mercoledì 16 novembre 2011

BERLUSCONI: NO ALL’IPOTESI-PATRIMONIALE


 “Vi lascio immaginare cosa mi avrebbero detto oggi, con lo spread a questi livelli, se fossimo stati ancora noi in carica a Palazzo Chigi…”. È quanto dichiara Berlusconi in un colloquio con la giornalista Paola Di Caro del Corriere della Sera. Il leader del Pdl si sofferma sulla nuova squadra di governo: “noi domani (oggi; ndr) quando vedremo Monti cercheremo di capire chi saranno i protagonisti di questa compagine. La nostra richiesta sarà quella di persone perbene, di tecnici competenti e non ostili per professione. Per quanto riguarda il programma, invece, ci aspettiamo che si propongano le riforme per le quali ci siamo impegnati nella lettera all’Unione Europea. Diciamo no invece a ipotesi di patrimoniale e no a un impegno del governo rispetto alla legge elettorale, perché questa è materia del Parlamento e non di un esecutivo tecnico”. Se queste condizioni saranno rispettate, come Berlusconi mostra di ritenere, allora “si chiuderà in fretta”, perché ormai non c’è più tempo da perdere, non servirebbe a nessuno.
E sulla durata dell’esecutivo: “sarebbe assurdo parlare di un termine di pochi mesi. Anche perché, se devono esserci ministri davvero competenti, è impossibile trovarli se indichiamo un termine così ristretto...”. E comunque i partiti “possono staccare la spina quando vogliono, le forze politiche sono sovrane in Parlamento».

 
Berlusconi torna poi sull’argomento delle contestazioni ricevute sabato sera davanti al Quirinale: “in questo Paese impera la faziosità. Ma mi ha colpito anche un altro fatto, e cioè che all’estero hanno presentato quello che è avvenuto come,una festa di liberazione. Un amico mi ha detto che, a leggere i giornali stranieri, sembrava che se ne fosse andato un dittatore!”.
Il leader del Pdl conferma infine che passerà “più tempo in Parlamento” e che si occuperà molto “del partito”. Un partito che non è “in crisi”, perché sulle scelte principali, su questa cruciale del sostegno al governo d’emergenza, “c’è coesione”.
E questo anche perché gli ex di Alleanza Nazionale, “sono i più moderati rispetto a quelli che militavano in quel partito, sono vicini a noi, non vogliono rompere”.

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