martedì 29 novembre 2011

Pdl: "Spesi 12 milioni per curare i clandestini"

La denuncia di Andrea Leoni


L'affondo del consigliere di centro destra: "Dati che confermano il poco virtuoso record di Modena come capitale dei clandestini, sia fuori che dentro gli ospedali".
Modena, 26 novembre 2011 – Poco meno di 12 milioni di euro spesi negli ultimi cinque anni, dal 2006 al 2010, in provincia di Modena, “per finanziare i ricoveri di immigrati clandestini”. E solo l’anno scorso le strutture sanitarie ospedaliere e dell’Ausl di Modena hanno speso 1.541.737 euro “per ricoverare 550 persone senza permesso di soggiorno e che non dovrebbero essere sul territorio.
Una media di 2.800 euro per ogni clandestino ricoverato”. Sono i “dati impressionanti” diffusi con un comunicato dal consigliere regionale del Pdl, Andrea Leoni, che gia’ nel 2008, con un’analoga indagine sui dati della Regione, aveva accertato altri 12 milioni di euro spesi dal 2002 al 2006 nel territorio modenese “per il ricovero e la cura di clandestini muniti del cosiddetto cartellino di Straniero temporaneamente presente”.Dati che, afferma il berlusconiano, “oltre all’impatto sulla spesa sanitaria, confermano il poco virtuoso record di Modena come capitale dei clandestini, sia fuori che dentro gli ospedali”. In questa “preoccupante classifica”, prosegue Leoni, Modena “e’ praticamente a pari merito solo con Bologna, che ha piu’ del doppio della popolazione, mentre registra una spesa per ricoveri di stranieri totalmente irregolari sul territorio, che e’ doppio, triplo o quadruplo rispetto a province come Ferrara, Ravenna, Forli’-Cesena Piacenza e Parma”.
Inoltre, il numero degli stranieri irregolari ricoverati, confrontato con quello di altre province, fornice “un altro indicatore chiaro, come quello delle richieste di sanatoria di lavoratori stranieri irregolari o quello dei clandestini in carcere, del tasso di immigrati totalmente immigrati irregolari presenti sul territorio. E Modena, dopo anni, si conferma ancora al top a livello regionale”.

Secondo Leoni si puo’ dire che “siamo di fronte a cifre allarmanti che confermano il devastante impatto sociale ed economico provocato in questi anni dalle politiche buoniste delle amministrazioni rosse, che hanno fatto e continuano a fare da richiamo per gli immigrati regolari ed irregolari”. Ma, avverte, “in un sistema sanitario sull’orlo del collasso finanziario e’ chiaro che una situazione del genere non puo’ reggere”.
Nel lanciare l’allarme, il berlusconiano non intende mettere in discussione “il principio che, anche in virtu’ della necessaria tutela della salute e della sicurezza pubblica, obbliga il sistema sanitario a prestare soccorso sanitario alle persone, al di la’ del loro status, ma una politica che ha favorito e non contrastato la presenza di clandestini sul territorio”. E uno dei risultati e’ che “mentre i cittadini devono subire il costante aumento del costo dei ticket e dei tempi di attesa per le prestazioni specialistiche, oltre alla chiusura di Pronto soccorso nonche’ al taglio dei reparti negli ospedali, parte della spesa sanitaria viene utilizzata per erogare gratis servizi e assistenza a chi, secondo la legge, non dovrebbe nemmeno essere in Italia ma che, grazie alle politiche delle amministrazioni locali di sinistra, e’ stato di fatto richiamato sul nostro territorio”.
Questo, conclude Leoni, “non e’ il frutto di una politica di integrazione, bensi’ di disintegrazione sociale che noi continueremo a contrastare in tutte le sedi istituzionali”.

Pdl Ravenna: "Giangrandi presidente Acer? La solita spartizione tra amici e delusi"


“Ed eccola l’ennesima nomina che non sarebbe mai arrivata se non fosse stato necessario piazzare un personaggio rimasto a bocca asciutta dopo le ultime elezioni amministrative. E così dopo aver sistemato Michele De Pascale come assessore comunale a Cervia (a proposito, sinceri auguri di buon lavoro), che era uno dei grandi esclusi dalla giunta Casadio in provincia, ecco che il PD nomina Emanuela Giangrandi in Acer, incarico per il quale si è riusciti ad aggirare l’ottima norma emanata dal governo Berlusconi per la quale chi è stato amministratore di un ente pubblico non può divenire dirigente di società da esso partecipate o similari”. A parlare è Alberto Ancarani, vicecoordinatore comunale vicario del Pdl, che si scaglia contro la nomina dell’ex assessore provinciale alla presidenza dell’ente di gestione delle case popolari. 
“A questo punto, anche se non abbiamo la sfera di cristallo è facile individuare le prossime mosse: da un lato c’è da piazzare un direttore di Asp, visto che dubitiamo che verrà accettato il nostro consiglio di lasciare tale incarico a Federico Fronzoni; dall’altro da ricompensare per la non ricandidatura vi è ancora l’ottimo Avv. Andrea Maestri, che come direttore di Asp com’è noto è incompatibile. Siamo certi che a breve il Pd troverà una soluzione per entrambi i casi. Inutile girarci attorno dunque: tutte i nomi che abbiamo fatto sono ottime persone, molte delle quali competenti in specifici settori e di personale contro di loro chi scrive e il partito che rappresenta non ha assolutamente nulla. Ma purtroppo, anche la nomina di Emanuela Giangrandi che di servizi sociali si è occupata a lungo e siamo certi che si darà da fare anche per il nuovo incarico, non è che l’ennesima dimostrazione di una concezione proprietaria che il partito di maggioranza relativa in questa provincia ha di qualunque ruolo, incarico o nomina che sia emanazione dell’ente pubblico. Non si procede mai a scelte meritocratiche ma si presta fede esclusivamente alla fedeltà politica.Non si indicono concorsi, né si vagliano curricula, ma si procede in base alla tessera politica. Quando questi metodi verranno modificati sarà sempre troppo tardi”.

