SONO SEDICI LE BANCHE ITALIANE COMMISSARIATE, MA
SOLO 4 ”SALVATE” PRIMA CHE SCATTI IL BAIL IN.
Mentre il governo Renzi si auto loda per
il salvataggio delle quattro grandi banche italiane malate senza l’intervento
pubblico (evidentemente il ministro Padoan ignora di essere l’azionista di
maggioranza assoluta di cassa
depositi e prestiti che si è fatta garante delle somme concesse
per il salvataggio da Unicredit, Intesa e Ubi in primis), i piccoli
risparmiatori coinvolti nel crack iniziano a fare i conti con la dura realtà,
ovvero quella di aver perso tutti o quasi i loro risparmi. Non stiamo parlando
degli azionisti,
che avendo investito in capitale di rischio, sanno che possono guadagnare come
perdere tutto, ma di un esercito di piccoli
risparmiatori, molti dei quali pensionati, che hanno investito
i risparmi di una vita
nelle obbligazioni delle banche di cui erano correntisti, spesso invogliati da
direttori di filiale o cassieri in più o meno buona fede. Perché parliamo di buona fede?
Semplice, perché il più delle volte le obbligazioni
sono state vendute a questi piccoli risparmiatori come “investimenti sicuri”,
“prodotti con garanzia di capitale al 100%” e altre amenità varie, quando la
realtà era ben diversa. E’ bene ricordare che le obbligazioni subordinate,
una delle tante tipologie che l’ingegneria
finanziaria si è inventata, sono una via di mezzo tra azioni ed
obbligazioni (non ce ne vogliano gli esperti, è una semplificazione che
serve a far capire cosa
sta accadendo), per cui sono state aggredite dal “salvataggio” subito dopo le
azioni e prima delle obbligazioni tradizionali e dei conti correnti oltre i
cento mila euro. Citiamo un passo di una lettera scritta da una studentessa a
IlSole24ore, che testimonia quanto detto: “Tra i sottoscrittori delle
obbligazioni di Banca Etruria c’è mia nonna e tantissimi altri pensionati che
gestiti da impiegati di banche male informati o forse troppo sotto pressione
gli hanno fatto investire parte o tutto dei loro risparmi in obbligazioni, che
oggi scoprono essere subordinate. Le obbligazioni in questione (Lower Tier 2)
ci erano state proposte da dipendenti, vice-direttori, direttori di Banca
Etruria, descritte come obbligazioni “sicure, senza alcun rischio e garantite
alla loro scadenza al 100%”. Garantite da dipendenti “amici” e da una banca
sulla quale da 30 anni la mia famiglia ripone la propria fiducia affidandogli i
risparmi di una vita.
Mia nonna, ottantottenne,
vedova ha perso 50.000 euro. No, non abbiamo ancora avuto il coraggio di
dirglielo. Mia madre – continua la lettera – disoccupata e con me a carico, ha
perso gli unici 5.000 euro di risparmi che era riuscita ad accumulare.”
Possiamo forse definire
queste due signore delle avide speculatrici? Certo che no, eppure sono state
massacrate dal PBI, ex PDI, ovvero Partito Bancario Italiano gestito da Renzi,
Boschi (ops, il papà è coinvolto nel crack
di una di queste banche) e compagnia cantando.
Molti di voi potrebbero
pensare: “vabbeh, che me ne importa, io mica ho investito i soldi in quelle
quattro banche, cavoli loro”. Cari voi, io al posto vostro starei molto attento
a sentirmi tranquillo.
Prima di tutto perché le
banche commissariate sono ben di più, in seconda battuta perché quelle
barcollanti sono un’infinità e in terza, perché anche voi potreste in realtà
avere obbligazioni di queste banche in pancia.
A fine articolo
riproporremo l’elenco delle banche commissariate, ed al momento ci concentriamo
sul terzo punto. Come fate ad avere anche voi obbligazioni subordinate di
banche decotte? Semplice, perché queste obbligazioni subordinate, in
particolare quelle quotate in borsa, sono finite anche nei portafogli dei fondi
comuni d’investimento, ed in particolare di quelli bilanciati od
obbligazionari.
Ora facciamo un esempio
per farvi comprendere come potreste prendere anche voi un bel salasso.
Ipotizziamo che il signor rossi, cioè voi, abbia investito 1.000 euro in un
fondo obbligazionario e che questo fondo abbia investito il 10% del proprio
patrimonio in obbligazioni subordinate della banca X, ormai decotta.
Adesso, visto che quelle
obbligazioni valgono zero, i vostri 1.000 euro diventeranno immediatamente 900
(1000 – 100 ovvero la quota parte delle obbligazioni subordinate diventate
carta straccia). Vi sentite ancora così tranquilli? Ovviamente non è detto che
queste obbligazioni subordinate siano presenti in tutti i fondi, ma sarebbe il
caso che chiedeste al vostro direttore di banca o promotore finanziario, la
scheda dettagliata dei vostri investimenti.
Ed ora, ecco a voi
l’elenco delle banche commissariate da Banca d’Italia
Banca Popolare dell’Etruria, Banca delle Marche, Istituto per
il credito sportivo, Cassa di risparmio di Ferrara, Cassa di risparmio di
Loreto, Cassa di risparmio di Chieti, Banca popolare dell’Etna, Banca popolare
delle province calabre, BCC Banca Romagna Cooperativa, BCC Irpina, BCC Banca Padovana, Cassa rurale
di Folgaria, Credito Trevigiano,Banca di Cascina,Banca Brutia, BCC di terra
d’Otranto
Avete fatto caso se
qualche mattonella del vostro pavimento balla? Forse, prima di farla riparare
potreste pensare di impiegarla come nascondiglio dei vostri risparmi, anche
perché dal prossimo primo gennaio, con l’entrata in vigore del “metodo Cipro”,
i vostri risparmi saranno ancora meno sicuri, visto che certi “salvataggi” non
saranno più consentiti a seguito della normativa europea prontamente recepita
dal governo renzista.
Tanto per essere chiari
fino in fondo: dal 1° gennaio
2016, per tutte le banche italiane che si trovassero nella condizione
di dover essere “ristrutturate” pena il fallimento, varranno le regole del bail
in – che nel caso di queste 4 banche di cui ho scritto non è stato applicato –
il quale bail in prevede che a ripianare il dissesto siano chiamati non solo
gli azionisti, non solo gli obbligazionisti che hanno acquistato le
obbligazioni subordinate, ma anche gli obbligazionsiti che hanno comprato le
normali obbligazioni.
Finito di confiscare tutto
ciò, il metodo bail in
entrato in vigore confischerà tutti i conti correnti eccedenti i 100.000 euro,
divorando tutta l’eccedenza. Fatto questo, se voi siete correntisti della banca
o delle banche in questione e avete sul conto meno di 100.000 euro, dubitiamo
che possiate sertirvi tranquilli e protetti. Per un semplice motivo: il Fondo
di garanzia che dovrebbe garantire il depositi inferiori ai 100.000 euro è
afflitto da un piccolo problema: non ha in cassa il denaro necessario, e il bail in impedisce allo
Stato di intervenire per mettercelo.
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