Che cosa chiede la gente alla politica? Che cosa vogliono gli elettori dal partito di maggioranza e dalla maggiore forza di governo? La risposta è scontata, ed è la stessa a tutte le latitudini, in ogni parte del mondo.
I cittadini chiedono in primo luogo di essere governati. Vogliono – banalmente – che le cose funzionino. Poiché pagano le tasse e sono loro a far girare l’economia e il Paese, questo è un loro sacrosanto diritto; ed è un dovere, il primo dovere della politica, rispondere a queste richieste.
In secondo luogo la gente chiede riforme. Togliendo a questo termine una certa retorica ritualità, le riforme non sono qualcosa di astratto ma ciò che serve a far funzionare meglio la società. Un tagliando periodico, un miglioramento continuo alla macchina pubblica affinché la società civile possa servirsene al meglio.
Questo è ciò che la gente chiede, ed è ciò che il governo nei suoi primi due anni di vita, ha dato. Crediamo al meglio, in una situazione difficilissima per tutti i governi del mondo.
Poi la gente conosce, ed in una certa misura capisce, anche le esigenze interne della politica. Nonostante i luoghi comuni, nonostante l’insofferenza che affiora continuamente tanto a destra come a sinistra, gli elettori preferiscono essere rappresentati da partiti anziché da governi di tecnici; e sanno che questi partiti hanno al loro interno umori e personalità differenti.
Lo capiscono, appunto, e lo accettano anche come un segnale positivo di democrazia. Non lo capiscono più, e lo accettano molto meno, se si accorgono che le discussioni interne servono soltanto a chi discute, e che dietro la richiesta di democrazia si celano solo questioni di potere.
Ed è questa tra l’altro la vera debolezza di ogni ipotesi di terzo polo, di governo misto tra eletti e tecnici. Una somma di terze forze, di frazioni, di cenacoli ristretti e di esperimenti di laboratorio, non fa una forza vera e di governo. Non la comprenderebbe nessuno. Ed infatti ogni esperienza tentata in questa direzione è sempre fallita.
Affascina qualche addetto ai lavori, ma nelle urne viene regolarmente sconfitta. Chiusa la parentesi.
Nessun commento:
Posta un commento