(ER) PDL. (DIRE) Bologna, 13 nov. - Se c'e'
qualcuno che non ha diritto di partecipare al Consiglio nazionale del Pdl
"e' proprio Filippo Berselli". Non le mandano certo a dire Alberto
Ancarani e Paolo Savelli, coordinatore e vicario del PDL a Ravenna, che in una
nota replicano con toni aspri alle affermazioni del numero uno regionale del
partito in Emilia-Romagna. "Se c'e' un soggetto che non avrebbe alcun
titolo a partecipare al Consiglio nazionale del Pdl e' proprio Berselli -
attaccano gli azzurri ravennati- chi si iscrisse al gruppo Fratelli d'Italia al Senato per poi uscirne non appena comprese che
non lo avrebbero messo in lista alle politiche, non puo' neppure lontanamente
permettersi di attribuire patenti di partecipazione al Consiglio nazionale".
Berselli in mattinata ha sollevato il problema di alcune "anomalie"
nella scelta da Roma dei delegati che sabato dovrebbero partecipare
all'assemblea del partito. Se c'e' uno scandalo vero e' piuttosto relativo al
fatto che Berselli possa ancora avvalersi del titolo di coordinatore regionale
dell'Emilia-Romagna- insistono Ancarani e Savelli - solo l'enorme magnanimita'
del presidente Berlusconi, proprio colui il quale oggi viene ricambiato da
Berselli con l'adesione di quest'ultimo alla mozione Alfano, gli permise di
mantenere il ruolo che indegnamente tuttora ricopre. Siamo costretti a rilevare
che non ha neppure la decenza di tacere". Tra l'altro, sostengono gli
esponenti Pdl-Forza Italia di Ravenna, "Berselli ha pure poca dimestichezza
con lo Statuto perche' la sua analisi dell'articolo 19 non solo non puo'
prestarsi ad interpretazioni differenti ma e' addirittura contraria alla
'lettera' del dettato statutario". Dunque, chiosano Ancarani e Savelli,
"ci auguriamo che il ritorno a Forza Italia sia finalmente l'occasione per
evitare che certi ruoli siano ricoperti da chi non lo merita
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