lunedì 28 novembre 2011

Beato chi so’ fa, il sofà

Finmeccanica, 500 milioni per foraggiare i soliti noti


40 Veicoli Tattici Medi Multiruolo (VTMM): 157 milioni di euro 
149 Automezzi Logistici Protetti: 80,7 milioni di euro 
511 Veicoli Tattici Leggeri Multiruolo (VTLM): 198 milioni di euro 
Sensori elettro-ottici e radar integrati: 56,3 milioni di euro

Dalla IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati è arrivato l’ok bipartisan alla spesa di mezzo miliardo di euro per l’acquisto di ulteriori mezzi militari da utilizzare per la cosiddetta “missione di pace” in Afghanistan.
A fare affari ancora una volta i grandi carrozzoni pubblici dell’industria bellica, in primo luogo Finmeccanica, al centro da giorni dell’inchiesta sul giro di tangenti ai partiti e uomini politici.
Mentre sono allo studio le strategie per rastrellare denaro dai cittadini per fronteggiare debito pubblico, spread, ecc… si continuano a sperperare miliardi e miliardi di euro per una guerra che costa all’incirca un miliardo all’anno, con esiti disastrosi come dichiarato dagli stessi vertici militari, e di cui non si comprende come e quando possa finire.
Come è avvenuto per le spese di gestione ordinaria della missione militare in Afghanistan, cioè i 760 milioni messi in bilancio per l’anno 2011, anche per l’acquisto di questi mezzi militari sarà necessario stornare una quota di fondi FAS per lo sviluppo per destinarli al bilancio della Difesa e rendere possibile in questo modo l’acquisto.
Buttare questa montagna di soldi per portare avanti una guerra senza senso è uno scandalo, farlo in tempo di crisi è una ignobile vergogna.

sabato 26 novembre 2011

SPREAD, CHI ACCUSAVA SILVIO SI SCUSI


"La vita politica italiana ha bisogno di serietà, onestà e rigore. Per questo mi aspetterei delle parole di scuse da parte di coloro che fino a poche settimane fa sostenevano selvaggiamente che l'aumento dello spread fosse legato al precedente governo e imputabile direttamente alla persona del presidente Berlusconi. Costoro oggi dovrebbero pronunciare parole di verità e provare un minimo senso di vergogna". Lo afferma Sandro Bondi, Pdl. Quelli che avevano detto: via Berlusconi da solo vale trecento punti di spread: Bersani (31-10-2011) - ''L'Italia e' in pericolo, serve un colpo di reni. Servono subito delle novita' politiche e riforme vere e immediate''. Oggi lo spread tra Btp e Bund ha sfondato di nuovo quota 400. […] L'Italia corre un serio pericolo. E' del tutto evidente che le promesse del governo all'Unione europea hanno avuto un effetto nullo a causa della mancata credibilita' dell'esecutivo e dell'inadeguatezza degli impegni. Ora non c'e' piu' il tempo per crogiolarsi con le favole. Per far ripartire l'Italia ed evitare guai peggiori c'e' bisogno di un colpo di reni, di discontinuita', di una chiara novita' sul piano politico e di avviare decisioni di riforma vere e immediate''. Donadi (31-10-2011) - ''Ecco i risultati della letterina di buoni propositi di Berlusconi all'Ue, un drammatico lunedi' nero per la Borsa: Btp al 6.18, spread tra Btp e Bund a quota 400. Siamo sul Titanic ma, mentre l'iceberg si avvicina, il governo suona i violini. Serve una nuova nave, una nuova rotta e nuovi motori'' D’Alema(7-11-

PARCO: LE FINTE SBUROCRATIZZAZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE



TI RENDO ONORE “O CAPITANO, MIO CAPITANO” GRAZIE PER ESSERCI STATO E AVERCI REGALATO VENT’ANNI DI LIBERTA’


