1-Questo Consiglio
Comunale sul lavoro Come vi è noto questo Consiglio Comunale aperto è stato
fortemente richiesto dal PD in risposta alle note critiche formulate dalla CGIL
al sindaco Malpezzi per una sua presunta “passività” nella gestione della
vicenda CISA: in sostanza il PD ha voluto rimediare ad una presunta magra
figura del Sindaco. Ho detto nella conferenza dei Capigruppo che questo
Consiglio aperto non è una riposta adeguata alle attuali esigenze della nostra
città, perché sarebbe stato opportuno pensare ad una nuova conferenza economica
comprensoriale, sull’esempio di quella tenuta nel 2009. Come sempre questo
suggerimento non è stato raccolto dal PD, perché l’esigenza di “fare qualcosa
subito” ha prevalso su percorsi più seri e ragionati. Inoltre si era condivisa
l’idea di invitare un assessore o un dirigente regionale per illustrarci le
linee strategiche della Regione, ente dotato di molte risorse a cui si può
attingere per finanziare progetti di sviluppo imprenditoriale. Spiace
constatare come il Sindaco e il PD locale non siano riusciti a trovare un
interlocutore in Regione, che ha quindi dimostrato scarso interesse e rispetto
per tutta la nostra comunità, in primis i lavoratori che oggi soffrono la
perdita del posto di lavoro. Si è rimediato con l’invito a due consiglieri
regionali espressione del nostro territorio, PD e LEGA: li salutiamo con
rispetto, ma onestamente non era questo il loro momento e non era questa la
sede per parlare a tutti noi dell’emergenza lavoro, anche perché non
rappresentano la Regione come istituzione, ma solo alcune (non tutte) le parti
politiche.
2-La classe dirigente locale: 10 anni persi. E’ a
tutti evidente che la nostra città ha imboccato da circa 10 anni un percorso di
declino in tutti i suoi aspetti: economico, sociale, di convivenza civile,
anche culturale. Questo declino deriva in parte dalla crisi nazionale, ma una
larga responsabilità (diciamo due terzi almeno) grava sulle spalle della classe
dirigente locale: politica e imprenditoriale e sindacale.
Il PD locale, prima con Casadio e poi con Malpezzi in assoluta continuità, non ha saputo delineare alcun progetto strategico CONCRETAMENTE REALIZZABILE per Faenza, che fosse capace di indirizzare gli investimenti sia pubblici che privati su obiettivi condivisi di sviluppo economico e di reddito.
Si pensi all’urbanistica. La cementificazione folle del nostro territorio ha fruttato per il Comune circa 40 mln. di oneri di urbanizzazione, spesi poi in mille rivoli di provvidenze di spesa corrente improduttiva; ci ha lasciato migliaia di alloggi vuoti; ha distrutto il settore edile locale, che ha dimezzato gli addetti, con gli studi tecnici che non hanno più lavoro; ha lasciato un centro storico degradato, pieno solo di immigrati perché sono gli unici che si accontentano di vivere in fabbricati fatiscenti e con pochi servizi. In più Malpezzi ci ha dato il RUE e il PAES, osteggiati da tutte le associazioni imprenditoriali e che creano solo ulteriori lacci e burocrazia. Basti qui citare che degli imprenditori volevano aprire un ristorante lungo viale Baccarini e hanno desistito perché il Comune non gli ha dato il permesso per installare un gazebo esterno ! Pensiamo poi alle tasse locali ai massimi livelli.
La folle politica dei centri commerciali, ormai culturalmente superata dalle nuove tendenze delle grandi città che privilegiano il ritorno al modello dello “store” in mezzo alle case e non a 7 km di distanza, ha ulteriormente danneggiato il nostro tessuto urbano, sia il centro storico che le periferie tradizionali, gettando sul lastrico molte piccole imprese e non aumentando in alcun modo l’occupazione complessiva
Il PD locale, prima con Casadio e poi con Malpezzi in assoluta continuità, non ha saputo delineare alcun progetto strategico CONCRETAMENTE REALIZZABILE per Faenza, che fosse capace di indirizzare gli investimenti sia pubblici che privati su obiettivi condivisi di sviluppo economico e di reddito.
Si pensi all’urbanistica. La cementificazione folle del nostro territorio ha fruttato per il Comune circa 40 mln. di oneri di urbanizzazione, spesi poi in mille rivoli di provvidenze di spesa corrente improduttiva; ci ha lasciato migliaia di alloggi vuoti; ha distrutto il settore edile locale, che ha dimezzato gli addetti, con gli studi tecnici che non hanno più lavoro; ha lasciato un centro storico degradato, pieno solo di immigrati perché sono gli unici che si accontentano di vivere in fabbricati fatiscenti e con pochi servizi. In più Malpezzi ci ha dato il RUE e il PAES, osteggiati da tutte le associazioni imprenditoriali e che creano solo ulteriori lacci e burocrazia. Basti qui citare che degli imprenditori volevano aprire un ristorante lungo viale Baccarini e hanno desistito perché il Comune non gli ha dato il permesso per installare un gazebo esterno ! Pensiamo poi alle tasse locali ai massimi livelli.
