IL DEP, APPROVATO DA MINISTRI DEL
PDL, REALIZZA UNA REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO TUTTO A DANNO DELL’ELETTORATO DI
CENTRO DESTRA E TUTTO A VANTAGGIO DELL’ELETTORATO DI SINISTRA. IL CORAGGIO DI
CAMBIARLA.
Ci siamo. Qui ci
siamo noi. C’è la nostra essenza come forza di governo. C’è la nostra qualità
politica. E che cos’è moralità politica in teoria e in pratica. Il tema è
quello della Legge di Stabilità. Critichiamo, ma non ci limitiamo alla
pars destruens, e indichiamo allora soluzioni chiare. Entrambe le fasi svolgono
in linea diretta la nostra idea di Italia, dove protagonista dello sviluppo è
la società, fatta di individui liberi, che allo Stato chiede di farsi più in
là, togliendo la mano morta dalla voglia di lavorare, e farsi più vicino, con
servizi efficaci. Ecco allora due documenti, di dieci punti ciascuno. Nel primo esprimiamo le critiche. La
Legge di Stabilità così come è uscita dal ministero dell’Economia ha gravi
carenze sia sui modi di reperire risorse (tasse sulla case nuove o comunque
mascherate non ci vanno bene), sia sui modi di spenderli. Non ci va il
tassa-e-spendi. Ecco allora le nostre dieci proposte, basate su tagli di
spese improduttive e vendite di immobili e partecipazioni non strategici, ed
anzi veri e propri fardelli che invece messi nelle mani di privati possono
diventare un volano di crescita. Questi sono i nostri punti. Questa è la
nostra maniera di intendere la partecipazione a un governo di larghe intese.
Ovvio che ci sono elementi di critica e di proposta cui non possiamo
rinunciare. Ne andrebbe della nostra moralità.
La moralità in politica è
per noi mantenere fede alle promesse elettorali, cercare in ogni modo di
realizzare i programmi in nome dei quali abbiamo chiesto consensi e grazie ai
quali abbiamo ottenuto voti. Non esiste per noi margine al cinismo dei furbi, che svendono ideali e interessi dei propri elettori per
conservare posizioni di potere o guadagnarne di nuove.
I
nostri valori sono semplici anche in questo mondo complicato: primato della
persona e della sua iniziativa economica, rispetto per il lavoro, sostegno a
chi è meno fortunato, non secondo le tabelle fornite dal sindacato, ancorato a
privilegi antichi, ma così come emergono dalla realtà di oggi.
Dunque,
in pratica: nessuna tassa sulla casa che superi quelle pagate nel 2013,
in cui l’Imu sulla prima casa è stata abolita. Non accettiamo aggiramenti di
questo principio, qualunque sigla si adotti come paroletta magica per infilare
la mano nelle tasche dei cittadini, diciamo di no.
In
questo non esistono falchi, colombe, lealisti, innovatori, mediatori, ponti,
dissidenti: c’è Forza Italia unita intorno a Berlusconi, la freschezza
della cui intuizione originaria è una risorsa adesso. Non ieri o domani. Domani
è troppo tardi: ora, subito. La politica è questa.
E non
ci dicano che stiamo ponendo aut-aut o diktat. Questo lasciamolo ripetere ad un
Mario Monti, che non sa che la lotta politica è lotta per gli ideali e
non il giochino facile del professorino accompagnato a governare l’Italia dalle
superpotenze teutoniche o comunque extraitaliane. Questo ha sperimentato Monti,
prima di sbattere il nasino sulle porte chiuse, era venuto a comandarci
accompagnato dalle cannoniere merkeliane e nordeuropee. Be’, Monti ha dovuto
fare i conti con la democrazia e un consenso inesistente, dovuto non alla
personale antipatia, ma al disastro provocato.
Chiamateli
pure aut-aut, per noi è moralità politica.
Ovvio: non è che sbattiamo sul tavolo i
documenti e stiamo a guardare che cosa se ne fanno Letta e Saccomanni.
Siamo gente responsabile. E chiediamo la cabina di regia. La
valutazione ponderata e serena, nella stima reciproca, di critiche e proposte.
Sapendo che per noi i punti fermi sono quelli anzidetti. Meno tasse. Tagli.
Vendite.
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