Caro Silvio Berlusconi, sono una qualsiasi dei milioni dei tuoi elettori.
Ho visto le immagini di stasera: quattro scalmanati cresciuti a odio e Santoro, che non riuscendo mai a vincere le elezioni ( e chi li vota?) si sono ridotti a festeggiare le dimissioni di una persona che invece le ha vinte tante volte. Quattro scalmanati che salutano come salvatore della patria un banchiere mai votato da nessuno (Monti), indicato da un comunista mai pentito di aver sostenuto le peggiori dittature del secolo scorso (Napolitano).
Allora ho deciso di scriverti, per ringraziarti, invece, dei vent’anni di libertà che ci hai regalato.
Ti ringrazio, perché scendendo in campo nel ’94 ci hai salvato dalla “gioiosa macchina da guerra” che avrebbe voluto fare dell’Italia un paese governato da alcune procure. Le stesse che ti hanno perseguitato per vent’anni, e se adesso quei poteri sembrano aver vinto, sappi che non potranno avere la meglio come sarebbe stato vent’anni fa, perché nel frattempo le tue incredibili vicende ci hanno aperto gli occhi. Non praevalebunt.
Ti ringrazio, perché ci hai liberato dagli inciuci della Prima Repubblica, e ci hai fatto vedere che noi cittadini possiamo scegliere il nostro premier, e anche la coalizione che ci governa. E se ci stanno riprovando, le stesse facce di allora, a ripetere la storia – figliocci della “parte oscura” della DC – adesso siamo consapevoli del fatto che quella non è l’unica politica possibile.
Ti ringrazio perché ci hai fatto vedere che quelli del cosiddetto salotto buono del paese – a partire dai direttori del Corriere, di Repubblica, insieme a tanti sussiegosi e vuoti editorialisti, incapaci di costruire alcunché nella loro vita, e insieme a vili servi dei potenti, assoldati come giornalisti “anticasta” (ma la loro è la vera casta) – ecco, quelli del cosiddetto salotto buono sono solo vogliosi di potere, sprezzanti del popolo, e per loro è insopportabile che gente al di fuori della loro cerchia possa avere accesso alle istituzioni.

MONTI CONTINUA L’AZIONE DI BERLUSCONI


La propaganda di sinistra aveva puntato su Monti per contrabbandare una svolta, una discontinuità, una rottura netta con il passato che invece finora non c’è stata, e difficilmente ci sarà anche con le misure future. Ciò che il nuovo presidente del Consiglio ha fatto dall’insediamento è stato di confermare quanto era stato deciso dal governo di Silvio Berlusconi. Ultimo esempio, il rinvio al saldo 2012 di parte dell’acconto Irpef di novembre. Si tratta del 17% (rispetto al 99) che verrà differito al prossimo giugno in modo da lasciare soldi in più nelle tasche dei contribuenti in previsione del Natale, e di consentire a quanti guadagnano meno di non andare troppo in credito con il fisco. Sennonché il provvedimento – che Alberto Bufi, capogruppo Pd in commissione Finanze della Camera si è affrettato a definire “Un primo intervento, un buon segnale nella prospettiva di azione del nuovo governo” – non è un’idea di Monti, ma di Berlusconi e del precedente esecutivo. Addirittura del luglio 2010, finanziata allora con 2,3 miliardi, e resa strutturale con la Legge di stabilità, ultimo atto del governo di centrodestra. Questa continuità non è un’eccezione. Due giorni fa c’era stato il decreto per Roma capitale, un atto del federalismo. E ancora prima l’impegno alla piena attuazione, appunto, della legge di stabilità, approvata il 12 novembre immediatamente a ridosso dell’incarico al nuovo premier.

venerdì 25 novembre 2011

SUL RIORDINO DI TRIBUNALI I SINDACATI PRENDANO ESEMPIO DALLA POLITICA


Il riordino territoriale dei Tribunali con la possibile eliminazione delle sedi distaccati ha “sconvolto” i sindacati, tanto che si sono susseguite fuori tempo massimo delle dichiarazioni a dir poco imbarazzanti: la CGIL regionale che ha sostenuto di chiudere diverse sezioni distaccate tra le quali Faenza, la sezione CGIL provinciale che smentisce CGIL regionale e dice salviamo Faenza, la Cisl che se la prende con un Governo che ahinoi non c’è più e che comunque se ha dettato delle linee per un riordino territoriale, non ha chiuso e non ha imposto di chiudere la sezione distaccata di Faenza del Tribunale di Ravenna.  Ricordando come tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale di Faenza fossero responsabilmente a favore di una razionalizzazione del sistema dei Tribunali - unica voce stonata a nostro avviso quella del Sindaco Malpezzi - e come allo stesso tempo tutte le forze politiche, compreso il PDL, nonostante fosse partito che esprimeva il Ministro della giustizia in carica un mese fa, si fossero impegnate in una battaglia di comunità tesa a mantenere la sezione del Tribunale a Faenza, non in una visione meramente campanilistica ma tenendo ben presente come la sezione di Faenza avesse ed ha i numeri, le carte in regola per rimanere aperta, le uscite del Sindacato rappresentano veramente una pagina impietosa della vicenda. Oggi che al Governo c’è un tal Monti ci sembrano veramente fuori luogo le premesse addotte dalla CISL, capiamo che la vita fosse molto più semplice quando quotidianamente si poteva “sputare” contro Berlusconi. Rispetto poi alle dichiarazioni della CGIL si commentano da sole, perso Berlusconi non sanno più se sia giusto tagliare o mantenere, insomma si sono smarriti. Credo che nella questione della sezione distaccata di Faenza del Tribunale di Ravenna la politica abbia dimostrato come vi è la capacità di mettersi in gioco e assumersi delle responsabilità anche rischiando di vedersi sconfitti, non mi sembra che il Sindacato abbia saputo ricalcare questo tipo di impegno e di coesione. Raffaella Ridolfi

