I PROSSIMI PASSI:”DIFFIDA AL COMUNE, I DEBITI FUORI BILANCIO PER ORA NON DEVONO ESSERE PAGATI”
L’opposizione si prepara al ruolo di “censore” nell’affaire Consorzio servizi sociali. Designato il presidente della Commissione di inchiesta, Eugenio Costa (sul quale dovrà comunque pronunciarsi il Consiglio comunale) il Pdl ravennate questa mattina ha illustrato le sue mosse, in una conferenza alla quale hanno partecipato i rappresentati dei gruppi Fi e An a Palazzo Merlato, assieme ad esponenti di Cervia e Russi, cioè i Comuni soci (assieme all’Ausl) dell’ente “sotto osservazione”. Niente sconti, dicono i consiglieri: in una situazione di questo tipo “tutta la Giunta avrebbe dovuto dimettersi”, commenta Costa, capogruppo Fi-Pdl. Va detto – aggiunge Sergio Covato, capogruppo di An-Pdl – che “se non si fosse provveduto, l’anno scorso, a uno stanziamento straordinario di 3 milioni di euro ora il buco ammonterebbe a circa 13 milioni". Per quanto riguarda le verifiche, verrà chiesto l’intervento di una società di revisione “autonoma e indipendente”, in grado di svolgere un ruolo super partes. Partirà inoltre, spiega Maurizio Bucci (Fi-Pdl) una diffida rivolta alla Giunta, sindaco e liquidatore del Consorzio, affinché per il momento non vengano pagati i debiti fuori bilancio: si intende conoscere prima il quadro esatto della vicenda, acquisendo le fatture delle cooperative convenzionate. Massima attenzione anche ai reali crediti vantati dalle coop non inseriti a bilancio, e ai prestiti sull’onore. Per questi crediti “di dubbia esigibilità”, che ammontano a circa 3 milioni e mezzo di euro sarà richiesto l’elenco dei beneficiari. Vanno rimossi “immediatamente” , continua il Pdl, i dirigenti comunali trasferiti dal Consorzio alla Asp. Serve infine “una verifica immediata da parte del sindaco di tutte le nomine negli enti pubblici in carico al Comune ove si riscontrano inadeguatezze professionali”.
Angelo Cellini, capogruppo di Noi per Russi, dal canto suo afferma di volersi costituire parte civile. Massimo Mazzolani, capogruppo An-Pdl a Cervia, ribadisce che i servizi sono stati svolti per il Comune di Ravenna: il debito non dovrà essere quindi ripianato dagli altri enti locali soci. Più in generale, il presupposto da cui parte l’opposizione è che comunque non era possibile da parte del consiglio comunale svolgere un reale ruolo di controllo sui bilanci del Consorzio. Mentre c’era chi non poteva non sapere. Ovviamente si va, in ordine, dal direttore Carlo Savorelli ai membri del Cda “che sembrano non essersi preoccupati più di tanto”, al presidente Preda “che avrebbe dovuto conoscere l’esistenza del problema”, fino all’assessore Pericle Stoppa. Responsabilità politiche vengono addossate anche alla precedente giunta. C’è da dire, per stessa ammissione dell’opposizione, che di per sé l’esistenza di debiti fuori bilancio non configura un illecito. Anzi, la “paura” è proprio quella che ci si appelli a un articolo del testo unico degli enti locali, che configura questa ipotesi: ma a patto che il Comune ne riceva comunque un vantaggio. Resta un fatto: l’opposizione dimostra di voler approfittare dell’ “assist” servito dalla maggioranza. Gianluca Palazzetti, vice coordinatore vicario provinciale , Alberto Ancarani, coordinatore comunale, insieme a Covato, parlano del crollo del “falso mito” dell’efficienza del centrosinistra.
I dubbi del Pdl coinvolgono anche la neonata Asp, che raccoglie l’eredità del Consorzio: si teme che le inefficienze possano nel caso risultare le stesse.
Buco Consorzio, “Nasce nel 2009” Leggi il verbale dei revisori dei conti
Verbale dei revisori dei conti
Ravenna, 22 aprile 2010 - “Rispetto alla rilevazione delle partite aperte con i principali fornitori, si riscontra che molte fatture da questi emesse per prestazioni in prevalenza dell’esercizio finanziario 2009, non sono state contabilizzate”.
Dunque i debiti fuori bilancio del Consorzio dei servizi sociali di Ravenna, che il liquidatore, Cesare Focaccia, ha quantificato in sei milioni di euro, sarebbero un fatto recente. Lo scrive il collegio dei revisori dei conti (Gianni Tarroni e Marco Castellani), in un verbale dello scorso 2 aprile, in cui vengono analizzati gli importi delle fatture contabilizzate e di quelle non contabilizzate. In questo documento, in cui i revisori avvertono che “il disavanzo reale appare di gran lunga superiore” rispetto a quello visibile nel bilancio 2009 a causa di “molte fatture non contabilizzate”, si legge che il ‘buco’ è di 4.534.390 euro.
I fornitori tagliati fuori dal bilancio sono 24: tra questi c’è l’Asp di Cesena (20.187 euro), l’associazione papa Giovanni XIII (39.068 euro), le cooperative il Cerchio (136.436 euro), In cammino (61.206 euro), la Pieve (108.080 euro), Don Dino (41.542 euro), In movimento (29.824 euro). E poi ci sono i due grandi creditori: il consorzio Selenia, con 3.063.792 euro, e il Solco con 834.053 euro. Quest’ultima, nel 2009 aveva già fatturato oltre sei milioni di euro, stavolta però scritti nel bilancio del Consorzio.
Dopo queste rilevazioni, i revisori concludono che “con la circolarizzazione dei fornitori al 31 dicembre 2009, emerge una situazione molto critica con correlato deficit finanziario di entità tale da rendere inattendibili i documenti di bilancio sottoposti alla nostra attenzione durante il breve mandato (rendiconto 2008 e bilancio di previsione 2009)”.
A monte di tutto, secondo i revisori, ci sono “irregolarità più o meno gravi della gestione verificatesi nel corso degli anni”. Spalmati nel tempo, infatti, ci sono i prestiti sull’onore, sui quali gli stessi revisori avevano dato l’allarme fin dal 2008. In sede di liquidazione si e’ visto che ammontano a ben 3,5 milioni di euro. Il collegio dei revisori, infine, dichiarava di considerare il verbale dello scorso 2 aprile “come referto su gravi responsabilità”.