giovedì 31 ottobre 2013
IL GIORNO DELL’INGIUSTIZIA E DELLA RISCOSSA
Il
vocabolario propone: vergogna, viltà, abominio. Ingiustizia.
Ecco: ingiustizia. Unfair. Sleale. Questo pomeriggio la Giunta
per il regolamento del Senato ha stabilito che l’aula in assemblea plenaria
voterà sulla decadenza del senatore Berlusconi a “scrutinio palese”. Una
decisione contro la sua persona. Un unicum aberrante. E adesso? Pacificazione?
Questi vogliono quella dei cimiteri sotto la luna. Verrebbe voglia di girarsi
verso il don Rodrigo partitico, questo regime incarnato dalla sinistra, e
puntare il dito come fra Cristoforo: “Verrà un giorno…!”. La questione è che noi abbiamo meno pazienza
del frate cappuccino. L’Italia non può attendere la giustizia divina. E
di certo non può sopportare più questa tortura continua che una parte ben
definita del Paese - e che solo per caso, e per brogli vari, ha la maggioranza
del parlamento, - infligge ad un’altra parte, colpendola nel suo punto più alto
e rappresentativo, nel suo leader riconosciuto e amato. È sbagliato domandarsi
perché. Perché la risposta è ovvia. Perché Berlusconi è Berlusconi. E la
sinistra è quella che viene dalle sue radici staliniste. E perché Monti,
mandando allo scoperto una sua seguace, è roso dal risentimento e dall’invidia.
Accadono cose che fanno saltare la sintassi perché sconvolgono il cuore, fanno
balzar su dal dizionario parole che sembravano morte nella storia della
civiltà. Tribunale speciale, fascismo parlamentare. Confisca dello Stato di
Diritto. Una persona riconosce uno Stato, può vivere in uno Stato nella
garanzia delle leggi uguali per tutti.
C’è un
contratto. Pacta sunt servanda.
In questo caso la si è violata bellamente.
“NON POSSIAMO RESTARE AL GOVERNO COL PD. RIFLETTANO ANCHE I MINISTRI E FILOGOVERNATIVI DEL PDL.
C'e' una incompatibilità di fondo tra Pd e Pdl che non può che tradursi in
una incompatibilità nelle "coesistenza" al governo del Paese. “Nel
suo precipitare in una spirale giustizialista e condizionato dalla strumentalizzazione
politica con cui sin dall'inizio si e' rapportato alla vicenda giudiziaria,
ormai il PD è sordo ad ogni richiamo garantista.”
RENZI CONDANNATO IN PRIMO GRADO DALLA CORTE DEI CONTI PER DANNO ERARIALE E NESSUNO NE PARLA
Sicuramente un
biglietto da visita non proprio positivo per il Sindaco fiorentino del Pd che
punta dritto a Palazzo Chigi e alla segreteria del partito. Una condanna,
seppur in primo grado, per un amministratore locale non è decisamente un buon
viatico. Il Sindaco infatti, quando era Presidente della Provincia di Firenze,
aveva assunto dei dipendenti con una categoria di inquadramento sbagliata
rispetto ai requisiti realmente posseduti da queste persone. In pratica Renzi aveva assunto 4 segretarie
per il suo staff con un contratto di categoria D invece che C, in soldoni
stipendi gonfiati. Queste infatti non possedevano alcuna laurea, pertanto è
stato ravvisato un danno erariale che la procura contabile aveva
originariamente stimato in 2 milioni e 155mila euro, ridotto dai giudici di
primo grado a un risarcimento di 50mila euro. Di questa somma, circa 14mila
sono stati posti a carico del rottamatore e 1.000 al suo vice di allora, Andrea
Barducci, oggi promosso presidente della Provincia medesima. Il resto è stato
addebitato a ex assessori e funzionari dell’ente locale. Le persone condannate
sono 21; nove dei 30 indagati sono stati archiviati. Renzi contestò
pesantemente il lavoro della procura contabile: «Una ricostruzione fantasiosa e
originale».. Nessuno tuttavia gli ha
sentito dire: accetto la sentenza, la giustizia faccia il suo corso, auspico
tempi brevi per il processo di appello. Del quale, a due anni dal verdetto di
primo grado, si è persa ogni traccia.
Ma la Corte
dei conti ha dovuto occuparsi anche delle spese di rappresentanza del giovane
presidente della provincia di Firenze. Le ha denunciate un dipendente di
Palazzo Medici Riccardi che ha il dente avvelenato con Renzi. Il suo mandato è
costato ai contribuenti fiorentini 600mila euro in cinque anni tra viaggi,
ristoranti, regali, ospitalità: una visita negli Stati Uniti nei giorni in cui
Obama fu eletto presidente è costata 70mila euro. La Provincia aveva dato a Renzi una carta di credito con un plafond di
10mila euro mensili. I magistrati contabili sono andati a caccia dei
giustificativi, ricevute e scontrini. Quando mancavano, il capo di gabinetto
autorizzava ugualmente gli esborsi: «Spese regolarmente eseguite in base alle
disposizioni contenute nel disciplinare delle attività di rappresentanza
istituzionale». Renzi ha fatto felici le migliori cucine di Firenze: 1.300 euro
alla pasticceria Ciapetti, 1.855 euro alla Taverna Bronzino, 1.050 euro da Lino
e 1.213 al Cibreo.
Sotto
inchiesta sono finiti anche i 4,5 milioni che la provincia ha elargito alla
Florence Multimedia, società che svolge attività di comunicazione e
informazione per la provincia.
GERMANIA PATRIA DI EVASORI. 351 MILIARDI DI SOMMERSO. CARA MERKEL……QUANTE BALLE.
La Germania ha un’economia
sommersa che tocca quota 351 miliardi di euro! Non è uno scherzo! È
tutto vero! I tedeschi non pagano le tasse! La Patria della Merkel, che ha imposto il
rigore in tutta Europa ed in particolar modo in Italia, risulta in cima alle
classifiche per evasione
fiscale.
Un ammontare di denaro mostruoso! Una cifra pazzesca che supera pure il
sommerso italiano, ritenuto il problema per eccellenza.
E ora cosa diranno i
tedeschi?
I crucchi che vengono nelle nostre trasmissioni televisive ad impartire lezioni
di morale e di economia, a dirci quanto siamo brutti e cattivi perché non
paghiamo le tasse. Ora si scopre che i primi a non pagare le tasse sono proprio
loro: 351
miliardi di euro di evasione fiscale! E la Merkel cosa fa? Cosa dice la Cancelliera
tedesca che tanto si lamenta del nostro Paese?
Cari germanici, avete
351mld € di sommerso! Non venite a farci la morale sull’evasione fiscale!
Buffoni!
mercoledì 30 ottobre 2013
SPIATI E OCCUPATI
Gli americani in Italia
hanno tracciato 46 milioni di telefonate solo tra il 10 dicembre 2012 e l’8
gennaio 2013. Gli Usa si difendono: “non abbiamo intercettato, solo
monitorato”.