FAENZA E CERVIA METTONO I “GIOIELLI” IN RAVENNA HOLDING: NO DEL PDL


Si è svolta stamane presso la residenza municipale del Comune di Ravenna una conferenza stampa congiunta di Alberto Ancarani, Vice-Capogruppo PDL e Presidente della Commissione Bilancio e società partecipate del comune di Ravenna, di Raffaella Ridolfi, Capogruppo consiliare PDL nel Comune di Faenza e di Paolo Savelli consigliere comunale di Cervia in merito alla delibera, già passata dal Comune di Cervia e in programma per il Consiglio comunale di Ravenna di domani giovedi 24 e per quello di Faenza nella seduta del 28 novembre. Con l'operazione in oggetto, si approfitta dello scioglimento di Area Asset, più volte chiesto anche dall'opposizione, per far entrare in Ravenna Holding - fino ad oggi cassaforte esclusiva del Comune di Ravenna - il Comune di Cervia che anziché venire liquidato per la sua quota in Area Asset riceve in concambio azioni di Ravenna Holding andando così a violare la caratteristica di mero strumento del Comune di Ravenna fino ad oggi rappresentato dalla Holding. Approfittando di questo allargamento, la segreteria provinciale del PD, evidentemente vero baricentro di una scelta strategica come quella di cui si parla, decide di far entrare anche il Comune di Faenza attraverso l'acquisto da parte di Ravenna Holding di azioni di Hera che consentono di fare cassa al comune della città manfreda senza vendere le azioni a prezzo di mercato.

MARGHERITA BONIVER A RAVENNA E SAN PIETRO IN VINCOLI: VENERDI 25 NOVEMBRE 2011


Venerdì 25 novembre alle ore 18,00 nella sala Sala Buzzi (ex Forum) Seconda circoscrizione via Berlinguer, 11 l’On. Margherita Boniver sarà ospite del PDL ravennate per parlare dei possibili scenari futuri italiani ed europei a seguito della crisi finanziaria. Alle ore 20,00 cenerà con amici e simpatizzanti del PDL al Ristorante la “Piazzetta” di San Pietro in Vincoli. Alle ore 21,30 l’On. Boniver sarà impegnata al Circolino di San Pietro in Vincoli con Alberto Ancarani, Gianguido Bazzoni, Rodolfo Ridolfi e Maria Bezzi in un dibattito incentrato su gli ultimi accadimenti politici che hanno portato alla nascita del Governo Monti e su quali saranno le prospettive politiche dopo questa fase di sospensione della normale dialettica politico - istituzionale.  
VENERDI’ 25 NOVEMBRE 2011 ORE 20,00 RISTORANTE LA PIAZZETTA SAN PIETRO IN VINCOLI  CENA CON  On. MARGHERITA BONIVER
EURO 18,00 MENU’:   CROSTINI,  TAGLIATELLE AL RAGU,  DOLCE,  VINO,  ACQUA, CAFFE’
Per prenotazione chiamare il 3466829146

SUCCEDE NELLA ROSSA EMILIA: UN DIPENDENTE DA NOVE ANNI HA LAVORATO SOLO SEI GIORNI, MENTRE LA REGIONE TUTELA I DIPENDENTI INFEDELI. IL CASO DEL FALLIMENTO IMMOBILIARE DI FORLIMPOPOLI E UN DIRIGENTE RAVENNATE


“Cosa ha fatto, in questi mesi, la Regione? Era il 17 Dicembre 2010, quando, attraverso un’interrogazione regionale, avevo informato la Giunta Errani dei problemi finanziari e di gestione collegati alla società Immobiliare Forlimpopoli S.r.l. Dalle segnalazioni pervenutemi, era emerso il coinvolgimento diretto nella conduzione della società di un dirigente regionale del Servizio di Bacino di Ravenna. Il Miccoli ricopriva l’incarico di amministratore unico, carica incompatibile con l’impiego a tempo pieno alle dipendenze di una pubblica amministrazione. Un’evidente anomalia. In quella fase, inoltre, l’immobiliare aveva avviato la procedura concorsuale liquidatoria. Ci saremmo aspettati un intervento diretto della Regione Emilia-Romagna. Invece, il nulla.” Ad affermarlo è il Consigliere regionale del Pdl Fabio Filippi. “Dopo mesi – aggiunge Filippi – l’assessore regionale allo sviluppo delle risorse umane e organizzative ha giustificato il dipendente, il quale avrebbe, a detta della Regione, fornito ‘convincenti ragguagli sull’eccezionalità della situazione in cui era venuto a trovarsi’, nel frattempo la società è stata trasferita a Vibo Valentia, in Calabria.”
Sono tredici le famiglie coinvolte nella compravendita di immobili con la società Immobiliare Forlimpopoli.  Gli acquirenti, con il fallimento in atto, rischiano seriamente – conclude Filippi – di perdere la caparra e gli acconti versati. Ma alla Regione, evidentemente, questo interessa poco. Preferisce fare finta di nulla, protegge un dipendente ‘vicino’ alla sinistra, lasciando sole tredici famiglie raggirate.” Il Consigliere Filippi, pur non essendo romagnolo, ha deciso, per un criterio di giustizia, di schierarsi in modo deciso dalla parte dei cittadini coinvolti, loro malgrado, in questa vicenda. Il decreto legislativo n. 122 del 2005 interviene su questo tipo di problematiche, tutelando gli acquirenti relativamente gli obblighi dei costruttori. L’Immobiliare Forlimpopoli e Miccoli devono obbligatoriamente attenersi alle norme contenute nel decreto.

