel 2014 e non ha ricordato che invece è entrato nel cda della banca nel 2011?
  4. Come dimostrano alcuni documenti pubblicati da Libero, lei è interventua sulla stesura del decreto. Perché non si è fatta da parte?
  5. Perché non ha chiarito se era presente o meno nei Cdm che hanno varrato i decreti sulle banche?
  6. Perché ha partecipato al Consiglio del 10 settembre, quello che ha incardinato i decreti legislativi di ricezione della direttiva europea sul bail-in che inasprito le condizioni per avviare l'azione di responsabilità per gli amministratori di banche in risoluzione tra i quali suo padre?
  7. Perché ha partecipato alla conferenza dei capigruppo finalizzata a calendarizzare alla Camera il decreto popolari?
  8. Come mai si è passati dal ddl al decreto d'urgenza sul Salva Banche? Che fretta c'era?
  9. È normale che il ministero dell'Economia e il governo non fossero al corrente del dissesto economico in cui versava Banca Etruria sebbene il decreto Salva Banche sia stato varato 18 giorni prima del suo commissariamento?
  10. Perché non ha detto nulla sul procuratore di Arezzo Roberto Rossi consulente del governo e titolare dell'inchiesta su banca Etruria?
  11. Come mai non ha detto nulla su Giuseppe Fanfani, membro del Csm che ha autorizzato l’incarico del procuratore Rossi nonché titolare ad Arezzo dello studio che da sempre difende Banca Etruria?
  12. Perché, come ricorda Gian Maria De Francesco sul Giornale, non ha detto nulla in merito a “operazioni con parti correlate”, cioè debiti e soprattutto crediti di Etruria con gli amministratori, loro parenti e società collegate (eccezion fatta per il mutuo ipotecario concesso al fratello di cui non è stato reso noto l'importo)?. Sarebbe stato interessante saperlo poiché il salvataggio della banca ha evitato la liquidazione che avrebbe imposto il rientro dei fidi. E questo, sì, sarebbe stato conflitto di interessi

giovedì 17 dicembre 2015

ADDIO ALL’ARCHITETTO FILIPPO MONTI


DEBITO PUBBLICO A 2.212MILIARDI DI EURO. RECORD RENZI

Paolo Savelli - Ottobre 2015, debito pubblico a 2.212 miliardi di Euro...ad agosto era di 2.192 miliardi a luglio di 2.185. In 4 mesi l'aumento è stato di 27 miliardi. Tutto questo a fronte dell'incremento delle entrate tributarie e di una congiuntura economica di ripresa internazionale che ha abbattuto anche il famigerato SPREAD che tanto contribuì, alzandosi all'improvviso, alla caduta di Berlusconi, perché, ricorderete, il debito pubblico italiano era insostenibile e i mercati ci punivano. E per salvare l'Italia ci volevano Monti e l'Austerità e poi Letta e infine Renzi, quest'ultimo perché era #lavoltabuona...e sapete a quanto ammontava il debito pubblico quando il famigerato Silvio Berlusconi si dimise? 1.904 miliardi.

FELICE DI ESSERE BESTIA NERA RENZI, CONTINUERO' A FARE OPPOSIZIONE DEMOCRATICA

Renato Brunetta - Renzi imbarazzante oggi al dibattito sul prossimo Consiglio europeo. Non ha detto nulla sulle questioni centrali, ad esempio sulle sanzioni alla Federazione Russa, se l'Italia le vuole rinnovare oppure no, non ha detto nulla sui Marò, non ha detto nulla sulla sicurezza se non ribadire le mance in legge di stabilita degli 80 euro al comparto sicurezza: nulla sul rinnovo del contratto, nulla sulla strategia più complessiva di contrasto al terrorismo.
Veramente imbarazzante. Ma la cosa più imbarazzante è che nella replica ha ritenuto di dividere l'opposizione, tra opposizione buona ed opposizione cattiva, mettendo, con grande onore da parte mia, me al centro dell'opposizione cattiva.
Grazie signor presidente del Consiglio, io continuerò a fare l'opposizione democratica in questo Paese, continuerò a fare l'opposizione a lei che non è mai stato eletto dal popolo, a lei che si basa su una maggioranza alla Camera di 130 deputati dichiarati incostituzionali, a partire dall'On. Boschi, a lei che ha comprato politicamente al Senato la sua maggioranza.
Ma gli italiani queste cose le sanno: è lei che deve andare a casa signor presidente del Consiglio, e io sono felice di essere la sua bestia nera e continuerò ad essere la sua bestia nera.