Per forza, con tutte le
telefonate che già intercettano i nostri magistrati, gli 007 americani hanno sempre
trovato occupato.
martedì 29 ottobre 2013
RIFORMARE LA GIUSTIZIA PER SCONFIGGERE L’ODIO IN TOGA
Appena
si è fatta pressante la nostra richiesta a Letta di tirar fuori dal
cassetto o dal tritacarte la riforma "necessaria e urgente" della
giustizia, annunciata il 2 ottobre al Senato e che ha motivato il voto di
fiducia di Berlusconi. Appena Magistratura democratica si è accorta che
non riescono a togliere energia e consensi a Silvio Berlusconi. Appena… che
pena… eccoli di nuovo rinunciare al pudore e buttare alle ortiche anche solo la
finzione dell'imparzialità.
L'Associazione
nazionale magistrati, il sindacato di cui restano segreti gli aderenti, nel suo
congresso nazionale ha esibito il repertorio più sfacciato del suo odio
politico verso Berlusconi.
E ne
diamo cronaca più avanti. Meraviglia però la scivolata di un uomo di solito
verbalmente prudentissimo come Bruti Liberati, vertice della Procura di
Milano, in capo alla quale stanno le inchieste a tutti note contro Berlusconi.
Pensava
di essere stato satirico, investendo il leader del centrodestra con i suoi
commenti salaci, invece ha mostrato come dietro lo spirito di patata si celi un
pregiudizio rancoroso, che inficia qualsiasi residua fiducia nella giustizia
così com’è.
È
politicizzata e basta. E politicizzata a senso unico. Tornano di estrema
attualità e sono davvero dirimenti.
lunedì 28 ottobre 2013
FORZA ITALIA A RUSSI AL RISTORANTE MORELLI CON RODOL-FO RIDOLFI E L’ON.LE MASSIMO PLAMIZIO
Doveva
essere il tradizionale appuntamento conviviale fra militanti e dirigenti, per fare
il punto sulla situazione politica e cominciare a disegnare i prossimi
appuntamenti elettorali: le elezioni amministrative comunali e quelle europee.
Si è trasformato invece in un incontro al quale hanno preso parte numerosissimi
elettori e simpatizzanti per esprimere piena adesione alla linea assunta ieri
dall'Ufficio di Presidenza del partito che ha deciso il ritorno allo Statuto di
Forza Italia e la concentrazione di tutte le deleghe nelle mani di Berlusconi. Il
coordinatore comunale di Forza Italia Marco Bertozzi ha
introdotto Paolo Savelli e Rodolfo
Ridolfi coordinatore di Azzurri del ’94 con Silvio Berlusconi che ha
detto fra l’altro: "Al
presidente Berlusconi va tutta la nostra piena lealtà e solidarietà.
Continueremo in ogni sede a batterci perché ormai siamo alla vera barbarie un
accanimento giudiziario dal sapore puramente politico per tentare di eliminare
un avversario che oltre nove milioni di cittadini hanno liberamente e democraticamente
eletto. Se la sinistra PD-SEL , Letta e
Renzi quel che resta dei montiani e quelli che sognano da neo democristiani, le
banche, i poteri forti non fanno nulla per governare e non rispettano gli
accordi di programma per le larghe intese, non possono irresponsabilmente trascinare
il Paese nel caos aspettando il soccorso rosso dei magistrati amici. Meglio
ridare, senza perder tempo la parola agli elettori. Quando lo scorso anno,
proprio di questi tempi, fondammo ‘Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi rifiutando
primarie e ambiziose e premature successioni chiedemmo di ritornare al senso
della prima scelta -che fu fatta quando nacque Forza Italia'. Forza Italia non
deve perseguire la logica dei vecchi partiti', verticistici, burocratici e
centralisti', ma deve somigliare ai ''partiti americani” che, da sempre, hanno
gli stessi nomi, non si sciolgono e funzionano perché' sono fatti bene. Ciò che
ci deve essere alla base del progetto politico è avere dentro la società. Un
movimento orizzontale fondato sulla rappresentanza e non con i tesseramenti
vecchio stile. Ad ogni adesione deve corrispondere un cervello perché abbiamo
bisogno di persone che pensano, di una grande base federata. E' stata questa la
prima grande intuizione di Berlusconi, che ha sempre pensato a un movimento di
questo tipo: con una forte leadership riconosciuta e un programma condiviso.
L’on. Massimo Palmizio concludendo ha ripercorso le tappe che hanno
portato al voto del Senato del 2 ottobre e alla decisione dell’Ufficio di
Presidenza del 25 scorso che ha sospeso tutte le attività del PDL, azzerato
tutti gli incarichi e messo in moto Forza Italia affidando come da Statuto
tutti i poteri al Presidente Silvio Berlusconi.
sabato 26 ottobre 2013
BERLUSCONI SI LIBERA
TORNIAMO A FORZA ITALIA
L'Ufficio di Presidenza del Popolo della Libertà, riunito a Roma oggi, venerdì 25 ottobre 2013:
1. Denuncia la persecuzione politica, mediatica e giudiziaria in corso da vent’anni contro il Presidente Silvio Berlusconi eletto liberamente e democraticamente da milioni di cittadini italiani. Un attacco che colpisce al cuore la democrazia, lo Stato di diritto, e il diritto alla piena rappresentanza politica e istituzionale di milioni di elettori.
2. Ritiene assolutamente inaccettabile la richiesta di estromissione dal Parlamento italiano del leader del centro-destra, sulla base di una sentenza ingiusta ed infondata e sulla base di una applicazione retroattiva di una legge penale (altresì contestata da numerosi e autorevoli giuristi), palesemente contraria ai principi della Costituzione italiana (art. 25) e della “Convenzione europea dei diritti dell’uomo” (art. 7).
3. Ribadisce l’impegno assunto solennemente dinanzi agli elettori, nella scorsa campagna elettorale, a battersi per un rilancio vero della nostra economia, in primo luogo attraverso una significativa riduzione della spesa pubblica e una corrispondente forte riduzione della pressione fiscale che grava su famiglie, imprese e lavoratori. In tal senso, i nostri rappresentanti di governo, governo a cui continueremo a dare il nostro sostegno, nel rispetto degli impegni programmatici assunti al momento dell’insediamento, i nostri deputati e i nostri senatori sono impegnati a contrastare ogni iniziativa che vada nella direzione opposta e a proporre efficaci misure per la ripresa della nostra economia in sintonia con le altre economie dei Paesi membri dell’Unione europea.
4. Ribadisce l’impegno per una riforma indifferibile della giustizia italiana, sia civile che penale, l’impegno per una riforma presidenzialista delle nostre istituzioni e l’impegno per un limpido bipolarismo, che veda un centrodestra liberale e riformatore alternativo alla sinistra italiana, come accade in tutti i Paesi dell’Occidente avanzato.
5. Ribadisce l’adesione alla grande famiglia della democrazia e della libertà in Europa, il Partito Popolare Europeo, con cui condivide la carta dei valori e di cui fa parte dal 1999.
6. Delibera la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, per convergere verso il rilancio di “Forza Italia” già pubblicamente annunciato dal Presidente Berlusconi con un appello a tutti gli italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi.
