venerdì 25 novembre 2011

FAENZA E CERVIA METTONO I “GIOIELLI” IN RAVENNA HOLDING: NO DEL PDL


Si è svolta stamane presso la residenza municipale del Comune di Ravenna una conferenza stampa congiunta di Alberto Ancarani, Vice-Capogruppo PDL e Presidente della Commissione Bilancio e società partecipate del comune di Ravenna, di Raffaella Ridolfi, Capogruppo consiliare PDL nel Comune di Faenza e di Paolo Savelli consigliere comunale di Cervia in merito alla delibera, già passata dal Comune di Cervia e in programma per il Consiglio comunale di Ravenna di domani giovedi 24 e per quello di Faenza nella seduta del 28 novembre. Con l'operazione in oggetto, si approfitta dello scioglimento di Area Asset, più volte chiesto anche dall'opposizione, per far entrare in Ravenna Holding - fino ad oggi cassaforte esclusiva del Comune di Ravenna - il Comune di Cervia che anziché venire liquidato per la sua quota in Area Asset riceve in concambio azioni di Ravenna Holding andando così a violare la caratteristica di mero strumento del Comune di Ravenna fino ad oggi rappresentato dalla Holding. Approfittando di questo allargamento, la segreteria provinciale del PD, evidentemente vero baricentro di una scelta strategica come quella di cui si parla, decide di far entrare anche il Comune di Faenza attraverso l'acquisto da parte di Ravenna Holding di azioni di Hera che consentono di fare cassa al comune della città manfreda senza vendere le azioni a prezzo di mercato.



CONSEGUENZE POLITICHE:
Ogni comune cede sovranità e secondo la nuova convenzione che di fatto è un patto parasociale (le società non quotate non possono fare veri e propri patti) anche se il Comune di Ravenna deterrà l'83% delle quote le decisioni saranno valide solo se avallate da almeno un altro socio (quindi da Faenza o Cervia).
Sembra un segno di responsabilità ma in realtà il rischio che non si facciano gli interessi dei singoli comuni ma quelli di un ente sovraordinato (magari il PD provinciale...) è molto forte.
Non solo: si intravede la volontà di impossessarsi della cassaforte prima che succedano eventi sgradevoli, come un'eventuale vittoria del centrodestra nel comune di Cervia. Qualora infatti uno dei tre comuni cambiasse di segno politico, il centrosinistra detenendone due potrebbe comunque fare il bello e il cattivo tempo con i gioielli di famiglia di Cervia.
In più l'immensa consistenza di azioni di Hera che vengono trasferite anche dai comuni di Faenza e Cervia a Ravenna Holding facendone di fatto l'azionista istituzionale più forte, se viste assieme al potenziamento di Azimut a Faenza fanno intravedere il tentativo di controllare Hera in maniera più incisiva sul territorio provinciale, sganciando Faenza dai rapporti con il CONAMI nell'imolese e di fatto modificando le scelte politiche fatte fin qui.
Banale dire in più che da tutta questa operazione solo formalmente è consentito un controllo maggiore ai consigli comunali con l'adesione di tutti e tre i comuni al codice etico di Ravenna Holding che si impegna a presentare in ogni comune, benché non obbligata, budget e consuntivi delle società detenute, ma esclude in ogni modo le opposizioni consiliari da un controllo vero e proprio, lasciando solo ai sindaci dei tre comuni che esercitano il controllo analogo nell'assemblea di Ravenna Holding la nomina di tutti i sindaci revisori.
I tre consiglieri comunali dunque ritengono l'operazione farraginosa, poco trasparente ma soprattutto mal concepita sul lungo periodo in quanto se consente di fare cassa oggi, contemporaneamente getta ipoteche di non poco conto sul futuro.

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