IL GOVERNO RENZI MERITA TUTTA LA NOSTRA SFIDUCIA


E’ la stessa sfiducia che ha il popolo italiano, dopo che per ragioni oscure, in un quadro di conflitti di interesse palesi, l’esecutivo ha distrutto la fiducia dei risparmiatori nelle banche. Il premier è lesionato, e cerca di sbianchettare con attacchi sconclusionati ai capigruppo dell’opposizione la sua immagine ormai definitivamente legata alla rovina dei risparmiatori. Perché la nostra mozione è per sfiduciare e mandare a casa tutto il governo e non un singolo ministro
Renzi è impazzito, l'insuccesso gli ha dato alla testa. Dopo aver gestito alla Leopolda lo spettacolo ignobile della messa alla gogna dei giornali sgraditi, ora ha trasferito questo gioco da dittatore da strapazzo alla Camera. Un premier, che non è stato eletto da nessuno, compilando la graduatoria di gradimento e sgradimento dei capigruppo d'opposizione. Incredibile. Indecente. Ma ci siamo presi una soddisfazione: a Forza Italia l'onore di veder iscritto il presidente dei propri deputati Renato Brunetta al primo posto della lista di proscrizione. Dio toglie la ragione a chi vuol distruggere. Come dicevano i latini: Quos vult Iupiter perdere, dementat prius. Ne vedremo delle belle.

LA SINISTRA SENZA MEMORIA


mercoledì 16 dicembre 2015

ALTRA CEMENTIFICAZIONE A FAENZA DOVE LE AREE VUOTE SONO TANTISSIME. AUSPICHIAMO NON SUCCEDA COME “LE PERLE”



IL CORDINATORE REGIONALE DI FORZA ITALIA: “FI ESCA DALL’ISOLAMENTO”. MA I REPONSABILI NON SONO PALMIZIO E FANTINELLI, CHI SONO GLI ALTRI CHE NESSUNO CONOSCE, FINALMENTE LI CONOSCEREMO?



Il parlamentare azzurro alla Dire: "A Ravenna Forza Italia risulta isolata, da sola. Se entro metà gennaio le cose non cambieranno, dovrò intervenire personalmente"
Massimo Palmizio, parlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia avverte la compagine locale del partito: "Forza Italia esca dall'angolo e torni protagonista nello scacchiere pre-elettorale di Ravenna. Altrimenti dovrò intervenire personalmente".  Palmizio è infatti abbastanza preoccupato dalla situazione che si va delineando in città con l'asse tra Lega nord e Lista per Ravenna, e l'alleanza tra Fratelli d'Italia e la Pigna. In questo schema "Forza Italia risulta isolata, da sola... E allora- spiega Palmizio – Coordinatore regionale dal 5.1.14- parlando alla 'Dire'- se entro metà gennaio le cose non cambieranno, se permanesse questo isolamento, allora dovrò intervenire personalmente e trovare io una soluzione". FINALMENTE  CONOSCEREMO I RESPONSABILI PROVINCIALI DI FORZA ITALIA, VISTO CHE DAI SITI DI FORZA ITALIA I RESPONSABILI SONO SOLO PALMIZIO E FANTINELLI, CHI SONO GLI ALTRI RESPONSABILI CHE DEBBONO INTERVENIRE O  SONO SOLO LORO DUE???