“Forza Italia” è il Movimento a cui tanti italiani hanno legato e legano tuttora la grande speranza di realizzare una vera rivoluzione liberale e di contrastare l’oppressione giudiziaria, l’oppressione burocratica, l’oppressione fiscale 7. Ricorda che “Forza Italia” non è una parte, ma è un’idea, un progetto nazionale che unisce tutti e difende i valori della nostra tradizione cristiana, il valore della vita, della famiglia, della solidarietà, della tolleranza verso tutti a cominciare dagli avversari.
8. Affida al Presidente Berlusconi pieno mandato politico e giuridico per attivare le necessarie procedure, anche attraverso le convocazioni degli organi statutari, per l’attuazione di questa Deliberazione Politica e gli conferisce le responsabilità connesse alla guida del Movimento per definire obiettivi, tempi e modi della nuova fase di attività secondo lo Statuto di “Forza Italia”.
FUSIONE AUSL ANCHE IN EMILIA, BAZZONI (PDL-FI): PRESENTATO PROGETTO DI LEGGE; PER ESTENDERE ALL’EMILIA RIORDINO DELLE AUSL.
“A chi ha sempre sostenuto
che la Romagna non è una regione oggi chiediamo coerenza ed equità almeno sul
piano del riordino sanitario regionale. Ciò significa che la fusione delle Ausl
non può avvenire solo in Romagna. Se è vero, come sostiene la Giunta regionale,
che si tratta di un’opportunità da non mancare, il processo di fusione deve
valere per l’intero territorio dell’Emilia-Romagna. È per questo motivo che ho
presentato assieme al collega Bartolini il progetto di legge Riordino degli
assetti istituzionali in materia sanitaria. Istituzione delle Aziende USL
Bologna, Estense ed Emilia. Tale progetto di legge è il naturale e, dal mio
punto di vista, necessario completamento di quello della Giunta regionale che
istituisce l’Ausl unica di Romagna. La proposta prevede l’istituzione dell’Azienda
Unità Sanitaria Locale ‘Bologna’, che opera nell’ambito territoriale dei Comuni
attualmente inclusi nelle Aziende Unità sanitarie locali di Bologna e Imola;
l’istituzione dell’Azienda Unità Sanitaria Locale ‘Estense’, che opera
nell’ambito territoriale dei Comuni attualmente inclusi nelle Aziende Unità
sanitarie locali di Modena e Ferrara; l’istituzione dell’Azienda Unità
Sanitaria Locale ‘Emilia’, che opera nell’ambito territoriale dei Comuni
attualmente inclusi nelle Aziende Unità sanitarie locali di Piacenza, Parma e
Reggio Emilia. La realizzazione delle Aziende uniche sanitarie Bologna, Estense
ed Emilia estende anche oltre il territorio della Romagna l’obiettivo di
potenziare la qualità, l’omogeneità e l’appropriatezza dei servizi di tutela della
salute nell’interesse delle persone e della collettività. Accanto
all’istituzione delle macro aziende sanitarie, il progetto di legge prevede la
costituzione di macro Conferenze territoriali Sociali e Sanitarie che, in
rappresentanza della pluralità dei territori, senza mortificare le diverse aree
e garantendo adeguate forme di rappresentanza democratica, ne detengano le
funzioni di indirizzo, programmazione e vigilanza secondo il sistema
disciplinato a livello dell’intera Emilia-Romagna. La fusione delle Ausl,
infine, estesa anche al territorio dell’Emilia consente a tutta la regione di
mantenere i servizi alla persona secondo gli attuali standard qualitativi e
quantitativi e consente una riduzione degli apparati burocratici amministrativi
perfettamente rispondente alla contrazione delle risorse messe a disposizione
del Servizio sanitario regionale”.
SPESE PAZZE IN REGIONE, BAZZONI; “IL PDL HA SEMPRE RISPETTATO LE PRESCRIZIONI”
INDAGATI TUTTI I CAPI GRUPPO, MA IL
RAVENNATE LO E’ DIVENTATO DOPO.
«Siamo sereni e fiduciosi che si chiarirà tutto
nel momento in cui l’autorità inquirente entrerà nel merito dei documenti
acquisiti». Gianguido Bazzoni, il ravennate attualmente capogruppo del Pdl in
Regione, interviene dopo la notizia secondo cui tutti i capogruppi regionali
sarebbero indagati per peculato nell'ambito dell'inchiesta sulle spese pazze aperta nei confronti
dell'ente di viale Aldo Moro.
In realtà, va detto, Bazzoni
diventò capogruppo dopo il periodo a cui fanno riferimento le indagini. «Preciso
comunque – continua Bazzoni – che, riguardo ai fondi messi a disposizione dalla
Assemblea Legislativa, il Gruppo PdL si è sempre attenuto alle prescrizioni
dell’Ufficio di Presidenza così come certificato dai verbali dei sindaci
revisori depositati presso lo stesso Ufficio nei termini e nelle modalità
richieste. Essendo comunque in corso un’inchiesta siamo del parere che sia
opportuno mantenere il più stretto riserbo»
venerdì 25 ottobre 2013
NELLA SCORSA LEGISLATURA 180 SALTI DELLA QUAGLIA………E SE LA PRENDONO CON BERLUSCONI
A proposito di cambi di casacca in corsa, a proposito del trasformismo dilagante, a proposito dei benpensanti e puritani che predicano moralismo a corrente alternata, a proposito, infine, dei giudici di Napoli che hanno optato, con una decisione perlomeno inspiegabile, per il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi sul caso del senatore De Gregorio, rispondiamo con la fredda oggettività dei numeri.
Nella scorsa legislatura, la XVI della
Repubblica italiana, dal 29 aprile 2008 al 22 dicembre 2012, ben 180 parlamentari
hanno cambiato gruppo di appartenenza. Per la precisione hanno cambiato
casacca 60 senatori e 120 deputati, in tutte le direzioni, per lo
più dal centrodestra, e dal Pdl in particolare, verso altri lidi. Alla
Camera dei deputati, ad esempio, a fine legislatura, il Pdl aveva perso 69
parlamentari, il Partito democratico 13, così come l’Italia dei Valori. Il
gruppo più premiato è stato il Misto, con un saldo positivo di 51 deputati, a
seguire i gruppi nati durante il quinquennio, Futuro e libertà (+24) e Popolo e
territorio (+19). Al Senato della Repubblica analogo trend. Il Popolo
della liberà è il gruppo che ha perso per strada il maggior numero di senatori
(-29 rispetto all’inizio della legislatura), seguito dal Partito democratico
(-14). In taluni casi alcuni parlamentari si sono esibiti anche nel doppio
salto della quaglia, o addirittura nel triplo. Un esempio senza fare nomi? Dal
Pdl a Futuro e libertà, da Futuro e libertà al Misto, dal Misto ai Responsabili
(poi diventati Popolo e territorio).
BOCASSINI NEI GUAI: I COLLEGHI LA DENUNCIANO AL CSM.
