MARCO LOLLI
CERONI – Ho raccolto alcune
testimonianze di un fatto accaduto durante il passaggio del fronte a S.Stefano
nel settembre 1944. Una rappresaglia delle S.S. e delle Brigate repubblichine
verso i contadini della zona di S.Stefano. Conti Giorgio era mio nonno e fu
l'unico sopravissuto.
La parrocchia di S.Stefano in Zerfognano è una comunità adagiata poco
sotto una delle tante dorsali che dalla via Emilia risalgono verso l'appennino.
Situata alla quota di poco oltre 300 metri è composta da poderi e case rurali.
Il Prato, la Lama, il Castellaccio Nuovo, il Castellaccio Vecchio, la
Colinaccia, Monticello, e Dugento, sono i poderi più adiacenti alla chiesa.
Anche se non esiste un agglomerato vero e proprio, da tutte le abitazioni, è
quasi sempre possibile scorgere le altre, come se facessero parte di un piccolo
borgo. Nel settembre 1944 quella zona fu teatro di scontri tra tedeschi e
gruppi partigiani che culminarono nella rappresaglia del 25 settembre.
VENERDì 22 SETTEMBRE 1944 : alcuni partigiani provenienti da
Fornazzano, diretti verso Faenza, comandati da Liverani "Palì" si
riparano per la notte nella case della zona di S.Stefano in Zerfognano. Il
Prato è uno dei poderi più vicino al crinale e alla chiesa. La casa è molto
grande e riescono ad viverci molte persone. In quei giorni gli occupanti sono
addirittura diciassette. C'è Zauli Domenico detto " Minghì de Prè" di
anni 51 reduce della 1° guerra mondiale il quale aveva trascorso cinque anni
sul Carso; la moglie Emma Montevecchi (anni 41); tre sorelle Vittoria 19 anni;
Pia 20 anni; Caterina 18 anni e quattro fratelli; Paolo (anni 15), Ugo (anni
11) Tommaso " Masì" ( anni 9) e Gaetano di 18 mesi. C'è Suo fratello
Ubaldo Zauli, detto "Baldì" di anni 57 e la sorella Lucia ( 54 anni)
con il marito Angelo Mamini "Angiolì", una figlia, Rosa (13 anni) e
un figlio Valerio (anni 17) sfollati da Faenza. C'è Piercarlo Montevecchi (anni
14 e cugino di Emma Montevecchi) fratello di latte di Paolo, figlio della
maestra di Zattaglia, Giulia Montaguti. Ci sono infine i genitori della
farmacista di Fognano sfollati invece da Marradi dove imperversano le battaglie
con gli inglesi della 5° armata. Anche al Prato, nonostante il timore di
qualche spiata ai tedeschi o ai repubblichini, la famiglia Zauli accoglie
questi giovani partigiani quasi tutti natii del faentino o zone limitrofe:
Castel Bolognese, Solarolo, Riolo Terme. Tra di loro, il faentino Gino Monti e "Attila".
Rimangono qualche ora, mangiano qualcosa e prima di partire a notte inoltrata.
Riescono perfino ad intonare qualche canzone e qualche ballo. Alcuni rimangono
a dormire nel fienile, ma all'alba sono già spariti.1
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