giovedì 24 novembre 2011

CORSI UNIVERSITARI A FAENZA. COSA SUCCEDE

INTERROGAZIONE DI RAFFAELLA RIDOLFI


Il corso di laurea di fisioterapia dell’Università di Ferrara distaccato a Faenza si esaurirà  entro il 2013; a fronte di questa prospettiva, certamente negativa per il nostro polo universitario, il quale avrebbe dovuto rappresentare un punto di eccellenza in Area Vasta, l’assessore alle attività economiche e formazione ha sostenuto che non sarebbe stato un grande problema in quanto vi erano ottime possibilità che il Corso di Laurea sarebbe rimasto, in prospettiva, a Faenza in accordo con l’Università di Bologna. Considerato che Siamo alla fine del 2011 e la notizia in merito all’avvio del Corso di Fisioterapia con l’ Università di Bologna a partire dal 2012 dovrebbe ormai assumere caratteristiche di certezza Chiede al Sindaco di conoscere se vi sono novità sul fronte dei corsi universitari e se è ormai tutto definito e, come pubblicamente evidenziato dall’Assessore alle attività produttive, a partire dal 2012 il Polo Universitario faentino manterrà il Corso di Fisioterapia come sede distaccata dell’Università di Bologna; quali le cause che hanno indotto l’Università di Ferrara a non utilizzare più la sede di Faenza per i 20 posti di fisioterapia e dove questi posti sono stati allocati. Il Consigliere Raffaella Ridolfi

CASO BRISIGHELLA

GLI ITALIANI SI COMPRINO IL LORO DEBITO PER FERMARE GLI SPECULATORI


Gianguido Bazzoni. Bisogna fare chiarezza sulle vicende finanziarie del nostro Paese: bugie ne hanno speso tante, per ingannare gli Italiani. Si è insistito allo sfinimento che il problema era Berlusconi, tanto che Napolitano, andando oltre le sue prerogative costituzionali, aveva da tempo un piano per sostituirlo ed attendeva il momento opportuno. Non è spiegabile altrimenti la celerità per assolvere tutti i  passaggi istituzionali ed il consenso costruito sul “golpe bianco” che è stato attuato. Ciò viene giustificato con la necessità di porre limiti alla speculazione e di ottemperare alle rigide richieste dell'Unione Europea; Unione che in realtà si riduce al duopolio Francia-Germania. Fatto sta che le elezioni e le scelte degli elettori vengono annullate ed il confronto politico fra gli eletti dai cittadini soccombe, per lasciare spazio alle regole dettate dalla finanza e dai banchieri. In loro nome si muovono Merkel e Sarkozy, camuffando le  vere intenzioni e dimenticando anche i debiti morali e materiali discendenti dall’unificazione delle due Germanie che hanno pesato sulle teste di tutti i cittadini dell’Unione europea. In passato le guerre si scatenavano per la conquista di territori e materie prime, erano questi la ricchezza di un Paese; oggi le guerre si combattono nei palazzi della finanza, dove si può pianificare la distruzione di un’economia e la rapina delle ricchezze in forma legale. La speculazione fine a se stessa rincorre grandi profitti senza allargare la ricchezza disponibile e senza portare benefici reali alle economie, ma lascia sul campo morti e feriti  che rimangono preda degli avvoltoi. Siamo sicuri che i nostri partners europei non siano gli avvoltoi pronti a depredarci, in saldo, dei pezzi più pregiati dell'economia nazionale? Siamo sicuri che gli avvoltoi non siano in combutta con i predatori, dividendosi il lavoro e le prede? Per comprare bene bisogna far abbassare il valore, è ciò che stanno facendo Francia, Germania

mercoledì 23 novembre 2011

A FAENZA INAUGURATO IL POLLAIO


Chi ha avuto già modo di vederla rimane interdetto per la bruttura di quest'opera, una rete di metallo sostenuta da paletti che la fa incredibilmente assomigliare ad una sorta di vero e proprio pollaio come quelli che si vedono nelle case di campagna. 
Fortunatamente il significato rialza un po' il valore dell'impianto, con formelle realizzate dai ceramisti faentini che decorano e valorizzano tale spirale in rete ideata dall'artista Germano Sartelli, che sarà sicuramente ricordato per molte opere ma non principalmente per questa.