La folle politica dei centri commerciali, ormai culturalmente superata dalle nuove tendenze delle grandi città che privilegiano il ritorno al modello dello “store” in mezzo alle case e non a 7 km di distanza, ha ulteriormente danneggiato il nostro tessuto urbano, sia il centro storico che le periferie tradizionali, gettando sul lastrico molte piccole imprese e non aumentando in alcun modo l’occupazione complessiva
sul
territorio. L’ultimo sfregio è quello delle PERLE, che non potrà mai vedere la
luce come centro commerciale, ma per il quale il Sindaco e il PD non hanno
saputo finora immaginare un nuovo futuro utile per tutti noi. Inoltre tale
politica di insediamenti commerciali ha creato nuovi problemi di convivenza
civile in vari quartieri, oltre ad un inquinamento ambientale di cui
stranamente il PD e la sinistra in genere non parla mai, preferendo sempre
baloccarsi con la chiusura virtuale al traffico dei soliti e ormai morti centri
storici. L’agricoltura è stata
abbandonata dai nostri Sindaci PD, che l’hanno di fatto affidata alle
cooperative storicamente presenti nel nostro territorio, che non hanno saputo
adeguarsi al nuovo mercato, scaricando così sulle aziende agricole le loro
inefficienze, in termini di bassi prezzi al produttore, con tutte le
conseguenze che conosciamo. Pensiamo alla follia dello scalo merci: progetto
faraonico NON appoggiato dagli imprenditori della logistica subito scappati
dalla società CSM spa, gestito in modo incompetente, con costi e debiti che
sono stati e che ancora verranno scaricati sulla nostra comunità. Pensiamo
anche al soggetto gestore di tale progetto, una importante cooperativa locale
oggi fallita, che ha lasciato nei guai tanti lavoratori e soci-artigiani.
E l’industria ? Oggi siamo qui con negli occhi e nel cuore i tanti licenziati, cassintegrati o come altro volete chiamarli: CONFRUIT, OMSA, CISA, CTF, 3C e altri nomi che sapremo solo nei prossimi mesi. Sono nostri concittadini, siamo NOI, e come tutti NOI hanno diritto al rispetto, alla dignità di avere un LAVORO ONESTO, per loro stessi e per le loro famiglie. L’artigianato soffre di conseguenza, come riportano i loro giornali locali: meno aziende attive, meno occupati, minore accesso al credito.
Davanti a loro chiamiamo in corresponsabilità le associazioni degli imprenditori, le centrali cooperative, i singoli imprenditori di rilievo del nostro territorio: dovete superare anacronistiche divisioni pseudo politiche e gelosie reciproche, che hanno solo causato inefficienze che spesso avete scaricato sui vostri associati e talora anche sui vostri dipendenti. Il vostro compito è studiare il mercato, capirne le tendenze, ma anche e soprattutto INVESTIRE SUL TERRITORIO. Oggi vi sono tutte le condizioni generali e locali: svalutazione dell’euro rispetto al dollaro, tassi di interesse quasi a zero, prezzi delle materie prime in forte calo, imponenti fondi UE gestiti dalla Regione, presenza in loco di manodopera sia generica che qualificata, vie di comunicazione eccellenti. E’ giusto dire che gli imprenditori devono poter riorganizzare le loro aziende per reagire ai cambiamenti del mercato, ma hanno anche una responsabilità sociale verso il territorio che le ospita che deve essere fatta valere dalla classe dirigente politica ! Oggi io avrei voluto incontrare i dirigenti industriali e soprattutto le centrali cooperative, tanto potenti nel nostro territorio, per ascoltare da loro progetti di sviluppo e di occupazione concreti e realizzabili in un anno per i lavoratori CISA, 3C, CTF, e per tutti gli altri: ma non sono scesi su questo terreno concreto. Qui si vede che è mancata e manca totalmente una capacità di confronto e di leadership politica ed economica della attuale classe dirigente, ripeto POLITICA e IMPRENDITORIALE.
Spetta al Sindaco e alla sua maggioranza chiamare a rapporto gli imprenditori e indirizzare il suo e loro impegno per dare ai cittadini lavoro e reddito ! Ora il Sindaco e il PD hanno creato alcuni gruppi di lavoro perché gli diano delle idee, anche in campo economico: cosa lodevole, ma ci chiediamo allora cosa abbia fatto in questi ultimi 5 anni, oltre a fare le pulci alle pratiche degli uffici: non ha incontrato i lavoratori e gli imprenditori, non ha ancora capito quali siano le priorità della nostra città ? E poi allora a cosa gli servono i dirigenti comunali lautamente pagati, se non sono capaci di dargli le indicazioni giuste per il nostro bene ? Mi ricordate qui una bella frase di Ennio Flaiano: siete “un gruppo di uomini indecisi a tutto”.
E l’industria ? Oggi siamo qui con negli occhi e nel cuore i tanti licenziati, cassintegrati o come altro volete chiamarli: CONFRUIT, OMSA, CISA, CTF, 3C e altri nomi che sapremo solo nei prossimi mesi. Sono nostri concittadini, siamo NOI, e come tutti NOI hanno diritto al rispetto, alla dignità di avere un LAVORO ONESTO, per loro stessi e per le loro famiglie. L’artigianato soffre di conseguenza, come riportano i loro giornali locali: meno aziende attive, meno occupati, minore accesso al credito.