ILDA LA
ROSSA DISSE CHE LE TOGHE DI PROVINCIA “NON CAPISCONO NULLA. ESPOSTO DEI
“PROVINCIALI AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
"I giudici di provincia non capiscono nulla di mafia". Le considerazioni di Ilda Boccassini, espresse l'11 ottobre scorso durante un convegno su una ricerca della Bocconi dedicata alla criminalità organizzata, non sono assolutamente piaciute ai colleghi. Tanto che hanno lasciato passare due settimane e alla fine hanno deciso di intervenire con un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura. La rivolta - Gli autori del documento inviato al Csm sono i giudici penali del Tribunale di Busto Arsizio, giudici "di provincia" appunto, (Bossi, Bovitutti, Frattini, Guerrero, Lualdi, Novick, Zoncu) che chiedono all'organo di autogoverno delle toghe, secondo quanto rivelato dal Corsera, di valutare le affermazioni a loro avviso "gratuite", "denigratorie" e "generiche" pronunciate da Ilda la rossa. I magistrati di Busto vogliono sapere dal Csm, da un lato "se esse siano deontologicamente corrette" per un pm, e dall'altro "se non deleggittimano i giudici" proprio mentre costoro, riporta l'articolo di Luigi Ferrarella, trattano processi con detenuti di criminalità organizzata nei quali l'accusa è rappresentata dal pool milanese di Boccassini. Colleghi ignoranti - Secondo il pm il fatto che "non siano mai stati istituiti i tribunali distrettuali rappresenta un problema serio". Boccassini, al convegno, aveva spiegato che "le indagini sono accorpate dalla Dda mentre il processo viene polverizzato". "Dobbiamo andare a fare i processi a Pavia, a Como, a Lecco, a Busto Arsizio e a Palmi - ha osservato -: non si può dare in mano un processo a giudici di provincia che, con tutto il rispetto, non sanno nulla" di questi argomenti. "Questo è un problema molto serio", aveva concluso non immaginando che quelle parole sarebbero diventate un problema molto serio. Ma per lei.
A ROMA PER I NOVANTANNI DEL CARDINALE SILVESTRINI E RICORDO DI AMLETO CICOGNANI: AUGURI EMINENZA!
Una delegazione brisighellese della Memoria
Storica di Brisighella“I Naldi - Gli Spada”, presidente il card. Achille Silvestrini, con il vice presdiente Egisto
Pelliconi, sarà presente a Roma sabato
26 ottobre 2013 alle ore 16 per un augurale saluto al card. Achille
Silvestrini, organizzato dalla Comunità Villa Nazareth, in occasione
del Seminario della Comunità in
occasione dei novant’anni del Cardinale Achille Silvestrini per una riflessione
sui valori che intrecciano la sua testimonianza con loro storia con Riflessioni
su :
La cultura nell’orizzonte cristiano di
Luca Serianni, Il genio dell’amicizia di
Claudio Magris, al termine Liturgia Eucaristica nella Sala
Polifunzionale presieduta dal Cardinale Achille Silvestrini. La delegazione di
Brisighella è composta di cinquanta cittadini brisighellesi entusiasti di
portare al loro porporato le felicitazioni della comunità cattolica e
dell’intero popolo di Brisighella.
Nella mattinata la
delegazione si recherà alla Basilica di S. Clemente (luogo della
Sua sepoltura) per commemorare i 40 anni dalla morte del card. Amleto Giovanni
Cicognani, delegato apostolico a Washington per 33 anni e Segretario di Stato
di S.S. Giovanni XXIII e S.S. Paolo VI.
La S. Messa celebrata dal Rev.mo Priore, Padre Johon Cunningham, della Basilica
di S.Clemente si terrà alle ore 11.00, Il
6 settembre a Brisighella, nella loro
terra nativa, erano stati commemorati i
due eminenti figure della Chiesa: i cardinali Gaetano e Amleto Giovanni
Cicognani. e con la presentazione del libro “
I cardinali Gaetano e Amleto Giovanni Cicognani. Una fedeltà alle origini”a
cura di Gaetano (nipote) e Olga (pronipote) Cicognani, con un eccelso
intervento del prof. Alberto Melloni e S.E. Arciv. Claudio Maria Celli
giovedì 24 ottobre 2013
CARO LETTA, TI RICORDI LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA?
QUATTRO RISPETTOSE DOMANDE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ENRICO LETTA:
1.
Come intende dar corpo al programma enunciato il 2
ottobre nel suo discorso per la fiducia. Quando indicò che, in tema di “opportune
e urgenti riforme”, “sulla giustizia il nostro lavoro potrà basarsi
sulle importanti indicazioni contenute nella relazione conclusiva del gruppo di
lavoro nominato dal presidente Napolitano il 30 marzo 2013”? Si tratta
della riforma della giustizia da attuare partendo dal testo dei “saggi”.
2.
Come intende attuare il suo impegno, anch’esso
contenuto nel discorso per la fiducia del 2 ottobre, per “l’adempimento
degli obblighi europei (a cominciare dal rispetto delle decisioni della Corte
di giustizia dell’Unione europea)”, che si connettono con l’apertura della procedura
d’infrazione da parte dell’Unione Europea sulla “responsabilità civile dei
magistrati”?
3.
Come si pone rispetto al messaggio inviato dal
presidente della Repubblica alle Camere lo scorso 8 ottobre 2013 sulla questione
carceraria: messaggio con cui il capo dello Stato ha inteso richiamare
l’attenzione del Parlamento su indulto e amnistia?
4.
Come si pone rispetto alle questioni poste dai 6
referendum sulla giustizia promossi dai radicali e per i quali il Popolo
della Libertà ha dato un contributo decisivo nella raccolta delle firme: responsabilità
civile dei magistrati; incarichi extragiudiziali dei magistrati; eliminazione
della custodia cautelare; abolizione dell’ergastolo; separazione
delle carriere dei magistrati?
LA FINANZA IN REGIONE: I 9 CAPI GRUPPO INDAGATI: PECULATO
ACQUISITE
CONSULENZE PER CENTINAIA DI MIGLIAI DI EURO, IPOTESI FINANAZIAMENTO. NEI
CONTI CORRENTI DEI PARTITI ANCHE BIGIOTTERIA, PROFUMI, MEDICINE E UN FORNO A
MICOONDE.
