A proposito di cambi di casacca in corsa, a proposito del trasformismo dilagante, a proposito dei benpensanti e puritani che predicano moralismo a corrente alternata, a proposito, infine, dei giudici di Napoli che hanno optato, con una decisione perlomeno inspiegabile, per il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi sul caso del senatore De Gregorio, rispondiamo con la fredda oggettività dei numeri.
Nella scorsa legislatura, la XVI della
Repubblica italiana, dal 29 aprile 2008 al 22 dicembre 2012, ben 180 parlamentari
hanno cambiato gruppo di appartenenza. Per la precisione hanno cambiato
casacca 60 senatori e 120 deputati, in tutte le direzioni, per lo
più dal centrodestra, e dal Pdl in particolare, verso altri lidi. Alla
Camera dei deputati, ad esempio, a fine legislatura, il Pdl aveva perso 69
parlamentari, il Partito democratico 13, così come l’Italia dei Valori. Il
gruppo più premiato è stato il Misto, con un saldo positivo di 51 deputati, a
seguire i gruppi nati durante il quinquennio, Futuro e libertà (+24) e Popolo e
territorio (+19). Al Senato della Repubblica analogo trend. Il Popolo
della liberà è il gruppo che ha perso per strada il maggior numero di senatori
(-29 rispetto all’inizio della legislatura), seguito dal Partito democratico
(-14). In taluni casi alcuni parlamentari si sono esibiti anche nel doppio
salto della quaglia, o addirittura nel triplo. Un esempio senza fare nomi? Dal
Pdl a Futuro e libertà, da Futuro e libertà al Misto, dal Misto ai Responsabili
(poi diventati Popolo e territorio).
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