BOCASSINI NEI GUAI: I COLLEGHI LA DENUNCIANO AL CSM.
ILDA LA
ROSSA DISSE CHE LE TOGHE DI PROVINCIA “NON CAPISCONO NULLA. ESPOSTO DEI
“PROVINCIALI AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
"I giudici di provincia non capiscono nulla di mafia". Le
considerazioni di Ilda Boccassini, espresse
l'11 ottobre scorso durante un convegno su una ricerca della Bocconi dedicata
alla criminalità organizzata, non sono assolutamente piaciute ai colleghi.
Tanto che hanno lasciato passare due settimane e alla fine hanno deciso di
intervenire con un esposto al Consiglio
Superiore della Magistratura. La rivolta - Gli autori del documento inviato
al Csm sono i giudici penali del Tribunale di Busto Arsizio, giudici "di provincia"
appunto, (Bossi, Bovitutti,
Frattini, Guerrero, Lualdi, Novick, Zoncu) che chiedono all'organo di
autogoverno delle toghe, secondo quanto rivelato dal Corsera, di
valutare le affermazioni a loro avviso "gratuite",
"denigratorie" e "generiche" pronunciate da Ilda la rossa.
I magistrati di Busto vogliono sapere dal Csm, da un lato "se esse siano
deontologicamente corrette" per un pm, e dall'altro "se non
deleggittimano i giudici" proprio mentre costoro, riporta l'articolo di Luigi Ferrarella,
trattano processi con detenuti di criminalità organizzata nei quali l'accusa è
rappresentata dal pool milanese di Boccassini. Colleghi ignoranti - Secondo
il pm il fatto che "non siano mai stati istituiti i tribunali distrettuali
rappresenta un problema serio". Boccassini, al convegno, aveva spiegato
che "le indagini sono accorpate dalla Dda mentre il processo viene polverizzato".
"Dobbiamo andare a fare i processi a Pavia, a Como, a Lecco, a Busto
Arsizio e a Palmi - ha osservato -: non si può dare in mano un processo a
giudici di provincia che, con tutto il rispetto, non sanno nulla" di questi argomenti.
"Questo è un problema molto serio", aveva concluso non immaginando
che quelle parole sarebbero diventate un problema molto serio. Ma per lei.
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