LE METEORE GEMINIDI VISIBILI NEI NOSTRI CIELI


Ripresa fra la foschia delle nostre colline se ne vedono 4 che hanno la loro origine nei Gemelli
Anche in questi giorni un evento celeste particolare solca i nostri cieli: si tratta delle meteore più importanti della stagione, le Geminidi, che sembrano provenire dai gemelli appunto. Sono molto luminose e possono raggiungere il numero di 120 all'ora in condizioni di buio. Ieri c'è stato il picco ma sono visibili ogni sera ad est ancora per alcuni giorni. Nella foto, ripresa fra la foschia delle nostre colline se ne vedono 4 che hanno la loro origine nei Gemelli.  Altre foto ed informazioni sul cosmo nel sito dell'autore Claudio Balella www.astrocb.it.



martedì 15 dicembre 2015

LEOPOLDA, UNA NOIA MORTALE. UNA INCREDIBBILE FOTO: RICORDATE BERLUSCONI,FACEVA SCANDALO ORA TUTTI ZITTI


Alla Leopolda, la kermesse del renzismo, ci si annoia. E pure parecchio. Tra chiacchiere e grandi discorsi, il rischio è quello di addormentarsi. E tale rischio pare averlo corso niente meno che il promotore, nonché premier, nonché segretario del Pd, mister Matteo Renzi. Guardatelo in questa foto rilanciata su Twitter da Nonleggerlo: in primo piano uno sfocato Graziano Delrio, e sullo sfondo, ben a fuoco, ecco Renzi. Occhi chiusi e bocca spalancata. Sta dormendo...?


SCANDALO EUTRURIA, COSA SAREBBE CON BERLUSCONI


Molti si sono preoccupati di dare ampia pubblicità agli impegni del Ministro Boschi nella giornata in cui il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto che ha salvato dal fallimento anche la Banca della quale il padre è vicepresidente. Molti hanno sentito la necessità di dare ampio spazio all’alibi del Ministro che, salvata la forma, ritiene di aver risolto la questione sul piano politico. Ma non è così.
Perché la Banca sia fallita – dopo essere stata oggetto nei mesi scorsi di sospette speculazioni – è compito degli organi competenti accertarlo (sempre che non si applichino al caso moratorie altrove felicemente utilizzate). Ma il conflitto di interessi del Ministro Boschi è un problema politico enorme, dal quale un esponente di primissimo piano del governo del cambiamento non può sfuggire. In epoca passata abbiamo assistito a crociate sui media per molto meno, contro esponenti di terza fila del sottobosco politico di centrodestra: oggi invece pare che di certe cose non si debba o addirittura non si possa parlare. Proviamo a immaginare per un attimo che la tragedia che ha colpito Luigino D’Angelo, il pensionato che si è suicidato dopo aver perso tutti i risparmi depositati alla Banca Etruria, fosse accaduta sotto il governo Berlusconi. Tutto questo avrebbe avuto un effetto deflagrante. Quelli che ora gridano allo scandalo, gli organi di stampa vicini a Berlusconi forse avrebbero taciuto, ma per tutti gli altri non ci sarebbe stato dubbio: si sarebbero invocate le dimissioni. Dunque, cosa è successo? Come siamo passati dai politici tutti marci ai politici tutti intoccabili? Cosa ci sta accadendo? 
All’alba della Terza Repubblica un ministro del governo Letta, la campionessa Josefa Idem, sfiorata da una vicenda senza alcuna rilevanza penale (aveva indicato come abitazione principale ai fini della tassazione un immobile che non lo era), decise di dimettersi. Era iniziato un nuovo corso e alle elezioni politiche il Movimento 5 Stelle, con la carica moralizzatrice che gli è propria, aveva ottenuto un risultato impensabile: c’era la necessità di marcare la differenza con il passato. Si torna sempre a Berlusconi, ma del resto non è vero che senza conoscere il passato non può comprendersi il presente? O si tratta di una massima di portata generale e mai particolare? I nemici di Berlusconi, tra i quali mi