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Corriere
della Sera - La maxi inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari
dell'Assemblea legislativa della Regione entra finalmente nel curvone finale e
dopo un anno si avvia al sospirato traguardo, con lo show down ormai dietro
l'angolo e i primi nomi iscritti nel registro degli indagati per peculato. Sono
i nove capigruppo di Pd, Pdl, Lega Nord, Idv, Movimento 5 stelle, Misto, Fds,
Sel-Verdi e Udc, cioè coloro che hanno gestito i budget e firmato i rendiconto
delle spese sostenute dai consiglieri nella legislatura in corso, rimborsi che
la Procura ritiene illeciti. Si tratta del primo passaggio formale compiuto
dalle pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi che da un anno indagano
sotto la supervisione del procuratore capo Roberto Alfonso e del procuratore
aggiunto Valter Giovannini sull'utilizzo del denaro pubblico da parte dei
gruppi. Il numero degli indagati è però destinato a salire con il
coinvolgimento dei consiglieri che hanno utilizzato fondi pubblici per fini
privati. Le posizioni dei capigruppo (Marco
Monari Pd, Luigi Villani Pdl, Mauro Manfredini Lega Nord, Silvia Noè Udc,
Gianguildo Naldi Sel, Andrea De Franceschi M5S, Liana Barbati Idv, Roberto
Sconciaforni Fds e Matteo Riva del gruppo misto) sarebbero diversificate
tra loro e potranno cambiare in funzione di ciò che ciascuno riuscirà o meno a
giustificare. Pare infatti che all'interno dello stesso gruppo ci siano
consiglieri che non hanno badato a spese e altri che hanno avuto invece
comportamenti più sobri. Per esempio c'è chi si sarebbe fatto rimborsare un
pasto da Mc Donald's e chi invece avrebbe pranzato a spese della Regione in
ristoranti rinomati. A quanto pare tra i consiglieri emiliano-romagnoli non ci
sarebbe nessun emulo di batman Fiorito, il vorace consigliere del Pdl alla
Regione Lazio arrestato nel 2012, ma nelle quasi 40 mila voci di spesa
analizzate in questi 12 mesi dai finanzieri non mancano spese originali fatte
pagare ai contribuenti e che poco hanno a che fare col funzionamento dei
gruppi. È il caso di scontrini relativi a profumi, medicine, forni a microonde,
altri elettrodomestici e libri di narrativa. Che l'inchiesta sia ormai alle
battute finali è un fatto confermato in ambienti investigativi e avvalorato
dalla visita a sorpresa di ieri della Finanza.
mercoledì 23 ottobre 2013
CI VOGLIONO UCCIDERE BERLUSCONI, AMMAZZARE IL CETO MEDIO, E PURE CREARSI UNA LEGGE ELETTORALE AD SINISTRAM. AVVISO A LETTA
La questione della politica è oggi più semplice che mai. Usiamo tre date come
fari sulla realtà e si capiranno parecchie cose. 12 novembre o dintorni.
È quello il giorno in cui il Senato, in assemblea plenaria, deciderà sulla decadenza
o meno di Silvio Berlusconi, è chiaro che cosa sta accadendo: il Partito
democratico vuole chiudere la partita. Non si accontenta di dare indicazioni ai
propri parlamentari, ma invia moniti preventivi alle altre forze politiche.
Sostenendo che la legge Severino si applica e basta così. Perché tanto
attivismo? Elementare, Watson. Si tratta di inibire il consiglio dei ministri
ad agire nella maniera legale e sensata che sarebbe nella logica giuridica di
uno Stato di diritto e in quella politica di una maggioranza di larghe intese.
Se il vice-premier Angelino Alfano, sostenuto dai nostri ministri e non
solo, ufficializzasse la richiesta di una riga di decreto legislativo che
fornisse l’interpretazione autentica della legge Severino, negandone la valenza
retroattiva, e con ciò impedendone l’applicazione nel caso di Berlusconi, il 12
novembre non esisterebbe più. Non ci sarebbe questa fossa delle Marianne in cui
sprofonderebbe la nostra democrazia, trascinando con sé qualsiasi ipotesi di
pacificazione.
Per
questo il Pd adotta la tattica della guerra preventiva. Vuole praticare la
deterrenza, dice: non provateci. E perché? Non si era detto che lo schema
dell’aut aut è da cancellare? Noi del
Pdl/Forza Italia non ne accettiamo, specie su temi in cui si gioca l’essenza
della nostra presenza.
15 novembre. L’Europa darà un giudizio sulla Legge di Stabilità, approvandola o
meno. Ridisegnandola oppure benedicendola. Non sono cose da nulla. Questo
governo, con la Legge di Stabilità che ci
propone, ha spostato il suo asse a sinistra. Non è questione nominalistica.
Diciamo che va a sinistra perché penalizza il ceto medio, aumentando le tasse
sulla casa, punendo i pensionati. Per noi
così è inaccettabile. Va contro il patto stabilito con i nostri elettori. Ci
rendiamo conto. Siamo in un governo di coalizione. Ma noi pretendiamo, anche in
forza dei nostri voti numericamente identici a quelli del Pd, pari dignità. Ora
il giochino è quello di dire che finora in economia Letta fa rima con Brunetta.
Magari.
In
realtà si tratta anche qui di sbarrare la strada a qualsiasi miglioramento di
una legge che oggi è conservatrice, inadeguata, e di fatto rischia di far
piombare sulle case un fardello più pesante dell’Imu di Monti.
Chiaro?
Vogliono arrivare, Il Pd e la sinistra, al 15 novembre con Berlusconi
decaduto, una Legge di Stabilità che accarezzi e nutra l’elettorato della
sinistra, attaccato alle mammelle dello Stato,
PAROLE CHIAVE
Stabilità
– Guai se è la stabilità del cimitero,
guai se grava con nuove tasse sulle prime case.
Responsabili
– Siamo responsabili. Non vogliamo essere
però responsabili del suicidio dell’Italia e della sua resa mani e piedi ai
diktat tedeschi.
Retroattività
– L’Europa proprio ieri condanna la Spagna
che aveva preteso di far valere la retroattività di una sanzione penale contro
dei terroristi baschi. Forse sono persino un pochino più pericolosi di
Berlusconi, o no?
25 – Secondo comma art. 25 della Costituzione: “Nessuno può essere punito se
non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso”.
Scissione
– Chi la vuole e chi ne crea le premesse
vuole fare un gigantesco regalo alla sinistra. Non esistono strade positive al
di fuori dell’unità intorno a Berlusconi.
Ombrello
– Il gesto dell’ombrello di Maradona ha
rivelato una volta di più su quale doppiopesismo si regga il moralismo della
sinistra e della rai. Fazio sorride a tutti, purché non gli chiedano quanto
guadagna.
Mascherina – Renzi vuole entrare in casa nostra, in calzamaglia e mascherina, per
portarci via elettori e militanti come fossero soprammobili. Non sono cose, ma
persone, hanno ideali e passioni, non si vendono per un piatto di battute
cretine.
martedì 22 ottobre 2013
LA MORALITA’ POLITICA PER NOI E’ MANTENERE GLI IMPEGNI, CIOE’ ABBASSARE LE TASSE.
IL DEP, APPROVATO DA MINISTRI DEL
PDL, REALIZZA UNA REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO TUTTO A DANNO DELL’ELETTORATO DI
CENTRO DESTRA E TUTTO A VANTAGGIO DELL’ELETTORATO DI SINISTRA. IL CORAGGIO DI
CAMBIARLA.
