Dopo averle promesse fipreviste prima di Natale, poi entro sette mesi, poi averle fatte
slittare perché non si sa quando, le famose casette di legno per i terremotati
rischiano di diventare sempre più un miraggio. Lo si è capito bene negli
incontri che il commissario alla ricostruzione, Vasco Errani e il capo della
protezione civile, Fabrizio Curcio stanno facendo con le migliaia di sfollati
dai paesi messi ko dal primo, dal secondo e dal terzo terremoto. Errani e
Curcio valutano le nuove esigenze, cercano insieme alle altre istituzioni
coinvolte nel tour (presidenti di Regione e sindaci) di disincentivare il più possibile la richiesta dei prefabbricati in
legno. Primo perché non costerebbero poco (fra 60 e 80 mila euro ciascuna) e
sarebbero una soluzione provvisoria. Secondo, perché gli ordini fin qui non
sono stati fatti a regola d’arte, le esigenze sono aumentate, e i tempi di
consegna ritardati. Si rischia quindi più che di risolvere situazioni, di
creare nuovo malcontento fra i terremotati, e soprattutto fra quelli restati
senza casa a fine agosto che ormai da mesi viaggiano da nomadi fra un ricovero
e l’altro. L’ultimo incontro di Errani è stato con i terremotati di Arquata, e
ha lasciato molti a bocca aperta. Il commissario infatti è un politico e per certi versi ha fatto il suo comizio, raccontando
cose che alla gente non importavano nulla. “Ecco, questo passaggio con
l’ipotesi che fra chi aveva davanti ci fosse pure qualche imbroglione, ha dato
l’impressione ai più che quelle casette
in legno potranno sognarsele. Ma Errani voleva da buon politico parlare di
sé, della sua credibilità: “C’è un patto di lealtà, di corrispondenza fra di
noi. E se io non rispetto uno di questi patti voi siete autorizzati a dirmi che
sono una persona poco seria”. Errani ha garantito che al 100% verrà ricostruito
tutto. Ma ha fatto presente che non sa dove verrà ricostruito: “dovremmo fare
una valutazione anche dell’assetto idrogeologico del sistema”. Per la ricostruzione,
di cui non sono stati forniti i tempi, Errani ha spiegato la procedura: si
dovrà attingere a una lista di professionisti e a una di imprese verificate da
Anac e in regola con la certificazione antimafia. Poi bisognerà che “i
professionisti facciano un contratto professionale con ciascuno di voi, nel
quale deve esserci scritto quando presenterà il progetto all’ufficio della
ricostruzione.che li valuterà”. Se ci sarà l’ok “voi dovete portare il progetto
in banca. Voi non dovete tirare fuori un euro. Se qualcuno ve lo chiede,
segnalatelo ai carabinieri. Portate il vostro progetto alla banca, è la banca
pagherà all’impresa gli stati di avanzamento. Solo con lavori fatti”.
n dal primo giorno, averle
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