E' quasi l'una di
notte. Vittorio Sgarbi
ha appena presentato a Ceglie
Messapica il suo nuovo libro Il punto di vista del cavallo. Caravaggio. Qualche ora prima la sua Lancia Thesis è andata distrutta.
Tutta colpa di un cortocircuito che, a pochi chilometri dalla bellissima
cittadina pugliese, ha mandato in fiamme l'auto. Tanta paura ma tutti illesi,
per fortuna. Solo un ritardo di due ore. Corsi e ricorsi, visto che sempre qui,
15 anni fa, Sgarbi fu protagonista di un imprevisto, quindi di un altro ritardo.
E, come sappiamo, il professore non è nuovo nemmeno agli incidenti stradali.
Dovrebbe essere sfinito, in ogni caso, il Vittorio nazionale. E invece no. Le
fasi della nuova disavventura le racconta con un'ironia che annulla il peso
dell'attesa: "L'incendio è poi diventato una festa di pompieri. Vitale, un ispettore
originario di Ceglie Messapica, mi ha confessato: Sgarbi, io questa notte l'ho sognata. Era rimasto senza
macchina e venivo ad aiutarla. Cavolo, sei proprio un
profeta...". L'energia è quella di sempre, la precisione chirurgica nel
racconto di "un libro che si è scritto da solo" pure. E quel suo
carattere un po' fumantino esplode non appena ci avviciniamo a lui per parlare
di politica, di Renzi, di riforme nel pantano. Sgarbi, ça va sans dire, ne ha per
tutti. Finanche per il povero Dudù.
Esiste davvero il rischio di una dittatura renziana? "Lui ha sicuramente
dato l'esempio di uno che vuole fare - replica secco Sgarbi -. Resta
indifferente, però, alla sostanza. Per esempio: cosa gli sarebbe costato
mettere le preferenze per la legge elettorale e fare il senato elettivo? Non si
capisce. Ciò che non convince di Renzi è quella la volontà di fare le cose...
pur di farle!". E' una bocciatura sonora, la sua. "Queste riforme non
mi piacciono per niente". Le riforme come autogol per Matteo? "Fatte
così, sono sbagliate. Se uno deve fare le riforme e le fa male, è meglio che
stia fermo". Allora si torna presto al voto... "Questo lo dice
lei". Ieri si ipotizzava un eventuale rimpasto con Forza Italia nel governo.
"Lo trovo
improbabile. Oltre che
inutile. Renzi ha dato vita ad un governo perfetto. Dopo Mussolini, sono stati tre
gli statisti che sono riusciti a superare la palude democristiana, che era
quella della ricostruzione: Craxi,
Berlusconi,
Renzi. Craxi è stato ucciso dai partiti. Berlusconi è stato ucciso dai suoi
stessi alleati come Fini
o Bossi.
Mentre Renzi per governare ha messo in campo dei camerieri, delle badanti,
delle figurine di nessun peso". "Berlusconi
schiavo di Matteo" - "I ministri - continua Sgarbi -
hanno paura della sua ombra, non fiatano senza il suo permesso. L'unico con una
storia politica è Franceschini.
Tolta la componente ricattatoria di Alfano,
utile per avere la maggioranza, forse potrebbe tornare alle urne, se vuole".
Chi è il peggior ministro? "Non ci sono peggiori e migliori. Come detto,
sono solo dei cagnolini che obbediscono. Non sono niente". Forza Italia è
davvero finita? "Beh, già ha fatto fatica a nascere. Adesso, poi, è nella
mani della Pascale, di Dudù...". E Berlusconi? "Berlusconi è
diventato in qualche modo ostaggio di Renzi. L'ex sindaco di Firenze lo ha
assolto, ha negoziato con lui, gli ha tolto di dosso l'etichetta di uomo nero. E' stato
furbissimo". "Ruby?
A me davano l'ergastolo..." - L'assoluzione in secondo
grado nel processo Ruby
non è stata una sorpresa. "Se uno viene condannato perché scopa, finisce
che a me danno l'ergastolo". Il Ruby-ter potrebbe riservare qualche
sorpresa amara a Silvio? "A lui no. Ma a qualcun altro, forse, sì".
Ecco. "Un vero Csm, una persona capace, presenterà alla Boccassini il conto di aver
inventato un reato che per me non esiste. La concussione non può essere una
telefonata. Quella si chiama raccomandazione, favore. Se tu scambi un reato per
un altro, dovrai pur pagare, o no? A me, a noi, quel processo, è costato un
milione è passa di euro... di stronzate! Credo che la Boccassini abbia giocato
una partita sbagliata". "Celant?
Farò una denuncia alla Procura" - Che voto dà a Dario Franceschini?
"Sicuramente un otto". Su Germano
Celant e il pasticcio dell'Expo un'ultima battuta.
"Farò una denuncia alla procura perché uno non può prendere tutti quei
soldi attraverso una commessa diretta per gestire una mostra. Non è mai
esistita al mondo una cosa del genere. C'è una specie di abuso di ufficio da
parte di un critico arte che a mio avviso ignora la materia a lui
affidata". di Leonardo Filomeno@l_filomeno
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