venerdì 6 gennaio 2017

ABBIAMO GIÀ DATO

                                                  Lenin                        Martin Lutero




Chiederemo al buon Dio di risparmiarci altre tragedie. Il 2016 non è stato un anno facile. Non mi riferisco alle storie individuali, dove ognuno può parlare solo per sé, ma a quelle del nostro paese e del mondo più in generale. All’ ordine del giorno ci sono state crisi economiche, guerre, terremoti, terrorismo, migrazioni di massa. Si è data la colpa di tutte queste disgrazie aula natura dell'anno bisestile (anno bisesto, anno funesto). Ma è molto difficile essere ottimisti per il prossimo anno 2017. Prima di tutto perché neppure il 17 dal punto di vista scaramantico porta bene. In secondo luogo perché le tendenze negative in atto sono così radicate da non lasciar prevedere un cambiamento a breve termine. Siamo autorizzati a sperare bene solo in ciò che non dipende da noi. I terremoti, per esempio. Potremo chiedere al buon Dio, o a chi per lui, di risparmiarci altre tragedie, perché abbiamo già dato. Ma appena guardiamo da vicino ciò che dipende in misura rilevante da noi, anche la speranza, ultima dea, è destinata a sparire. Riusciremo a fare una buona legge elettorale? E anche un governo stabile? E a costruire una classe politica non solo onesta, ma anche capace e responsabile? Solo un miracolo potrebbe darci qualche chance, non certo la previsione realistica di ciò che accadrà nel prossimo futuro sulla base delle tendenze in atto. E chi troverà la forza e la saggezza per porre fine al terrorismo e alle guerre nell'area medio orientale? Se Obama è stato un disastro perché mai Trump dovrebbe essere meglio? E il dittatore siriano resterà al suo posto, rinforzato da una guerra tra le più disumane della storia. Ma non voglio trascinare i miei lettori in un pessimismo cosmico. Ci pensa già la realtà, e non ho bisogno di aggiungere pessimismo a pessimismo. Preferisco perciò dedicarmi soprattutto allo studio della storia, perché l'esercizio della memoria può essere di non poco sollievo per l'animo depresso dal presente. Mi impegno con i miei lettori, che spero siano un po' più numerosi dei 25 manzoniani, di raccontare prima di tutto fatti e accadimenti che abbiano come riferimento gli anniversari dell’ anno 2017. E due me ne vengono subito in mente. Cento anni  fa scoppiava la grande rivoluzione massa. Non possiamo lasciare passare questa occasione senza svolgere qualche considerazione antica. Troppi vorrebbero rimuoverla, cento anni dopo che John Red scrisse i sette giorni che sconvolsero il mondo. Non è giusto, non può finire così. E poi ci sono i 500 anni da quando Lutero, affiggendo le sue tesi sulle indulgenze alla porta del Duomo di Wittenberg, dava il via alla riforma protestante, che in realtà fu molto di più di una riforma, fu una vera rivoluzione. Sarà davvero capace papa Francesco di ricucire quello strappo? a me sembra più difficile di quanto la facile pubblicistica apologetica dei papi possa lasciar credere.  In tutti i casi, con un occhio attento più alla storia che alla contemporaneità, è forse al contrario, non posso non augurare a tutti i lettori che almeno il prossimo anno non sia peggiore di quello che ormai è giunto al termine. Carlo Monaco

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