mercoledì 29 marzo 2017

BERLUSCONI GIOVEDI A MALTA PER IL CONGRESSO DEI POPOLARI: BASTA EGOISMI NAZIONALI E BUROCRAZIA


Berlusconi ancora centrale. Anche in Europa. A prescindere dalla sentenza della Corte di Strasburgo. Questo il senso della sua presenza a Malta al prossimo congresso del Ppe, in programma domani e dopo.
Il Cavaliere dovrebbe atterrare a La Valletta giovedì mattina, per essere al tavolo del pranzo con i capi di Stato e di governo popolari. Quindi anche con quell'Angela Merkel già cancelliera quando nel 2011 Berlusconi fu costretto alle dimissioni. Tra Merkel e Berlusconi gli attriti passati (tutti ricordano le risatine tra la cancelliera e l'ex capo dello Stato francese Nicolas Sarkozy del 23 ottobre 2011 ndr) sono da tempo superati. I due si rincontrarono il 22 ottobre a Madrid, proprio in occasione di un altro congresso del Ppe e si strinsero la mano durante un faccia a faccia di una buona mezz'ora. Insomma, un chiarimento a tutto tondo sulle passate incomprensioni.
La visita di giovedì prossimo ha però un altro significato e peso politico. Con la sua presenza, Berlusconi conferma di essere ancora in campo e di essere ancora un interlocutore privilegiato nel consesso internazionale. E questo nonostante l'ex premier sia ancora in attesa della sentenza degli eurogiudici di Strasburgo che dovrebbero riabilitarlo definitivamente, rendendogli giustizia e permettendogli così la candidatura alle prossime elezioni politiche. Nessun discorso ufficiale per il leader di Forza Italia che preferisce aspettare proprio il verdetto degli eurogiudici prima di intervenire su un palco. In ogni caso Berlusconi dirà la sua in occasione del pranzo con gli altri big popolari, non nascondendo le sue critiche a quest'Europa. Un'Europa che deve cambiare ma dalla quale non si deve e non si può uscire. E Forza Italia resta ancorata a questa visione: «Siamo stabilmente nella grande famiglia del Ppe - ripete l'ex premier - Siamo un partito moderato, alternativo alla sinistra e alleato alla destra. Siamo critici di questa Europa contraddittoria, poco solidale, troppo burocratica e alla mercé degli egoismi nazionali ma rimaniamo europeisti». Non a caso Forza Italia ha espresso, con Antonio Tajani, la prestigiosa figura del presidente del Parlamento europeo. Berlusconi sarà accompagnato da una folta delegazione azzurra. Oltre agli eurodeputati, per l'occasione ci saranno anche, in veste di delegati e ospiti, anche molti



parlamentari nazionali come il capogruppo al Senato, Paolo Romani, i deputati Calabria, Valentini, Bergamini, Santelli, Biancofiore, Giammanco; i senatori Malan, Bernini, Rizzotti, Scoma e Gibiino. Insomma, riformare l'Europa da dentro; non uscirne. A prescindere da quello che potrà dire Salvini che, per Berlusconi, dovrà restare e resterà un alleato importante. Certo, con la Lega c'è un clima di competizione all'interno dell'alleanza e nessuno lo nasconde. Il leader del Carroccio da tempo ha fatto stampare dei cartelli con la scritta «Salvini premier». Un logo comparso alla manifestazione di Firenze il 12 novembre del 2016 e riapparso in questi giorni in molti manifesti. Salvini non nasconde le proprie ambizioni: «Stiamo costruendo un programma di governo, per l'Italia, dal basso, e non abbiamo dubbi e paure di scrivere chi il movimento vuole come candidato premier, senza primarie e gazebo», dice papale papale da via Bellerio. E ancora: «Non vogliamo imporci ma siamo pronti a confrontarci con chiunque e in qualunque sede: abbiamo una forza che nessun altro ha». Quindi lancia il suo tour da Nord a Sud: «Cento tappe: da Genova a Catania per illustrare il nostro progetto».
Lega guida della coalizione? Berlusconi non ci crede. Pensa che Forza Italia avrà ben più voti del Carroccio, soprattutto quando lui stesso sarà di nuovo in campo nella pienezza delle sue funzioni. La riprova? Pare che abbia chiesto ai suoi di stilare una lista di possibili prossimi candidati al Parlamento come se il partito fosse al 23/25 per cento.
Insomma, con Berlusconi in campo alla prossima campagna elettorale Forza Italia potrebbe lievitare di almeno 10 punti percentuali.
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