PROVINCIA DI RAVENNA, UNA FARSA TRAGICOMICA


Sulla situazione della Provincia è difficile consolare il piagnisteo del suo presidente Claudio Casadio, soprattutto quando lucidamente egli ipotizza uno scenario di tagli nazionali per ben oltre 500 milioni di euro. D’altra parte occorre partire sempre da quella sorta di pateracchio improvvisato e pasticciato riguardante la ‘finta’ abolizione delle province che invece continueranno a svolgere una parte di funzioni - peraltro al momento senza un piano di risorse economiche certe - e, ancor più grave, senza produrre alcun effetto sul contenimento della spesa pubblica. 
Si tratta, insomma, per dirla con il senatore Roberto Calderoli, di una “porcata” i cui risvolti sono unicamente di facciata poiché non si coglie nella ratio del provvedimento la benché minima sostanza logica. Tornando al presidente dell’ente provinciale ravennate Casadio, le sue riflessioni basate principalmente sulla mancanza di risorse certe non fanno una piega, ma la soluzione non può essere quella proposta dalla sua giunta e votata dalla maggioranza di sospendere il pagamento dei mutui per rabberciare uno straccio di bilancio, poiché, come noto, il 2016 è alle porte e si dovranno in ogni modo onorare gli impegni assunti dallo stesso esecutivo di piazza Caduti. L’ente ha procrastinato il debito, ma gli eredi non possono sfuggire da quegli impegni pressanti. D’altra parte giova ricordare il forte indebitamento delle Province emiliane, con circa 500 milioni di debito, e con spese in conto capitale di quasi quattro miliardi, ma soprattutto la situazione della stessa Provincia di Ravenna, la quale nella statistica riferita alla consistenza dei debiti raffrontata con il totale delle entrate - di regola inferiore al 140% - raggiunge addirittura il 209,33%!
È il caso proprio di dire “...chi è causa del suo mal pianga se stesso….” A margine, poi, di questo inconsolabile pianto con lacrime di coccodrillo del citato presidente e della sua giunta, oggi pur con un’attività politica e amministrativa oggettivamente leggera e quasi invisibile, - come dimostra la loro limitatissima produzione di atti deliberativi che si contano davvero sulle dita della mano, - continuano a percepire indennità di carica di 5.466,18 per il presidente, 4.099,64 per il suo vice e 3.553,02 per gli assessori, cui vanno aggiunte altre competenze, come le funzioni proprie, attività fuori territorio, oneri e indennità il cui ammontare complessivo annuo di spesa porta ad oltre 350.000,00 euro. Il futuro certamente sarà quello di costituire la provincia d’area vasta fra Ravenna, Forlì -Cesena e Rimini, ma oltre al mero atto formale, servono garanzie e certezze in questo momento assai confuse e aleatorie. Non vorremmo proprio che alla fine si trattasse non dell’unione di forze ma piuttosto di tante debolezze!



lunedì 14 dicembre 2015

BANCHE, BERLUSCONI: “RISCHIAMO UN’ALTRA CRISI COME QUELLA LEHMAN BROTHERS”


Berlusconi lancia l'allarme: "Dal caso banche c’è il pericolo di un crollo di fiducia con conseguenze imprevedibili, una spirale negativa". Di fronte al "nemico" del terrorismo "Renzi non si assume nessuna responsabilità e ciò significa non comprendere nulla dell’attuale situazione".

Lo afferma Silvio Berlusconi in collegamento con il I Congresso dei Popolari per L’Italia e sottolineando come "utin ha ragione: serve l’intervento di una coalizione tra Europa, Cina, Usa, Paesi arabi e con il coordinamento dell’Onu", altrimenti "non si potrà mai vincere questa sfida globale". Berlusconi affronta diversi temi durante il suo intervento. Uno su tutti quello sulla sicurezza. Gli italiani da tempo devono fare i conti con furti e violenze all'interno delle loro case. Ladri e banditi hanno riempito le cronache delle ultime settimane. Qualcuno ha anche provato a difendersi sparando come nel caso di Sicignano, il pensionato che ha ucciso un ladro. "Nessuno deve poter condannare chi si difende come può. Se uno è costretto a sparare per difendersi in casa, la colpa è dell’aggressore ma anche dello Stato. Serve introdurre in maniera chiara il diritto alla difesa in casa propria, come negli Usa". Poi Berlusconi affronta il tema delle banche che hanno polverizzato i risparmi degli obbligazionisti: "Dal caso banche c’è il pericolo di un crollo di fiducia con conseguenze imprevedibili, una spirale negativa che potrebbe somigliare in piccolo a quella generata dal fallimento della Lehman Brothers". Infine Berlusconi ha parlato anche dei prossimi appuntamenti elettorali. Per le amministrative, Berlusconi vuole riunire i moderati: "L’unità dei moderati è condizione per vincere, per battere la sinistra, per evitare all’Italia uno scenario da incubo: la scelta tra Renzi e Grillo, ovvero tra la prepotenza e il nulla e tra l’incapacità e la follia. Che Dio ci scampi da tale scelta". Infine l'appello: "Per cambiare l’Italia bisogna essere uniti, e noi vinceremo insieme a cominciare dalle prossime amministrative, dove il vostro contributo di idee e di lavoro sarà molto importante. Con voi dobbiamo lavorare per ridare seria motivazione ai troppi italiani delusi da questa politica, sono più della metà degli elettori", spiega il leader FI ribadendo l’obiettivo di "una grande crociata per libertà e democrazia".



