Finalmente il Sindaco Matteucci ha trovato il coraggio di commemorare il 9 novembre ricorrenza della caduta del Muro di Berlino adeguatamente con l’inaugurazione del parco intitolato a tale evento storico, denominato “Parco 9 novembre 1989 – Caduta del Muro di Berlino”. Si tratta dell’area verde compresa tra via Keplero, via Pacioli e via Cusano (retro Conad Galilei). Si tenta così, e comunque non manchiamo di apprezzare questa nuova sensibilità, di cancellare vent’un anni di indifferenza e negazione a partire dall’evento organizzato lo scorso anno con la presenza del compagno di sempre Giulietto Chiesa che sosteneva: “Dunque venti anni dopo la caduta del muro abbiamo da celebrare solo la stupidità dell’Occidente vincitore, e la sua incultura, oltre che il suo egoismo. Ma questo occidente in piena e irreversibile crisi (perché o non ne uscirà, o, se ne uscirà, non sarà più l’Occidente che conosciamo) sta cercando di applicare le regole orwelliane: chi controlla il passato controlla il futuro; chi controlla il presente controlla il passato. A questo servono le celebrazioni di questo ventennale, solo che loro non controllano più nemmeno il presente. Per questo credo che toccherà alla prossima generazione fare il grande sforzo, se ne sarà capace, di riscrivere la storia che i vincitori hanno scarabocchiato”. Potremmo in maniera semplice e rozza applicare il pensiero di Giulietto Chiesa alla resistenza, giustificando così ad esempio l’intitolazione di una strada ad Arrigo Boldrini, ma ci asteniamo da un ragionamento così grezzo ed infarcito di propaganda.
La Caduta del Muro di Berlino è una bellissima pagina di storia, di rivoluzione pacifica dove la voglia di libertà si è dimostrata più forte delle armi, segno della liberazione, di riscatto e di vittoria di quelle centinaia di uomini e donne che vennero uccisi dalle tremende guardie di confine (vopos) nel tentativo di oltrepassare o aggirare il muro di Berlino per raggiungere l’occidente e fuggire il comunismo, nei trent’anni in cui questo terribile simbolo rimase in piedi. Per questo la sua caduta sotto la spinta popolare, dopo che in tutt’Europa stava franando il comunismo, fu la più grande festa popolare mai avvenuta in Germania e rappresentò, non solo il via libera dell’unificazione tedesca in un unico stato, ma anche una grande spinta a riprendere con forza la strada dell’unificazione europea. Rodolfo Ridolfi
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