C’è un Sindaco, in Italia,
che fa il buffone il giorno dedicato alle Forze Armate. Si chiama Renato Accorinti, di solito indossa sempre
una maglietta rossa. E’ sindaco di Messina. Ieri mattina, mentre veniva posata
una corona davanti al monumento ai caduti, a gente che è morta per quell’Italia che
lui (con la fascia tricolore) porta al petto, Accorinti si è messo a srotolare
la solita “bandiera” della pace con la scritta “L’Italia ripudia la
guerra”.
Sceneggiata patetica, in un momento che era dedicato al silenzio e alla
memoria. Per quel che conta. Ma di gente così, ahinoi, l’Italia è piena.
Giullari che vogliono farsi notare a tutti i costi e che si credono pacifisti solo perché srotolano
striscioni davanti ai cenotafi o perché partecipano a qualche corteo che
finisce in vetrine spaccate, banche distrutte, bombe carta contro i poliziotti.
Ma il Signor Sindaco non
si è fermato alla pagliacciata: “Si
svuotino gli arsenali, strumenti di morte e si colmino i granai, fonte di vita”,
ha detto. La Sicilia, secondo Accorinti (degno simbolo di cosa sia diventata
l’Italia), “rischia di diventare
una base per gli strumenti di morte e per controllare con
tecnologie satellitari i paesi stranieri”. Grazie a Dio, qualcuno ha avuto un
sussulto di dignità e se n’è andato. Naturalmente, c’è chi ha salutato il gesto come
eroico. E’ il caso di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista (ma
esiste ancora?) bocciato dalla storia, dagli italiani e fuori dal Parlamento: “Un grande gesto”.
Complimenti, davvero.
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