PD RAVENNA TUTTO IN FAMIGLIA…..ITALIA OGGI


PONTELUNGO INTESTAZIONE……..


Alle 10,30 di sabato nei pressi del Ponte Lungo, alle porte dell'abitato di Brisighella, sulla strada provinciale n. 302R "Brisighellese" sarà posata una targa commemorativa a ricordo di Giuseppe Sangiorgi, ingegnere capo della Provincia dal 1970 al 2000. Il presidente della Provincia, Claudio Casadio, l'assessore ai Lavori pubblici, Secondo Valgimigli, e i dipendenti, intendono ricordare così un collega che, con competenza e dedizione, ha gestito per trent'anni il patrimonio viabile provinciale, compiendo scelte lungimiranti e innovative, di importanza strategica per lo sviluppo della mobilità sul nostro territorio. La giunta provinciale ha scelto di ricordare Sangiorgi col "Ponte Lungo" di Brisighella, perché alla recente e complessa ristrutturazione del manufatto, l' ingegnere, in qualità di consulente esterno, diede un contributo determinante*
Divergenze sulla targa: la proposta intestare “Pontelungo” a tutte le vittime d’incidenti stradali avvenuti, nella strada 302 ex statale e provinciale, in questi ultimi cinquanta anni.
MALGOVERNO A BRISIGHELLA BEN 10 MESI DI LAVORI, FATTO IL PONTE LUNGO MA DIMENTICATO IL MARCIAPIEDE
Chi è transitato sul neo ristrutturato Ponte Lungo di Brisighella si è forse domandato dove finiscano i marciapiedi. Pare che attualmente i percorsi per i pedoni siano inesistenti, ed anche le passerelle ai lati partono con una dimensione per poi restringersi a metà e infine scomparire. Vi proponiamo foto e commenti dal centro termale, per un particolare che se reale sarebbe da "dilettanti allo sbaraglio"
ALTRO ERRORE A PONTELUNGO, I MARCIAPIEDI NON SONO UTILIZZABILI PER ERRORI NESSUNO SE NE ERA ACCORTO NONOSTANTE I CONTINUI SOPRALUOGH

SEDICI BANCHE ITALIANE COMMISSARIATE, MA SOLO 4 “SALVATE“ PRIMA CHE SCATTI IL BAIL IN.


SONO SEDICI LE BANCHE ITALIANE COMMISSARIATE, MA SOLO 4 ”SALVATE” PRIMA CHE SCATTI IL BAIL IN.
Mentre il governo Renzi si auto loda per il salvataggio delle quattro grandi banche italiane malate senza l’intervento pubblico (evidentemente il ministro Padoan ignora di essere l’azionista di maggioranza assoluta di cassa depositi e prestiti che si è fatta garante delle somme concesse per il salvataggio da Unicredit, Intesa e Ubi in primis), i piccoli risparmiatori coinvolti nel crack iniziano a fare i conti con la dura realtà, ovvero quella di aver perso tutti o quasi i loro risparmi. Non stiamo parlando degli azionisti, che avendo investito in capitale di rischio, sanno che possono guadagnare come perdere tutto, ma di un esercito di piccoli risparmiatori, molti dei quali pensionati, che hanno investito i risparmi di una vita nelle obbligazioni delle banche di cui erano correntisti, spesso invogliati da direttori di filiale o cassieri in più o meno buona fede. Perché parliamo di buona fede? Semplice, perché il più delle volte le obbligazioni sono state vendute a questi piccoli risparmiatori come “investimenti sicuri”, “prodotti con garanzia di capitale al 100%” e altre amenità varie, quando la realtà era ben diversa.    E’ bene ricordare che le obbligazioni subordinate, una delle tante tipologie che l’ingegneria finanziaria si è inventata, sono una via di mezzo tra azioni ed obbligazioni (non ce ne vogliano gli esperti, è una semplificazione che

