Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, va giù duro sugli interventi del
governo sulle pensioni. Che secondo le nostre stime rischiano di trasferire
sulle generazioni future 20 miliardi di ulteriore debito. Tanto secondo Boeri
il costo, scritto nella Legge di Bilancio, per gli interventi sulla
quattordicesima, sui lavoratori precoci e la sperimentazione sull'Ape social. A
evidenziarlo in un'intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera. «Poi -
ha proseguito Boeri - ci sono i costi legati all'estensione della fascia di
reddito non tassata per i pensionati, più i crediti d'imposta per chi chiede
l'Ape di mercato». Interventi che, se l'Ape social dovesse essere esteso nella
forma attuale anche oltre il 2018, farebbero salire i costi di altri 24
miliardi. Portando il costo complessivo degli interventi sulle pensioni a 44
miliardi di euro. Ma c'è di più: non solo il prolungamento dell'Ape social è
un'eventualità che Boeri non esclude, ma rischia invece di essere accompagnato
da un allargamento della platea dei beneficiari, considerando le spinte
politiche e sociali cui darà vita. Insomma una posizione abbastanza critica nei
confronti del governo. Che si è sentito chiamato in causa. E che ha affidato la
replica al ministro Pier Carlo Padoan,
che a sua volta ha ricordato che è la riforma proposta dall'Inps ad implicare
un aumento dei costi previdenziali. Uno scontro che si è però subito spento con
la precisazione del presidente Boeri: "Mai detto e mai pensato che
gli impegni del governo sono poco credibili. Anzi, le osservazioni sono
state che in passato ho rivolto all'esecutivo le ho fatte
proprio perché so che il governo si impegna seriamente sui suoi piani. Oggi
mi sono espresso unicamente sul tema delle salvaguardie precisando che ci
avevano detto che la settima sarebbe stata l'ultima invece ora c'e'
l'ottava e ho gia' il tam tam della nona".
Nessun commento:
Posta un commento