3 marzo 2017 buonsenso - Il Pil cresce, ma non
si può dire lo stesso per le imprese, e a farne maggiormente le spese sono
quelle di piccola dimensione come quelle artigiane e giovanili. Malgrado i
segni positivi di una ripresa economica alle porte in Emilia-Romagna e di miglioramenti anche
sul fronte occupazionale, i numeri del registro delle imprese segnano
ancora un anno in rosso. Il sistema imprenditoriale della provincia di Ravenna
e dei suoi tre comprensori (il capoluogo con Cervia e Russi, il lughese e il
faentino) vede un calo delle aziende iscritte, passando dalle
40.508 presenti a fine 2015 alle 39.704 di fine 2016. Il numero
delle imprese subisce così un calo che si assesta -1,3%, un passo
indietro più marcato sia rispetto alla media regionale (-0,7%) sia a
quella nazionale, che vede una sostanziale stabilità del numero delle imprese
(+0,03%). Provincia di Ravenna: la ricchezza si concentra nelle medie e grandi
imprese. Va precisato che il calo dell’1,3% risente di una modifica dei
criteri di calcolo effettuata dalla Camera di Commercio: fra le 2.891
cessazioni del 2016, 156 sono cessazioni d’ufficio per imprese non più
operative, mentre 543 sono le cancellazioni di imprese fallite prima del 2006
per insufficienza d’attivo. In sostanza si è proceduto ad un aggiornamento
straordinario del registro delle imprese. Scorporando queste due tipologie particolari,
il saldo passa da -805 a -105 aziende su base annua, riducendo l’ordine
di grandezza della diminuzione e portandolo verso i livelli medi
dell’Emilia-Romagna. Ma si conferma comunque uno scenario che non si può
dire soddisfacente: la ricchezza e l’occupazione vanno incentrandosi nelle
medie e grandi imprese, mentre il tessuto imprenditoriale di minori
dimensioni vede molti piccoli
imprenditori costretti a
chiudere.
Imprese
artigiane e giovanili pagano ancora il prezzo della crisi
A fare le spese di questo
quadro ancora negativo per la provincia di Ravenna sono soprattutto le imprese
artigiane e le imprese giovanili, che più faticosamente riescono ad agganciarsi
ai settori che vedono una traiettoria positiva a livello regionale. Le imprese
artigiane, che si differenziano per una dimensione più piccola e spesso per
la conduzione familiare, hanno visto un calo del loro peso percentuale sul
totale delle aziende registrate. Questo è vero per tutti e tre i comprensori
della provincia di Ravenna, passando dal -0,3% del ravennate, al -0,4% della
Bassa Romagna fino al -0,6% della Romagna Faentina. Il 42,5% degli
artigiani è attivo nel campo delle costruzioni e delle manutenzioni (idraulici,
elettricisti, installatori, falegnami, imbianchini vetrai…) nel quale continua
a pesare il morso della crisi: la speranza è che i segnali positivi di inizio
2017 nel mercato immobiliare frenino per quest’anno un ulteriore calo in questo
settore, dopo ben nove anni di crisi.
In difficoltà anche le
imprese giovanili, che vedono un calo di circa un punto percentuale in tutti e
tre i territori: quasi il 30% degli imprenditori under 35 sono attivi nel
commercio al dettaglio, un altro settore che ha sentito – e continua a
sentire – in maniera profondissima l’impatto dell’andamento negativo
dell’economia, oltre alla concorrenza dei grandi centri commerciali e delle
cittadelle dello shopping. Da segnalare inoltre come solo l’1,6% delle
imprese giovanili è attiva nel campo dell’informazione e della comunicazione,
ad indicare che nella nostra provincia fatichino ancora ad affermarsi piccole
aziende nel campo ICT.
Forte
vocazione agricola per la Romagna Faentina
Venendo invece al numero
di imprese attive per settore economico, emergono alcune differenze fra i tre
comprensori della provincia di Ravenna. Il ravennate vede una forte presenza
nei campi dei servizi (ed in particolare risultano molto presenti gli
immobiliari e le imprese di intrattenimento) e dell’alloggio e ristorazione,
coerentemente alla vocazione turistica di Ravenna e Cervia. Anche le
costruzioni e manutenzioni sono ben insediate, un dato condiviso con la Bassa
Romagna. Ma proprio il lughese e la Romagna Faentina presentano un più alto
numero di aziende agricole: il 25,7% per la Bassa e il 30,3% per il
comprensorio faentino. E affianco al settore primario, i territori delle
due Unioni condividono anche una maggiore propensione all’industria rispetto al
capoluogo, con quasi un 10% delle imprese attive nel campo della
manifattura. A fine 2016 la densità imprenditoriale (unità locali per 100
abitanti) risulta più alta nel ravennate (11,43 u.l. per abitante), seguito a
stretto giro dalla Bassa Romagna (11,22) e un po’ più distanziata la Romagna
Faentina (10,70).
Romagna
faentina: le diverse specializzazioni del territorio
Allo stesso modo si
presenta come diversificato il tessuto imprenditoriale della Romagna Faentina.
Da una parte abbiamo i Comuni dove le aziende agricole – che in molti
casi sono individuali – sono fra il 42 e il 50% (Casola Valsenio,
Brisighella e Solarolo), dall’altra vediamo la maggiore propensione alla
produzione industriale per Castel Bolognese (12,8%) e Faenza (9,7%). Per
dare un’idea di quanto il paese di Alfredo Oriani, di Laura Pausini e degli
otto cardinali siano sbilanciati verso il settore primario, basta citare il
dato regionale e nazionale (14,5%): in buona sostanza nei tre “Comuni agricoli”
le coltivazioni sono tre volte più numerose che nel resto del Belpaese.
Peculiare anche il posizionamento
di Riolo Terme, con un’alta percentuale di aziende nelle costruzioni.
Grazie alla buona presenza di agriturismi, ristoranti e bed and breakfast
l’alloggio e la ristorazione risultano più numerosi nei tre comuni collinari,
dove oscillano fra il 6,5 e il 10%, un dato analogo a quello di Ravenna e
Cervia. I centri maggiori quali Faenza, Castel Bolognese e Riolo vedono
invece una presenza più importante dei servizi e del commercio, che
probabilmente servono una clientela che va oltre il confine comunale. A
Brisighella, Casola e Faenza si registra inoltre un più alto numero di imprese
per abitanti (fra le 10 e le 11 aziende ogni 100 residenti), mentre a Solarolo
e Riolo ci si ferma rispettivamente a 8,9 e 8,8.
Andrea Piazza
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