Sabato scorso l'inaugurazione ufficiale alla presenza degli sponsor che hanno completamente coperto gli oneri della realizzazione. Certamente per i comuni cittadini molte le perplessità. In un famoso sketch il comico Giacobazzi irrideva Faenza per "la rotonda con la balena tirata dalla bambina": ora altro materiale per il poveta romagnolo.
da Faenza.net

Ecco l’elenco completo dei contributi che il Parco ha erogato nel 2010 e nel 2011: anche in questo caso prevale la matrice “politica” del Consorzio che si comporta come un qualsiasi comune senza finalizzare e razionalizzare i propri interventi

 

IL SOCIALISMO BUTTATO FUORI A CALCI DALLA SPAGNA


E così la Spagna torna al centro-destra. 
Mariano Rajoy, modestissimo eterno numero due, è riuscito nell’impresa di annientare sette anni di zapaterismo. Un’epoca si è chiusa, molti sogni sono stati riposti mestamente e malinconicamente nel cassetto. L’epoca d’oro del Bambi socialista è finita ingloriosamente, tra gli schiaffi dello spread e la disoccupazione che galoppa. 
E pensare che fino a dieci mesi fa qui da noi, in Italia, c’era chi descriveva il premier spagnolo come un modello da seguire.

Era diventato un idolo, Zapatero. Un totem, un riferimento per tutta la sinistra italiana. Una specie di guru, un santone in grado di dettare l’agenda anche in casa nostra. Ricordiamo manifestazioni con il suo nome inciso su cartelli e bandiere. 
Ricordiamo film in suo onore (cara Guzzanti), trasmissioni tv sul fenomeno iberico e perfino tentativi di emularne le gesta. Vendola, ad esempio, si è addirittura descritto (tempo fa) come “lo Zapatero di Puglia”. Dario Franceschini, che pure è cattolico e quindi teoricamente avverso alle tesi più spinte dello zapaterismo, è riuscito a dire, un paio di anni fa che “il premier spagnolo governa la crisi, a differenza di Berlusconi”. Vediamo ora come l’ha governata. 
Soprattutto l’hanno visto gli spagnoli, che hanno cacciato i socialisti a livelli bassissimi. Neppure il 30% dei consensi.

Questo voto è una lezione anche per i tanti desiderosi di importare dall’estero modelli politici più o meno accattivanti ma che nascondono, dietro il bell’aspetto, una tremenda fregatura. Per fortuna che in Italia, Bersani & co. non hanno avuto l’opportunità di “sperimentare” lo zapaterismo. Se l’avessero fatto, oggi per l’Italia non sarebbe servito neppure Mario Monti.

venerdì 18 novembre 2011

La legge di stabilità 2012: l’ultimo atto del governo Berlusconi

Perché mai un inglese, un francese, un danese dovrebbero tirar fuori soldi per un Paese come il nostro? Monti, per favore, prova a fare quello che non è riuscito a Berlusconi!


Dice un rapporto della Corte dei Conti che quelle Regioni varate nel 1970 per alleggerire lo Stato, si sono via via gonfiate come un panettone impazzito. Al punto che oggi quelle 15 che sono a statuto ordinario hanno 40.384 dipendenti. Vale a dire 78,8 ogni 100 mila abitanti. Tanti, ma vale più che mai la regola del pollo di Trilussa. C'è infatti chi non arriva a 34, come appunto l'ente guidato da Roberto Formigoni, e chi sfonda la barriera del suono clientelare come il Molise che ogni centomila abitanti di regionali ne ha 291: 8 volte e mezzo di più.

Contano relativamente poco le distinzioni tra rosso e blu. Tanto è vero che, sempre rispetto all'unità di misura citata, la «destrorsa» regione Piemonte di dipendenti ne ha 70,5 e cioè più del doppio dei cugini lombardi. E l'Umbria, da sempre amministrata dalla sinistra, ha proporzionalmente il doppio dei «regionali» (159 contro 74,5 ogni centomila residenti) della vicina Toscana. Quanto a “Roma ladrona”, il Lazio si ritrova a essere con l'indice 62,8 non solo nettamente al di sotto della media ma addirittura di regioni comunemente più virtuose quali l'Emilia-Romagna (68) o la Liguria (68,6).
Insomma, il principio di autonomia costituzionale ha avuto giorno dopo giorno un'interpretazione assai singolare: ogni Regione va per conto proprio. Con sprechi e diseconomie in molti casi allucinanti. Basti dire che, se si utilizzasse come criterio generale il parametro della Lombardia (quei 34 «regionali» scarsi ogni centomila residenti) quelle quindici regioni ordinarie, che hanno esattamente le stesse competenze, potrebbero tagliare addirittura 23.015 unità. E svolgere gli stessi compiti quotidiani con appena 17.369 persone. Con un risparmio, per le casse pubbliche, di 785 milioni e 350 mila euro l'anno. È la somma che, ad esempio, permetterebbe di coprire in nove anni il costo del piano straordinario di infrastrutture per il Sud. Per non parlare dei risparmi impliciti nel dimagrimento di strutture spesso elefantiache e inefficienti: ogni ufficio in più, ogni dirigente in più, ogni funzionario in più vuole mettere becco in questa o quella pratica. Non sono una ricchezza: sono un lacciuolo supplementare.
Ci sono numeri davanti ai quali è impossibile non fare un salto sulla sedia. 
Quei 17.369 dipendenti che utilizzando il «parametro lombardo» basterebbero a far funzionare le 15 Regioni ordinarie, sono infatti meno di quanti sono oggi in carico alla Campania (che negli ultimi quattro anni ha ancora gonfiato gli organici di circa il 10%), alla Puglia, alla Calabria, alla Basilicata. I quali sono 17.607. E non parliamo della Sicilia, dove i dipendenti complessivi del ciclopico carrozzone guidato da Raffaele Lombardo, compresi forestali e precari e dipendenti delle Asl, sono 144.147.