AUGURI BUON NATALE 2015

Cartoncino auguri 1915 di G.Ugonia vol.10 Brisighella IERI

Il cartoncino di  auguri di 100 anni fa, dell’artista Ugonia dal fronte, ma  attuale nella rappresentazione di quest’anno!
Altri cartoncini del 1925  e 1935



FORZA ITALIA CASOLA VALSENIO: VIENE INTERVISTATO….E SENZA PELI SULLA LINGIA. NON SIAMO GLI UNICI A PENSARLA COSI….


DIFFIDO’ IL COMANDANTE LIBERO. CONDANNA PER IL PRESDIENTE ANPI RAVENN




venerdì 11 dicembre 2015

PILLOLE di Vincenzo Galassini “BANCHE, STEPRA?”


Le banche delle regioni rosse Emilia, Toscana, Marche dopo il crac finanziario sono state salvate direttamente o indirettamente dal governo Renzi, chi rimarrà incastrato, come sempre sono i clienti con i loro risparmi, non entro nel merito della questione giuridica, certamente i veri responsabili come sempre non ne risponderanno davanti alla magistratura.
Una riflessione nasce pensando quanto capitato e sta capitando in provincia di Ravenna con STEPRA, ha creato un buco finanziario di oltre 30 milioni, sanato dalle banche locali e nazionali su richiesta del potere della sinistra locale. Nessun cliente rimarrà incastrato, ma le notevolissime risorse impegnate saranno tolte al credito delle imprese e famiglie ravennati. Nessun responsabile politico locale paga, auspico solo che le banche salvatrici, anche locali, nel tempo non abbiano bisogno di essere salvate, le citate in precedenza dal governo, direttamente o indirettamente.
Così succede nelle rosse regioni i responsabili amministrativi e politici si salvano sempre e si santificano. Povera Ravenna, povera Italia. Vincenzo Galassini consigliere provinciale Forza Italia Ravenna

LA GRINTA DI SUOR SERAFINA PER LE SCUOLE MATERNE CATTOLICHE


«L'OBIETTIVO era portare a Reda la scuola pubblica a costo zero  per le famiglie, neanche noi  abbiamo mai voluto la chiusura» si difende il consiglio d'amministrazione dell'asilo dopo le  parole di suor Rosa Serafina Del Toro dei giorni scorsi. Infuria la polemica sulla scuola materna. Tutto è iniziato ad agosto, quando il Cda ha mandato una lettera al Comune spiegando che da anni l’asilo andava avanti tra i debiti e chiedendo  di prenderlo in gestione da settembre 2016, perché la parrocchia non avrebbe aperto per un altro anno. Poi nei giorni scorsi suor Rosa Serafina Del Toro, consigliera della Federazione Italiana Scuole Materne, ha negate tutto e criticato l'operato del cda asserendo che l'asilo sarebbe rimasto parrocchiale. «LA SCUOLA materna non è loro e non possono decidere nulla. Io ho tutte le autorizzazioni del vescovo per dire che rimarrà. DECISA Suor Rosa Serafina Del Toro è convinta di mantenere l'asilo parrocchiale. Ha già annunciato l'open day il 19 dicembre  si è impegnato ad approvare il calendario entro settembre, ma la gestione ordinaria è dispendiosa e serve una ristrutturazione agli impianti, in primis il riscaldamento. A questo proposito nei giorni scorsi suor Rosa Serafina aveva accennato alla possibilità che siano le famiglie a fare volontariato,  quindi lui e il suo consiglio non hanno nessuna autorità. Ci saranno un nuovo prete e un nuovo consiglio», ha annunciato con tono sicuro. E alle sue dichiarazioni è seguita una lettera dell'economo della curia indirizzata a don Elio con la quale  li viene tolto potere decisionale. Il perno della questione però nstrutturazione: non parliamo di cifre ingenti». Il cda però non e convinto: «La si sta facendo troppo facile. Non si può mandare avanti un asilo con pizzate e cene. Oltretutto negli ultimi anni siamo andati a parlare con la curia più volte, anche a primavera: in quell'occasione d dissero di chiudere se non c'erano più fondi, ma ora si sono rimangiati tutto. Noi non crediamo che si stia facendo l'interesse della comunità. Passarlo al Comune avrebbe significato azzerare la retta annuale l che costa alle famiglie 130 euro al mese». Nel frattempo suor Rosa Serafina ha già annuncialo l'open day per il 19 dicembre e le iscrizioni per il nuovo anno dall'11 al 29  gennaio. La faccenda sembra.  tutt'altro che conclusa.  Sara Servadei