Ci siamo. Qui ci
siamo noi. C’è la nostra essenza come forza di governo. C’è la nostra qualità
politica. E che cos’è moralità politica in teoria e in pratica. Il tema è
quello della Legge di Stabilità. Critichiamo, ma non ci limitiamo alla
pars destruens, e indichiamo allora soluzioni chiare. Entrambe le fasi svolgono
in linea diretta la nostra idea di Italia, dove protagonista dello sviluppo è
la società, fatta di individui liberi, che allo Stato chiede di farsi più in
là, togliendo la mano morta dalla voglia di lavorare, e farsi più vicino, con
servizi efficaci. Ecco allora due documenti, di dieci punti ciascuno. Nel primo esprimiamo le critiche. La
Legge di Stabilità così come è uscita dal ministero dell’Economia ha gravi
carenze sia sui modi di reperire risorse (tasse sulla case nuove o comunque
mascherate non ci vanno bene), sia sui modi di spenderli. Non ci va il
tassa-e-spendi. Ecco allora le nostre dieci proposte, basate su tagli di
spese improduttive e vendite di immobili e partecipazioni non strategici, ed
anzi veri e propri fardelli che invece messi nelle mani di privati possono
diventare un volano di crescita. Questi sono i nostri punti. Questa è la
nostra maniera di intendere la partecipazione a un governo di larghe intese.
Ovvio che ci sono elementi di critica e di proposta cui non possiamo
rinunciare. Ne andrebbe della nostra moralità.
La moralità in politica è
per noi mantenere fede alle promesse elettorali, cercare in ogni modo di
realizzare i programmi in nome dei quali abbiamo chiesto consensi e grazie ai
quali abbiamo ottenuto voti. Non esiste per noi margine al cinismo dei furbi, che svendono ideali e interessi dei propri elettori per
conservare posizioni di potere o guadagnarne di nuove.
I
nostri valori sono semplici anche in questo mondo complicato: primato della
persona e della sua iniziativa economica, rispetto per il lavoro, sostegno a
chi è meno fortunato, non secondo le tabelle fornite dal sindacato, ancorato a
privilegi antichi, ma così come emergono dalla realtà di oggi.
Dunque,
in pratica: nessuna tassa sulla casa che superi quelle pagate nel 2013,
in cui l’Imu sulla prima casa è stata abolita. Non accettiamo aggiramenti di
questo principio, qualunque sigla si adotti come paroletta magica per infilare
la mano nelle tasche dei cittadini, diciamo di no.
In
questo non esistono falchi, colombe, lealisti, innovatori, mediatori, ponti,
dissidenti: c’è Forza Italia unita intorno a Berlusconi, la freschezza
della cui intuizione originaria è una risorsa adesso. Non ieri o domani. Domani
è troppo tardi: ora, subito. La politica è questa.
SE L’EVASORE E’ IL DIRETTORE DI “REPUBBLICA”: QUELL’ATTICO AI PARIOLI DI ROMA………..
DA
GIORNI SPARA A ZERO SU BERLUSCONI, COLPEVOLE DI AVER “FRODATO IL FISCO”. MA
NOVE ANNI FA PER PAGARSI LA CASA VERSO’ 10 MILIONI “IN NERO”.
Mettiamola
così: chi non ha scheletri fiscali (per i reati rimandiamo tutti alla Guardia
di Finanza) nell’armadio scagli la prima pietra. Ebbene, siamo certi che
nemmeno dalle parti di Largo Fochetti, sede romana del quotidiano-partito La Repubblica diretto
da Ezio Mauro, vero
Catone censore degli italici costumi, si alzerà una mano. Perché, giusto per
ricordarlo, nemmeno il direttore del quotidiano del gruppo Editoriale L’Espresso è
immune da ciò. Parafrasando Francesco De Gregori e la sua tanto
decantata intervista al Corriere della Sera - «Forse potevamo farci qualche
domanda in meno su Noemi e qualcuna di più sull’Ilva di Taranto» - a Repubblica
potrebbero farsi qualche domanda in meno sul caso Mediaset e la condanna a
Berlusconi e qualcuna in più sulle vicessitudini fiscali del proprio editore,
l’ingegnere di Ivrea Carlo De Benedetti. Ma così va il mondo. (...) Da giorni Ezio Mauro spara a zero su Silvio
Berlusconi, colpevole di aver "frodato il fisco". Ma come ricorda Enrico Paoli su Libero di mercoledì 7 agosto, nove anni fa, il
direttore di Repubblica,
per pagarsi l'attico in zona Parioli a Roma versò 830 milioni "in
nero", come confermato da vari testimoni.
lunedì 21 ottobre 2013
LA SOLITUDINE DEI NUMERI DUE
IL “DIVERSAMENTE BERLUSCONIANO”
SCANDITO DA ALFANO, PER CHI A HA MEMORIA CORTA, E’ RISUONATO COME UN’ ECO DEL
MOTTO DI MARTELLI, “RESTIRUIRE L’ONORE AI SOCIALISTI”. MA NON CI SONO STATE PER
BRUTO
E’
nell’anticamera di Palazzo Grazioli, a notte fonda, che Silvio Berlusconi
ritrova un tono quasi paterno, imperiosamente sentimentale, “quando sarai il
numero uno mi capirai meglio”. E dunque il Cavaliere adesso cerca di salvare
Angelino Alfano da se stesso e dal demone del gregario, quell’ansia e quell’ambizione
tragica che sempre avvolgono i numeri due, sottoposti alla faticosa disciplina
del padrinato, uomini che magari riescono a dominare servendo, eppure mai
riescono a diventare loro stessi Domine.
FALCHI, COLOMBE, TWITTER, E RENZI, ECCO PERCHE’ L’ITALIA SA SOLO ODIARE
POVERI
A CACCIA DI PSEUDO RICCHI, SCONTRI TRA FAZIONI, NO TAV E BANDE CHE SI DISPREZZANO. IL NOSTRO PAESE CONOSCE
SOLO LO SCONTRO
Giampaolo Pansa-
Sono felice che
Silvio Berlusconi sia vivo e in buona salute. Prima di tutto per chi gli vuol
bene. Ma anche per la nostra povera Italia. Se il Cavaliere fosse morto, lo
immaginate il disordine cattivo che avrebbe provocato il funerale? La rissa
indecente attorno al feretro di un ex capitano delle SS, il Priebke
centenario,sarebbe sembrata soltanto uno scherzo goliardico. Un amico mi ha
osservato che Berlusconi si è fatto da anni un sepolcro privato all’interno
della villa di Arcore, dunque non sarebbe necessario girare per il mondo alla
ricerca di un luogo dove farne riposare le spoglie. Però in un paese come il
nostro avremmo visto comunque scoppiare un cataclisma. E non è escluso che
qualche sinistra ultrà si sarebbe costruito un comitato di salute pubblica con
lo scopo di esporre la salma a Piazzale Loreto, appesa per i piedi. Di solito
osserviamo la crisi globale da un solo punto di vista: quello economico e finanziario.
E con mille ragioni ci angustiamo per le
difficoltà di molte aziende, il lavoro che manca, la povertà che cresce, la
sorte dei giovani. Ma così dimentichiamo una verità amara che peggiora
l’esistenza di tutti. L’Italia è diventata un paese incattivito, con i nervi a
fior di pelle e capace soltanto di odiare. Prima di tutto odia se stesso,
perché non sa affrontare le difficoltà senza isterismi. Poi si divide di
continuo in bande che moltiplicano le occasioni per disprezzarsi l’un l’altra.