Per adeguarsi al parametro virtuoso, il governatore della Campania Stefano Caldoro sarebbe costretto ad affrontare moti di piazza: dovrebbe perdere 6.007 dipendenti, con un risparmio pazzesco, pari a oltre il 68% della spesa per gli stipendi. Parliamo di una cifra che nel 2009 avrebbe coperto un terzo del disavanzo sanitario regionale. 
Ma ancora più dura sarebbe la cura per una Regione "rossa" per eccellenza come l'Umbria. Il suo personale dovrebbe dimagrire di quasi il 79%, passando da 1.432 a 305 unità. 
E anche le Marche potrebbero avere bruttissime sorprese, dovendo scendere da 1.487 a 529 dipendenti. Mentre il personale di una terza Regione storicamente amministrata dal centrosinistra, la Basilicata, sarebbe ridotto di cinque volte: da 1.052 a 200.

C'è chi dirà: certo, Stato, Regioni ed Enti locali sono da sempre un ammortizzatore, soprattutto al Sud. Vogliamo licenziare tutti quelli in soprannumero? Buttare nella disperazione, di questi tempi, decine di migliaia di famiglie? No, certo. Ma è fuori discussione che numeri come quelli devono dare risultati diversi. Garantire un'efficienza diversa. Da recuperare anche attraverso una maggiore elasticità. E una rottura con vecchi meccanismi inaccettabili a maggior ragione dall'Europa, chiamata oggi a intervenire per arginare problemi dovuti proprio alla scarsa credibilità.
Quale credibilità può avere, ad esempio, una regione come quella campana governata fino all'anno scorso da Antonio Bassolino che ha più dipendenti di Lombardia, Piemonte e Liguria insieme e dove le promozioni sono state distribuite per anni nel modo indecente denunciato da un rapporto degli ispettori della ragioneria generale dello Stato? 
C'è scritto, in quel dossier, che pressoché tutti i dipendenti hanno goduto, nel periodo compreso fra il 2002 e il 2008, di «progressioni orizzontali». 
Cioè, in gergo tecnico, aumenti di stipendio concessi nel pubblico impiego a parità di mansione. Fatta eccezione per 21 persone che proprio non potevano essere salvate a causa di gravi provvedimenti disciplinari, solo fra il 2004 e il 2005 ne hanno goduto in 7.254 sui 7.275 allora in servizio. Vale a dire il 99,7%. Dov'è, il «merito»? Perché mai un inglese, un francese, un danese dovrebbero tirar fuori soldi per un Paese come il nostro se prima non spazza via scelte clientelari e indecenti come queste? Come la spieghiamo, agli europei, la sproporzione insultante nella distribuzione dei dirigenti?

Il record assoluto lo detiene il Molise. Con 320 mila abitanti, non solo ha quei 934 dipendenti regionali di cui dicevamo. Ma la bellezza di 87 dirigenti: undici volte di più, in proporzione, di quelli che avrebbe allineandosi alla Lombardia: 8. Ma sono tante le regioni che perderebbero grappoli di dirigenti: scenderebbe da 221 a 128 del Veneto, da 114 a 35 l'Abruzzo, da 93 a 23 l'Umbria, da 167 a 52 la Calabria, da 71 a 15 la Basilicata. Una strage di colletti bianchi. Immaginatevi dunque la preoccupazione, nel caso il nuovo governo decidesse di mettere ordine in questa schifezza.
E infine, un esempio impossibile da credersi
Non è vero che tutti i giudici sono schiacciati dagli arretrati. Nicola Durante, ad esempio, al Tar di Salerno deve avere un mucchio di tempo libero. Infatti fa anche il dirigente alla Regione Calabria. 
Due lavori, due stipendi, benefit deluxe. 
Un uomo dalla doppia vita. Nella prima guadagna una busta paga come giudice del Tar di Salerno, dove dicono di vederlo quando c'è udienza e dove mesi fa ha annullato il sequestro di una casa abusiva perché il decreto di abbattimento non era stato notificato al titolare dell'abuso ma consegnato a mano a suo fratello. Nella seconda fa il Capo dell'Ufficio Legislativo della regione Calabria, dove è stato preso dal governatore Giuseppe Scopelliti con un contratto da 176.426 euro e 57 centesimi l'anno. Più una «retribuzione annua di risultato». Più i rimborsi spese «a pie' di lista». Più il «trattamento di missione nella misura massima prevista per la dirigenza regionale». Più, a spese dei cittadini, si capisce una speciale «copertura assicurativa della responsabilità civile e amministrativa per i danni eventualmente arrecati a terzi o alla Regione nell'esercizio dell'attività istituzionale, ivi comprese le eventuali spese di giudizio sostenute». 
«E l'auto blu?», direte voi ansiosi. Tranquilli: ce l'ha, ce l'ha...

