"Il Consiglio Comunale ha ritenuto di non farsi promotore presso la Regione di un'azione tesa all'applicazione della normativa nazionale rispetto alle categorie svantaggiate da privilegiare per l'assegnazione dei fondi per l'affitto - è quanto affermato dal gruppo consiliare PdL di Faenza - Non è stato quindi ritenuto opportuno accogliere la sollecitazione di elevare a 5 anni il criterio della residenza nella regione per poter beneficiare del contributo per l'affitto da parte dei cittadini stranieri residenti". "Un criterio inserito nella legge nazionale che la Regione Emilia-Romgna ha ritenuto di disattendere penalizzando così i cittadini emiliano romagnoli ed i cittadini stranieri che hanno inteso ed intendo creare un progetto di vita in una determinata Regione in una determinata città.
Ad avviso dei Consiglieri del PdL la volontà espressa in Consiglio Comunale non tiene conto dell'effettivo contributo di ogni singolo cittadino alla crescita di una comunità, non ne premia l'appartenenza e l'attaccamento, che prosaicamente è quantificabile anche in contributi e tasse pagati in quel territorio negli anni e mette in forte difficoltà le famiglie italiane e straniere che dopo aver partecipato alla crescita di un territorio con anni di lavoro si trovano in condizioni di necessità e proprio in quel momento vengono penalizzate dalle istituzioni locali.
Le motivazioni che hanno accompagnato il voto contrario espresso in Consiglio Comunale dalla maggioranza e dalla Lista Fatti Sentire sono sembrate ai consiglieri del PdL molto deboli, una decisione demagogica che si trincera dietro alla solita solidarietà ottusa che ci propone da anni la sinistra e che sta creando non pochi problemi alle effettive possibilità di integrazione delle persone che vivono nel nostro territorio alimentando crisi relazionale tra coloro, italiani e stranieri, che si trovano in situazioni disagiate.
Sembra chiaro come anche a livello locale la maggioranza di centro sinistra, chiusa in una rigida logica propagandistica sull'integrazione, così spesso genericamente evocata e così di rado efficacemente perseguita, non abbia la volontà e forse neppure l'intenzione di valutare soluzioni che riescano a conciliare i principi di solidarietà con quelli di legalità, cioè con il rispetto di una Legge dello Stato".
Ad avviso dei Consiglieri del PdL la volontà espressa in Consiglio Comunale non tiene conto dell'effettivo contributo di ogni singolo cittadino alla crescita di una comunità, non ne premia l'appartenenza e l'attaccamento, che prosaicamente è quantificabile anche in contributi e tasse pagati in quel territorio negli anni e mette in forte difficoltà le famiglie italiane e straniere che dopo aver partecipato alla crescita di un territorio con anni di lavoro si trovano in condizioni di necessità e proprio in quel momento vengono penalizzate dalle istituzioni locali.
Le motivazioni che hanno accompagnato il voto contrario espresso in Consiglio Comunale dalla maggioranza e dalla Lista Fatti Sentire sono sembrate ai consiglieri del PdL molto deboli, una decisione demagogica che si trincera dietro alla solita solidarietà ottusa che ci propone da anni la sinistra e che sta creando non pochi problemi alle effettive possibilità di integrazione delle persone che vivono nel nostro territorio alimentando crisi relazionale tra coloro, italiani e stranieri, che si trovano in situazioni disagiate.
Sembra chiaro come anche a livello locale la maggioranza di centro sinistra, chiusa in una rigida logica propagandistica sull'integrazione, così spesso genericamente evocata e così di rado efficacemente perseguita, non abbia la volontà e forse neppure l'intenzione di valutare soluzioni che riescano a conciliare i principi di solidarietà con quelli di legalità, cioè con il rispetto di una Legge dello Stato".
Commenti (1)
ma il criterio di tener conto degli anni di residenza non era un punto del programma di Malpezzi per le primarie?
10/06/2010 - inviato da: soldato Jane
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