Così da rendere quasi impossibile andare d’accordo su qualsiasi inezia. Lo
spettacolo più indecente lo offrono i partiti politici. Dovrebbero dare ai
pochi cittadini che ancora li sostengono l’esempio che è possibile confrontarsi
con civiltà. Invece mostrano di essere case dei matti dove ogni mattina
ricomincia la guerra. Nel Partito
democratico, diviso su tutto, il probabile successo di Matteo Renzi ha
scatenato gli istinti più torbidi. Gli avversari del sindaco di Firenze
invitano i compagni a fabbricare dossier contro di lui. Nel frattem
LEGGE STABILITA’: CONTIENE PIU’ TASSE: DI QUESTO PASSO ITALIA FARA’ UNA BRUTTA FINE
“Il discutere ancora di formule e di alleanze da
parte dei massimi esperti di questo modo di fare politica non mi interessa anzi
mi disgusta. Il nostro partito ha il dovere di non restare muto di fronte al declino del nostro Paese e di fronte ad
una legge di stabilità che, come ormai quasi tutti ammettono, non fa che aumentare ulteriormente le tasse".Lo
afferma il coordinatore del Pdl Sandro Bondi in una nota. "Di questo passo l'Italia farà una brutta fine"
domenica 20 ottobre 2013
PDL: M5S NON TOCCHI SANTA TERESA. I GRILLINI MANCANO ANCORA RISPOSTE
Gli
accertamenti richiesti per il centro disabili di San Pietrodiventano uno
scontro politico nell'opposizione.
«Non riteniamo tollerabile che si attacchino senza
fondamento istituzioni benemerite della città in maniera gratuita». Che
significa giù le mani dall'opera Santa Teresa: è questo il messaggio che il
gruppo Pdl in consiglio comunale a Ravenna indirizza al Movimento 5 Stelle che
nelle ultime settimane ha chiesto chiarezza su alcune presunte irregolarità del
centro socio-riabilitativo dell'opera a San Pietro in Campiano emerse da
articoli pubblicati dal Ravenna&Dintorni. «Non ci sogneremmo
mai di fingere di attaccare l’amministrazione Matteucci per colpire in realtà
un ente religioso come L’opera di Santa Teresa, presidio fondamentale verso
tutti i disagi e le povertà», si legge nella nota firmata dai quattro
consiglieri Nereo Foschini, Alberto Ancarani, Francesco Baldini, Maurizio
Bucci. Che ci tengono a «ricordare tutte le nostre prese di posizione contro
gli sbagli e le cattive politiche di questa amministrazione». Tre sono gli
aspetti principali al centro degli esposti presentati dai grillini alla procura
e delle interrogazioni presentate in Regione e in Comune (vedi tra gli articoli
correlati): gli otto mesi in cui il coordinatore della struttura è stato un
avvocato del quale l'Ausl non ha mai potuto avere
QUALE FUTURO PER LA NOSTRA A.S.P. (EX OPERE PIE)
Il gruppo di studio sui
temi dell’ASP “Solidarietà Insieme”, che da diversi mesi si riunisce per
analizzare i problemi e le recenti novità normative che condizioneranno
pesantemente la gestione delle nostre strutture di assistenza, in seguito ai
nuovi indirizzi ed alla nuova legge emanati dalla Regione Emilia Romagna per
rimodellare l’assetto dei servizi socio sanitari, ritiene di dover rendere note
ai cittadini alcune brevi e sintetiche informazioni sulle prevedibili
conseguenze che ne deriveranno.
- La nuova rigidissima
legge regionale, approvata a fine luglio, obbliga a fondere le due ASP
“Solidarietà Insieme” e “Prendersi cura” . La struttura di Castel Bolognese
perderà, pertanto, buona parte della sua autonomia, in quanto il centro di
comando si sposterà, inevitabilmente, su Faenza.
- La stessa legge prevede che a governare l’ASP “unica” a livello di distretto non ci sia più un Consiglio di Amministrazione con i rappresentanti di tutti i Comuni, ma le decisioni in futuro verranno prese da un Amministratore Unico, adottando un modello del tutto analogo a quello della sanità, i cui risultati sono ben noti a tutti i cittadini ( verranno eliminati 170 posti letto ).- Perderemo quindi la possibilità di essere efficacemente rappresentati e di dire la nostra. - Perderemo quella gestione autonoma delle Opere Pie che ha garantito un servizio efficace ed a costi moderati a tutta la nostra comunità per oltre un secolo.- Si vogliono, inoltre, cambiare, in modo più penalizzante per gli anziani e le loro famiglie, i requisiti per entrare in Casa Protetta. Non ci sarà più la graduatoria comunale: nei prossimi mesi verrà istituita un’unica graduatoria distrettuale.
- La stessa legge prevede che a governare l’ASP “unica” a livello di distretto non ci sia più un Consiglio di Amministrazione con i rappresentanti di tutti i Comuni, ma le decisioni in futuro verranno prese da un Amministratore Unico, adottando un modello del tutto analogo a quello della sanità, i cui risultati sono ben noti a tutti i cittadini ( verranno eliminati 170 posti letto ).- Perderemo quindi la possibilità di essere efficacemente rappresentati e di dire la nostra. - Perderemo quella gestione autonoma delle Opere Pie che ha garantito un servizio efficace ed a costi moderati a tutta la nostra comunità per oltre un secolo.- Si vogliono, inoltre, cambiare, in modo più penalizzante per gli anziani e le loro famiglie, i requisiti per entrare in Casa Protetta. Non ci sarà più la graduatoria comunale: nei prossimi mesi verrà istituita un’unica graduatoria distrettuale.
In buona sostanza, gli
anziani che entreranno in Casa Protetta avranno diritto al contributo dell’ASL
solo se saranno in condizioni molto gravi. Altrimenti pagheranno di tasca
propria. E le rette sono destinate ad un lento, ma inesorabile, aumento, con il
chiaro intento di allinearle a quelle delle strutture faentine, notoriamente
meno efficienti nella gestione. E dell’attuale patrimonio locale della nostra
attuale A.S.P. “Solidarietà Insieme” che ne sarà, in futuro, dopo
l’accorpamento con baricentro a Faenza ? Non è assurdo pensare che. a fronte di
contingenti esigenze di cassa, la futura ASP unica a livello distrettuale possa
decidere l’alienazione di beni storici locali, quali ad esempio la ex Chiesa di
Santa Maria e la sede dell’attuale Scuola Elementare Ginnasi, con evidenti,
negative ed oggettive, ripercussioni su tutta la comunità castellana. I
cittadini di Castel Bolognese sono invitati a riflettere su queste conseguenze
e ad approfondire la loro informazione, rivolgendosi anche, se lo desiderano,
ai componenti del gruppo di studio. Per Castel Bolognese: Borghesi Lucio, Grillini
Giuseppe, Cornazzani Pasquale Per informazioni telefonare al 335 7732407
RUSSI :SABATO 26 OTTOBRE 2013: TRADIZIONALE INCONTRO PDL-FORZA ITALIA
Come ogni anno gli amici di Russi organizzano
il tradizionale incontro all' HOTEL MORELLI alle ore 20. Oltre alla cena come
tradizione sorteggio premi gratuiti per tutti i partecipanti. Costo cena 23 euro.