Estrapolazione e sintesi da un articolo di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella pubblicato sul Corriere della Sera di Domenica 13 Novembre 2011

ORA SI TORNA ALLA POLITICA


Anche se la composizione del governo Monti è di alto profilo tecnico, in quest’ultima parte della legislatura la parola torna alla politica, nel senso più alto del termine. Questo esecutivo, infatti, nasce proprio da questa volontà, in particolare del Pd e del Pdl, che, nonostante molte difficoltà interne, hanno deciso di sostenerlo. D’ora in avanti avremo, ancora di più, la responsabilità di disegnare il futuro del Paese. Si apre cioè una fase nuova, nella quale le forze più responsabili dovranno mettere da parte i propri interessi momentanei e contingenti a favore di quelli generali. E’ inevitabile perciò che in questo momento si chiariscono le posizioni dei vari partiti: da una parte emergerà il profilo di governo di chi ha deciso di appoggiare Monti, e dall’altra emergerà la vocazione all’opposizione radicale ed estremista, sia nel campo della sinistra che del centrodestra. Già ora si può constatare la dislocazione di Di Pietro e di Vendola, che si collocano su una posizione di diffidenza se non di ostilità nei confronti del nuovo governo. Così come, nel campo del centrodestra, la Lega ha subito chiarito di volersi collocare nettamente all’opposizione. Al termine dell’esperienza di questo esecutivo, è facile prevedere che la natura delle forze politiche e delle alleanze sarà profondamente modificata rispetto all’attuale situazione. L’augurio è che da qui alle prossime elezioni il bipolarismo non venga affossato, ma ridisegnato sulla base di schieramenti rinnovati e reciprocamente legittimati a governare.

GRAZIE BERLUSCONI!!!

CLICCA SUL LOGO PER MANDARE UNA MAIL

Grazie a te l’Italia, negli ultimi 17 anni, è stata davvero un’altra;
Grazie a te l’Italia si è salvata dalla “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto, che avrebbe portato i comunisti al governo in una delle maggiori democrazie d’Occidente;
Grazie a te le tradizioni politiche liberali, riformiste, cattoliche, massacrate dal ciclone tangentopoli, hanno potuto continuare a dare il loro indispensabile contributo al Paese;
Grazie a te milioni di italiani moderati hanno potuto trovare un leader e un partito che rispondesse ai loro bisogni e ai loro desideri;
Grazie a te si è finalmente realizzato il bipolarismo dell’alternanza e della responsabilità, mettendo fine a una politica intessuta di inciuci e ribaltoni;
Grazie a te l’Italia ha avviato un vero programma di riforme, che molti ora hanno interesse a far passare sotto silenzio, come mai se ne erano visti nella nostra storia dal dopoguerra in avanti;
Grazie a te il programma elettorale e gli impegni presi con gli elettori hanno smesso di essere solo parole e sono diventati la bussola dell’azione di governo;
Grazie a te l’Italia ha recuperato un ruolo protagonista in Europa e nel mondo. 
Sei stato abbattuto, certo, ma non dal voto popolare (unico vero arbitro), bensì da un colpo di stato perpetrato con l’aiuto di una parte della magistratura, dei mass media, dei poteri forti, con la complicità degli utili idioti purtroppo presenti anche all’interno della maggioranza, che dopo aver cercato invano di espellerti dalla politica, hanno trasformato quelle che al massimo erano venialità private in una gigantesca colpa pubblica, mettendo te e l’Italia alla berlina del mondo per i loro interessi di parte.
Grazie, Berlusconi. Perché sappiamo che riuscirai a superare questi giorni di amarezza e di delusione e troverai la forza per riprendere in mano il partito e per essere nuovamente il punto di riferimento di tutti quegli italiani che vogliono tornare a vivere in un paese normale e libero, non commissariato dall’esterno e non succube degli interessi dei poteri forti.
Alla faccia dei soliti sinistri e afFini che in questi giorni hanno dato l’ennesima prova, in piazza, di essere dei perdenti patologici, a nome dei milioni di cittadini che hanno immutato affetto, stima e fiducia nei tuoi confronti, ti diciamo
 GRAZIE BERLUSCONI
RINGRAZIA ANCHE TU IL PRESIDENTE BERLUSCONI COMPILANDO I CAMPI QUI SOTTO
Con la sottoscrizione accetto la pubblicazione dei miei dati e il loro utilizzo da parte di grazieberlusconi.eu per l’invio di materiale informativo, autorizzo altresì la cessione dei dati a soggetti terzi. La presente informativa è resa ai sensi dell’articolo 13 del Decreto Legislativo n.196 del 2003, Codice in Materia di Protezione dei Dati Personali.”
MANDACI UNA MAIL
VUOI INVIARE UN MESSAGGIO AL PRESIDENTE BERLUSCONI?
VUOI AGGIUNGERE UN TUO GRAZIE ALL’APPELLO?
INVIACI UNA MAIL A  : grazie@grazieberlusconi.eu