giovedì 24 ottobre 2013

LA FINANZA IN REGIONE: I 9 CAPI GRUPPO INDAGATI: PECULATO


ACQUISITE CONSULENZE PER CENTINAIA DI MIGLIAI DI EURO, IPOTESI FINANAZIAMENTO. NEI CONTI CORRENTI DEI PARTITI ANCHE BIGIOTTERIA, PROFUMI, MEDICINE E UN FORNO A MICOONDE.
Corriere della Sera - La maxi inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari dell'Assemblea legislativa della Regione entra finalmente nel curvone finale e dopo un anno si avvia al sospirato traguardo, con lo show down ormai dietro l'angolo e i primi nomi iscritti nel registro degli indagati per peculato. Sono i nove capigruppo di Pd, Pdl, Lega Nord, Idv, Movimento 5 stelle, Misto, Fds, Sel-Verdi e Udc, cioè coloro che hanno gestito i budget e firmato i rendiconto delle spese sostenute dai consiglieri nella legislatura in corso, rimborsi che la Procura ritiene illeciti. Si tratta del primo passaggio formale compiuto dalle pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi che da un anno indagano sotto la supervisione del procuratore capo Roberto Alfonso e del procuratore aggiunto Valter Giovannini sull'utilizzo del denaro pubblico da parte dei gruppi. Il numero degli indagati è però destinato a salire con il coinvolgimento dei consiglieri che hanno utilizzato fondi pubblici per fini privati. Le posizioni dei capigruppo (Marco Monari Pd, Luigi Villani Pdl, Mauro Manfredini Lega Nord, Silvia Noè Udc, Gianguildo Naldi Sel, Andrea De Franceschi M5S, Liana Barbati Idv, Roberto Sconciaforni Fds e Matteo Riva del gruppo misto) sarebbero diversificate tra loro e potranno cambiare in funzione di ciò che ciascuno riuscirà o meno a giustificare. Pare infatti che all'interno dello stesso gruppo ci siano consiglieri che non hanno badato a spese e altri che hanno avuto invece comportamenti più sobri. Per esempio c'è chi si sarebbe fatto rimborsare un pasto da Mc Donald's e chi invece avrebbe pranzato a spese della Regione in ristoranti rinomati. A quanto pare tra i consiglieri emiliano-romagnoli non ci sarebbe nessun emulo di batman Fiorito, il vorace consigliere del Pdl alla Regione Lazio arrestato nel 2012, ma nelle quasi 40 mila voci di spesa analizzate in questi 12 mesi dai finanzieri non mancano spese originali fatte pagare ai contribuenti e che poco hanno a che fare col funzionamento dei gruppi. È il caso di scontrini relativi a profumi, medicine, forni a microonde, altri elettrodomestici e libri di narrativa. Che l'inchiesta sia ormai alle battute finali è un fatto confermato in ambienti investigativi e avvalorato dalla visita a sorpresa di ieri della Finanza.



Si può immaginare lo scompiglio in viale Aldo Moro quando, poco dopo le 10, proprio mentre era riunito il consiglio, un drappello di dieci finanzieri del nucleo di polizia tributaria ha varcato la porta a vetri di viale Aldo Moro. Cercavano riscontri alle spese sostenute dai partiti dal 2010 alla voce consulenze, un capitolo dove finiscono anche i contratti, a vario titolo e con mansioni diverse, dei collaboratori dei gruppi. Gli inquirenti si sono trovati di fronte a consulenze sostanziose ripetute decine di volte, in un caso cinquanta, sempre dalle stesse persone. Per questo chi indaga vuole capire qual è stato l'esito effettivo degli incarichi esterni e interni che pesano sui budget dei gruppi per centinaia di migliaia di euro l'anno.
L'ipotesi è che alcune di queste siano in realtà consulenze camuffate, relative a questioni curiose e materie sorprendenti. C'è poi il sospetto che alcuni collaboratori abbiano lavorato più per il partito che per il gruppo, ipotesi che ricadrebbe nel finanziamento illecito ai partiti. Per questo i finanzieri hanno parlato a lungo con i responsabili di segreterie e tesorerie e acquisito documentazione, mentre i consiglieri sono stati invitati ad accomodarsi fuori. La svolta nell'inchiesta come detto riguarda capigruppo e consiglieri in carica mentre le indagini relative al 2005-2010 sarebbero in stand-by, anche per via delle grande mole di spese da analizzare e per le scarse risorse a disposizione. Pare si sia scelto di contestare condotte più attuali e al riparo dalla prescrizione. Della vecchia legislatura al momento l'unico indagato è Paolo Nanni, allora capogruppo Idv, che nei mesi scorsi ha ricevuto un avviso di fine indagine per peculato.
Il 2012 è stato decisamente un anno nero per la Regione, con una serie di inchieste che hanno coinvolto i vertici di viale Aldo Moro: da Terremerse, con il proscioglimento del presidente Vasco Errani nella vicenda del finanziamento da un milione di euro erogato senza titolo alla coop allora guidata dal fratello Giovanni, all'appalto di Intercent-er, passando per il caso di Zoia Veronesi, la storica segretaria di Pier Luigi Bersani pagata dalla Regione mentre lavorava a Roma con l'ex candidato premier del centrosinistra, per finire con il fascicolo nato dall'esposto contro Errani e i vertici regionali della Sanità presentato dal gruppo Garofalo, proprietario della clinica Esperia di Modena, che ipotizza favoritismi nel sistema per gli accreditamenti per l'alta specialità chirurgica.


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