La questione della politica è oggi più semplice che mai. Usiamo tre date come
fari sulla realtà e si capiranno parecchie cose. 12 novembre o dintorni.
È quello il giorno in cui il Senato, in assemblea plenaria, deciderà sulla decadenza
o meno di Silvio Berlusconi, è chiaro che cosa sta accadendo: il Partito
democratico vuole chiudere la partita. Non si accontenta di dare indicazioni ai
propri parlamentari, ma invia moniti preventivi alle altre forze politiche.
Sostenendo che la legge Severino si applica e basta così. Perché tanto
attivismo? Elementare, Watson. Si tratta di inibire il consiglio dei ministri
ad agire nella maniera legale e sensata che sarebbe nella logica giuridica di
uno Stato di diritto e in quella politica di una maggioranza di larghe intese.
Se il vice-premier Angelino Alfano, sostenuto dai nostri ministri e non
solo, ufficializzasse la richiesta di una riga di decreto legislativo che
fornisse l’interpretazione autentica della legge Severino, negandone la valenza
retroattiva, e con ciò impedendone l’applicazione nel caso di Berlusconi, il 12
novembre non esisterebbe più. Non ci sarebbe questa fossa delle Marianne in cui
sprofonderebbe la nostra democrazia, trascinando con sé qualsiasi ipotesi di
pacificazione.
Per
questo il Pd adotta la tattica della guerra preventiva. Vuole praticare la
deterrenza, dice: non provateci. E perché? Non si era detto che lo schema
dell’aut aut è da cancellare? Noi del
Pdl/Forza Italia non ne accettiamo, specie su temi in cui si gioca l’essenza
della nostra presenza.
15 novembre. L’Europa darà un giudizio sulla Legge di Stabilità, approvandola o
meno. Ridisegnandola oppure benedicendola. Non sono cose da nulla. Questo
governo, con la Legge di Stabilità che ci
propone, ha spostato il suo asse a sinistra. Non è questione nominalistica.
Diciamo che va a sinistra perché penalizza il ceto medio, aumentando le tasse
sulla casa, punendo i pensionati. Per noi
così è inaccettabile. Va contro il patto stabilito con i nostri elettori. Ci
rendiamo conto. Siamo in un governo di coalizione. Ma noi pretendiamo, anche in
forza dei nostri voti numericamente identici a quelli del Pd, pari dignità. Ora
il giochino è quello di dire che finora in economia Letta fa rima con Brunetta.
Magari.
In
realtà si tratta anche qui di sbarrare la strada a qualsiasi miglioramento di
una legge che oggi è conservatrice, inadeguata, e di fatto rischia di far
piombare sulle case un fardello più pesante dell’Imu di Monti.
Chiaro?
Vogliono arrivare, Il Pd e la sinistra, al 15 novembre con Berlusconi
decaduto, una Legge di Stabilità che accarezzi e nutra l’elettorato della
sinistra, attaccato alle mammelle dello Stato,
così da
prepararsi ad una campagna elettorale dove la corsa sia per noi a handicap. E
al di là delle elezioni prossime venture, l’Italia si ritroverebbe comunque con
una democrazia monca e un’economia appiattita sui voleri della Germania.
3 dicembre. La Corte costituzionale dice la sua
sulla legge elettorale detta Porcellum. Il pronostico è ovvio. Verrà
bocciata. Si tratta di capire come. Intanto però la sinistra vuole arrivare a
far passare al Senato una legge elettorale disegnata per far fuori il
centrodestra e i grillini. Così da trasferirla in tutta fretta alla Camera
spinta dalla decisione della Consulta. Così proprio non va. Se la legge va mutata,
non può certo obbedire alla volontà egemonica della sinistra. Ci vogliono
uccidere Berlusconi, ammazzare il ceto medio, e pure crearsi una legge
elettorale ad sinistram.
Caro Letta,
dacci ragioni buone per l’Italia e per la democrazia così da andare avanti. Fissa
una cabina di regia per la legge di stabilità e per il resto. E che abbia
potere reale di direzione e non sia luogo di registrazione notarile di
decisione già prese…
Nessun commento:
Posta un commento