Prenotarsi
al n. 338 184 7739. Partecipate come sempre numerosi
ADDIO MONTI. IL FALLIMENTO DEL GROSSEN ROSIKONEN
La sconfitta di Mario Monti, il mitico Grossen Rosikonen della politica italiana, partito per
governare il mondo e finito nello sgabuzzino dei palloni sgonfiati, non è solo
personale. Essa segnala il tramonto di un progetto politico. E' molto
istruttivo prenderne atto.
Centrismo fallito. L'idea di un centro che spezzasse il bipolarismo è stata coltivata con
incredibile determinazione da Monti. Ha rifiutato l'idea, caldeggiata da
Napolitano, di considerarsi una riserva della Repubblica, rinunciando a
schierarsi. Poi vista l sua determinazione a mettersi in gioco elettoralmente, Berlusconi
gli ha proposto i guidare i moderati. Ha detto di no. Non era tanto
ambizione personale – almeno si spera – ma la volontà di determinare la fine
del bipolarismo, disarticolandone i due maggiori partiti. Ora confessa il suo
fallimento, e denuncia l'attrazione della parte maggioritaria di Scelta Civica
guidata da Mario Mauro verso Berlusconi, che pure è esponente primario
del Partito popolare europeo. Merkel adieu. Monti è stato l'uomo inviato
e sostenuto di poteri forti finanziari e politici nordici e specialmente
tedeschi per commissariare l'Italia, che Monti avrebbe dovuto tenere al
guinzaglio come un cagnolino mogio per conto della Merkel. Gli italiani
hanno respinto con il voto questo progetto. La lezione del disastro di Monti
dev'essere appresa da coloro che ritengono di poter costruire un raggruppamento
di centro che si riferisca al Partito popolare europeo, distaccandosi da quella
che è stata ed è tuttora l'unica forza capace di opporsi all'egemonia della
sinistra illiberale. La strada è quella di dare ancora maggior potenza di
consenso al movimento moderato e di centrodestra capace di sintesi riformista e
liberale. Semmai Accusiamo la classe dirigente di essersi fatta casta e di
approfittare degli incarichi pubblici per prolungarli e passare da un incarico
all’altro restando così comunque sulla scena, con gli inevitabili vantaggi
personali. Beh, Monti non ha forse fatto la stessa cosa? A conti fatti, il neo
dimissionario da Scelta Civica si è rivelato diverso da come era stato
accreditato con gioiosa insistenza.
Più che
anglosassone s’è infatti rivelato italiano, anzi italianissimo, ma nel senso
peggiore. Sia pure un italianissimo con la valigia a rotelle.
venerdì 18 ottobre 2013
GOVERNO ALFETTA: LE TASSE NASCOSTE. CHE C'ENTRANO QUESTE ED ALTRE FURBATE COL PROGRAMMA PDL?
Tagli ai crediti di imposta e riduzione dei
rimborsi per chi ha pagato più tasse del dovuto. L’ultima sorpresa è arrivata ieri dal nuovo testo
della legge di stabilità uscito dal consiglio dei ministri. Articolo 17,
titolo: «Disposizioni in materia di entrate tributarie», che tradotto in parole
semplici significa: «tasse». Comma 2: entro il 31 gennaio 2014 dovranno essere
rideterminate le agevolazioni tributarie in modo da potere fare incassare allo
Stato almeno 500 milioni di euro nel 2014 e 1 miliardo di euro a partire
dall’anno 2015. Se questo non viene fatto, scatta (come sempre retroattiva) una
clausola di salvaguardia: le detrazioni fiscali oggi previste dalla
legislazione, a cominciare dalle spese mediche, saranno detraibili per
l’anno 2013 al 18% invece dell’attuale 19%. E a decorrere dall’anno fiscale 2014
saranno detraibili solo al 17%. Due punti in meno. Un miliardo e mezzo di
detrazioni in meno nel biennio. Quindi un miliardo e mezzo di tasse in più.Non basta. Altri due commi. Primo: entro 30 giorni dalla entrata in
vigore della legge di stabilità (quindi certamente entro il 31 gennaio 2014) i
crediti di imposta che lo Stato deve riconoscere ai cittadini che hanno pagato
più tasse del dovuto sono ridotti fino all’85% di quanto spetta, e comunque in
modo da assicurare allo Stato un risparmio di almeno 500 milioni di euro. Mezzo
miliardo di tasse che dovevano essere restituite ai contribuenti e che invece
si terrà lo Stato. Mezzo miliardo di tasse in più. Se non viene varato quel
decreto che rapina di fatto il 15% dei crediti di imposta dei contribuenti, scatta
la clausola di salvaguardia: viene tagliato automaticamente del 25% il fondo
inserito in bilancio per la restituzione dei crediti di imposta. Mezzo miliardo
più la norma delle detrazioni: due miliardi di tasse in più. Non basta. Comma
successivo: dal
IL SEGNALE TERRESTRE RAI NELLA VALLATA DEL LAMONE NON ARRIVA: UNA VERA VERGOGNA I SOLDI A FAZIO E NON UN EURO PER IL DIGITALE TERRESTRE!
Nei mesi scorsi con amici
abbiamo aderito alla “class action”, promossa dall’avv. Maestri di Ravenna, al fine
di ottenere dalla Rai la possibilità di vedere tutti i canali Rai nella vallata
del Lamone.
A Brisighella da quando è stato attuato il
“Digitale Terrestre”, si vede solo Rai 1, Rai 2; Rai 3 e Rai New, mentre di
tutti gli altri canali, super pubblicizzati tutti i giorni, non se ne vede uno. Nella parte più
alta di Brisighella da Casale a San Martino in Gattara non si vede nulla e i
cittadini si sono dovuti attrezzare con ripetitori o con parabola a loro
spese!. Ora con la nuova programmazione non vediamo
più lo “sport”, che interessa tanti utenti e viene negato un servizio così
importante non ultima la mancata visione dei mondiali di ciclismo che ha tanti
appassionati! La Rai risponde che è
colpa dell’antenna e tutti abbiamo speso soldi per adeguarsi, ma il segnale non
arriva e dobbiamo continuare a pagare il canone…..
Una Vergogna
targata RAI,
perché gli undici canali di Mediaset si vedono tutti e non si versa come dice
la pubblicità di questi giorni un “bollettino postale”, come si giustifica
tutto questo!. Una Vergogna, un sopruso targato, RAI, che
spende 5,5milioni di euro per Fazio, Crozza o altri giochi, a mio parere
controproducente culturalmente come quello dei “pacchi”, mentre potrebbe investirne una modesta somma , per
risolvere il problema della vallata del Lamone. La battaglia contro la Rai continua, vedremo
insieme all’avv. Maestri per il ricorso in Cassazione, il colmo per difendere i
nostri interessi, ma intanto denunciamo
pubblicamente la RAI per il sopruso nei confronti dei cittadini della
vallata Lamone.
Avrà
forse ragione la RAI con la sentenza TAR, ma
per il mancato servizio riscuote il canone e non da il servizio rispetto alle
tante televisioni private. VERGOGNA!!!.
Vincenzo Galassini consigliere Provincia Ravenna Forza Italia
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martedì 15 ottobre 2013
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