RIPRENDERSI LA PROPRIETA’ CON LE QUOTE INVESTITE NELL’AUTODROMO DI IMOLA CHIEDE IL PDL
“Acqua del rubinetto” è il titolo dell’iniziativa politica in programma, oggi 24 novembre nella sala del consiglio comunale di Faenza da parte di tutti i Sindaci. I sindaci non ricordano però di attuare un’ atto affinché per avere l’acqua pubblica di riacquistare le fonti dell’acquedotto di proprietà comunale, Faenza, Brisighella e Marradi cedute a suo tempo a CON. AMI, che in parte ha investito nel fallimento dell’autodromo di Imola.
Il capo Gruppo Vincenzo Galassini della provincia di Ravenna, ricorda: “come nel maggio 1999 il Consorzio Acquedotto Val Lamone, costituito tra i Comuni di Brisighella, Faenza e Marradi, deliberò il superamento del Consorzio stesso e, nel settembre successivo, il consiglio comunale di Faenza e Marradi, a maggioranza, decisero di recedere dal Consorzio Val Lamone e di conferire al Consorzio Ami di Imola gli impianti faentini “per un importo stabilito di sei miliardi”, impegnandosi inoltre a portare all’Ami anche gli impianti dell’intero ciclo delle acque, di proprietà Amf di Faenza, per un importo complessivo di 34 miliardi e 555 milioni, e la somma di 3 miliardi e 500 milioni attribuita dalla Stato al Comune per la discarica. Come l’operazione, politicamente
discutibile e giuridicamente precaria, finì per risultare di dubbia legittimità rispetto alla legislazione vigente” e che il sindaco di Brisighella, il 14 dicembre dello stesso anno, espresse nell’ambito dell’assemblea consortile la propria “netta contrarietà a sciogliere il Consorzio stesso”, ritenendolo “utile anche alla luce dei finanziamenti statali a cui poteva accedere”. “L’inaspettata posizione dell’amministrazione di Brisighella creò così ulteriori contraddizioni e problemi ai Comuni di Faenza e Marradi, che erano pronti a fare carte false pur di regalare tutto all’Ami” come le stesse amministrazioni di Faenza e Marradi proposero la modifica della convenzione e dello statuto per fare posto ad Ami al fianco del Comune di Brisighella, senza revocare i precedenti “incompatibili” atti deliberativi; ed ancora ricorda che all’epoca la società Romagna acque avrebbe offerto esattamente il doppio per la quota faentina del Consorzio Acquedotto Val Lamone ed ancora oggi non si capiscono le motivazioni che portarono invece a vendere la quota, con delibera del Consiglio comunale di Faenza, al Consorzio Ami di Imola”. Galassini chiede che i Sindaci che propongono “ Acqua del rubinetto“ di farsi piuttosto promotori, di una iniziativa politica ed amministrativa tesa a riportare nell’originale forma pubblica il consorzio acquedotto Valle del Lamone oggi fuori dal controllo diretto dei tre Comuni come anche la recente vicenda della società Formula Imola ha ampiamente riproposto. Certamente è assurdo, un atto nefasto da prima Repubblica, che i tre Comuni della valle del Lamone tramite CON. AMI gestiscano, con i soldi ricevuti dall’acqua pubblica, l’Autodromo di Imola avendo la maggioranza delle quote della proprietà! Altro che demagogia di “Addio alle bottiglie” ma ADDIO alla acqua pubblica investita nella benzina dell’autodromo di Imola. Vincenzo Galassini
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