martedì 9 novembre 2010

E LO STATALE FA IL DOPPIO LAVORO.

CONTROLLI DELLE FIAMME GIALLE:NESSUNO LI HA AUTORIZZATI. UNO AVEVA ADDIRITTURA UN CONTRATTO DI CONSULENZA CON UNA SQUADRA DI SERIE A.

Uno di loro aveva addirittura una consulenza con una squadra di calcio di Serie A. Dipendente pubblico doppiolavorista, ma senza l'autorizzazione dell'amministrazione d'appartenenza. Un modo come un altro per arrontondare lo stipendio violando la legge. Ma non era il solo. Anzi, a giudicare dai dati forniti dal ministro Renato Brunetta, era in buona compagnia. Secondo la Relazione sullo stato della pubblica amministrazione depositata in questi giorni in Parlamento, nel 2009 il Nucleo dei finanzieri che lavora presso l'ispettorato del ministero ha svolto 779 indagini e ha scoperto che in circa la metà degli accertamenti il secondo lavoro non era autorizzato. In termini economici significa 9.312.229,32 euro indebitamente percepiti dai dipendenti che, una volta recuperati dalle amministrazioni di appartenenza, andranno ad incrementare il fondo di produttività o i fondi equivalenti destinati al personale. Allo stesso tempo l'Agenzia delle Entrate ha multato i committenti, cioè i datori del secondo lavoro, per 11.206.671,32. Insomma, il numero delle violazioni continua ad essere elevato. Chi lavora per il pubblico, infatti, non può svolgere un altro lavoro subordinato o autonomo se non autorizzato. Il via libera è legato a due precise circostanze: che non si incorra nelle incompatibilità previste dalla legge (come per l'attività libero professionale), e non ci sia conflitto d'interessi. Nei casi di violazione più grave è previsto anche il licenziamento. Ma chi sono questi doppiolavoristi? Gli identikit sono diversi. C'è chi per arrotondare fa il cameriere nel fine settimana, c'è chi lavora negli uffici tecnici delle amministrazioni locali e, magari, svolge consulenze per aziende del settore, e c'è anche chi assume incarichi presso società private o in consigli di amministrazione arrivando a guadagnare compensi superiori anche ai 100mila euro. Normalmente, a far scattare gli accertamenti dell'ispettorato, sono segnalazioni provenienti dalle stesse amministrazioni insospettite dall'alto numero di assenze, ma anche le indagini tributarie condotte dalle Fiamme Gialle e, in alcuni casi, le segnalazioni dei cittadini.

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