Corriere della Sera (Aldo Cazzullo) – Il catalogo dei gesti italici … si arricchisce ora della mano di Massimo D’Alema, che alla Camera invita platealmente Berlusconi e il suo governo ad andarsene, oscillando il palmo verso l’uscita. Non è lo stile giusto … tanto più che D’Alema è il presidente del Copasir, il Comitato di controllo dei servizi segreti … e tanto più che proprio D’Alema chiede a Berlusconi sia chiamato a … chiarire se la sua sicurezza personale e quella nazionale siano vulnerabili. Ma far precedere la convocazione del premier da un gesto del genere rafforza il sospetto – non a casa già avanzato dal centrodestra – che si tratti più di una manovra politica che di una necessità istituzionale …
La Nazione (Franco Cangini) - … Le nuove illusioni che hanno scaldato il cuore dei credenti nelle “magnifiche sorti e progressive” del ribaltone si presentano non meno evanescenti delle vecchie. Un’illusione, la possibilità di racimolare una maggioranza di ricambio fondata sulla paura delle elezioni, congiunta alla riluttanza dei parlamentari alla perdita del diritto al vitalizio, legato al completamento della legislatura. La costituzione, checché si dica, non vincola il Quirinale a prendere per buona una qualsiasi maggioranza aritmetica di ricambio. Il placet alla formazione di un altro governo è legata all’accertata esistenza di un comune sentire sulle cose da fare. Un po’ come aspettarsi il canto dell’usignolo da un’uccelleria con volatili d’ogni sorta. In mancanza di un trillo decente, è naturale che siano gli elettori a scrivere il nuovo spartito. Si dirà che l’ex presidente Scalfaro non andò per il sottile nel valutare l’alternativa parlamentare al ribaltone del 1995. Ma Napolitano non è Scalfaro e l’Italia d’oggi non è quella di allora. Il nord non si sente da meno della Baviera ed è stanco di navigare in un convoglio a scartamento ridotto. Oggi errori di valutazione comportano funeste conseguenze. Più prudente lasciare che il destino dell’Italia sia deciso, col voto, degli italiani.
Il Sole 24 Ore (Stefano Folli) - … Napolitano sottolinea: «Chiunque sarà chiamato a governare ancora, o a governare nuovamente, dovrà affrontare le problematiche concrete del paese». Frase un po' criptica, ma nemmeno tanto … Tra le righe il capo dello Stato dice altro. «Chi sarà chiamato a governare ancora...»: il riferimento sembra a Silvio Berlusconi. Si potrebbe interpretare così: se il presidente del Consiglio accelerasse il chiarimento e presentasse le dimissioni, il passo più logico sarebbe offrirgli un nuovo incarico. Spetterebbe poi a lui ridefinire l'alleanza di centrodestra accogliendo, se possibile, le richieste dei partner. Di uno in particolare, Gianfranco Fini …
Il Tempo (Mario Sechi) - … La diplomazia è al lavoro da mesi, ma la via ribaltonista scelta da Gianfranco Fini negli ultimi giorni ha accelerato le operazioni. Riusciranno i nostri eroi a far secco il Cav? Ho qualche dubbio. Non essendo possibile mettere Berlusconi nelle patrie galere (sogno di tutti i suoi avversari) si dovranno accontentare (o illudere) di tenerlo imbrigliato il tanto che basta, ma l’idea di sbarazzarsi di lui e del berlusconismo come fenomeno sociale è semplicemente un desiderio infantile. É da questo fatto ineludibile, da questo incubo che muovono le loro mosse i protagonisti di questo finale di partita. Vediamoli nel dettaglio uno a uno - Gianfranco Fini … colui che tradisce e pugnala alla schiena il Cavaliere di Arcore … Nella duplice veste di Presidente della Camera e leader di Futuro e Libertà Fini tenta il colpaccio della vita (e morte) di una stagione politica … - Pierferdinando Casini … Con Fini non condivide un bel niente, tranne il fatto che vuole la sparizione del Cavaliere. Sul resto, buio fitto. Un programma politico scritto da Fini e Casini avrebbe seri problemi psichiatrici, sarebbe una personalità sdoppiata: il laicista Gianfranco con il cattolicissimo Pier. Fini era per staccare la spina a Eluana Englaro, Casini per la volontà di Nostro Signore …
Il Foglio - … L’on. Bocchino motiva il voto sull’immigrazione dicendo che è conforme ai desiderata dell’Onu. Perbacco. La cinica Onu della famigerata Commissione dei diritti umani, l’Onu di Durban … Poi ci sono i problemi epocali della riproduzione e della famiglia. Anche qui, per “allinearsi agli standard europei”, si tende a ridurre “la famiglia tradizionale a una mera variabile in un catalogo di desideri” (Avvenire). Peraltro, questa ideologia costruttivista si affacciò già quando fu proposto l’“insegnamento dei sentimenti” a scuola. Insomma, se questa è la politica che emerge dalla collezione di figurine, non soltanto non è volta al “futuro”, ma fornisce l’immagine malinconica di una destra che, per rendersi accettabile, si appiattisce sui luoghi comuni consunti e fallimentari del politicamente corretto di stile zapaterista.
Libero (Brunella Bolloli) - … Sul ministro della Cultura, Sandro Bondi, Luca Barbareschi, deputato-attore-produttore-conduttore-regista fedelissimo di Gianfranco Fini esce dal coro di quelli che vogliono il passo indietro.
Barbareschi in difesa del ministro Bondi? “Si. Lo difendo perché sconta colpe non sue. Non è colpa di Bondi se c’è stato il crollo di Pompei. Sarebbe come dire che quando è crollato un pezzo della Domus Aurea a Roma era colpa della Melandri e lei avrebbe dovuto dimettersi. La verità è che bisogna trovare un modo, con aiuto dei privati, di mettere in sicurezza il patrimonio artistico e culturale del nostro Paese, altrimenti ogni volta verrà giù un pezzo”
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