“Abbiamo già
visto un Donald Trump. Si chiamava Silvio Berlusconi”. S’intitola così il
commento di John Foot, storico inglese ed esperto dell’Italia, su cui ha
scritto vari libri, pubblicato stamane dal Guardian
di Londra. Non è il primo analista politico a tracciare un
parallelo fra il candidato repubblicano alla Casa Bianca e l’ex premier
italiano. Ma il suo articolo è un monito per l’America e in generale per le
società democratiche occidentali: come Berlusconi ha trasformato la politica
nel nostro paese, pure il fenomeno Trump lascerà tracce negli Stati Uniti e
altrove. “Le cose”, dopo Trump, “non saranno più le stesse”. L’articolo
comincia con la constatazione, spesso ripetuta, che con Trump il mondo è
entrato nell’era della politica “post-fattuale”, in cui i dati di fatto non
contano più niente. Ma l’autore osserva che una politica di questo genere si
era già manifestata con successo ventidue anni fa in Italia: con la “discesa in
campo” di Berlusconi e la creazione del suo partito Forza Italia, appunto.
Ricordando che il magnate di Mediaset ha vinto due elezioni, ne ha persa una di
poco ed è rimasto complessivamente al governo più di ogni altro leader italiano
– eccetto Mussolini e Giolitti. Entrambi si auto descrivono come outsider e
anti-establishment. Entrambi fanno leva sul populismo e sulla propria
personalità. Entrambi infine sono stati protagonisti di gaffe, incidenti
imbarazzanti, accuse o scandali legati al loro rapporto con le donne. “La lezione per l’America è che per troppo a
lungo Berlusconi è stato considerato come una barzelletta o un clown”, scrive
Foot. “Alla fine, non rideva più nessuno.
Vent’anni di Berlusconi hanno gravemente danneggiato la cultura politica e
democratica italiana e le ferite create non si sono affatto rimarginate”. In
modo simile, afferma il commentatore, “che vinca o perda, Trump ha cambiato i
termini del discorso politico americano e, come con l’era Berlusconi in Italia,
le cose non saranno più come prima”. Per quanto riguarda l’Europa, Trump ha solo
posizioni di buon senso. Basta espansionismo Nato, basta guerre di aggressione
e basta attacchi a Putin. La Clinton,
invece, sta alzando sempre di più la pressione. È arrivata ad accusare il
rivale di essere un burattino. Non mi meraviglio che Trump non si sbilanci
sulla regolarità delle elezioni. Con un’avversaria in grado di cancellare 30
mila email, alcune delle quali top secret, nemmeno io mi sentirei
tranquillo”. Vincenzo Galassini già consigliere provinciale Forza Italia Ravenna
Nessun commento:
Posta un commento