UN PRIMATO SICUREZZA: IL SOLE 24 ORE, LA PROVINCIA DI RAVENNA PRIMA PER FURTI IN ABITAZIONI (+20,5%)


Il nostro territorio risulta sesto nella classifica generale del numero di reati denunciati: 6.207 ogni 100mila abitanti

Rimini e Bologna al secondo e terzo posto per numero di reati denunciati nel 2014, ma tutte le province dell'Emilia-Romagna si collocano nella poco invidiabile classifica: Ravenna è sesta, Modena 16esima, Parma 17esima, Reggio Emilia 20esima, Ferrara 22esima, Forlì-Cesena 26esima e Piacenza 33esima. Questa la fotografia scattata dal 'Sole 24 ore' di ieri, che ha elaborato i dati sul 2014 del dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell'Interno. Nel complesso, l'anno scorso le forze di Polizia hanno denunciato all'autorita' giudiziaria circa 2,8 milioni di reati con una media di 7.700 casi al giorno: è andata meglio del 2013 (-2,74%) quando le denunce arrivarono quasi a quota 2,9 milioni. In questo contesto, la classifica dei territori del 'Sole' viene stilata sulla base del numero di denunce presentate ogni 100.000 abitanti: 4.600 la media a livello nazionale. In vetta c'è Milano a quota 8.088, con 258.559 denunce complessive (-2,4%). Al sesto posto di nuovo la Romagna con Ravenna: incidenza a 6.207 e 24.330 denunce totali sostanzialmente stabili (-0,1%). Seguono Modena al 16esimo posto con 5.135 denunce ogni 100.000 abitanti e 36.067 totali (-2,7%), Parma al 17esimo con un'incidenza di 5.112 e 22.768 denunce complessive (-3,9%), Reggio Emilia al 20esimo con 4.910 e 26.184 (in questo caso in aumento: +3,6%), Ferrara al 22esimo con 4.763 e 16.865 (-0,6%).  In coda tra le province emiliano-romagnole ci sono Forlì-Cesena al 26esimo posto con 4.634 e 18.347 (-1%) e infine Piacenza al 33esimo con 4.451 e 12.819 (-5,9%). Sommando la situazione delle varie province, l'Emilia-Romagna finisce per essere la regione italiana dove la "pressione" dei reati si fa sentire di più: 5.800 denunce ogni 100.000 abitanti e 258.740 in termini assoluti (-1,7%); 159.327 di queste riguardano furti con un aumento del 3,2% (a livello nazionale è del 1,2%).  Analizzando le diverse tipologie di reato, Rimini spicca tra tutte le province italiane nella classifica generale dei furti con 5.468 denunce ogni 100.000 abitanti (+3,9%), mentre Bologna è terza con 5.612 (+1,4%) e Ravenna quinta con 3.882 (+5,5%). Nei furti in abitazione, invece, il primato va proprio a Ravenna con 839: è un vero e proprio boom, visto che l'incremento registrato è del 20,5%.