La sconfitta di Mario Monti, il mitico Grossen Rosikonen della politica italiana, partito per
governare il mondo e finito nello sgabuzzino dei palloni sgonfiati, non è solo
personale. Essa segnala il tramonto di un progetto politico. E' molto
istruttivo prenderne atto.
Centrismo fallito. L'idea di un centro che spezzasse il bipolarismo è stata coltivata con
incredibile determinazione da Monti. Ha rifiutato l'idea, caldeggiata da
Napolitano, di considerarsi una riserva della Repubblica, rinunciando a
schierarsi. Poi vista l sua determinazione a mettersi in gioco elettoralmente, Berlusconi
gli ha proposto i guidare i moderati. Ha detto di no. Non era tanto
ambizione personale – almeno si spera – ma la volontà di determinare la fine
del bipolarismo, disarticolandone i due maggiori partiti. Ora confessa il suo
fallimento, e denuncia l'attrazione della parte maggioritaria di Scelta Civica
guidata da Mario Mauro verso Berlusconi, che pure è esponente primario
del Partito popolare europeo. Merkel adieu. Monti è stato l'uomo inviato
e sostenuto di poteri forti finanziari e politici nordici e specialmente
tedeschi per commissariare l'Italia, che Monti avrebbe dovuto tenere al
guinzaglio come un cagnolino mogio per conto della Merkel. Gli italiani
hanno respinto con il voto questo progetto. La lezione del disastro di Monti
dev'essere appresa da coloro che ritengono di poter costruire un raggruppamento
di centro che si riferisca al Partito popolare europeo, distaccandosi da quella
che è stata ed è tuttora l'unica forza capace di opporsi all'egemonia della
sinistra illiberale. La strada è quella di dare ancora maggior potenza di
consenso al movimento moderato e di centrodestra capace di sintesi riformista e
liberale. Semmai Accusiamo la classe dirigente di essersi fatta casta e di
approfittare degli incarichi pubblici per prolungarli e passare da un incarico
all’altro restando così comunque sulla scena, con gli inevitabili vantaggi
personali. Beh, Monti non ha forse fatto la stessa cosa? A conti fatti, il neo
dimissionario da Scelta Civica si è rivelato diverso da come era stato
accreditato con gioiosa insistenza.
Più che
anglosassone s’è infatti rivelato italiano, anzi italianissimo, ma nel senso
peggiore. Sia pure un italianissimo con la valigia a rotelle.
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