Davanti a loro chiamiamo in corresponsabilità le associazioni degli imprenditori, le centrali cooperative, i singoli imprenditori di rilievo del nostro territorio: dovete superare anacronistiche divisioni pseudo politiche e gelosie reciproche, che hanno solo causato inefficienze che spesso avete scaricato sui vostri associati e talora anche sui vostri dipendenti. Il vostro compito è studiare il mercato, capirne le tendenze, ma anche e soprattutto INVESTIRE SUL TERRITORIO. Oggi vi sono tutte le condizioni generali e locali: svalutazione dell’euro rispetto al dollaro, tassi di interesse quasi a zero, prezzi delle materie prime in forte calo, imponenti fondi UE gestiti dalla Regione, presenza in loco di manodopera sia generica che qualificata, vie di comunicazione eccellenti. E’ giusto dire che gli imprenditori devono poter riorganizzare le loro aziende per reagire ai cambiamenti del mercato, ma hanno anche una responsabilità sociale verso il territorio che le ospita che deve essere fatta valere dalla classe dirigente politica ! Oggi io avrei voluto incontrare i dirigenti industriali e soprattutto le centrali cooperative, tanto potenti nel nostro territorio, per ascoltare da loro progetti di sviluppo e di occupazione concreti e realizzabili in un anno per i lavoratori CISA, 3C, CTF, e per tutti gli altri: ma non sono scesi su questo terreno concreto. Qui si vede che è mancata e manca totalmente una capacità di confronto e di leadership politica ed economica della attuale classe dirigente, ripeto POLITICA e IMPRENDITORIALE.
Spetta al Sindaco e alla sua maggioranza chiamare a rapporto gli imprenditori e indirizzare il suo e loro impegno per dare ai cittadini lavoro e reddito ! Ora il Sindaco e il PD hanno creato alcuni gruppi di lavoro perché gli diano delle idee, anche in campo economico: cosa lodevole, ma ci chiediamo allora cosa abbia fatto in questi ultimi 5 anni, oltre a fare le pulci alle pratiche degli uffici: non ha incontrato i lavoratori e gli imprenditori, non ha ancora capito quali siano le priorità della nostra città ? E poi allora a cosa gli servono i dirigenti comunali lautamente pagati, se non sono capaci di dargli le indicazioni giuste per il nostro bene ? Mi ricordate qui una bella frase di Ennio Flaiano: siete “un gruppo di uomini indecisi a tutto”.
3-Che fare ? Anche Lenin si chiedeva “che fare ?”
dopo avere vinto la Rivoluzione d’Ottobre.
Ora io chiedo al Sindaco e al PD, di fronte a chi teme la perdita del lavoro: come classe dirigente cosa volete fare dei vostri prossimi anni di governo della città ? Avete idee e progetti ? Bene, fateli vedere alla città e noi, se saranno validi, ci porremo in modo costruttivo; altrimenti sarete responsabili dell’ulteriore declino di tutti noi. Studiando bene la nostra città vi renderete conto che abbiamo ancora risorse importanti da valorizzare e che il Comune può giocare un ruolo da protagonista e non solo da spettatore passivo. Vi sono potenzialità e tanto lavoro da fare in tutti i settori, sia tradizionali che innovativi: agricoltura, commercio, turismo, cultura, istruzione-alta formazione-innovazione (che sono un tutt’uno); il tutto con due assi strategici l’apertura allo scenario internazionale e una massiccia politica di investimenti anche pubblici, con accesso ai fondi UE (oggi ai minimi termini) e anche con la vendita delle partecipazioni comunali. Abbiate almeno il coraggio di decidere e di scegliere una strategia: solo in questo modo sarete una vera classe dirigente. Tiziano Cericola
Ora io chiedo al Sindaco e al PD, di fronte a chi teme la perdita del lavoro: come classe dirigente cosa volete fare dei vostri prossimi anni di governo della città ? Avete idee e progetti ? Bene, fateli vedere alla città e noi, se saranno validi, ci porremo in modo costruttivo; altrimenti sarete responsabili dell’ulteriore declino di tutti noi. Studiando bene la nostra città vi renderete conto che abbiamo ancora risorse importanti da valorizzare e che il Comune può giocare un ruolo da protagonista e non solo da spettatore passivo. Vi sono potenzialità e tanto lavoro da fare in tutti i settori, sia tradizionali che innovativi: agricoltura, commercio, turismo, cultura, istruzione-alta formazione-innovazione (che sono un tutt’uno); il tutto con due assi strategici l’apertura allo scenario internazionale e una massiccia politica di investimenti anche pubblici, con accesso ai fondi UE (oggi ai minimi termini) e anche con la vendita delle partecipazioni comunali. Abbiate almeno il coraggio di decidere e di scegliere una strategia: solo in questo modo sarete una vera classe dirigente. Tiziano Cericola
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